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Autore: Fabi_    12/07/2011    8 recensioni
Per quanto tempo avrebbe retto?
Narcissa non lo sapeva, odiava stare da sola in quella grande casa senza sapere dove fosse Lucius o come stesse Draco.
Il suo cuore era stanco e la sua testa pesante. Di fronte allo specchio, si passò le esili dita sui profondi segni neri che le cerchiavano gli occhi. L’espressione che si trovava a guardare non era sua: vuota, desolata.
L’immagine nell’insieme trasmetteva trasandata immobilità; non le apparteneva.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Aspettavo da un po' di pubblicare questa storia, ha partecipato al contest 'All you need is Love' ed è stata un po' modificata perché non mi convinceva troppo.

Ora la pubblico in occasione della maratona: Woodstock, la maratona dell'amore libero, che trovate qui: I love Shipping 

Una bellissima iniziativa indetta dal Collection of Starlight  alla quale vorrei partecipare anche con un'altra storia, solo che come sempre io non ho tempo.

Spero che vi piaccia, anche se è un po' triste credo che ci sia amore, questo è ciò che conta <3

 

 



Sospesa

 

 

Per quanto tempo avrebbe retto?

Narcissa non lo sapeva, odiava stare da sola in quella grande casa senza sapere dove fosse Lucius o come stesse Draco.

Il suo cuore era stanco e la sua testa pesante. Di fronte allo specchio, si passò le esili dita sui profondi segni neri che le cerchiavano gli occhi. L’espressione che si trovava a guardare non era sua: vuota, desolata.

L’immagine nell’insieme trasmetteva trasandata immobilità; non le apparteneva.

Quelli erano momenti di stasi, durante i quali Narcissa pregava in silenzio.

 

Tornerai, Lucius, so che tornerai: lo sento.

 

Non era Bellatrix che la donna voleva indietro, aveva smesso di preoccuparsi per lei molto tempo prima. Narcissa sapeva che sua sorella avrebbe trovato il sonno eterno mentre combatteva coi Mangiamorte, l’aveva scelto lei, votando la sua esistenza al combattimento.

Lucius non era così.

Lui non era fatto per il campo di battaglia, era un uomo con molte risorse, certo, ma non era adatto al combattimento. In realtà Narcissa sapeva che era un mago di valore, solo che il suo campo era quello della politica, della burocrazia.

In quel periodo, suo marito non era che l’ombra tenue, sbiadita, dell’uomo che aveva sposato.

Non più il ragazzo scuro di sé si cui si era innamorata. Era stato privato di quella superbia che fino a poco tempo prima brillava nei suoi occhi, non riusciva più a vedere in lui quella sfida che lanciava al mondo: ‘Sono Lucius Malfoy’.

Non c’era più.

Era rimasto l’uomo timoroso e orgoglioso che voleva dimostrare di valere al suo Signore, ma non riusciva a trovare il coraggio di esporsi e questo aveva messo la sua famiglia in difficoltà. Narcissa non lo avrebbe mai perdonato per aver costretto Draco a diventare un Mangiamorte alla sua età.

L’aveva amato con tutte le sue forze, si era aggrappata a lui, avevano avuto un ruolo importante nel Mondo Magico, sfruttando la posizione dalla quale le loro famiglie provenivano. Era stata una moglie perfetta.

 

Il loro era stato amore. Perché l’amore è come un albero, nasce da sé, mette profonde radici in tutto il nostro essere e spesso continua a verdeggiare su un cuore in rovina.

Era così che Narcissa si sentiva: il suo cuore era in rovina.

Attendere era la sua unica occupazione.

La guerra non faceva per lei. Tutto quello che poteva fare era starsene in casa ad attendere che Lucius tornasse.

Non sapeva cosa stesse succedendo in quel momento. Nulla poteva darle certezze.

Per questo, quando sentì la voce del marito sulle scale, ringraziò Dio.

 

Non l’avevano ucciso.

 

Poco prima di uscire dal bagno, Narcissa si ricompose, provò a sorridere e si tirò indietro i capelli, alzò la testa e si guardò allo specchio: per un attimo vide in se stessa la gioia.

Era questione di poco prima che lui ripartisse, sapeva che allora un’altra piccola parte del suo cuore si sarebbe spezzata nell’attesa innaturale. Ma c’era ancora tempo per  sperare e, fino a quando lui fosse stato con lei, Narcissa avrebbe cercato in Lucius i pezzi di quell’uomo che amava e li avrebbe rimessi insieme con il suo amore, con il suo supporto.

Non gli avrebbe fatto pesare le sue colpe, sapeva che lui le sentiva gravare sulle spalle senza che lei gliele ricordasse. In quei momenti aveva soltanto bisogno d’amore, di comprensione.

I loro cuori erano in pezzi, ma erano tenuti insieme dai rami e dalle profonde radici del loro amore, di quel grande sentimento forte e puro che li aveva uniti.

Sapevano di non avere intorno nulla di puro, non c’era che rabbia, guerra e paura in quel mondo governato dal Signore Oscuro. Narcissa spesso si domandava se le cose sarebbero cambiate con la fine della guerra. La sua risposta era sempre negativa. Temeva che la paura avrebbe continuato a governarli.

Temeva che non sarebbero mai più stati tranquilli, che non avrebbero mai più potuto avere una giornata serena da passare con il loro amato figlio o semplicemente tra di loro.

Per un attimo si domandò come sarebbero state le cose se a vincere fossero stati gli Auror. Solo per un attimo, Narcissa si permise di sognare una passeggiata a Diagon Alley, una partita di Quidditch. Una giornata in viaggio con Lucius.

 

Mentre guardava gli occhi spenti e preoccupati di suo marito, sorrise di nuovo: “Bentornato a casa.”

Lucius la invitò ad avvicinarsi e l’abbracciò.

La strinse come se fosse l’ultima volta. La baciò con tutto l’amore che aveva. Anche lui vedeva la moglie come una luce nell’ombra, una ragione valida per continuare a rivendicare il suo posto in quel mondo corrotto.

Lucius era corrotto, era un Mangiamorte abituato a seguire la via più facile e in quel momento la cosa non era possibile. Doveva seguire il suo Signore e dalle sue scelte dipendeva la vita della sua famiglia. Per questo Lucius Malfoy si sorprendeva del fatto che lei non lo respingesse, sapendo che per causa sua anche Draco aveva avuto il Marchio. Narcissa gli stava dimostrando amore.

Prima o poi si sarebbero resi conto che quelle prove non avrebbero fatto altro che renderli più forti, più vicini.

“Mi sei mancata tanto.”

“Anche tu.”

 


   
 
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