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Autore: cenerella    13/07/2011    13 recensioni
Hermione e i tè delle cinque con la Professoressa McGrannitt. E l'esatto momento in cui si rende conto che "Nella minestra che non si vuol mangiare ci si fa il bagno dentro!"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Da quando è diventata Direttrice di Grifondoro, Minerva McGrannitt, ha preso l'abitudine di invtare ogni sera, per il tè delle cinque, uno studente della sua Casa.

I ragazzi pensano che l'ufficio affacciato sul grande campo da Quidditch rispecchi appieno la sua personalità. Parlano di lei la scatola di latta a motivi scozzesi appoggiata sul tavolo e colma di biscotti, le poltrone comode tappezzate di stoffa ruvida con il plaid di tartan appoggiato al bracciolo, il caminetto nel quale arde sempre un bel ciocco profumato e nessun dipinto indiscreto alle pareti ad origliare le conversazioni.

C'è un solo un ritratto appoggiato sopra la mensola del camino: all'interno di una severa cornice d'argento vola l'immagine di un giocatore di Quidditch di forse cinquant'anni fa, un bel ragazzo dal ciuffo rosso sudato e dall'espressione raggiante mentre alza al cielo la Coppa delle Case.

 

Quanti studenti nel corso degli anni si sono seduti con la professoressa McGrannitt a sorseggiare una tazza di tè, a masticare scones burrosi e tramezzini al cetriolo assolutamente senza crosta?

Alcuni siedono sull'orlo della poltrona, la schiena rigida e lo sguardo preoccupato, cercando di ignorare una coda di paglia enorme che li porta, in pochi minuti, a confessare colpe di cui l'insegnante di Trasfigurazione non ha mai avuto alcun sospetto.

Altri sorridono da un orecchio all'altro, nella vana attesa di essere lodati per risultati scolastici o sportivi che non arriveranno mai perchè il credo di Minerva McGrannit riguardo i voti eccellenti agli esami o le vittorie sul campo di Quidditch è "Non ha fatto niente di meno che il minimo richiesto ad un Grifondoro!".

Altri ancora si godono il calduccio del camino, una tazza fumante dello stesso Darjeeling che compra la mamma e le fusa sommesse del gatto sulle ginocchia, dimenticando la nostalgia di casa e domandandosi quale impegno improvviso abbia trattenuto la Professoressa.

Ma tutti quanti escono dall'ufficio della McGrannitt con la buffa sensazione che qualcuno abbia letto loro nel profondo, facendo apparire ridicoli problemi che loro stessi avevano considerato insormontabili fino a quel momento, oppure mettendo in luce talenti che mai avrebbero pensato di possedere.

In questi momenti, Minerva, ascolta e tace, ogni tanto inarca un sopracciglio e conta sempre sul vapore bollente che sale dalla tazza, appannandole le lenti degli occchiali.

Chiude gli occhi e può vedere sfilare davanti a sè schiere interminabili di studenti. Arrancano su per la scalinata che porta alla Sala Grande e avanzano timorosi verso lo sgabello su cui è posato il Cappello Parlante, in pochi istanti diventano nomi, lunghe liste di nomi in fila sotto i suoi occhi, intere colonne di registro, voti accanto ai nomi, lettere a casa, note di merito, provvedimenti disciplinari, particolari che la aiutano a ricostruire vite intere, a sovrapporre a quei nomi centinaia di volti.

A volte socchiude gli occhi e pensa con la loro testa, diventava un frammento della loro storia.

Come e quando è iniziato tutto questo?

Non saprebbe dirlo, davvvero.

E' sempre stato così.

 

Hermione Granger, stasera, siede rilassata, le gambe accavallate e il sorriso di chi è in pace con la propria coscienza dopo aver studiato diligentemente la lezione e aver finito tutti i compiti senza farli copiare ai compagni nella giusta convinzione che, alla lunga, questo giovi loro molto più che continuare ad indulgere alla pigrizia e alla sciatteria.

Ma Minerva McGrannitt riesce a scorgere nei suoi occhi un velo di turbamento, un'inquietudine recente, un'ombra sul cuore che non le pare dovuta ai recenti tragici avvenimenti che turbano il Mondo Magico.

Non c'è dubbio che la ragazza sia cresciuta, tuttavia anche chi ricorda l'undicenne tutta ginocchia e capelli crespi sbarcata ad Hogwards sei anni prima, non fa fatica a riconoscerla nell' adolescente relativamente graziosa che è diventata. E il motivo è indubbiamente quella luce nello sguardo, quella sete di conoscenza che la farà ricordare negli annali del Mondo Magico come la strega più dotata della sua generazione.

  • Allora signorina Granger, ho saputo che apprezza gli atleti. -

Hermione arrossisce, ma solo un poco.

Certo, è da non credere che la conversazione ai tè della McGrannitt possa in qualche modo andare a parare dalle parti di cosce muscolose fasciate da divise da Quidditch e avvinghiate attorno ad un manico di scopa.

Il suo sguardo vaga per la stanza e si va a posare sul ritratto sopra la mensola.

Beh, tutto sommato anche la Professoressa McGrannitt è stata giovane, un tempo.

Hermione ripensa a due anni prima, quando al Ballo del Ceppo ha lasciato di stucco tutta la scuola facendo il suo ingresso al braccio di Victor Krum, campione di Durmstrang e già giocatore professionista.

Tutta la scuola.

Compreso qualcuno molto ostinato che continuava ostentatamente a non volerla considerare nemmeno una ragazza.

Ha provato ad accetare qualche invito, adesso che ci pensa sono stati tutti giocatori di Quidditch. Che la McGrannitt abbia visto giusto insinuando che lei abbia una certa predisposizione per gli sportivi? Certo, e per lo sport, senza alcun dubbio.

Non ci sono dubbi che per sfuggire alla presa di Cormac McLaggen sia stato necessario sfoderare una certa propensione atletica. Nonchè notevoli qualità tattiche.

Hermione ripensa anche ai recenti pettegolezzi riferiti da Calì, che li ha colti nel bagno delle ragazze.

Roba assurda, da non credere.

Si mormora insistentemente in giro che un biondo cercatore di Serpeverde sia diventato spietato nello spezzare cuori solo perchè non può avere una certa studentessa che assiste agli allenamenti dalle tribune avvolta nei colori di Grifondoro.

Che ridere.

Mai e poi mai sarebbe arrivata a pensare che il suo nome potesse essere associato a quello di Draco Malfoy in una conversazione avente come argomento le storie d'amore.

Senza contare che proprio non ce lo vede a sospirare per una Mezzosangue.

Anzi, per una Nata Babbana.

Che poi lei, le storie d'amore....

Hermione ripensa a tutte le volte che è tornata a casa per le vacanze, alle chiacchere con le amiche che elencavano conquiste senza nemmeno più provare a tirarla dentro nella conversazione, alla zia Lizzie che ogni volta le chiedeva, imperturbabile:

  • ...e allora, il fidanzatino? Ce l'hai il fidanzatino?

E lei sorrideva e scuoteva la testa silenziosa.

Le tornano in mente tutte le volte che si è buttata tra le braccia di Harry, per festeggiare una vittoria a Quidditch, dopo essersi presi insieme un bello spavento, dopo essersi ritrovati al ritorno dalle vacanze, o anche senza nessun motivo.

Abbracciarsi solo per dimostrare all'altro la propria amicizia.

Che si è contenti di averlo per amico.

Che si è contenti tutti e due.

Tutti e tre.

Hermione sa benissimo che quando abbraccia Harry lo fa senza nessun imbarazzo.

Siede accanto a lui in sala comune in maniera assolutamente naturale.

E sa benissimo anche con chi evita con cura di avere anche il minimo contatto fisico, limitandosi ad una rapida, impacciata stretta di mano.

 

Versa un cucchiaino di zucchero nel suo tè, dopo lo gira con cura per almeno cinque interminabili, inutili minuti.

Alza lo sguardo ed osserva, al di là del vetro, sfrecciare nel cielo Grifondoro che si sta allenando.

I suoi occhi si posano su ogni componente della squadra, fino a raggiungere in fondo al campo il portiere stagliato contro la porta.

Proprio in quel momento, come rispondendo ad un muto segnale, lui alza la mano in segno di saluto e le sorride.

 

Hermione abbassa gli occhi e osserva concentrata la punta della sua scarpa che, da poco, ha smesso di dondolare.

Poi posa con attenzione la tazza ancora colma sul tavolino tra lei e la Professoressa McGrannitt.

Con un soffio impercettibile scosta i capelli che le sono finiti davanti agli occhi.

Ha vogliadi andarlo ad aspettare all'uscita dello spogliatoio, tra cinque minuti esatti.

Quella voglia muta la allaccia ad un altro silenzio.

Un silenzio uguale alle idee che, poche ma chiare, si mischiano ai pensieri sconnessi dai quali non vuole più ritrarsi intimorita.

Quella presenza nella sua vita.

Solo allora la professoressa McGrannitt le offre un appiglio, ed è come se le sue parole aprissero un varco nel muro di nebbia che in tutti questi anni le ha impedito di vedere.

  • Signorina Granger, gli uomini a volte sono sorprendenti.

E si accorge di passare per quel varco attraverso un passaggio nascosto pensato apposta per lei affinchè si potesse salvare.

 

Hermione si alza dimenticando il suo tè, non ne ha bevuto nemmeno un sorso.

  • Grazie per il tè, Professoressa. E anche...sì, anche per i biscotti!

     

 

 

 

 

Cercando di superare il timore reverenziale che, da sempre, ho nei confronti del fandom di HP e consapevole che mi farò ridere dietro da tutte le persone che conosco e che sul quel fandom scrivono con un certo successo, pubblico questa OS PROMETTENDO SOLENNEMENTE che l'esperimento non avrà un seguito. Il titolo si riferisce ad una vecchia canzone da musical, credo, io me la ricordo cantata da Julie Andrews. "Nella minestra che non si vuol mangiare ci si fa il bagno dentro" è un proverbio che mi ripeteva sempre mia zia quando avevo, più o meno, l'età di Hermione.

Questo mio temerario debutto è dedicato alla Marti, che è rimasta con Harry fin proprio alla fine e che, soprattutto, ci è cresciuta assieme.

 

Genova, 12/07/2011

   
 
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