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Autore: Misa no Uta    13/07/2011    0 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER PER CHI NON HA LETTO I CAPITOLI 190 E SEGUENTI,SIETE PREGATI DI FERMARVI QUI SE NON VOLETE AVERE SORPRESE!* Questa è una storia in due parti, la storia di due anime che si sono incontrate una prima volta e che non si sono mai più lasciate...due anime innamorate che si sono fatte una promessa eterna,che nessuno avrebbe mai potuto spezzare...nemmeno la morte.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio , Yu Kanda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! Siete riusciti a sopravvivere al prologo? Meglio cosi, forse riuscirete a sopportare il resto! Questo capitolo fa entrare la storia un po’ più nel vivo, e il titolo si spiega da solo. Premetto che siccome si tratta delle loro vite passate, i personaggi di Kanda e Alma potrebbero essere lievemente OOC. Ci si vede ai commenti finali!

Presentazioni

Spalancò gli occhi e scattò seduto sul letto, guardandosi attorno, non scorgendo altro che la luce del mattino che penetrava dalla finestra.

-Bene -pensò- era solo l’ennesimo incubo.-

Ogni volta che si concedeva un momento di riposo, seppur minimo, non riusciva ad evitare che il passato venisse a bussare alla porta dei suoi sogni. All’inizio erano soltanto dei piccoli frammenti di memoria, fastidiosi come il morso di un insetto: pizzicavano per un paio di giorni, ma poi se ne dimenticava completamente. Poi, col passare del tempo, le immagini si erano moltiplicate, diventando quasi tangibili, e ogni notte si divertivano a tormentarlo con la loro presenza indesiderata. Sospirò e si mise in piedi, stropicciandosi gli occhi col palmo della mano.

Erano ormai dieci anni che Kei era stato accolto fra le mura del Quartier Generale dell’Ordine Oscuro, eppure ancora non riusciva a chiamarlo ‘home’, come facevano alcuni esorcisti. Quando la mattina si svegliava, non provava la sensazione rassicurante di essere nella propria casa, bensì quella di ritrovarsi in una prigione. E di una cella quella stanza aveva tutto l’aspetto. Era estremamente piccola, anche per una persona sola, e la finestra era munita di grosse sbarre di ferro, come tutte le finestre dell’Ordine, allo scopo di prevenire la fuga dei ‘residenti’; gli unici ornamenti erano una scrivania di legno graffiata, con accanto un armadio vistosamente ammaccato, una sedia con una gamba spezzata ed una brandina dura come una lastra di cemento, che il supervisore aveva avuto il coraggio di definire ‘letto’. Gli incubi, poi, non contribuivano certo a rendere la sua camera più confortevole.

Si infilò i vestiti e uscì nel corridoio, legandosi nel frattempo i capelli corvini, che oramai gli arrivavano ben oltre le spalle. Se Tsuchi l’avesse visto in quello stato, gli avrebbe sicuramente dato della femminuccia e l’avrebbe preso per il culo, ma si sarebbe stancato presto e messo a progettare assieme a lui uno scherzo idiota da fare al signor Yoshi. Sorrise lievemente a quel pensiero, ma il sorriso gli morì sulle labbra un istante dopo. Inutile continuare a pensare a Tsuchi, ai suoi dispetti, alle loro risate.

Era un membro dell’esercito ecclesiastico adesso, l’unica cosa che contava era fermare gli Akuma, e gli Akuma non si fermavano certo con i sentimentalismi. Strinse i pugni e affrettò il passo.

--

La mensa comune dell’Ordine era una sala enorme, con grandi finestre dai vetri colorati che raffiguravano diversi episodi biblici, pareti bianche e decorate da curiosi ghirigori di stucco e lunghi tavoli sempre bianchi dove gli esorcisti e i finder si affollavano a mangiare assieme. Per quanto odiasse ammetterlo, Kei amava quel salone, non tanto per le prelibatezze che i cuochi offrivano, quanto perché esso, luminoso e solare, era l’unico posto, in tutto il Quartier Generale, in cui si sentisse davvero a proprio agio. Non per niente, era il primo a presentarsi li la mattina, anche se il personale arrivava sempre un’ora dopo di lui o se aveva delle missioni importanti e avrebbe fatto meglio a riposarsi di più. Ma nessun essere umano sano di mente si sarebbe mai azzardato a criticare il comportamento di Kei Yamamoto, a meno che non fosse animato da istinti suicidi. L’ultima persona che l’aveva infastidito, un finder appena assunto che gli aveva fatto notare come la sua perenne incazzatura fosse una naturale conseguenza, visto che invece di passare notte con una donna la passava con i cuochi, era stato scaraventato contro una finestra, mandandola in frantumi e aggiudicandosi sei mesi di riabilitazione in infermeria.

Il ragazzo si sedette a peso morto su una sedia, alzando lo sguardo verso una vetrata dalle tinte azzurre e blu, raffigurante l’episodio di Mosè che apriva al suo popolo la via della salvezza attraverso il mare. Quella mattina sarebbe dovuto partire per una missione in Norvegia: alcuni nomadi avevano iniziato a sparire misteriosamente in un bosco, che aveva la fama di essere stregato, ma sicuramente era opera del Conte. Inoltre il supervisore Carter voleva vederlo prima che partisse, molto probabilmente per renderlo partecipe dei danni causati da Kei stesso al villaggio di Faehn, durante la sua missione di pochi giorni prima, dei quali l’Ordine si doveva far carico, e che gli sarebbero costati un altro mese di lavoro presso la sezione scientifica. Rabbrividì al solo pensiero.

-Ehilà c’è nessuno in casa?- chiese qualcuno dietro di lui, bussandogli piano sulla testa.

Il giapponese afferrò la mano che gli dava quei colpetti e si voltò di scatto. Davanti a lui c’era una ragazzina, una finder probabilmente, visto che era molto giovane e non portava la divisa dell’Ordine. Aveva lunghi capelli color miele, legati tutti dietro da un nastro rosso chiaro; indossava un abito marrone in stile vittoriano e sul viso, piuttosto grazioso, era stampato un largo sorriso.

-Che cazzo credi di fare?!

-Beh, ti ho visto qui tutto solo e ho pensato di venire a farti un po’ di compagnia, no?

-Non ho bisogno della compagnia di nessuno, tantomeno di chi non conosco.

-Infatti- replicò lei- sono venuta anche per fare conoscenza..

-Allora hai scelto la persona sbagliata con cui socializzare, ragazzina.

-Non credo. Sei tu Kei Yamamoto?- insistette lei.

Kei si passò una mano sul viso: non aveva mai alzato le mani su una donna, ma in quel momento la tentazione era davvero forte. Decise di cambiare tattica, prima che la situazione gli scivolasse di mano …

-Si, sono io. Senti, ragazzina, so bene che voi finder considerate noi Esorcisti come degli apostoli semidivini, ma …

-Guarda che io non sono una finder- rispose lei, ridendo- sono un’Esorcista come te!

Kei alzò leggermente un sopracciglio.

-Un’Esorcista? Tu?

-Si, sono arrivata qui ieri sera e oggi stesso mi è stata assegnata la una missione.

Un brutto presentimento si fece strada fra i pensieri del giapponese.

-E questo che cosa dovrebbe centrare con me..?

-Non l’hai capito?- disse lei, allargando il sorriso sempre di più- hai davanti a te la tua nuova compagna di viaggio!

--

-Cerca di ragionare Kei, è davvero in gamba, l’Ordine non poteva fare un acquisto migliore in questo momen…

-Senti, Carter, non me ne frega un cazzo dei nuovi Esorcisti, per me potrebbero anche farsi spaccare il culo, ma questo fottutissimo lavoro l’ho sempre fatto da solo!

-Non è questo il pun …

-Se poi mi affiancate anche a quella, fate molto prima a dirmi che sono stato degradato a babysitter!

Il supervisore Carter, posati i gomiti sulla scrivania colma di scartoffie del suo ufficio, prese a massaggiarsi le tempie. Sapeva che Kei non avrebbe mai accettato, anzi ne era certo, eppure non poteva fare altrimenti: non era stato lui a dare quell’ordine.

-Kei, questo è un comando che arriva da Sua Santità in persona, non posso farci niente.

Il giapponese sgranò gli occhi a questa affermazione.

-Che cazzo centra il Papa con quella li …?

-Non lo so, e in realtà non mi interessa, figliolo. So solo che la ragazza è davvero forte e capace, e vincere la guerra è la sola cosa che conta. Mi dispiace che l’abbia dovuta affiancare proprio a te, ma gli ordini sono molto chiari a riguardo. Non so dirti di più.

Kei sentì la bile ribollirgli come se fosse stato dentro ad un calderone. Quella faccenda era semplicemente assurda: che cosa poteva fare di tanto straordinario quella specie di bambolina da garantirle l’assistenza di colui che era secondo in comando solo a Dio? E perché avevano insistito a fare di lui il suo compagno di squadra? Più ci pensava, meno capiva. Quindi, per una volta, preferì lasciar perdere.

-D’accordo Carter, le darò una possibilità, ma ti avverto che se mi rompe i coglioni, la rispedisco subito al mittente, sono stato chiaro?

Carter sorrise a trentadue denti, con le lacrime agli occhi, incredulo della gloriosa impresa appena compiuta, e strinse come un forsennato la mano del ragazzo, fra i ‘vedrai non te ne pentirai’ e i ‘se non avessi accettato mi avrebbero utilizzato come cavia da laboratorio’, poi si congedò da lui e lo invitò a scendere verso il canale, dove avrebbe trovato la barca che l’avrebbe portato presso la stazione. Ad accompagnarlo, oltre alla nuova arrivata, ci sarebbero stati due finder.

Il giovane uscì dall’ufficio del supervisore chiedendosi se per caso quella non fosse una punizione divina per tutti i casini che aveva provocato all’Ordine.

--

La barca dondolava leggermente sul pelo liscio dell’acqua. Attorno ad essa si propagavano piccoli centri concentrici, che raccoglievano la luce delle lampade ad olio sorrette dai due finder e diffondevano un lieve bagliore, e Kei era seduto con aria contrita sul ponte.

Tutti erano ormai pronti alla partenza. O meglio, tutti eccetto la nuova arrivata, che non si era fatta viva, nonostante fosse passata una buona mezz’ora. Il ragazzo sbuffò, alzandosi in piedi.

-Ci conviene partire- disse d’un tratto.

-Ma, Onorevole Esorcista, la signorina non è ancora …

-La signorina è stata attesa abbastanza, finder. Adesso partiamo.

I due finder si guardarono un attimo negli occhi, poi, con fare rassegnato, salirono sull’imbarcazione assieme al giovane, che iniziò a sciogliere la fune che ormeggiava la barca …

-Ehiiiii aspettatemiiiiii!

La voce della ragazza echeggiò per tutto il canale. Correva ad una velocità umanamente impossibile, trascinandosi dietro un gigantesco baule nero e inciampando ogni tanto nella lunga veste marrone. Una volta raggiunto il ponte, prese fiato per qualche minuto, si rassettò i capelli scarmigliati per la corsa, e, dopo essersi schiarita leggermente la voce, esplose.

-Ti sembra il modo di trattare una signora, brutto zuccone???- sbraitò a Kei, e tirandogli un pugno in testa.

-Deficiente, a te sembra il caso di farci aspettare?!

-Solo perché ho dovuto prima salutare tutti, mi sembra ovvio!

-Oh allora hai una scusa valida … muoviti e porta il culo qui, abbiamo già perso abbastanza tempo!

-Cafone … - mormorò lei senza farsi sentire.

-E comunque- riprese, mentre la barca si avviava verso lo sbocco del canale-  per tua informazione io non mi chiamo ‘deficiente’, ma Alana Liang! Vedi di ricordarlo!

‘Come desidera, vostra altezza papale …’ rispose tra se e se il giapponese.

 

Non so proprio come mi sia venuta quest’idea, ve l’assicuro. E’ solo che leggendo di questi due splendidi personaggi della Hoshino, siccome la loro storia non è molto approfondita e nutro seri dubbi sul fatto che possa esserlo in futuro, ho scritto di getto questa cosa. In realtà non succede ancora gran che, e non so davvero cosa inventarmi per il prossimo capitolo, sicuramente dovrò infilarci un po’ di azione! Kanda- Kei e Alma- Alana sono venuti a mio parere molto meno OOC del previsto, almeno per ora: direi che è da Kanda prendersela con chiunque o qualunque cosa gli capiti a tiro (inclusa una povera vetrata …) ed è da Alma essere gentile ma al contempo forte e spigliato. Forse la scena più curiosa è quella della mensa, ma a me nel manga dava proprio l’impressione di una sala molto più piena di vita delle altre, cosi come Kanda che mangiava li tutto solo mi suscitava una tenerezza indescrivibile. Credo di non aver commesso tremendi ‘orrori grammaticali’ o sintattici, ma se mi fosse sfuggito qualcosa, anche a livello di costruzione della trama, potete tranquillamente farmelo presente nelle recensioni, apprezzo molto le critiche costruttive, soprattutto se mi aiutano a migliorare la storia!

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

  
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