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Autore: Faddo    13/07/2011    3 recensioni
"La Vita Secondo Navarro Adam" una storia che racconta semplicemente la storia di un "vecchio" 40enne, dei suoi amici e di molte altre cose che non dirò qui.
Questo libro ha una morale? Si, non vivete come lui, credetemi non è bello.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Note dell'Autore: Siamo arrivati a 10 capitoli di questa storia, robe da non crederci, dico subito che non credo questa storia proseguirà oltre i prossimi 10 o 15 capitoli, credo la chiuderò un po' presto, credo! Mi scuso in partenza se questo captiolo sembrerà un po' diverso dagli altri, noterete di sicuro delle lievi differenze questo perchè è un capitolo un po' malinconico e dedicato al vecchio gruppo rock dove suonava Adam, beh goedetevi il capitolo, non mancheranno le solite scene comiche di Adam, questo è garantito"






Massime di Adam:
Un panno non potrà mai pulire fino a fondo un tavolo, ma Eveline al bar quei tavoli non li pulisce nemmeno...

CAPITOLO 10: 4 minuti di Gloria?

Siamo già al 23 di Gennaio, il tempo è volato molto in fretta da quel giorno di Natale, vi chiederete in 31 giorni cosa sia successo? poche cose, tanto per cominciare, Eric ed Eveline sembrano in un punto un po' instabile della loro relazione, come ho sospettavo da tempo che sarebbe andata così, invece la mia relazione con Railey va alle stelle usciamo ogni sabato sera e ogni domenica pomeriggio, e di questa relazione se ne sono pure accorti gli studenti e alcuni dei miei studenti più rompiscatole mi hanno pure chiesto:
"Studente X: ma allora lei e la prof Acrington...ha capito no? ficcate?"
E la mia risposta era sempre la stessa:
"Adam: cosa vuoi capirne te di questo verbo che potrai provarlo solo quando ti sarà sparito l'alito da mangiatore avido di dolcumi e quei dozzinali brufoli da adolescente, tornatene a casa a rimpire il tuo hard disk di video porno e non venirmi a rompere..."
Nonostante da quando io e Railey eravamo tornati una coppia come a quei tempi, in certi sensi io non ero cambiato di una virgola.
L'ultima cosa interessante è che il concerto dei Jack's Tree si avvicina e io non ho ancora confermato la mia presenza in quella giornata e tanto meno avevo intenzione di confermarla, ma ecco che mentre sto a parlarvi di questo alla porta sta per bussare qualcuno che non avrei voluto vedere ora.
"???: Adam? ci sei? sò che sei a casa"
La prima cosa che mi venne in mente fu che questa voce non mi era nuova, così corsi subito ad aprire e la persona che c'era davanti alla porta era proprio chi pensavo potesse essere.
"Paul: ciao Adam..."
Paul è l'ex chitarrista del gruppo nella quale suonavo da giovane, è un ragazzo alto, capelli marroni molto scompigliati, uno sguardo che ha sempre conquistato le ragazze, un fisico ben mantenuto nonostante fosse anche più vecchio di me.
Caratterialmente era un tipo normale come molti altri, solo che aveva l'abitudine di esser insistente quando voleva qualcosa, era una di quelle persone che se aveva un obiettivo in testa pur di raggiungerlo avrebbe preso a testate tanti di quei muri da poterci morire, ma non si arrendeva e in secondo luogo era uno che piaceva andare dritto al punto della situazione, anche se quel giorno venne con un piede pacifico, sapeva che la proposta fatta da Kirk aveva ricevuto esiti negativi così tentò il tutto per tutto venendo lui stesso e dando un semplice out-out.
"Adam: Paul..." non potè non scapparmi un sorriso visto tutto il tempo che non lo vedevo
"Adam: ti trovo invecchiato, a parte il solito taglio di capelli e i soliti vestiti dozzinali sei cambiato molto...come stai?"
"Paul: non mi lamento, ma potrei stare meglio, sai come?"
"Adam: sò già cosa vuoi dirmi, ma ti farò contento e dirò, no, non lo so dimmi..."
Paul sorrise in maniera poco naturale emettendo un lieve suono quasi nasale e disse:
"Paul: suona con noi dopodomani sera, ti prego è la nostra ultima occasione, ti rendi conto che non suonerò più a Selice dopo questo giorno? andiamo poter rifarti di tutto almeno una volta, non lo desideri? so che lo vuoi, ma cosa ti tiene lontano"
ignorando ogni sua singola parola dissi:
"Adam: accomdati, vuoi qualcosa da bere, ho della birra in frigo..."
Paul sbuffando decise di entrare si sedette sul divano, e mentre io stavo prendendo due birre e le stavo stappando lui decise di continuare la sua chiacchera
"Paul: andiamo Adam ci saranno tutti, Kirk, Meredith, io, manchi solo te..."
Io subito lo interruppi e dissi:
"Adam: no manca anche Roger..." Paul ridendo disse:
"Paul: andiamo, non posso far tornare in vita i morti, Adam tutto questo è illogico"
"Adam: dico solo che senza Roger non sarà mai come una volta"
"Paul: vedi di non dire cavolate tu suonavi perchè ti piaceva farlo, non perchè c'era Roger"
Portai la bottiglia di birra a Paul e mi sedetti pure io sul divano davanti a lui, in silenzio aspettando dicesse qualcosa.
"Paul: non voglio che tu lo faccia per Roger, devi farlo per me, per te, per Kirk, per Meredith, siamo stati degli idioti tutti quanti gettando la spugna così quando in palio c'era Londra...l'Inghilterra..."
"Adam: beh, però tu hai ottenuto tutto questo no?"
"Paul: si ma perchè io non mi son fermato alla morte di Roger, io sono andato avanti non ho fatto il vostro errore, vi sto dando l'opportunità di rimediare e perchè no divertirci insieme come un tempo, Adam...perchè sei diventato così?"
A quel punto arrabbiandomi mi alzai in piedi e dissi:
"Adam: no, no e no, ascolta Paul, intanto tu non hai idea di cosa ho passato negli ultimi anni, tu torni qua e piombi senza nemmeno raccontarmi qualcosa di interessante, sono passati 20 anni e per ora sono rimasto riguardo te ancora a quando ho saputo che sei diventato zio, vieni qua da me e subito parli del concerto, mi fai incazzare! e poi io non ho fatto un errore, dopo la morte di Roger avevamo tutti il morale a terra, la band era finita, era già predestinata a finire morto o non morto Roger, tu non hai capito che non eravamo solo demoralizzati per la morte di Roger, Londra...ci faceva paura, una grande città e tutto, tu stai vivendo la vita di una Rockstar mediocre, ma almeno tu credi di esser veramente felice? non facendo altro che suonare a destra e sinistra, vivendo come un nomade, avendo sveltine con centinaia di fans, non ci hai mai scritto mai contattato, hai vissuto solo l'oggi fregandotene di ciò che hai abbandonato, tu lo sai che il tuo caro vecchio amico, Adam, il sottoscritto è finito in prigione? gli è morta la madre? sai almeno che lavoro faccio ora? non prendermi in giro se lo sai lo sai solo perchè Kirk te l'ha detto in questi giorni, non venirmi a dire balle, io a quel concerto non suonerò il nostro vecchio pezzo, scordatelo non trovo un motivo per farlo, non trovo un solo motivo buono e se mai lo troverò mi presentero sul palco, ora se non ti dispiace esci di casa mia con la stessa sbruffonaggine con la quale te ne sei entrato"
Paul un po' offeso si alzo e a testa bassa dando un ultimo sorso alla birra se ne andò ma disse:
"Paul: se ci ripensi...vieni, ti accoglierò fino a un secondo prima che inizi la canzone...22.30..."
"Adam: esci!"
"Paul: comunque la storia della prigione la sapevo anche senza Kirk..."
"Adam: esci e basta, non fare il solito testardo, vattene!"
"Paul: ho capito ho capito...ci vediamo Adam, ci vediamo sul palco"
"Adam: si speraci..."
Paul uscì dalla camera, e si lasciò dietro l'immagine della mi faccia incavolata come sempre...non era una cosa nuova, spesso per colpa del modo di fare di Paul finivamo a fare dei piccoli litigi, come quelle volte che si finiva per litigare tra chi doveva guidare fino al luogo del live, a volte litigavamo persino per una nota di una canzone, mentre uno di noi diceva che era meglio una l'altro diceva che era più musicale l'altra, addirittura a volte si litigava per cosa prendere da mangiare durante le nostre pause, ma tutte le volte la spuntava lui per la sua testardaggine, ma non stavolta, io non ci sarei mai tornato su quel palco, non ne avrei trovato motivo.
Era quasi ora di cena, quella sera uscivo fuori con Railey, nonostante fosse Giovedì, ma la scuola era chiusa per dei controlli, ci sono stati ultimamente dei casi di vandalismo e hanno preferito chiudere la scuola fino a lunedì per agevolare le investigazioni, così avevo i giorni liberi, così eccomi a cenare con Railey in uno dei locali trai mediamente costosi di Selice, erano prezzi onesti, la qualità del cibo non era ottima e spesso c'era gente che faceva casino, però essendo giovedì non c'era molta gente quindi io e Railey potevamo parlare tranquillamente scegliemmo pure un po' più riservato e lontano dagli altri posti.
Mentre eravamo seduti e avevamo appena ordinato io e Railey cominciammo a parlare del più e del meno.
"Railey: sai, da quando siamo tornati insieme le ragazze della 1^E cominciano a comportarsi in modo strano, mi fanno sempre domande su di te, mi chiedono come sei come amante e varie robe"
Io interessato dissi:
"Adam: oh, e come rispondi a quelle bisbetiche?"
"Railey: beh dico la verità, che sei un uomo, sincero, dolce, comprensivo, un uomo perfetto"
Quelle affermazioni erano di sicuro false, delle tipiche avance sdolcinate per sentirsi più sicuri in un rapporto facendo elogi al partenr, e questo mi era chairo non solo dal suo sorriso ma anche da come in quel momento mi prese la mano come per cercare sicurezza e io risposi cercando di usare parole sincere ma non offensive:
"Adam: beh sai per quanto tu possa dire la verità è meglio non dare troppa confidenza a quelle sbandate e poi chissà ora cosa pensano di me e chissà perchè ti hanno fatto quelle domande, non vorrei finire sui giornali per uno scandalo pedofilo"
Railey si mise a ridere dopo la mia battuta e disse:
"Railey: che pensino quello che vogliono, tanto l'importante siamo noi due non è vero?"
"Adam: ma certo cara" questa frase l'aveva detta in maniera quasi possessiva come se mi stesse dicendo che stava sfottendo le ragazzine della classe per dirle "lui è mio e non vostro vi rode vero?", aver studiato psicologia non faceva di me un abile lettore dei segnali del corpo, ma io ho studiato Railey e so che sotto il suo fare buono e gentile si nasconde un diavolo che non vuole mai tirare fuori e sotterra con quel suo amabile sorriso e il suo fare gentile e disponibile, oltre che affettuoso e paziente.
Arrivò il vino in tavola e nessuno dei due si tirò in parte per fare un cin e bere un bel sorso vino rosso aspettando che arrivassero le bistecche di manzo al sangue con contorno di patate al forno, sò che sembra un piatto già visto, e lo è, ma in quel ristorante era la migliore pietanza che facevano è solo un caso, non c'è alcun collegamento logico con il nostro primo appuntamento fallito che ben ricorderete.
Railey però dopo il sorso di vino mi vide un po' calante d'animo, il mio sguardo si faceva sempre più perso tra i miei pensieri, e così finendo un sorso di vino mi disse con tono un po' preoccupato:
"Railey: qualcosa non va?"
Io alzando la testa e accorgendomi che mi ero totalemente perso e non stavo più pensando alla bella serata dissi:
"Adam: no scusa...pensavo, sono solo...sovrappensiero ecco tutto"
Railey pulendosi dalla bocca col tovagliolo per prendere del tempo per pensare se chiedermelo o meno mi disse:
"Railey: a che pensavi?"
In un primo momento non volevo parargliene, ma poi mi decisi, presi fiato e cominciai a vuotare il sacco, e senza vagheggiare troppo
"Adam: ti ricordi il gruppo nella quale suonavo vero?"
"Railey: si, non ricordo il nome ma ricordo che eravate molto bravi, ricordo anche i componenti, tra i quali c'era anche Kirk"
"Adam: esatto, vedi, dopo che ci siamo sciolti, Paul, ha preso la stessa strada che stavamo percorrendo solo con un altro gruppo, siccome questo sabato il gruppo dove suona lui viene qui a Peronedo a suonare ha chiesto a me e al resto del vecchio gruppo di suonare"
Railey mi conosceva bene e interropendo il mio discorso disse:
"Railey: ma tu non ci vuoi andare vero?"
"Adam: esatto..."
"Railey: perchè Adam, io la trovo una bella idea, suonare come ti piaceva un tempo, no?"
"Adam: no, non è questo il punto, lui ha messo di mezzo altre cose, ha messo Roger, ha messo il fatto di riparare ad un errore fatto molto tempo fa, ma il punto è che di sicuro tutto questo non ha niente a che vedere con Roger e suonando insieme non ripareremo a nessunissimo errore"
Cominciavo ad alzare un po' il tono di voce visto che questo argomento mi irritava, dimenticadomi che questa era una bella serata in coppia e Railey alzando la voce pure lei mi chiese:
"Railey: che errore?"
"Adam: quello di arrenderci dopo la morte di Roger, ricordi? mi hai pure tenuto compagnia per due mesi quando era morto Roger, ti ricordi bene quanto ho sofferto, non potevo ricominciare, non potevo andare a Londra"
"Railey: Londra, Londra, Roger, Roger, perchè devi tirare in mezzo queste cose, ma scusa fregatene di quello che ha detto Paul va lì e suona per divertirti con i tuoi vecchi compagni per riprovare quello che provavi un tempo, non dev'essere per forza un modo per ricordare Roger o per rimediare all'errore di essersi arresi, non puoi considerarlo solo un normale concerto tra vecchi compagni?"
Infuriandomi per davvero dissi sbattendo il tovagliolo sul tavolo:
"Adam: dopo tutto quello che è successo non riesco a pensarla come dici te, non ci riesco proprio, non lo capisci?!"
Mi ero accorto che avevo alzato troppo il tono della voce e avevo un po' spaventato Railey, così subito ricomponendomi e prendendo il tovagliolo da dove l'avevo buttato dissi con un tono davvero molto calmo e dispiacuto:
"Adam: scusami Railey, scusami per davvero, non era mia intenz..."
Ma lei con il suo solito modo di fare mi interruppe e disse:
"Railey: no tranquillo credo di aver capito, alla fine penso tu abbia ragione, è difficile pensare in questa maniera dopo tutto quello che è successo, perdonami non so cosa stavo dicendo"
Sentendo delle scuse così fasulle, pacate ed efficenti, la presi per il mento e gentilmente le diedi un bacio e di seguti dissi:
"Adam: sei davvero una donna fantastica Railey, ma non serve ti scusi con me per ogni cosa, tranquilla, sono stato io lo stupido che ha alzato la voce, vediamo di non pensarci e di goderci la bella serata di Gennaio ok?"
Railey arrossì e sorridendo mentre le nostre facce dopo il bacio erano ancora molto vicine lei mi disse con un tono pacato e quasi sussurrando:
"Railey: hai...hai ragione"
La serata continuò per il verso giusto, mangiammo, bevemmo, ridemmo, scherzammo ci sfogammo l'un l'altro delle nostre frustrazioni scolastiche sbeffeggiando gli alunni meno meritevoli e raccontando anche qualche novella su di loro e la serata si concluse con il mio galante gesto di riaccompagnarla in casa in auto; arrivati davanti a casa sua lei prima di smontare dalla macchina disse:
"Railey: beh, io ora vado abbiamo avuto una bella serata, grazie per tutto, anche per avermi offerto la cena" Io a questa frase non potei non ridere e dire
"Adam: hey, almeno il prossimo che ti dice che sono uno spilorcio, puoi raccontarli questa storia".
Entrambi ci mettemmo a ridere, si slacciò la cintura del sedile, ma prima di uscire mi chiese:
"Railey: ah approposito, prossima settimana di va di venire a cena a casa di mia madre, sai, scommetto sarebbe felice di rivederti dopo tanto tempo"
Dopo quei due precedenti incontri con Eris, se fossi andato a casa sua sarebbe stato come entrare in un campo minato...
"Adam: no, sai, siamo adulti, non credo servano più cose del tipo, presentami i tuoi, ti presento i miei ecc... non credi?"
Railey però insistì, non voleva mollare e disse:
"Railey: però Eris per te era quasi un'amica oltre che esser stata tua suocera"
"Adam: ok, ok ci penserò ti farò sapere"
Quella frase mandò su di giri Railey, nel senso positivo e di seguito mi abbracciò e mi disse:
"Railey: oh grazie amore"
A quel punto mi diede un bacio, essendo la fine di una serata tutto sommato bella, quel bacio durò più del solito rimanemmo in macchina a baciarci per 1 minuto, mi piaceva la relazione che stavo tenendo con Railey, mi piaceva l'affetto ritrovato tra di noi due, anche se questo affetto si stava trasformando pian pianino in qualcosa di nuovo.
Tornato a casa la notte sembrava lunga e la mia mente era immersa nei pensieri.
Passai tutto il Venerdì chiuso in casa senza far niente se non guardare la TV che stranamente in quel giorno trasmettevano dei bei film, leggere qualche libro ecc...ma dovetti pure passare per il Bar da Rinos per pranzo e così una volta uscito mi resi conto che sarebbe potuto apparire un Paul dopo ogni incrocio che passavo, tenevo perciò la guardia alta, non si sapeva mai.
Arrivato sano e salvo al bar, trovai solo Eric, Demetria e Ronald, fui accolto dal solito "ciao Adam" fatto in coro ma io risposi con uno scontroso
"Adam: giorno feccia, come vanno qua le cose?"
"Eveline: male, come sempre..."
"Ronald: sono vecchio, ma per il resto bene"
"Demetria: vanno..."
"Eric: finchè c'è Eveline a me bene, vero amore?"
Eveline questa volta non si mise a ridacchiare, come ho detto prima le cose tra Eveline ed Eric non andavano per il meglio ed Eveline disse:
"Eveline: oh beh, certo per te le cose vanno sempre bene vero? ti preparo subito l'Hamburger con l'insalata Adam"
 Eveline corse dritta in cucina, era chiaro che avesse preso la mia entrata come buon pretesto per andare in cucina ed evitare Eric, infatti era strano che si trovasse qua, anche se ultimamente aveva cominciato a venire qui al bar più spesso...
"Adam: wow, non le ho detto niente e sta per arrivarmi il pranzo, non compio gli anni oggi io...strano..."
Ronald si mise a ridere alla mia battuta ma non disse niente
"Demetria: certo che sembra davvero distrutta ultimamente Eveline"
"Adam: si appunto, perchè non vuoi dirci cosa hai combinato?"
"Eric: io assolutamente niente, lei ha cominciato a fare così, non riesco a capire perchè, però non prendo la vita troppo male, se mi fermo a piangere e preoccuparmi troppo non troverò più i momenti per ridere e vivere"
Io accendendomi un cigarillos dissi:
"Adam: intelligente, ma stiamo parlando di donne, è come se ti mettessi nudo a correre in un campo minato senza vedere dove metti i piedi, ma anche se avessi gli occhi aperti non potresti vedere dove sono le mine da quanto son ben sotterrate ecco cos'è una donna, un campo minato, fai i passi giusti e ne esci vivo, metti il piede in un punto sbagliato e sei morto, alcune mine si notano altre sono infigarde e nascoste, e tu bello mio stai correndo nei punti dove ci sono le mine più bastarde..."
"Eric: e quali sarebbero queste mine"
"Adam: non chiederlo a me, Eveline è la tua donna...".
Si creò un breve silenzio che fu interrotto da una affermazione di Ronald che non c'entrava niente ma dal nulla venne fuori con questa frase:
"Ronald: sapete da giovane mi sarebbe tanto piaciuto suonare in un complesso rock, mi piaceva molto il basso elettrico mi ricordo che negli an..."
Io interruppi subito Ronald e chiesi a tutti:
"Adam: Kirk è già passato di qui vero?"
"Demetria: si con un tizio di nome Paul..."
"Adam: oh cavolo...no, fatemi indovinare vi ha pagato per far si che voi mi convinciate a suonare domani sera vero?"
"Ronald: non ci ha pagato, ci ha pure dato i biglietti per venire a sentirti" concluse mostrando fieramente i biglietti e ridendo nella sua solita maniera.
"Adam: bene perchè tanto non mi vedrete domani sera su quel palco"
"Demetria: e perchè no?" non avevo voglia di ripetere tutta la storia e mi limitai solo a dire
"Adam: non sono affari vostri"
"Eric: e così, tu suonavi in una rock band eh? incredibile non l'avrei mai detto, come vi siete formati?"
Quella domanda mi fece tornare in mente moltissime cose, a quella domanda non potevo non rispondere e cominciai a sputare il rospo su tutto e raccontare la storia della band, in quello stesso momento uscì Eveline che aveva sentito tutto e disse:
"Eveline: domanda interessante..."
"Adam: aspetta...anche tu hai i biglietti?"
"Eveline: oh si caro mio"
"Adam: a questo punto verrei solo per dire che il tuo biglietto è falso alla sicurezza e farti mandare via ancora prima di entrare..."
"Demetria: hey non cercare scappatoie, racconta ora e subito forza!"
"Adam: ok, ok, era nell'87, ero ancora minorenne, in quel periodo avevo appena smesso di suonare con un compagno di classe con la quale suonavamo in sieme amatorialmente, avevamo deciso di prendere strade diverse, ecco tutto; lui aveva già una band mentre io ero in cerca di membri, e fu così che conobbi Paul, lo incontrai passando vicino all'oratorio dove facevano anche lezioni per gli strumenti, e da fuori sentii questa chitarra suonare, e subito voletti andare a vedere chi aveva questo tocco divino e incontrai Paul uno dei migliori chitarristi di tutta la provincia di Peronedo, cominciammo a suonare insieme, affittammo una stanza sopra un edicola che era sull''orlo del fallimento, infatti chiuse dopo 1 anno che suonavamo, e in quella stanza cominciammo solo io e Paul, con pochi brani, poi mentre io e Paul eravamo a fare un giro di pomeriggio incontrammo Roger, lui aveva già 20 anni a quell'epoca, mentre io ne avevo 16 e Paul 17; la cosa buffa di quando lo conoscemmo era che fu sbattuto fuori da un locale in pieno pomeriggio perchè ubriaco marcio, io e  Paul lo portammo in sala prove con noi, era in condizioni pietose, Paul era una specie di paramedico, e appena aveva l'occasione voleva mostare la sua abilità da principiante, così soccorse Roger cercando di farli passare la sbornia.
In quella stanza c'era un basso, ce l'avevo portato io, perchè volevamo fare le audizioni per qualche bassista la prossima settimana, ma sembre che le audizioni si tenevano quel giorno, infatti Roger dopo aver sboccato litri di alcol ebbe la forza di alzarsi prendere il basso, attaccarlo a un amplificatore per voce, regolare i bassi e gli alti e cominciare a suonare qualcosa per il basso, era bravo, era un genio, tutto ciò nonostante fosse ubriaco marcio e con poche forze in corpo.
Kirk invece lo conobbi io, anzi a dire il vero lo conoscevo, lui era il mio compagno di classe con la quale suonavo prima, mi disse che aveva mollato il gruppo dove suonava ora, erano passati 4 mesi dalla nostra separazione e in quel attimo sia io che lui ebbimo la stessa idea, e fu così che Kirk fu subito ben accolto nel gruppo non solo per le sue capacità come chitarrista ma anche per le sue capacità canore.
Poi c'è la tasterista, ecco, per lei la storia è buffa, Meredith, abitava vicino a mio zio, per anni io e lei non parlammo mai, mi ero semi-innamorato di lei, era l'88 ed ormai suonavamo da un anno insieme con il gruppo, quel giorno passai a casa di mio zio perchè mi aveva messo a posto la bici, così da li partii per andare a prove e nello stesso momento che ero fuori dalla rampa del garage apparve da dietro Meredith, ci fu uno scambio rapido di sguardi, ma nessuno disse niente, io intanto andavo dritto senza pensieri verso prove, ma dopo un po' di strada mi accorsi che sembrava che Meredith mi stesse seguendo, in un primo momento pensai fosse una coincidenza ma a pochi metri da casa di mia nonna, sentivo il cuore battere a mille, la mia mente faceva strani pensieri, ma ecco che arrivato nel luogo dove facevamo prove sia io che lei ci fermammo contemporaneamente e li fui accolto da tutti i membri del gruppo che da fuori si affacciarono alla finestra e urlarono "benvenuta" in un primo momento mi misi a ringraziare credendo si riferissero a me, siccome ero anche in ritardo, pensavo fossero sarcastici, però quella "a" finale mi fece capire che non era riferito a me il benvenuto, e fu così che scoprì che Meredith era una brava tastierista che si era unita al nostro gruppo, l'aveva scoperta Roger, e da li cominciammo a fare molti brani, io cominciai a scrivere testi per fare canzoni e Paul insieme a Kirk studivano la musica da metterci sopra, ben presto diventammo famosi per tutta Selice e per tutta la provincia di Peronedo, ma dopo la morte di Roger che avvenne subito dopo un live nessuno di noi aveva più la forza di suonare e rinunciammo persino ad un contratto per suonare a Londra per 1 anno in tour..."
La storia sbalordì tutti, e tutto quel pensare mi faceva venire male e malinconia.
"Demetria: wow, incredibile..."
"Eric: cioè...tu potevi diventare famoso e alla fine hai buttato tutto all'aria?"
"Adam: che devo dirti non ero tagliato per la vita da Rockstar, avevo paura di Londra e di tutto quello che sarebbe successo"
"Eveline: io ancora non riesco a credere che te sapevi suonare così bene uno strumento"
"Ronald:erano dei ragazzi simpatici, mi ricordo di quel capodanno passato insieme"
Sia io che Ronald ci mettemmo a ridere e pensammo entramb ad una scena che ci era riamsta ben impressa in mente
"Adam: e ti ricordi quando Roger ti rovescio per errore mezza bottiglia di Rum sul tuo maglione e tu ti tolsi il maglione e cominciasti a succhiare il maglione per non buttare via un goccio di quel Rum?"
Ronald scoppiò in una risata quasi fuori misura, sembrava quasi fin troppo onesta e spontanea come risata facendo passare per fasulle quelle che faceva di solito
"Ronald: oltre a quella scena mi ricordo di quando un giovane Kirk mi insegno qualche accordo di chitarra e io mi misi da ubriaco a suonare qualcosa a caso e cantare una canzone senza senso improvvisata al momento, bei ricordi"
"Eveline: wow...per voi i bei ricordi sono tutti legati all'alcol?"
"Adam: che ci vuoi fare da ubriachi persino gli avvocati e i giudici sono divertenti..."
Finito il pranzo passai il resto della giornata a casa.
Arrivò il sabato fatidico e io non avevo minimamente cambiato idea, rimasi tutto il giorno in casa, persino a pranzo, per rompere la noia però decisi di prendere uno degli scatoloni che tenevo da anni li in cantinetta e mettere a posto qualche libro o magari trovare quei sigari che avevo trovato quella volta che avevo rovistato a Ottobre, ma sbagliando scatolone ne aprii un'altro e dentro ci trovai qualcosa che avrebbe potuto farmi ripensare a quella sera, le mie vecchie bacchette, le prime che avevo usato in tutta la mia carriera da batterista, delle bacchette dalla punta ovale, molto consumata, il manico aveva perso quasi del tutto la laccatura, ma la scritta Vater, era ancora ben visibile e chiara, le mie prime bacchette, le più resistenti, cominciai a prenderle e usarle contro il muro del ripostiglio, mi ricordavo ogni cosa studiata, le mie braccia dopo 20 anni sembravano muoversi automaticamente e con la stessa agilità di quando ero giovane e bravo, una volta perso tra i ricordi, in quel pomeriggio decisi di passare per il cimitero a fare una visita alla tomba di Roger, sapevo che li avrei trovato la risposta su cosa era da farsi, li avrei potuto pensare a mente lucida.
Arrivato al cimitero ci impiegai un po' per trovare la tomba di Roger essendo che a furia di nuovi morti dalla prima riga dove mi ricordavo si trovava era ormai passata alla quarta riga di tombe sulla destra, ed eccomi alla sua tomba, era una rettangolo deforme e malfatto, con al centro la sua foto in grande e sotto il suo epitaffio che era una frase che era solito a dire:
"Vivi come un vivo perchè da morti non si vive" questa frase la diceva spessissimo quando qualcuno gli diceva "bevi troppo" è sempre stato un tipo curioso lui, un saggio fuorilegge pazzoide sena alcun controllo, ma un saggio...
In quel momento mi venne da pensare che forse c'era un buon motivo per salire sul palco, non avrebbe riportato in vita Roger ma di sicuro lui sarebbe stato felice nel rivederci tutti insieme un'ultima volta, salire su quel palco era la cosa giusta? forse si o forse no, ma come ho detto a Paul sarei salito solo se avrei trovato uno scopo preciso, ma non sentivo di averlo ancora trovato, ma ecco che con un tempismo strabiliante da dietro senti una voce che disse:
"???: heila..."
Subito mi girai di scatto spaventato e vidi che era proprio lei:
"Adam: M....Meredith?"
"Meredith: da quanto tempo eh?"
"Adam: non posso crederci, ma sei davvero te? sei uguale a tanto tempo fa"
"Meredith: te invece sei cambiato moltissimo, cos'è quella barba, e quella giacca da professore?"
"Adam: io sono un professore, insegno psicologia, comunque cosa ci fai qua?"
"Meredith: io...io sono in città perchè suonerò stasera al conc..."
Io la interruppi e dissi:
"Adam: no, intendo cosa ci fai qui al cimitero"
Meredith abbassò lo sguardo e mi venne vicino e si mise a guardare malinconicamente la tomba di Roger e disse:
"Meredith: volevo dare un saluto a Roger, era da tanto che non passavo a trovarlo, mi mancava un po' "
Si creò un breve silenzio che si concluse con una mia domanda
"Adam: tu...tu stasera per cosa suonerai?"
"Meredith: io? io suonerò per Paul e per il gruppo"
"Adam: cosa per Paul, non mi dire che lo ami ancora?"
Meredith emise una breve risata e disse:
"Meredith: no, tu non lo sai, Paul non te l'ha detto che questo sarà il suo ultimo concerto e ci vuole tutti là a suonare con lui?"
A quel punto tutto era chiaro, ma io rimasi comunque di stucco e da bravo idiota seppi solo dire:
"Adam: c...cosa?"
"Meredith: hai capito bene vuole che suoniamo al suo concerto d'addio al mondo del rock, finirà il suo viaggio con i Jack's Tree, e tu per cosa verrai stasera?"
A quel punto mi soffermai a pensare tutto mi era chiaro e ora tutto aveva un senso
"Adam: io non verrò, o per lo meno, dopo tutto quanto non meriteri di venire, la verità è che io verrò per i miei vecch amici, verrò per Paul, per Kirk, per Te e per Roger, si pure per Roger, sento che c'è ancora un legame tra di noi, e stasera sarò sul palco"
"Meredith: certe cose non cabiano, hai lo stesso entusiasmo di tempo fa"
"Adam: forse hai ragione, ma un occasione simile non tornerà, mi sdebiterò di tutto e concluderemo oggi la nostra carriera musicale, non abbiamo mai smesso sotto sotto no? abbiamo vissuto tutti nel rimpianto, tutti tranne Paul, lui è l'unico che ha fatto la cosa giusta, non si è mai arreso, quanto lo invidio ora in questo momento...secondo te...Roger avrebbe accettato di ritornare sul palco dopo tanti anni?"
Meredith mi mise una mano sulla spalla e mi disse:
"Roger: no, sarebbe stato lui a chiedercelo..."
Sia io che Meredith non potemmo non mollare una lieve risatina in quanto questa frase ci faceva ripensare a quanto Roger fosse uno pieno di iniziativa e voglia di fare.
Arrivo la sera, erano le 22.00 spaccate e dall'ombra del retro del palcoscenico dove c'erano Paul, Kirk e Meredith a chiaccherare ecco che dall'ombra spuntai fuori io con in mano le mie vecchie bacchette, salutai il gruppo nella maniera che usavo salutare tutti a quel tempo:
"Kirk: Adam? sei davvero tu? alla fine è venuto per davvero!"
"Meredith: eccoti finalmente..."
"Paul: lo sapevo saresti venuto, sei carico Adam, ti ricordi il brano?"
"Adam: Adam? chi è Adam? io non sono Adam, sono il vecchio Drummer Soul"
Tutti scoppiarono in una risata e Paul fu il primo a dire:
"Paul: certo che non ti sei dimenticato niente, bene tra poco noi 4 saremo di nuovo su un palco, dopo tanto tempo insieme"
"Kirk: 4? chi ha detto che saremo in 4?"
"Paul: conta..."
Io ridendo dissi:
"Adam: no Paul, Kirk ha ragione stasera suonerà pure Roger insieme a noi, lui è come se stesse nelle mie bacchette"
"Kirk: e nel mio plettro"
"Meredith: ed in ogni tasto della mia vecchia Korg"
"Paul: la mettete cosi? beh lui sta nel manico della mia chitarra e pure nel microfono"
"Adam: ora basta con queste cazzate, si va in scena tra poco..."
Ecco il momento fatidico, 22.30, ed ecco che tutti i mebri dei Jack's Tree scesero dal palco, tranne Paul che aveva fatto l'ultimo brano insieme a loro prima del suo ritiro e ora toccava al nostro ultimo brano prima del suo ritiro.
Mi appostai sulla batteria per regolare come piaceva a me tutti i tamburi e i piatti nella posizione migliore.
Kirk si mise a sistemare la sua chitarra e la pedalina, Meredith faceva il suo solito rituale e suonava la pianola da spenta cantando il ritmo, Paul si scrocchiava le dita e Roger dall'alto ci fissava con il basso in mano e aspettava solo che dessi il tempo con le mie bacchette vecchie.
Il momento era giunto...1...2...3...4 dato il tempo il brano partì, un rock lento, dalle parole inglesi abbastanza semplici da udire, cantato da un Kirk gasato come non mai, accompagnato da dei ritmi  fantastici e armonici della chitarra di Paul insieme a delle scale fatte in successione dalla tastiera, per poi passare al ritornello che veniva cantato tutti assieme, per poi passare a quello che chimavano cambio, dove il ritmo era uguale tra tutti gli strumenti e io avevo lo spazio per fare dei passaggi con la batteria.
Il brano continuava e arrivati dopo il terzo ritornello partì la parte lenta, dove c'era un mio piccolo assolo tra piatti e tamburi accompagnato da una chitarra acustica che suonava Paul, in quel momento diedi un colpo troppo forte sul bordo del rullante e mi si spezzo una bacchetta, ma io con grande abilità girai la bacchetta e cominciai a usare quel poco che ne rimaneva dalla parte del culo della bacchetta invece che usare la punta che ormai era caduta e persa chissà dove, ed ecco gli ultimi secondi del mio assolo che poi sarebbero ripartiti con il cambio; tutto filo liscio ed ecco la chiusura del brano dove io tenevo i quarti con la cassa e la chitarra concludeva con il solito ritmo accompagnata solo dalla batteria e da nessun'altro, la riappacificazione tra me e Paul avvenne lì dopo uno sguardo rapido e un sorriso.
Fummo sommersi dagli applausi dopo quel brano e lasciammo gloriosamente il palco.
Finito il tutto stavo per tornare a casa dopo aver salutato Meredith e Kirk, Paul al parcheggio mi fermò e mi disse:
"Paul: sei venuto perchè Meredith te l'ha detto vero?"
"Adam: si...e così abbandoni la scena musicale eh? e cosa farai?"
"Paul: quello che ho sempre voluto fare realmente, tornare a Selice dai miei amici..."
Io ridendo misi una mano sulla spalla a Paul e dissi:
"Adam: abbiamo ancora talento, ma non sperare che suoni ancora con te e Kirk solo perchè siete tornati a Selice"
"Paul: non ci speravo neanche io"
"Adam: sembra che allora torni con delle buone intenzioni, hai vinto una pizza, andiamo? offro io?"
"Paul: con piacere, non rifiuterò l'offerta"
Il tutto si concluse con una fantastica serata con i vecchi amici, pure Kirk e Meredith ci fecero compagnia alla pizzata in quanto gli avevo chiamati e detto di tornare indeitro e così tutti noi avemmo una fantastica serata che passammo a ridere tra di noi, raccontarci di tutto e di più, senza mai voltarci verso il passato ed esserne tristi, la migliore serata del nostro gruppo e anche la conclusiva.
  
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