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Autore: ignorance    13/07/2011    3 recensioni
«Cosa fai? Dobbiamo farti vedere l-…quella cosa»
Extra Dolore di Just Run, leggibile anche singolarmente.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Commenti dell'autrice: Allora, ecco il famoso seguito (l'altro è in, hum, cantiere) di Just Run, e ne approfitto per far pubblicità *ammicc*. Tuttavia, essa è leggibile anche singolarmente. Lo Slash, teoricamente, non dovrebbe esserci, ma non ho potuto fare a meno di farcene cadere qualche briciola mke. Noterete infatti che io l'avvertimento l'ho messo comunuqe, non si sa mai.
Disclaimers: è giunto il momento di mandare un ultimato alla Rowling: lasciaci Sirius e Remus, o uccideremo tutti -pochi- i personaggi che hai lasciato in vita! *ride*



***



Sirius Black e James Potter, a braccetto, varcano il buco del Ritratto, con lo stesso identico sorrisone che gli piega le labbra –un sorriso che, per inciso, fa svenire un paio di ragazzine. I canini di Sirius sporgono un po’ di più, è vero, ma tant’è.

Lentamente, il duetto si avvicina alla poltrona più consunta, dove un Remus Lupin, ignara vittima-barra-spettatore, sta leggendo un libro, sepolto da un plaid pulcioso.

Gli scoccano lo stesso sorrisetto saputo e si accomodano l’uno sul bracciolo sinistro e l’altro sul destro, come avvoltoi che avvistano una preda.

Remus, incredibilmente flemmatico, non fa una piega; stranamente, però, ha la vaga impressione di essere stato accerchiato.

James si stiracchia platealmente e gli pianta una mano sulla schiena, facendolo sobbalzare appena. Sirius lo segue a ruota. Fin qui, nessun problema. Insomma, non è che lui, Remus, si senta tanto adolescente pudica da far notare ai suoi compagni di Casa che si stanno prendendo un po’ troppa confidenza.

Il problema si pone quando entrambi, con una spinta non così tanto leggera, lo scaraventano a terra.

Remus, col naso ad ore una dal tappeto, viene ripescato per la collottola da un Sirius Black estremamente divertito e riportato con i piedi per terra.

Un tantino impettito, Remus raccoglie il tomo –ch’è inevitabilmente finito a terra- e se lo rigira tra le mani, esaminandolo con apprensione. Quando pare che l’ispezione sia terminata, con un risultato quantomeno abbastanza soddisfacente, Lupin ignora il plaid e lancia uno sguardo interrogativo –e vagamente acido- ai due suddetti cretini.

«Ciaaaaao Remie» lagnano, –incredibile!- in sincrono, Sirius e James «Come staaaaaai?»

Remus non ride affatto. Anzi, posa il libro solo per piantarsi le mani sui fianchi.

«Voi-» comincia, pronto a lanciarsi in un’arringa di secoli sul quanto siano irrimediabilmente babbei, idioti e quant’altro; ma poi si blocca, un vago insulto sulla punta della lingua, e nota un piccolo graffio sullo zigomo di Sirius e James che si tiene un braccio, evidentemente dolorante.

«Um» esordisce infine, riuscendo a riassumere in un semplice monosillabo un sacco di concetti impliciti. Il primo: eh?

«Dobbiamo farti vedere una cooosa!» belano Sirius e James, –o James e Sirius, a seconda dei punti di vista- con un sorriso che fa due volte il giro della testa. In un semplice calcolo, quattro sorrisoni in due persone. Impressionante. E decisamente troppo, per l’autocontrollo di una sola persona –tra l’altro già irritata di suo.

«Piantatela con il coretto» ingiunge Remus, spazientito «Per favore» soggiunge poi, tornando sulla retta via «E ditemi cos’è successo»

Sirius apre la bocca e muove appena la lingua, ma Remus l’ha già interrotto.

«No- Sirius, se osi rispondere “l’Ippogrifo nel cesso” ti affatturo» Remus si dà una sistemata al maglione e guarda le labbra di Sirius arricciarsi in un broncio contrito.

James, dal canto suo, sembra incommensurabilmente divertito.

«L’Ippogrifo nel cesso, Rem» blatera in un mormorio sincopato da risatine, scoccando a Sirius uno sguardo divertito.

«James, mi hai rubato la battuta!» protesta questi, sdegnato, portandosi le braccia sul petto.

Remus, quieto, decide semplicemente d’ignorarli. Ripesca il libro e si acciambella nuovamente sulla poltrona; il plaid, poveretto, se lo son scordati tutti.

«Remie!» lagna Sirius, accortosi di essere stato ignorato, forse per la prima volta nella sua vita, da qualcuno «Cosa fai? Dobbiamo farti vedere l-…quella cosa»

James annuisce con vigore.

«O forse sei così contento d’avere le nostre mani addosso da volere un’altra spinta?» ipotizza, scoccandogli un sorriso malizioso.

Le guance del licantropo si colorano di un vago rosso papavero ed egli sobbalza leggermente sul posto.

«Come osi?» ringhia, scandalizzato «Non sono un pervertito come voi altri» con un ampio gesto del braccio li indica entrambi.

Sirius sogghigna; James ridacchia, tirandosi gli occhiali sul naso.

«Ehi, io e l’occhialuto siamo uomini d’altri tempi» ammicca Black, soddisfatto «Ed ora, di grazia, ci faresti il piacere di degnarci della tua presenza?»

Remus li guarda entrambi con un sorriso di compatimento, ma abbandona il libro al suo destino e si rialza.

«Dov’è Peter?» lo ignora, pratico «Devo chiedergli se ha ancora i miei appunti di Trasfigurazione»

James e Sirius si fanno un cenno d’intesa.

«Li ha lui» conferma Potter, con un gran sorriso.

«Ma, sfortunatamente, Pete è in un luogo che solo noi conosciamo…» ciancia Sirius con un tono che vorrebbe sembrare mistico; ripensandoci, riprende il solito tono spavaldo «…Quindi ti toccherà seguirci» conclude, compiaciuto.

Remus si stringe nelle spalle.

«In questo caso credo proprio che verrò» acconsente, pensoso «Ma vi concedo solo una manciata di minuti»

Sirius sembra pensarci qualche secondo, poi sorride.

«Sarà sufficiente» delibera, passandosi una mano sul mento. Scocca uno sguardo complice a James e si lancia su Lupin, che sgrana gli occhi, scandalizzato.

Quando la benda gli viene calata sugli occhi, l’unica cosa che può fare è borbottare insulti.

«Non riesco a capire tutta questa volontà scenica» soggiunge dopo un ringhio, abbattuto.

James ridacchia «Abbiamo seguito le disposizioni di Pads, Remie. Prenditela con lui»

«Oh, lo farò» è la risposta gelida.

Sirius si limita a sorridere. Lo prende per un gomito e lo conduce gentilmente oltre il buco del Ritratto, seguito a ruota da James, che gli trotterella dietro con un ghigno malandrino sulle labbra.

Il silenzio è assordante. Remus non spreca nemmeno più il suo repertorio d’insulti, giacché sa bene che verrebbero miserevolmente ignorati.

Però il silenzio è intollerabile per Sirius, è strano che non abbia ancora detto niente.

«Chi siete, voi due?» Remus non vede un accidente, ma cerca di sembrare convincente assumendo una piega sospettosa e assottigliando le labbra.

«Sirius Back e James Potter» risponde noncurante quello che dovrebbe essere Black «La Polisucco non fa per noi»

«Io non direi» ghigna James, divertito «Tuttavia siamo veramente noi, Rem»

Remus vorrebbe tamburellare il piede sul pavimento, ma Black gli sta facendo scendere cautamente le scale, percui sarebbe alquanto controproducente.

«Siete stranamente silenziosi» ringhia infine, come se fosse una spiegazione.

«Oh, se è per quello anche tu lo sei» assicura Sirius, scoccandogli un’occhiata in tralice, senza tuttavia esser visto «E ti sopportiamo di buon grado»

«Voi non siete mai silenziosi» ciancia Remus in tutta risposta, con sussiego «È… Strano»

James scrolla le spalle, ma Remus non lo vede. Come non vede qualsiasi altra cosa, ma tant’è.

«Abbiamo urlato un sacco, oggi, Moony» si decide a spiegare, divertito «E abbiamo paura di poter rimanere rauchi» lancia uno sguardo strano a Sirius, che risponde con un sorriso.

Remus rimane silenzioso. Segue docilmente le istruzioni di Sirius, saltando gradino dopo gradino, e finalmente riesce a capirci qualcosa.

L’odore del Bosco è inconfondibile, e pare che abbia piovuto da poco.

«Pete è nel bosco…?» domanda, cauto.

Sirius gli lancia uno strano sorriso enigmatico, infastidito dal fatto che lui non possa vederlo.

«Sapevo che avresti subito capito, Moony» sussurra, giulivo, stringendogli piano il gomito.

James strizza gli occhi, sorridente.

I loro passi risuonano sulle foglie secche, che scricchiolano dolcemente in un’eufonia d’altri tempi.

«Ragazzi!» squittisce qualcuno, vicino «Menomale! Non ce la facevo più a…Mi fa una paura quest-»

Pete si zittisce, notando lo sguardo irritato di Sirius.

«Oh. Ciao, Remus» Peter sorride, cauto «Mi spiace che ti abbiano dovuto bendare. Per me non è servito, sono svenuto subito»

«Oh, perfetto, Pet» latra Sirius, seccato «Perché non gli dici anche di che colore sono le tue mutande, già che ci sei?»

Pettigrew avvampa violentemente.

«Scu-Susa! È che-» pigola, sinceramente dispiaciuto.

«Ohi, ragazzi. Fa niente, ormai ci siamo» interviene James, incredibilmente pacifista e con una vena d’entusiasmo nella voce «Sir, puoi togliergliela»

Le mani di Black si avvicinano cautamente al viso di Remus e gli sfilano la benda, che cade a terra.

Lupin apre cautamente gli occhi, che aveva chiuso in precedenza per puro spirito menscevico, e sospira.

«Avanti, cos’è tutto que- Oh Godric divino!»

Quello che assomiglia spaventosamente ad un Ippogrifo, legato da una corda con un nodo decisamente troppo allentato ad un paletto piantato per terra, lo osserva con i grandi occhi spalancati.

Sirius gli picchietta un dito sulla spalla, comprensivo ed entusiasta allo stesso tempo.

Remus lo guarda con gli occhi sgranati «Come avete…? Ma…»

James ridacchia «Sapevamo che avresti reagito così. Ma, ehi, tranquillo! Hagrid lo sa e ci ha dato una mano» porta le mani avanti come per ripararsi da qualcosa e gli scocca un grosso sorriso.

Remus si ritrae appena, sentendo lo sguardo della “creatura” su di sé.

«Oh, okay» conclude, terrorizzato «Io…Um, sì, dovrei proprio andare ora» fa per girare i tacchi ma Sirius lo prende per le spalle e gli conficca uno sguardo malandrino negli occhi.

«Non dovevi riprendere i tuoi appunti?» ricorda, con uno sguardo terribilmente soddisfatto.

«Gli appunti…Oh, già. Ma credo che- No, adesso non mi servono. Posso benissimo farne a meno. Già. Peter, me li ridarai quando ti farà comodo. Ora, io devo proprio-» farfuglia Lupin, indietreggiando e cercando nel contempo di sottrarsi alla stretta di Sirius.

Black non lo molla. Anzi, lo tira avanti con un sorriso enorme e Remus si trova decisamente troppo vicino al becco spaventosamente affilato dell’Ippogrifo –tre metri sono mooolto troppo vicino, per i suoi standard.

«Questo è Bernie» illustra Sirius, con una nota di tenerezza nella voce oltraggiosamente simile a quella di Hagrid quando parla del suo ragno addomesticato «Bernie, questo è Moony»

L’Ippogrifo schiocca il becco, e Remus si ritrae, cercando disperatamente di non aggrapparsi alla maglietta di Sirius per un orgoglio che –non può ammetterlo- è ormai già bello che partito per le Canarie.

«Avanti Moony, adesso inchinati, da bravo» perché diavolo la voce di Black è così soddisfatta? «Non vorrai mica essere maleducato?»

Mantenendosi a distanza di sicurezza, con la mano aggrappata al polso di Sirius –oh, ‘fanculo l’orgoglio!-, Remus azzarda un modesto inchino.

Inchino che, con un po’ di ritardo –tanto da far assumere una piega preoccupata al sorriso di James-, viene ricambiato dal bestione. Adesso “Bernie” lo sta guardando fieramente, dall’alto del suo becco terrorizzante.

«Ottimo, ottimo!» esplode Sirius, guardandolo con un sorriso giulivo «Adesso va’ a dargli un buffetto!»

Santa Morgana, perché è così simile a Hagrid, in questo momento?

«N-No. Va bene così» rifiuta cortesemente Remus, facendo per andarsene.

Ma Black lo attira per il polso e lo spinge verso l’Ippogrifo, con un’espressione che rasenta il fanatismo.

Considerando che forse quest’esperienza sta permettendo a Sirius di scoprire nuovi aspetti del suo carattere, Remus si sente dirigere gentilmente dalla mano dell’amico, che guida le sue dita lungo la testa dell’animale e poi fino al corpo flessuoso e morbido.

Bernie sembra apprezzare il trattamento, perché spinge il muso verso la mano di Remus, che si accorge che quella si Sirius, incredibilmente…rassicurante, è sparita.

Un tantino eccitato, continua ad accarezzare l’Ippogrifo, e rivolge uno sguardo dolente intorno a lui.

«Ora siete contenti?» sbuffa infine, cercando d’intercettare lo sguardo allegro di James. Ma James non c’è «Um, ragazzi?» Peter nemmeno «Sirius?»

Sirius si fa avanti, con un grosso sorriso «Sì, Remie?» flauta, indecentemente divertito.

«D-Dove sono gli altri?» Remus continua ad accarezzare Bernie, che sembra emettere mugolii soddisfatti. Gli Ippogrifi mugolano?

Sirius fa spallucce «Pet aveva bisogno d’aiuto con Trasfigurazione e James…Quel ragazzo è davvero ossessionato, sai. È andato dalla Evans»

Lupin sospira, sollevato «Ora mi potresti dire perché tutto questo, di grazia?» indaga quindi, guardandolo in tralice.

«Ora, noi tutti sappiamo che tu odi volare» Black ha l’aria un po’ troppo seria, per i suoi gusti «E quale metodo può essere migliore di questo, per farti cambiare idea?»

Prima che se ne sia potuto accorgere, Sirius l’ha preso di peso e l’ha praticamente gettato sul dorso dell’Ippogrifo, che non fa un piega. Remus, invece, diventa pallido come un cencio.

«Co-Cosa hai intenzione di fare, Sirius?» balbetta flebilmente, guardando l’amico che armeggia sotto di lui. Le piume dell’animale sono decisamente morbide, deve ammettere.

Black gli scocca un sorriso abbagliante, prima di dare una sonora pacca al sedere dell’Ippogrifo.

«Vola, Bernie!» ruggisce, e Bernie lo prende in parola perché, che gli venga un colpo, dopo uno scossone, sta veramente prendendo quota.

Allucinato, Remus guarda la terra che scompare sotto i suoi piedi ed emette un grido strozzato.

Si aggrappa freneticamente alle piume dell’animale –badando bene a non tirarle, ci mancherebbe- e serra gli occhi.

Il vento gli sferza la faccia. Ormai devono essere saliti di parecchio. Ma dove diavolo starà andando quest’Ippogrifo?

Si azzarda ad aprire cautamente gli occhi e a guardarsi intorno. L’apertura alare di Bernie è sorprendente, ed i possenti colpi con cui sta sferzando l’aria sono percepibili dal movimento di tutti i muscoli sotto il suo sedere.

Remus non lo ammetterebbe mai, ma la visione del castello da lontano lo esalta non poco. E le piume di “Bernie” sono decisamente morbide, anche se, da qui ad essere comodi, ce ne passa d’acqua sotto i ponti.

Ma l’Ippogrifo non sembra aver l’intenzione di arrestarsi tanto presto. Adesso stanno sorvolando il Lago Nero, e Remus è terrorizzato dall’idea di cadere in acqua. E se si allontanassero troppo?

«Um, Bernie?» tenta, allungando il collo fino a quelle che dovrebbero essere le orecchie dell’animale. Si sente incredibilmente ridicolo «Non è che- ehm, potresti riportarmi a terra?»

Chissà se lo capisce.

L’animale fa dietrofront e lo riporta sulla radura da cui sono partiti. Quindi lo capisce!

Remus socchiude gli occhi, preoccupato. Si domanda come sarà l’atterraggio.

Bernie sbatte le ali e perde lentamente quota, rasentando gli alberi. La figurina di Sirius sbatacchia freneticamente le braccia, gridando qualcosa.

«Um, atterriamo. Con calma» propone quindi Remus, ancora incerto. Bernie sbatte il becco e il movimento delle ali si arresta.

Moriremo!, è l’ultimo pensiero di Remus, mentre atterrano con uno spaventoso contraccolpo sulla terra della radura.

Remus vede la faccia allarmata di Sirius e prima di poter fare qualsiasi cosa si ritrova a sputare terra e sassi.

«Bleah!» erompe, alzandosi a sedere. Si guarda intorno e vede Bernie che sta tranquillamente sdraiato sul terriccio, mentre si becca le piume.

«Sirius?» domanda, agitato «Sirius, dove sei?»

Qualcuno si muove nel suo campo visivo e la faccia sporca di Sirius compare, insieme ad una zazzera di capelli stravolti e una maglietta orribilmente sfigurata.

Lo sguardo di Lupin deve essere veramente atterrito, perché Black scoppia a ridere.

«Io-Tu- Cioè, noi…?» bofonchia Remus, confuso.

Sirius si asciuga una lacrimuccia d’ilarità e lo scruta per una manciata di secondi.

«Avevi intenzione di uccidermi o cosa?» ridacchia, incredibilmente noncurante «Tu e Bernie mi avete travolto e sono stato sbalzato via» spiega, passandosi una mano tra i capelli e tirandone via una foglia secca.

Remus scandaglia tutto il suo viso, preoccupato, in cerca di graffi o contusioni e quando non ne trova nessuno sospira, sollevato.

«Mi spiace, Sirius. Io gliel’avevo detto, di fare attenzione» Lupin lancia un’occhiata risentita all’Ippogrifo, che ricambia curiosamente il suo sguardo.

Black ride, attirando il suo sguardo allibito.

«Fa niente» ribatte, divertito «Anche perché son veramente contento che tu e Bernie abbiate instaurato una così bell’amicizia»

Remus sembra piccato.

«Io e Bernie non abbiamo- Oh, ehi, Sirius! Cosa stai pensando? Io e quell’Ippogrifo non ci vedremo mai più! Mai più, chiaro?»

Sirius sorride, con quell’aria così odiosamente soddisfatta.

«Certo, come no, Remus»



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Yo-ho, adesso sono veramente in grado di dileguarmi. È banale e la scena del volo m'è riuscita uno schifo, ma voi fatemi comunque sapere com'è andata. Ecco, adesso fuggo. Ne vorrei approfittare per ringraziare PepperP, che ha recensito una mia storia postata giusto qualche minuto fa (o ore? ò_o). Grazie tante a chiunque leggerà, commenterà, preferirà, seguirà, recensirà o dimenticherà.
Aloha, e alla prossima!
   
 
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