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Autore: Tomoyo_Daidoji    13/07/2011    5 recensioni
Nel Millennium Kingdom le cose vanno alla grande.
Quasi.
Forse.
Ok, forse al Sailor Quartet non va proprio così tanto bene, ma che ci volete fare... quelle ragazze fanno fuochi d'artificio...
One-Shot classificata terza nel contest organizzato da Ellephedre su Facebook
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Ceres era sempre stata un po’ più avanti delle altre, come amava pensare, perché era la migliore.

Era la più intelligente e la più bella, ecco perché era la loro leader, anche se le altre non la pensavano proprio allo stesso modo.

Per lei era lo stesso, purché comandasse.

Non avrebbe sopportato di prendere ordini da qualcun altro, era quello il punto.

A parte Chibi-chan, ma quella era un’altra questione.

Quindi si faceva come diceva lei e basta, il resto del mondo poteva credere quel che voleva.

O forse era perché lei era la più grande e voleva bene alle sue sorelle.

Forse.

E forse era quella con la testa più sulle spalle del resto del gruppo, quindi se non volevano trovarsi in guai peggiori era meglio che fosse lei a decidere.

Forse.

Fatto sta che questa volta, però, lei non c’entrava nulla. Proprio zero. E aveva anche bene in mente chi fosse la mente di quello scherzo stupido e assolutamente denigrante.

E nonostante fosse l’unica innocente, per quella volta, era quella che si stava prendendo una sonora lavata di capo da Mercury, che continuava a ripetere come fosse stato pericoloso e bla, bla, e ancora bla.

Che strazio…

Aveva indossato la solita maschera da brava ragazza dispiaciuta, un paio di lacrimucce agli angoli degli occhi e lo sguardo bel piantato per terra.

Sia mai che la guerriera di Mercurio scoprisse la vena omicida che aveva trovato asilo in fondo alle su iridi.

Oh, se gliel’avrebbe fatta pagare... ancora non sapeva ancora bene come, ma una paio di mezze idee le frullavano nella testa ed erano una più allettante dell’altra.

“…insomma, voi ragazze dovete capire che questi scherzi non sono adatti ad una futura regnante, né a delle future senshi! Ed ora raduna le ragazze e rimettete a posto la sala del trono! Immediatamente!”

“Sì signora!” scattò sull’attenti e senza attendere oltre uscì a passo deciso dalla stanza.

Durante tutto il tragitto dalla sala di controllo agli appartamenti dov’erano ‘confinate’ le sue cosiddette ‘amiche’ cercò di calmarsi in tutte le maniere, ma da come si ritrovò a sbattere la porta si rese conto che forse, solo forse, non ci era riuscita del tutto.

Forse.

“Voglio sapere chi, come e quando.” Sibilò “Voglio sapere chi mi ha fatto perdere la faccia in questa maniera così la gonfio di sberle!” emanava un’aura omicida peggio di Sailor Mars nei suoi momenti peggiori.

E Sailor Mars faceva paura quando non era in giornata, seriamente.

“Dai, smettila di rompere le scatole, è stato divertente!”come al solito Juno era intenta a fare esercizi, ferma due minuti di seguito non sapeva proprio stare “Hai riso anche tu quando la regina è crollata di faccia a terra!”

“E hai riso anche più forte delle altre quando invece dei petali di fiori da quella palla di cattivo gusto sono venuti fuori tutti quegli scherzi…” aggiunse Pallas, giocando con la sua bambola preferita soprappensiero “Non puoi negarlo, ti sei divertita”

“Avrò anche riso ma non mi sono proprio divertita a sentire quella cariatide riprendermi per mezz’ora!!!” oramai aveva il cervello in fumo, quelle tre erano incorreggibili “Insomma dovreste essere cresciute a duecento anni compiuti, no??? Chibiusa non ha fatto che piangere tutto il pomeriggio, le senshi ci vorrebbero fare a fette, la regina ha un bernoccolo grande quanto l’Himalaya e per la prima volta in vita mia ho visto il re contrariato! CONTRARIATO! Quell’uomo non cambia mai espressione e voi ci siete riuscite!!”

“Siamo state bravissime, vero?” Pallas era fiera di se stessa.

Come se si potesse esserlo dopo tutto quello che avevano combinato, pensò Ceres.

“Direi proprio di no” il tono di Vesta era funereo “Ve l’avevo detto io che i serpenti erano pochi! E poi di plastica! PLASTICA! Insomma, i miei serpentelli sarebbero stati felicissimi di spaventare tutte quelle persone!” esclamò rabbiosa.

Ceres era senza parole. Sentiva una vena pulsare sulla sua tempia, e non sapeva come fare per calmarla.

“Vesta… ma ti rendi conti di quello che dici? Avremmo potuto scatenare una guerra! E per cosa?!” stava per perdere seriamente le staffe, tra un po’ le avrebbe incatenate a testa in giù e forse, forse, si sarebbe sentita meglio.

Forse.

Pallas stava continuando a giocare con la sua bambola imperterrita, come se il resto del mondo non le importasse.

Si riscosse solo quando vide Ceres fermarsi ben piantata davanti a lei con il cipiglio di chi voleva fare un barbecue blu da qualche parte…

“Che c’è?” sbottò

“Fammi capire una cosa.” Inspirò, chiudendo gli occhi per non arrabbiarsi ancora di più “Hai cosparso il trono di puntine da disegno, hai scambiato i petali di fiori con animaletti di plastica e i fuochi artificiali con bombe maleodoranti solo perché Mars aveva detto che i tuoi giochi con le sfere non erano un granché?!” la colpevole la guardò interdetta

“Perché non è abbastanza?” Ceres rimase a bocca aperta

“Come ‘non è abbastanza’?!” si voltò verso le sorelle “E voi due le avete pure dato corda?! Lo stendardo sbagliato mi pare sia opera tua Vesta, no?! E le fiaccole rotte di Juno…Insomma, si può sapere che vi è preso?!”

“A Mercury non piacevano i miei giochi con gli animali” Vesta era ancora furente

“E Venus non voleva la mia esibizione!!” Juno invece era alquanto depressa

“Era una serata di Gala per l’amor del cielo!!” Ceres invece era esasperata “Hanno dato la colpa a Chibi-chan perché non ci ha fermate! E voi lo sapevate quanto ci tenesse Chibi-chan a questa festa, vero?!” ora più che esasperata era affranta “Vi siete dimenticate quanto ha parlato del vestito che avrebbe indossato questa sera?” le tre si immobilizzarono sul posto.

Chibiusa le aveva stressate per mesi su come dovesse essere il vestito, sul colore, sugli accessori, sull’acconciatura…

Ah, l’acconciatura! Per quello avrebbe potuto scrivere un trattato! Non troppo alta, non troppo bassa, ma se forse li lasciamo sciolti, ma se li raccolgo, ma se questo, ma se quello…

Ripensarono a come era conciata la principessa dopo la loro ‘esibizione’.

Il vestito, da bianco, era diventato più o meno di una decina di colori.

I bracciali e gli anelli erano irrimediabilmente macchiati.

Il trucco, per cui aveva fatto decine di prove la settimana precedente, era un agglomerato informe di rimmel e fondotinta.

I capelli… erano impiastricciati con un materiale non ben definito né nella sostanza né nel colore, tutta l’acconciatura era qualcosa di indicibile.

“Oh…”

“Porca…”

“Miseria!”

Nell’ordine Pallas, Juno e Vesta si erano rese finalmente conto di quello che avevano fatto.

Volevano tirare un tiro mancino alle ‘senior’, ma il loro obiettivo non era nemmeno lontanamente Chibiusa… e questo poteva dire solo una cosa…

“Non ci parlerà più”

“Per me ci picchia”

“Farà di peggio…”

All’improvviso una serie di urla squarciarono la relativa calma che aveva avvolto il palazzo dopo la loro bravata. Le urla erano molteplici, ma il motto era uno solo

Quartet!”

“Caspiterina le hanno trovate” Pallas si coprì la bocca con una mano con fare innocente

“Trovato cosa di preciso Pallas?” Ceres aveva paura di quello che le avrebbe risposto

“Te lo avevo detto io che mettere altre puntine alle scrivanie delle senior non era una buona idea! Te lo avevo detto o no?” Vesta aveva preso per il bavero Juno e continuava a scuoterla come fosse una maracas. A Juno la cosa non piacque per nulla, tanto che la prese per il polso e la scaraventò dall’altra parte della stanza con una mossa di judo.

La rossa con una capriola evitò di schiantarsi per terra, ma il problema restava.

“Ora che facciamo con Chibi-chan?”

“Il problema non è solo Chibi-chan!!!” Ceres cercò di respirare con calma e profondamente, doveva pensare, in fretta pure, o per loro sarebbe stata la fine “Pallas, vai a mettere in ordine la sala del trono, Vesta, il giardino, Juno le stanze delle senshi! Cercate di non farvi prendere dalle senior o dai regnanti o per noi ci sarà solo la gogna… e la cosa non è contemplabile. Non combinate altri guai, sono stata chiara?” le ragazze la guardarono di traverso

“E tu cosa pensi di fare, miss sotuttoio?” la sailor dei fiori restituì l’occhiataccia

“Io vado da Chibiusa” le ragazze le misero una mano ciascuna sulle spalle

“Buona fortuna” Pallas per poco non piangeva

“Mi raccomando non crepare così facilmente” Juno le concesse un ghigno di traverso

“Cerca di non fare altri casini” Vesta come al solito aveva un tono che definire brusco era un complimento

“Non preoccuparti, a quello avete già pensato voi” Ceres cercò di trattenersi, non era il momento giusto per il loro solito battibecco epico “Mi raccomando ragazze, fate attenzione. Ci rivediamo tutte tra un paio di ore al solito posto. Ora via!”

Veloci e silenziose come gatti si diressero ognuna verso il proprio obiettivo.

Avevano fatto del ‘non farsi acchiappare dalle Senior’ uno sport olimpico. Gli unici che riuscivano ad essere più veloci e più silenziosi di loro quattro erano solo Luna e Artemis, ma loro non contavano, erano gatti per davvero.

E poi c’era Diana, ma lei era dalla loro parte per partito preso, anche se l’influenza della madre era deleteria alle volte e risultava una gattina un po’ pedante.

L’unica che non eccelleva in quello sport e che faceva sempre, sempre, scoprire tutto il gruppo era Chibiusa, ma oramai le altre avevano perso le speranze, era goffa come sua madre alle volte.

Ok, così tanto magari no, ma ci si avvicinava molto.

 

In teoria non avrebbero dovuto usare i loro poteri per sciocchezze del genere, come non faceva che ripetere loro la guardiana di Mercurio, ma quella era un’emergenza.

Pallas ci mise più tempo a non farsi trovare da Mercury che a mettere in ordine quel disastro che stava al posto della sala del trono.

Juno per non farsi beccare da Jupiter dovette arrampicarsi tra finestre, lampadari e tendaggi, le sembrava di essere tornata ai tempi del circo.

Vesta per sfuggire a Mars dovette scomodare un’intera famiglia di topolini… e dovette persino scendere a patti con Phobos e Deimos, o addio missione.

Ceres dovette aspettare che Venus fosse uscita dalle stanze della sua Usagi prima di poter entrare.

“Chibi-chan?” chiuse il più silenziosamente possibile la porta alle proprie spalle e si avvicinò lentamente al fagotto singhiozzante raggomitolato sotto le coperte

“Chibi-chan?” abbassò il tono di un’ottava, rendendolo più dolce. Posò una mano su quella che sarebbe dovuta essere una schiena “Su non fare così… si sistemerà tutto…”

Non l’avesse mai detto…

Chibiusa scattò come una molla piantandole i suoi occhi furibondi in quelli di chi, prima di quel disastro, considerava sua amica.

“Come si dovrebbe sistemare di grazia?? COME? Guardami!” urlò in preda all’isterismo più totale “Sono un disastro, un disastro! Ed è tutta colpa vostra!!” riprese a piangere come una fontana, facendo colare ancora di più il mascara, con l’unico risultato di assomigliare sempre più un panda dalla capigliatura rosa.

Ceres non ci vide più

“Adesso basta! Per Selene, Usagi!” Chibiusa arrestò per un attimo il pianto, quando Ceres la chiamava con il suo vero nome c’era qualcosa che non andava. “Quel vestito era un obbrobrio se lo vuoi sapere, ti stava malissimo, quei bracciali erano inadatti e i capelli erano uno spettacolo pietoso! Sembrava fossi stata leccata da una mucca!” alla principessa tornarono i lacrimoni

“Allora perché non avete detto nulla?!” che diamine, erano le sue amiche, perché non avevano parlato prima?!

“Perché non hai ascoltato una sola parola di quello che abbiamo detto noi! Abbiamo cercato di farti cambiare idea in mille maniere diverse! Abbiamo cercato persino di fare in modo che non fosse una serata di gala per non farti sfigurare! E poi si sono pure messe le Senior, era logico che le ragazze scoppiassero!” sbuffò, incrociando le braccia “Questo è il risultato nel non ascoltarmi! Se avessimo fatto come avevo suggerito io a suo tempo a quest’ora tu staresti amoreggiando con il tuo biondino invece che stare qui a frignare!”

“Non mettere in mezzo pure Elios! Se non ho ancora ucciso nessuno è solo perché in tutto questo caos lui non è ancora arrivato!”

“Oh per piacere! Invece che star qui a commiserarti vai a farti un bagno e togliti quella roba da dosso mentre io penso a come cambiarti!” la principessa la guardò allibita

“E secondo te dovrei presentarmi con questa faccia?” Ceres la guardò sarcastica

“Oh, andiamo, io non sarei così drastica… alla fine noi ti vogliamo bene anche con quel musetto da poppante!” le sorrise e la trascinò letteralmente sotto l’acqua calda, insensibile alle proteste dell’amica e ai suoi tentativi di svicolarsi.

Chibiusa alla fine si arrese, mezza bagnata si finì di spogliare e si decise a lavarsi

“Io torno tra pochissimo, mi raccomando, levati tutta quella… cosa… di dosso” disse la senshi indicando il trucco.

“Si si, non rompere”

“Principessa, una volgarità del genere da lei non me la sarei mai aspettata..” le fece il verso Ceres imitando la voce di Luna.

Riuscì a strappare un sorriso malcelato prima di dileguarsi.

 

Si intrufolò come una ladra nella propria stanza e prese un pacco che aveva nascosto sopra il suo armadio, lontano da occhi e da mani indiscrete, quindi rientrò quatta quatta nella camera della principessa che aveva appena finito di tornare normale

“Finalmente rivedo la mia Usagi!” Ceres le sorrise, un velo di trucco non si nega a nessuna donzella, era quello che ripeteva sempre, ma sulla sua princess proprio non riusciva a vedere nulla di più che un tocco di lucidalabbra.

Chibi-chan, la sua Chibi-chan, era perfetta così com’era.

“Non te la caverai con un semplice complimento e qualche adulazione Cer”

“Si si, lo immaginavo… ok, pensiamo ai capelli prima del vestito!”

“Mpf!” Chibiusa non era del tutto convinta di quello che l’amica faceva, ma oramai visto che più in basso di così non si poteva scendere si rassegnò al suo destino.

“Siedi qui e chiudi gli occhi, si sono arrossati. Ci penso io adesso a te”

Normalmente quella era un frase che la tranquillizzava.

Ogni volta che si mettevano nei guai Ceres lo diceva sempre, sempre. ‘Ci penso io adesso a te’, risolveva ogni cosa e poi prendevano a riderne tutte e cinque insieme davanti ad una grande, enorme a dire il vero, coppa di gelato millegusti.

In realtà non esisteva una coppa del genere, l’avevano inventata loro, in una coppa da insalata mettevano palline di tutti i gusti che trovavano in freezer, e con la madre che si ritrovava nelle cucine del palazzo c’era davvero ogni gusto possibile e immaginabile pensato sulla terra.

La Regina Serenity poteva magari essere cresciuta, essere diventata la persona più potente sulla terra e nell’intero cosmo, ma restava sempre anche la più grande consumatrice di gelati che le cronache riportassero.

Era l’unica cosa che in secoli interi non era cambiata, dai suoi quattordici anni.

Quindi le ragazze avevano gioco facile nel fare intrugli del genere… che raramente avanzavano a dire il vero, perciò non dovevano essere tanto male…

Mentre ricordava tutto ciò Chibiusa non si rese conto che Ceres le aveva già messo i bigodini e le stava iniziando ad asciugare i capelli.

Cercò di aprire gli occhi, ma l’amica la rimproverò

“Sta ferma che sicuramente saranno ancora gonfi come meloni! Rilassati invece!” in effetti sentire le mani delicate di Ceres armeggiare tra le sue chiome era molto rilassante, stava addirittura dimenticando tutte le pene per cui fino a qualche minuto prima aveva pianto lacrime amare

“…però quando la mamma è caduta così goffamente ho riso pure io…”

“Perché vedere Mars strillare non è stato divertente?”

“E Venus invece?” scoppiarono a ridere entrambe

“L’unica che non mi ha dato grande soddisfazione è Jupiter, ma quella donna non si scompone per nulla… rideva pure lei!”

“Ami invece non ci capiva più niente, poveretta!” sentì alcuni bigodini lasciare la sua testa liberando le ciocche di capelli e le mani della sailor muoversi velocemente sulla sua testa “Si può sapere che stai combinando con i miei capelli?”

“Se vuoi puoi guardare” aprì gli occhi.

In effetti il risultato non era proprio brutto. Anzi.

Ceres le aveva raccolto parte dei capelli in una treccia morbida mentre il resto era una soffice nuvola rosa e piena di boccoli che scendeva lungo le spalle.

“Questi capelli li leghi troppo e troppo spesso. Eppure sono così belli e così lunghi… non pensi che per Elios sia un sofferenza non poterci mettere dentro le mani?”

“Ceres!” era un richiamo tra lo scandalizzato e il faceto, però doveva ammettere che così i capelli non stavano male.

Di certo così non sembrava la copia in versione rosa di sua madre, questo era certo…

“Piuttosto, per il vestito? Che facciamo?”

“Ragazzina di poca fede…alzati e vieni a vedere” le disse l’amica finendo di aggiustare un paio di ciocche che nonostante la schiuma non volevano saperne di restare dove avrebbero dovuto.

La fece alzare e la riportò davanti al suo letto, dov’era stato sistemato un vestito di organza rosa

“E questo?” non riusciva davvero a capire da dove potesse sbucare fuori una cosa del genere, visto che lei non l’aveva mai ordinato

“Tu fidati e provalo. Ne riparliamo quando lo avrai addosso.”

Il colore non era propriamente definito, era come… il colore dell’aurora d’estate, con mille sfumature che creavano qualcosa di indefinito eppure bellissimo.

Era un vestito a taglio Impero, formato da molti strati che andavano dal pesca al rosa confetto, lungo fino al ginocchio, più corto davanti che dietro, con delle maniche a tre quarti svasate sui polsi.

Quando si vide allo specchio non riusciva a credere all’insieme.

Sembrava una ninfa.

“È bellissimo…” Ceres sorrise, porgendole un’altra scatola

“Lo so. Ecco perché te l’ho fatto fare. Speravo in una tua illuminazione dell’ultimo minuto.” Chibiusa aprì il pacchetto e ne tirò fuori dei sandali di un tessuto cangiante che si allacciavano sui polpacci con dei nastri, come le calzature delle ballerine

“Ti aiuto a metterli”

Quando fu completamente vestita la squadrò critica per un paio di minuti per controllare che ogni cosa fosse al suo posto

“Manca solo…” fece apparire tra le mani delle camelie rosa che le appuntò tra i capelli “Adesso sì che sembri un Ninfa degna di questo nome!”

“Adesso però che facciamo?”

“Tu aspetti qui. Io ho da fare e sono in ritardo. Ti vengo a prendere tra poco, ok? Non farti vedere da nessuno però, è un segreto!” le strizzò l’occhio con fare complice, tutto il trambusto di poche ore prima dimenticato come se non fosse mai accaduto.

Ceres volò quasi letteralmente nel luogo convenuto con le altre del quartetto, riuscendo per un pelo a non farsi scoprire da Sailor Venus che le stava cercando con le altre per, probabilmente, appendere le loro misere teste al muro dei trofei.

In effetti dopo tutto quello che era successo quel pomeriggio non poteva di certo darle torto… lei avrebbe fatto la stessa identica cosa, ovvero arrabbiarsi come un caimano sotto stress.

“Quanto ci hai messo?!” Vesta non era mai stata famosa per la sua pazienza

“È una vita che ti aspettiamo, mi sono annoiata!!” Pallas, ovvero la mente malefica di tutto quel disastro, stava giocherellando con delle sfere d’acqua. Non volle vedere cosa stava facendo Juno, lo sapeva già.

“Chibi-chan ha richiesto più tempo del previsto per essere sistemata”

“Le hai dato quel vestito?” Juno riemerse dall’ombra e la guardò ansiosa di una risposta

“Yep! E le sta anche meglio di quello che avevamo pensato!”

“Davvero davvero? Le è piaciuto?” Vesta si era calmata e pendeva dalle sue labbra

“È rimasta senza parole!” incrociò le braccia e sorrise, un po’ di soddisfazione in quella giornata d’inferno era proprio quello che si meritava “Ora però pensiamo alle cose serie! Dobbiamo cercare di far arrivare Elios e la principessa dove sapete e cercare di rimediare con le altre, o è la volta buona che ci impiccano sul serio! Allora, statemi a sentire…” fu quindi aperto il consiglio di guerra ed ogni particolare fu organizzato al dettaglio.

Un solo errore e sarebbe andato tutto all’aria, e non era decisamente il caso.

Si divisero dopo pochi minuti, con dei sorrisetti a dir poco inquietanti stampati sul viso di ognuna.

 

“Chibi-chan!” Ceres riapparve nella camera della sua principessa dalla finestra. La trovò a leggiucchiare distrattamente un romanzo rosa che le aveva prestato sottobanco Venus

“Dimmi…”

“Adesso io e te ce ne andiamo da qui. Senza farci scoprire per favore… mettiti d’impegno per una volta, ok?” le guance della ragazza si imporporarono

“Io mi metto sempre d’impegno!”

“Va bene, allora non mettercene troppo!” le fece l’occhiolino per smorzare i toni “Forza, seguimi!” sgusciarono fuori dalla porta, e iniziarono a percorrere corridoi secondari stranamente vuoti.

Nel quartetto le posizioni erano state chiare, Ceres si sarebbe occupata di Chibiusa, Vesta di Elios, Juno avrebbe fatto da diversivo e Pallas avrebbe pensato alle decorazioni.

Sarebbero state sicuramente tutte sferiche, ma non si poteva avere tutto dalla vita.

Ci avrebbe pensato Ceres dopo a spargere qualche fiore qua e là.

Fortunatamente Juno doveva aver fatto il proprio dovere alla perfezione visto e considerato che le due ragazze dai capelli rosa non avevano incontrato nessuno per i corridoi.

Arrivarono anche prima della tabella di marcia, cosicché la sailor poté sistemare per benino i fiori intorno al gazebo dove aveva portato l’amica.

“E ora che si fa?” un’amica piuttosto impaziente, invero.

“Tu aspetti qui. Il resto lo vedrai, fidati.”

La vide dileguarsi alla velocità della luce senza neanche permetterle di replicare.

Si ritrovò a pensare che forse quella sera non sarebbe successo nulla e che sarebbe andata a letto senza neanche averlo visto.

Eppure aveva cercato di rendere tutto perfetto, perfetto, e alla fine tutto era andato alla malora… gli dei dovevano avercela con lei per qualche marachella che aveva commesso in passato, sicuro.

Magari doveva essere più accondiscendente con la Usagi del ventesimo secolo, forse avrebbe dovuto fare meno capricci, forse avrebbe dovuto studiare di più con Ami invece che perdere tempo con le sue amiche a rendere la vita a palazzo un inferno.

‘Più interessante’ la correggeva sempre Pallas, che sembrava la più tranquilla e invece era la più tremenda.

Si accorse che tutt’intorno a lei galleggiavano sfere di luce di tutte le dimensioni e colori quando sentì una voce maschile, calda e amata, chiamarla.

“Principessa…” Elios era lì, davanti a lei, che come sempre le sorrideva felice. “È un piacere immenso rivederla…” sorrise anche lei, alzandosi dalla panchina su cui era seduta per andargli incontro

“Anche per me… ma lascia da parte questi inutili formalismi. Lo sai che con me non servono.” Quando gli fu davanti, se possibile, sorrise ancora di più.

“Era da tanto, tantissimo tempo che volevo vederti Elios…”

“Anche io Chibiusa… e ti trovo ancor più meravigliosa dei nostri incontri in sogno...” l’abbracciò di slancio, per sincerarsi che fosse reale.

Da quando si erano lasciati, nel ventesimo secolo, si erano incontrati solo nel mondo dei sogni.

Quello era uno dei pochi, e rarissimi a dire il vero, momenti in cui potevano vedersi davvero di persona, in carne e ossa. Uno di quei rari momenti da custodire gelosamente nel cuore come perle, cercando di farli durare il più possibile.

Lei ricambiò la stretta con vigore, nei sogni non riusciva quasi mai a sentire l’odore di lui, il suo calore, il suo battito pacifico.

Il mondo dei sogni era strano, sotto certi versi.

Era reale eppure non lo era.

E le sensazioni provate in quel mondo restavano solo fino al mattino successivo, poi svanivano, perse dai sensi ingannati.

Quelle però le avrebbe ricordate, e a lungo. Ed era l’unica cosa che l’aveva fatta impazzire nelle ultime settimane, aveva bisogno di quell’abbraccio, quasi come aveva bisogno di respirare.

E le sue amiche le avevano reso il palcoscenico perfetto.

Perfetto.

I fuochi d’artificio che risuonarono da lì a poco le strapparono un sorriso.

Era tutto assolutamente perfetto.

 

Quattro paia di occhi si gustarono lo spettacolo dal pinnacolo della torre d’osservazione, sgranocchiando una busta di patatine conservate per le emergenze.

“Alla fine tutti felici e contenti, no?” Pallas ammirò estasiata i suoi giochi di luci intorno al castello, dove le coppiette ne approfittavano per scambiarsi effusioni al limite del diabetico

“Potevamo anche arrivare alla stessa conclusione senza tutto questo trambusto” Juno sgranocchiò una patatina con ferocia, cercare di non farsi acchiappare le era costato fatica.

“Beh, dai ti sei divertita, non ti lamentare…” Vesta finì il suo succo, prima di aprire una scatola di dolcetti

“Io so solo che mi verrà un gran mal di testa…” Ceres rubò un dolcetto e si mise ad ammirare i fuochi “Però sono proprio belli…”

 

“Che dite, per questa volta lasciamo correre?” su un altro tetto quattro figure nell’ombra sghignazzavano divertite

“Ma sì, dai… in fondo hanno rimesso tutto a posto, no? E poi hai visto Usagi com’era contenta sul balcone stretta a Mamoru? I fuochi le sono sempre piaciuti…”

“Rei, Makoto, questo non toglie che domani una lavata di capo a quelle quattro non la toglie nessuno…”

“Ami, non ti angustiare e vai a goderti la festa. Anzi, andiamoci tutte, va! Tutto questo movimento mi ha messo sete!”

“Tu perdoni troppo Minako…” l’interessata tirò fuori una lingua colpevole

“Che ci vuoi fare, tutto questo amore che gira per l’aria mi mette di buon umore!”

Tre figure saltarono da un tetto all’altro finché non atterrarono sicure su di un prato.

L’ultima si trattenne qualche secondo in più osservando sorridendo un certo Quartetto Diabolico sbocconcellare schifezze su uno dei tetti più importanti dell’edificio più importante del mondo.

Una ragazza dai capelli rosa si voltò in tempo per intravedere una chioma bionda svolazzare e sentire qualcuno sussurrare “Belli questi fuochi”.

Sì, erano proprio belli.

 



- Pensieri a ruota libera - 

Allora.... prima di tutto spendiamo due parole sul concorso....
Indetto da Elle Phedre su http://www.facebook.com/pages/Sailor-Moon-Concorso-di-Fanfiction/214102908621549 aveva come tema   l'originalità.
Vi riporto quindi di seguito la valutazione delle giudici (Chichilina, ellephedre, Leaf81 e Rox):


Terzo posto: "Fuochi d'artificio" di Tomoyo_Daidoji
Punteggio
Originalità: 30/40
Trama: 11/15
Caratterizzazione: 12,5/15
Stile e forma: 25/30
TOTALE: 78,5


Quindi la spiegazione del suddetto punteggio:

"Ragioni del punteggio.

Originalità: la deduzione sui 40 punti possibili c'è stata soprattutto perché questa è una storia ambientata in un futuro canon, dove il quartetto amazzonico, come dice il manga, diventa il gruppo di Chibiusa. Il regno del futuro è stato a sua volta caratterizzato in maniera abbastanza canonica e usuale, MA l'originalità sta nella piccola trama inventata in questo futuro, che vede agire e vivere i personaggi che conosciamo e vede quasi come protagoniste quelle che normalmente sono solo delle comprimarie.
Trama: la deduzione è dovuta al finale, cioè alla parte in cui c'è l'incontro tra Chibiusa ed Helios, a cui manca un approfondimento narrativo (che si ravvisa anche nel resto della fanfic senza comunque costituire una grossa penalizzazione, considerato che la forza della storia sta nella sua leggerezza)
Caratterizzazioni: i personaggi, messi alla prova in una situazione divertente, si riconoscono dalle azioni, dal modo di parlare e di reagire. Il quartetto amazzonico è ben dipinto, un po' meno Chibiusa ed Helios.
Stile e forma: buono stile e buona forma. Manca un poco la capacità di creare atmosfera senza cadere in piccoli cliché, ma è un problema che si può risolvere con l'aumentare dell'esperienza.
*ellephedre*
Anche in questo ho molto altro da dire nella recensione personale :)
"

Quindi finalmente un paio di parole su questa storia. ^^

Su Sailor Moon, a dire il vero, non avevo mai scritto, pur essendo un'accanita lettrice del fandom (basti vedere il mio elenco seguite/preferite per rendersene conto :°D) e questo concorso mi ha dato la possibilità di fare qualcosa che volevo fare da tempo.
Mi sono divertita da morire (e continuerò a divertirmi, soprattutto leggendo le altre storie partecipanti, è quella la parte migliore di tutto ;D) anche se il tempo che personalmente ho avuto a disposizione è stato poco e l'ispirazione un pò è fuggita via.
Tutto sommato sono decisamente soddisfatta di questa storiella, spero possa divertire molti così come ha fatto divertire me ^^
In fondo quelle quattro sono dei fuochi artificali, no?
Mozzafiato e col botto! :D :D :D 

Un sentito ringraziamento a chi vorrà leggere questa storia, a Elle che ha indetto il concorso, alle giudici Chichilina, Leaf81 e Rox e a tutte le altre partecipanti!
ragazze, non vedo l'ora di recensire le vostre!!! *____*

Un bacione!
Tomò
  
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