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Autore: Noth    14/07/2011    8 recensioni
Severus non sentiva più le ginocchia, la sua anima aveva preso fuoco e si era incenerita, e il suo petto rifiutava l’aria nuova e pulita che inspirava. Tratteneva le grida di dolore mordendosi le labbra con talmente tanta foga da poter assaporare il disgustoso e amaro sapore del suo sangue. I capelli rossi di Lily, una volta una voluminosa cascata di fuoco, oramai non erano altro che una distesa di papaveri morti, un campo abbandonato di cui nessuno si sarebbe più preso cura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Your fucking green eyes, Potter.'
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Dopo aver visto il film al cinema non ho potuto fare a meno di ripensare, ancora una volta, a Severus. Alla sua Lily. Al suo dolore. Spero vi piaccia.


Severus stringeva la sua Lily tra le braccia. Il corpo freddo e senza vita non ricambiava la stretta mentre lui desiderava solo sentirne il calore per un’ultima volta.
Ma niente.
Se ne era andata.

I suoi occhi verdi non lo guardavano più con quella timidezza che la aveva sempre resa così fragile e indistruttibile allo stesso tempo.

Severus le passò un pollice sulla guancia con dolcezza, mentre le lacrime gli affogavano il volto e gli appiccicavano i capelli scuri al viso. Incredibilmente, la pelle aveva ancora lo stesso dolce profumo.

Non sentiva più le ginocchia, la sua anima aveva preso fuoco e si era incenerita. Il suo petto rifiutava l’aria nuova e pulita che inspirava. Tratteneva le grida di dolore mordendosi le labbra con talmente tanta foga da poter assaporare il disgustoso e amaro sapore del suo sangue.

I capelli rossi di Lily, una volta una voluminosa cascata di fuoco, oramai non erano altro che una distesa di papaveri morti, un campo abbandonato di cui nessuno si sarebbe più preso cura.

Il mondo di Severus aveva sempre ruotato attorno a lei, anche dopo il matrimonio, anche dopo che ella aveva avuto un figlio.

Passava le giornate ad evocare il suo patronus, una cerva argentata con lunghe ciglia che gli ricordava da impazzire Lily. Nella sua vita mai, mai, mai nulla aveva avuto più importanza di lei. Aveva messo in ombra se stesso per metterla al sicuro, per vederla sorridere felice, per vederla stare bene. Il suo desiderio più grande era che fosse rimasta accanto a lui, felice, che sorrideva. Ma non c’era stato modo: lei aveva preso una decisione diversa dalla sua e lui non aveva potuto fare altro che accettarla.

Pensare a cosa quella scelta aveva portato lo faceva tremare dalla testa ai piedi.

Si accasciò sul corpo freddo, singhiozzando come un bambino e stringendola, cercando di assaporare ogni istante in cui poteva stare con lei. Come aveva sempre fatto, come avrebbe sempre continuato a fare. Non voleva far altro che strapparsi il cuore dal petto e incastrarlo in quello di lei.

« Non lasciarmi! » un gemito gutturale gli uscì dalla gola, ma lei se ne era già andata, per sempre, in un mondo dove sarebbe stata felice. Di colpo una folata di vento gli accarezzò le spalle e Severus sentì un sospiro. Con il viso sfigurato dal dolore si voltò e notò che c’era qualcosa che prendeva forma alle sue spalle, come un patronus. I tratti erano appena accennati, ma lui avrebbe ucciso per quel volto, sarebbe soffocato per quegli occhi. Trattenne il fiato mentre lo spirito di Lily lo guardava sorridente.

« Lily. » gemette, mentre il cuore gli batteva talmente forte da fracassargli la cassa toracica.

« Severus. » mormorò lei. Una voce dolce come il miele, velata da un eco che proveniva da un altro mondo. La voce entrò nel petto di lui, fungendo quasi da calmante, ma nulla poteva placare il dolore che lo stava trafiggendo come miliardi di pali infuocati.

Lo spirito di Lily si avvicinò, con un suono simile ad un sibilo, a qualche centimetrò da Severus. Alzò una mano e gli asciugò le lacrime, sorridendo, quasi come fosse sua madre.
Il profumo di fiori di campo riempiva l’aria, sovrastava addirittura il profumo della morte.

Severus cercò di toccarle la mano, di trattenerla sulla guancia, mentre lei gli scostava i capelli dal viso e rimetteva in sesto quel puzzle orrendo che lui era senza di lei. Ma l'aarto di Lily era freddo e incorporeo come l’aria.

« Severus, » ripetè Lily, « Grazie. »

Severus emise un singhiozzo e si trattenne dall’impulso di abbracciarla e di tenerla per sempre con sé. Le fissò gli occhi piantandosi le unghie nei palmi.

Sapeva benissimo che sarebbe rimasta lì solo qualche istante ancora, poi sarebbe svanita e sarebbe esistita solamente nei suoi ricordi.

Ricordi.

Era tutto ciò che gli rimaneva.

« Ti amo Lily. » sussurrò, con il petto vuoto, le sue parole riecheggiarono nella stanza come in una tomba. Morte. Non avrebbero mai significato nulla per nessuno. Mai.

Lily sorrise.

« Ti ho sempre voluto tanto bene, Sev. Ti sarò sempre accanto, lo giuro. »

Mormorò, poi si avvicinò e gli accostò le labbra fredde alla fronte. Il baciò fu gelido, morbido e doloroso. Bruciò come una cicatrice.

Le lacrime ripresero a scorrere sul volto del ragazzo. Crollò al suolo, piangendo forte, constatando che la presenza che era stata per qualche minuto con lui nella stanza era scomparsa, portando via con sé il suo profumo.

Poi una voce, leggera, quasi solo nella sua testa.

« Proteggi Harry, Severus. Sarà sempre un pezzo di me. » poi il silenzio.

Un bambino iniziò a piangere. Un bambino che Severus non aveva nemmeno voluto notare.

La culla rumoreggiava, un pianto assordante ne usciva e gli colpiva le orecchie. Le ginocchia si rifiutavano di reggerlo, quindi appoggiò il viso di Lily  a terra e le chiuse gli occhi mentre il lago di tristezza che gli allagava il petto minacciava di soffocarlo.

Si trascinò, spinto solo dalla richiesta di Lily, verso la culla. Si appoggiò sulle spondine e si alzò in piedi, malfermo sulle gambe che tremavano.

Un bambino con i capelli scuri piangeva disperato, le guance arrossate e gli occhi strizzati.

Un moto di disgusto si impadronì di lui.

Il figlio di quel dannato Potter.

Poi il bambino spalancò gli enormi occhi e Severus dovette veramente reggersi alla culla per non accasciarsi a terra, raggomitolarsi sulla moquette e rimanere così finchè il dolore non lo avesse ucciso.
Occhi verdi, verdi come i prati estivi, le distese di erba dove lui e Lily correvano.
Occhi uguali, identici, a quelli di lei.

Gli occhi di Lily.

Severus costrinse le sue gambe a sostenerlo, a cercare di mantenerlo in piedi, perché doveva assolutamente fare una cosa.

Prese il bambino, se lo portò al petto e cerco di dondolarsi un po’ come aveva visto fare Lily. Il bambino non cessò di piangere, però il lamento si attutì un pochino. Gli occhi verdi, grandi, pieni di lacrime, lo fissarono per qualche istante. Poi il bambino allungò una manina e la poggiò sulla guancia di Severus. Una manina bagnata di lacrime e calda.

Non riusciva a distogliere lo sguardo dal figlio della donna che amava.

« Andrà tutto bene, piccolo. Giuro che ti proteggerò sempre, in nome di tua madre. »

E uscì dalla stanza, lanciando un’ultima occhiata al corpo accasciato al suolo di Lily che, ora, sembrava quasi guardarlo e sorridergli.

Uscì in strada con il piccolo ancora in braccio.

Lo avrebbe portato da Silente, l’unica persona che avrebbe potuto dirgli cosa fare.

Lily, sei stato il mio angelo in terra, la luce che illuminava il mio sentiero scuro. Ti giuro che non sarai morta invano e, quando ti raggiungerò, sarai fiera di me. Lo giuro.
   
 
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