Le parole in grassetto appartengono al testo della canzone
di Valentina Lupi, “Quello che vorrei”.
Quello
che vorrei.
Uno stupido pezzo di
carta, ricolmo di segni d’inchiostro… Questo è ciò che mi rimane da fare per
riuscire a parlare con te.
Non fai altro che
evitarmi. Pensi che sia il comportamento più adatto, per allontanarmi, buttarmi
in un dimenticatoio e sopprimere i sentimenti di entrambi, ma… no! Io non
riesco a dimenticarti. Non ce la faccio. Sembra una frase fatta e ben poco
idonea a me, ma io non posso vivere senza di te.
Sono sollevata dal fatto
che tu non possa impedirmi di scriverti. Non so se leggerai ogni parola o se,
sbirciate le prime due righe, butterai questa sorta di lettera, senza
proseguire, ma almeno io avrò detto tutto quello che non hai voluto ascoltare.
Non importa se mi
riterrai una bambina. Non importa come reagirai. Non importa più quello che dirai, quello che non hai mai detto e adesso
vuoi per noi. Io sono certa di aver visto, anche solo per un momento, quello
che provi per me. È stato celato bene, ma l’ho riconosciuto… in quel bacio ed
in quelle carezze. Ma ora non so più
sentire tutto quell’amore che riempiva le tue frasi, preparate bene.
Sembravano pensate appositamente per me… improvvisate, ma così dolci. Non sai
quante notti ho trascorso a ricordarle. Ogni volta però, l’immagine del tuo
sguardo malinconico, amareggiato e freddo mi distruggeva inevitabilmente il
cuore, e lo fa tuttora.
Il fatto è che sei uno
stupido. Non mi dire “quella è una parte della luna”. Ma se
proprio insisti, vado a prenderla per te… però non me ne faccio niente
della salvezza. Sono belle parole le tue.
Quanto sei romantico!
Non ci crederesti, se ti
dicessi che, ogni volta che penso alle tue stupide paranoie, mi viene da
prenderti a schiaffi. Pensi che mi importi qualcosa di essere viva? È come non esserlo,
se non ci sei tu.
Non mi interessa dei
pericoli che corro. Non me ne frega niente del fatto che quella che vedo è solo
una parte di te. Non hai capito ancora
che quello che vorrei è la luna piena? Voglio convivere con entrambi i tuoi
io. Voglio starti accanto.
E non importa se quello che farai ti convince di star bene solo come sei.
Io lo so come ti senti e come ti sei sentito per tutta la vita, ma lasciami
provare a farti felice. Io non ti lascerei da solo per nulla al mondo. Non
potrei. Non ci riuscirei, nemmeno se fossi comandata da un imperio.
Non
so più evitare quello che è reale.
Ti amo e non posso più mettere via questo batticuore e la tristezza, che mi
invade l’anima nel vederti distante e freddo, anche se sei così vicino a me. La tua incomprensione si confonde e fa più
male, e non riesco in alcun modo a trattenere le lacrime quando borbotti
“lasciami in pace” e se mi dici “quella
è una parte della luna”. Non sono una stupida. Io ti conosco. Conosco
quella parte di te e conosco quali sono le tue preoccupazioni, ma se proprio insisti vado a prenderla per
te. Quanto sei romantico! Non serve che tu lo sia. Non serve a nulla
comportarti da prode cavaliere. Non hai
capito ancora che quello che vorrei è la luna piena?
Ma la cosa che mi fa più
rabbia, vuoi sapere qual è? Sono le tue menzogne… l’odio sprezzante nei miei
confronti che ti ostini a mostrare… a fingere di provare, pur di far star bene
me. Non so più se crederti, o lasciarmi
accarezzare dolcemente dalle tue bugie, che mi lacerano dentro. Pensi che
mi salverò da te, così facendo. Forse hai ragione, ma non mi salverò da me
stessa.
Noi
non siamo simili. Tu
forse riesci a soppiantare questo sentimento e a pensare solo a cosa è giusto.
Io non riesco a congelare quel che sento.
Non
ti accorgi che quello che vorrei è la luna intera? Non importa di cosa sia composta l’altra
parte.
E
mentre cerco un modo per dimenticarti, un modo per tenerti più distante da
tutti i miei pensieri,
mi ritrovo a piangere, a battere il pugno contro un muro, ad imprecare anche
contro quella sfera argentea che illumina il cielo.
Non posso cancellarti. Riesco
solo ad allenare la mia mente alla
ricostruzione, e non nascondermi e non inventare storie.
Sono passate delle
settimane e siamo sempre a questo punto. Ci ignoriamo continuamente. A volte mi
chiedo se sto soffrendo solo io, poi ricordo. Metto a fuoco la tua immagine e
vedo la tua malinconia. Ed è in quel momento che sono certa che tu non hai mai
smesso di tormentarti in silenzio. Ti
muovi lentamente, cerchi nuove strategie e non capisci fino in fondo il senso
di ogni tua pretesa. Mi ferisci, contrattacchi e ti difendi e mi dici “non sarò per questo mai quello che cerchi”.
Lo so. Forse la nostra non sarà una favola. Non ci sarà nessun ranocchio o
nessuna bestia che tornerà principe, ma io… io ci sarò.
Noi
non siamo simili. Non ti accorgi che quello che vorrei è la
luna intera?
Non ho altre richieste
per questa notte, se non far scivolare questo pezzo di pergamena sotto la porta
della tua stanza. Chissà se il fruscio ti farà svegliare?
Ad ogni modo, quello che
dovevo dirti ora lo sai, Remus.
Buonanotte.
Tonks
~