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Autore: _hurricane    14/07/2011    9 recensioni
C’era una volta un giovane fanciullo dalla pelle chiara, così chiara che tutti lo chiamavano Porcellana. La sua matrigna, la regina Sue Sylvester, lo costringeva a vestirsi di stracci e lavare i pavimenti del suo palazzo. Porcellana aveva un grande sogno: incontrare un bellissimo principe che lo avrebbe salvato per portarlo al suo castello e sposarlo, proprio come nelle favole che leggeva da piccolo. Ma si sa, i sogni non sempre si avverano: certe volte, la vita è anche meglio.
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“No, non devi scusarti,” – disse Porcellana, tirando su con il naso, - “io voglio farlo. Voglio che tu sappia tutto di me, Blaine. Tu…”. Alzò il viso e lo guardò. Ormai doveva dirlo. “Tu sei il mio principe” concluse, arrossendo lievemente.
“Il tuo principe?” chiese l’altro, incuriosito ma in fondo vagamente affascinato dal modo in cui suonava quella frase.
“Sì, proprio come quelli dei libri. Lo so che io non sono una principessa, però… ho sempre aspettato. E alla fine sei arrivato. Non ti sei nemmeno preoccupato del fatto che fossi soltanto un servo, mi hai salvato e basta, come nelle favole. Tu sei il mio principe, Blaine”.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sue Sylvester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XIV – Once upon a time, looking for you

 

Quella mattina, Blaine si svegliò controvoglia. Sapeva che non avrebbe potuto vedere Kurt se non il giorno dopo, visto che quella sera ci sarebbe stato il ballo per l’anniversario dei suoi genitori e non poteva assolutamente mancare. Certo, se avesse potuto l’avrebbe fatto: in fondo non poteva essere tanto diverso da quello organizzato l’anno prima, o quello prima ancora, mentre di Kurt ce n’era uno soltanto.

Lui non era come una stupida festa mondana ripetuta all’infinito, frivola, noiosa. Kurt era più che altro come una gita in campagna, quelle programmate di fretta o non programmate affatto che poi, inaspettatamente, si rivelano le più belle proprio perché niente è andato come prevedevi.

Kurt ai suoi occhi era sempre diverso, e non gli piaceva chiamarlo “Porcellana” perché gli sembrava che quel nome fosse un insulto alla sua pelle, capace di assumere colori differenti e bellissimi.

Per Blaine, la pelle di Kurt era bianca come la Luna e come la neve dell’inverno, ma non quella che cade a piccoli fiocchi, inconsistenti e quasi trasparenti: quella arenata sulle pendici dei monti lontani, che riusciva a vedere dal balcone della sua stanza da letto quando il cielo era abbastanza sereno. La pelle di Kurt, però, a tratti poteva diventare leggermente rosata, del colore di una delle tante sfumature del sole all’alba, o forse al tramonto, era ancora indeciso tra le due.

Quella del suo viso, infine, si tingeva di rosso sfumato quando lo guardava negli occhi, infiammandosi come un piccolo fuoco appena nato nel bel mezzo di una distesa innevata, debole e incerto su quella superficie chiarissima, eppure ben visibile anche a chilometri di distanza.

Per Blaine, il colore freddo e monotono della porcellana non si addiceva alla pelle di Kurt.

Una volta alzatosi dal suo enorme letto a baldacchino, si vestì, indossando la sua solita casacca aderente ma senza il mantello, che metteva soltanto per uscire. Si infilò gli stivali puliti e perfettamente lucidati dai suoi servi e con aria svogliata uscì dalla camera, per poi percorrere il lungo corridoio. Una volta giunto all’ampia scalinata che conduceva al piano di sotto, scese i gradini di marmo bianco fino ad arrivare nell’immensa sala dei ricevimenti del castello.

Sua madre, la Regina Mathilda, era già intenta a dettare ordini a destra e a manca come al solito, mettendo bocca su come disporre le posate sui tavoli, quali fiori utilizzare per le decorazioni, quali balli eseguire e quali no e il colore dei tendaggi delle grandi finestre che illuminavano l’ambiente, filtrando la luce esterna. Blaine le si avvicinò a passo lento, facendo zigzag tra i servi esasperati che affollavano l’intera sala correndo da un capo all’altro.

“Il principino si è svegliato finalmente!” disse sua madre vedendolo avvicinarsi, mentre scartava un’orrenda fantasia marrone damascata cacciando in malo modo un paggio. I capelli castani erano acconciati in un’alta impalcatura, sulla quale torreggiava la sua corona d’oro e smeraldi. Indossava un pomposo ed ampio vestito color avorio, che le stringeva esageratamente i fianchi dando al suo corpo un’innaturale forma ad imbuto, secondo il costume dell’epoca.

“Buongiorno, e auguri” disse semplicemente Blaine, prendendole la mano per lasciarvi sopra un bacio leggero.

“Hai intenzione di tenere il broncio tutto il giorno Blaine?” gli chiese allora sua madre alzando un sopracciglio, guardandolo dall’alto in basso.

Il ragazzo stava per rispondere qualcosa quando venne interrotto da una voce forte e decisa.

“Buongiorno!” disse il suo fratello più grande, Trevor, mentre si avvicinava a grandi passi. Aveva i capelli leggermente più lunghi dei suoi ma dello stesso identico colore.

“Allora Blaine,” – continuò, - “pronto per stasera?”

“Che intendi dire?”

“Oh, nostra madre non te ne ha parlato? Abbiamo pensato che sia giunto per te il momento di smetterla di girovagare per i boschi a tempo perso, e trovare una bella e giovane aristocratica con cui sistemarti. Stasera ce ne saranno molte!” rispose il fratello, lanciando un’occhiata complice alla Regina che stava in piedi tra loro.

“Dovresti sapere che le donne hanno occhi solo per te, Trevor” rispose il principe sbuffando.

“Vero,” – ribattè Trevor sorridendo maliziosamente, con una punta di vanità, - “ma tu sai anche che ormai io sono occupato!”

“E poi non c’è da preoccuparsi,” – si intromise la loro madre, - “è già tutto organizzato!”

“Tutto cosa?!” chiese Blaine sgranando gli occhi nella sua direzione.

“La figlia del marchese, Danielle Richford. Certo, non è una principessa, ma Trevor la trova molto attraente e adatta a te, e tuo padre è d’accordo. Vi conoscerete stasera e…“

La donna si fermò per scoccare al figlio minore un’occhiata risoluta, aggiungendo: “…e Blaine, niente storie”. Il ragazzo annuì a testa bassa, stringendo i pugni dietro la schiena.

“Adesso vai, i musicisti volevano sapere il tuo parere per stasera visto che dicono tu sia piuttosto bravo” continuò poi la Regina con un velo di incertezza nell’ultima parte della frase, come se non ci credesse poi tanto.

 

* * *

 

La festa si rivelò monotona e prevedibile, come ogni anno. I genitori di Blaine fecero il loro ingresso trionfante dalla scalinata di marmo una volta che tutti gli ospiti furono arrivati, tenendosi per mano, sorridendo e salutando i presenti. Poi ballarono insieme sulle note di un valzer, come suggerito dal figlio, e presero posto sui loro troni vicini per lasciare spazio agli invitati. Trevor e la sua futura moglie stavano seduti alla loro destra, mentre a Blaine era permesso di prendere parte alle danze con il preciso scopo di conoscere la sua futura moglie.

Mentre un’altra canzone lenta veniva suonata dall’orchestra, Blaine se ne stava appoggiato al vetro di una finestra con le braccia incrociate sul petto, immaginando come sarebbe stato poter ballare con Kurt senza che nessuno trovasse la cosa strana.

Una ragazzina vestita di blu, con dei lunghi boccoli biondi che le scendevano quasi fino alla vita, camminò verso di lui timidamente, tenendo la gonna alzata dal pavimento con entrambe le mani.

“Molto piacere, Maestà,” – disse poi facendo un profondo inchino davanti a lui, - “io sono la marchesina Danielle Richford."

Blaine, tornato improvvisamente alla realtà, la osservò: era una ragazza bellissima, con gli occhi azzurri e le lentiggini.

Ma la sua pelle era… rosa. Semplicemente. Rosa, come la pelle del resto degli esseri umani e di tutte le principesse del mondo. Non era come quella di Kurt… e soprattutto, lei non era Kurt.

“Piacere mio, Lady” rispose come gli era stato insegnato, facendo il baciamano.

“Vi state divertendo?” chiese allora la ragazza abbozzando un sorriso.

“Non molto” disse Blaine, lo sguardo perso tra i vestiti delle aristocratiche che ruotavano come trottole al centro della sala da ballo. Al di là di quella massa di persone, incrociò lo sguardo severo di sua madre seduta sul trono dorato dall’altra parte della stanza.

“Mi concederebbe l’onore di un ballo?” chiese quindi alla marchesina, dopo aver annuito controvoglia per far capire alla Regina di aver recepito il messaggio.

Danielle annuì mostrando un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque. Porse la mano al principe, che la prese cercando di sembrare convincente mentre la conduceva tra gli invitati danzanti. Poi le cinse la vita con delicatezza, e lei appoggiò le mani sulle sue spalle. Iniziarono a ballare lentamente, guardandosi negli occhi.

Ma quelli di Blaine, in realtà, non erano più lì: guardavano al di là di quel viso rotondo e affascinante e di quei boccoli fluenti, al di là dell’orchestra e al di là delle mura del castello. Vagavano già per i boschi, in cerca di Kurt. Lo immaginavano cantare con la sua voce d’angelo su un prato verde, la sua pelle liscia illuminata dal sole e sul suo volto un meraviglioso sorriso, che gli creava due fossette agli angoli della bocca. Indugiavano di più su quella bocca, osservandone i contorni sottili e perfetti e immaginandoli deformati in un bacio, contro le sue labbra.

“Tutto bene?” disse la ragazza bionda con cui stava ballando. Blaine si accorse soltanto in quel momento di essersi fermato mentre la musica stava ancora suonando.

“Oh, si” - rispose portandosi una mano alla fronte, - “ho solo bisogno di un po’ d’aria.”

Detto questo, si congedò velocemente e uscì sulla balconata che dava sul vasto giardino reale, noncurante di ciò che avrebbe detto sua madre al riguardo.

Respirò profondamente, i gomiti poggiati al bordo colonnato della balconata e gli occhi rivolti verso l’orizzonte. Si voltò impercettibilmente per osservare la ragazza vestita di blu che aveva abbandonato al centro della pista da ballo, e poi tornò a guardare fuori.

Da quale parte avrebbe dovuto guardare, per vedere il suo futuro?

 

 

* * *

 

 

- Drabble n°9: "The way you turn me on"

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=760758

- Capitolo 2 della traduzione di "The Sidhe"

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=760745

   
 
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