4.
Era
passata
qualche settimana e gli esami – come anche le vacanze estive
– si facevano
sempre più vicini. Taemin trascorreva le giornate a casa,
per prepararsi agli
ultimi test. Non aveva avuto molto tempo libero per uscire
né per trasformarsi
in Taeyeon, suo alter-ego in gonnella. Sospirava, sventolandosi per il
troppo
caldo della sua stanza. La finestra era completamente spalancata, ma
non vi era
nemmeno un alito di vento e, manco a dirlo, il condizionatore era
rotto.
Avrebbero dovuto ripararlo entro la prossima settimana, o almeno
così gli aveva
detto sua madre.
Cercò
di non
pensare al caldo afoso e di concentrarsi sui problemi di matematica. Ma
più del
caldo, c’era qualcos’altro che non voleva dargli
pace: Minho. Non l’aveva più
visto da quel giorno, né a scuola né in giro.
Probabilmente, pensò, deve essere
molto preso dagli esami e non ha tempo.
Sospirò
nuovamente e, a testa china, riprese a studiare. L’indomani
avrebbe avuto
l’ultima prova scritta su tutto il programma
dell’ultimo quadrimestre. Per non
rovinare la media e passare, anche quest’anno, con il massimo
dei voti in tutte
le materie avrebbe dovuto prendere cento su cento. Era sempre stato
capace in
matematica, e quindi non avrebbe avuto grandi problemi nemmeno in
questa prova.
Sbuffò e chiuse il libro, stanco di rileggere ormai la
solita frase da venti
minuti. Non c’era con la testa, quindi era inutile provare
ancora a studiare.
Si alzò e si stese sul letto, chiudendo gli occhi. Minho,
Minho, Minho. Vedeva
solo lui e nessun altro. Sentiva il suo nome ovunque. Si
girò su un fianco,
cercando di pensare ad altro.
Tra
un
pensiero e l’altro finì per addormentarsi.
-
“Quindi
mi
stai dicendo che nonostante domani ci sia l’ultimo test di
prova prima del vero
esame tu non hai aperto libro e sei andato a farti un giro in bici al
parco.”
“No,
Kibum, ti
sto dicendo che: preso dal troppo studio per
distrarmi sono uscito per fare la mia
solita ora di bicicletta giornaliera.”
“Ma
non hai
studiato.”
“Pace,
tanto
in storia non ho problemi.”
“Ma
è il test
su tutto il programma e-“
“Kibum,
anzi, Umma, non preoccuparti.
Passerò anche
questa. E ora scusa ma corro a lavoro. Ci vediamo domani.”
“Okay
okay, a
domani. Byeee.”
Minho
chiuse
la chiamata e si rimise il telefono in tasca. Poi salì sulla
bicicletta e si
diresse verso il market: tra poco sarebbe iniziato il suo turno.
Arrivò
con un
paio di minuti d’anticipo, Jonghyun fuori dal magazzino che
stava scaricando
delle casse da un camion.
“Ohi,
Minho!
Muoviti a cambiarti e vieni a darmi una mano! Queste casse pesano
troppo per il
mio fisico.”
Il
moro
rispose con un cenno della mano, posò la bici e si diresse
verso la stanza
dello staff per cambiarsi. Negli ultimi giorni non aveva dedicato molto
tempo
allo studio, e se ne rendeva perfettamente conto. La sua media era
rimasta più
o meno la stessa, nonostante avesse cominciato a lavorare. Ormai la sua
carriera scolastica, per quanto riguardava le superiori, stava volgendo
al
termine. Non avrebbe più rivisto nessuno dei vecchie
compagni, tranne
ovviamente Kibum, col quale era amico sin dall’asilo.
Si
cambiò e
andò ad aiutare Jonghyun con quelle casse.
“Allora,
uhm,
come se la passa Kibum?”
“Jonghyun-Hyung…
lo chiedi a me? Penso che tu lo senta molto più spesso del
sottoscritto!”
Jonghyun
abbassò lo sguardo, sorridendo imbarazzato.
“Non
è- Beh
sì, ci sentiamo spesso. E’ un male? Mi sta
simpatico quel ragazzo…”
“Tranquillo
Hyung, Kibum se la passa bene è solo-“
posò l’ennesimo scatolone nel magazzino,
interrompendosi “E’ solo stanco per via degli
esami. Appena finiti penso che
potrete vedervi molto spesso. No?”
L’altro
annuì,
poi diede una pacca a Minho sulla spalla.
“Grazie
per l’aiuto…
Aish!
E’ arrivato un cliente, ti conviene andare tu a servirlo, io
sono
inguardabile.” Minho guardò l’amico: era
completamente sudato e… sì, puzzava
leggermente. Non era proprio fatto per i lavori pesanti.
“Okay
okay,
vado io. Tu magari vai a rinfrescarti un attimo, sei leggermente
sudato.”
Jonghyun sorrise, mentre Minho usciva dalla porta del magazzino
dirigendosi
verso la cassa.
“Buonasera
e
benvenuto!” disse rivolgendosi al cliente. “Ah, benvenuta dovrei
dire!” Si
corresse, perché il cliente era in realtà una
cliente.
La ragazza sorrise goffamente, abbassando la testa. Sussurò un “Buonasera” e si diresse verso il reparto dei dolci.
“Se ha bisogno chieda pure!” Minho non fece in tempo a terminare la frase che sentì un tonfo provenire proprio da dove si era appena diretta la giovane: era scivolata, mentre cercava di prendere del latte, facendo cadere le bottiglie di vetro in terra e rompendole. Si avvicinò, abbassandosi per aiutarla ad alzarsi.
“Avrebbe dovuto chiamarmi se non arrivava a prenderle, l’avrei aiutata io a-“ Si bloccò improvvisamente, e sentì come un tonfo al cuore. In meno di un millesimo di secondo pensò di avere davanti a sé la ragazza più carina di tutto il pianeta. Lei arrossì, chiedendo scusa sottovoce.
“H-ho fatto un disastro, mi dispiace. Mi scusi, mi scusi!”
“No, ah, tranquilla. La aiut- ti aiuto ad alzarti, ecco.” Minho aiutò la ragazza a tirarsi su e non poté fare a meno di notare il fisico esile e magro.
“Pagherò per il danno… mi dispiace…”
“Non ti preoccupare, ehm, sistemo io. Succedono spesso queste cose, non è grave…” Minho sorrise, cercando di rassicurare la ragazza. Poi ebbe un lampo di genio e fece la cosa più intelligente della sua vita, secondo lui.
“Come ti chiami? Io sono Minho, piacere.” Le porse la mano, sorridendo a trentadue denti.
“Taeyeon. Mi chiamo Taeyeon.” Rispose l’altra, guardandolo negli occhi.
- - -
Rieccomi, sono tornata. Scusate se è un capitolo un po così, cercherò di farmi perdonare ;___; Spero comunque che vi piaccia, visto che finalmente... insomma, le cose si stanno smuovendo piano piano! Fatemi sapere cosa ne pensate, commenti e critiche sempre ben accetti (:
alla prossima <3