Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    14/07/2011    10 recensioni
Nonostante i demoni siano stati sconfitti, le cose a Fell's Church non sono mai tranquille e un giorno, al pensionato, si scatena una furiosa lite.
Elena, confusa sui sentimenti che prova per Stefan e Damon, decide di lasciare Stefan e dare una chance a Damon.
Stefan la prende malissimo e, furioso, inveisce contro Elena e Damon.
L'unica che riesce a placarlo è Bonnie.
Stefan e Bonnie cominciano a passare sempre più tempo insieme finendo, addirittura, col diventare indifferenti alla relazione tra Damon ed Elena.
E se Stefan, deluso e arrabbiato a causa di Elena, scambiasse per amore il sentimento di grande affetto che lo lega a Bonnie?
E se tra Elena e Damon le cose cominciassero a prendere una brutta piega?
Riusciranno a riportare le cose alla normalità? Oppure arriveranno tardi e Stefan e Bonnie finiranno con l'innamorarsi per davvero? Damon riuscirebbe a sopportare una cosa del genere, se accadesse?
Qui non ci saranno mostri da combattere, ma solo loro e i loro sentimenti.
Naturalmente, da Donnie convinta, non può che essere una storia su di loro e chi mi conosce sa che adoro il lieto fine quindi...ma se avessi cambiato idea?
Leggete per scoprirlo....BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La saggezza è donna

“Alla fine si è rivelato tutto un grosso, grossissimo, stratosferico disastro!” - s’infervorò Meredith battendo una mano sulla scrivania.
“Ehi, ehi….calmati!” - fece Alaric con un sorriso - “Forse la situazione non è così tragica come credi! Ne hai parlato con le nostre due care signore?”.
“Non ancora….” - ammise Meredith a mezza voce.
“Allora penso che dovresti parlarne con loro prima di dare sentenze! Ci deve essere un motivo se la situazione che si è venuta a creare non le infastidisce più di tanto…Insomma, magari è quello che volevano!” - fece Alaric.
“Cioè loro volevano che tutti litigassero con tutti?” - Meredith sbarrò gli occhi.
“Magari il loro è un piano più grande e farli discutere tra loro non era il fine di questo piano ma soltanto una tappa per arrivare da qualche altra parte….!” - suppose Alaric.
Meredith sospirò.
“Forse hai ragione…” - si arrese, sorridendo alla lucina rossa della webcam e guardando il viso di Alaric sorriderle a sua volta dallo schermo del suo pc.
“Dovresti andare al pensionato a parlare con la signora Flowers e la signora Stones!” - le suggerì Alaric.
“Si, dovrei farlo!” - rispose Meredith - “Anzi, ci vado subito! Tanto dovevo passarci lo stesso per parlare con Elena visto che mi ha telefonato pregandomi letteralmente di raggiungerla!”.
“Mi sa che qualcuno deve tirare fuori il suo costume da SuperConsigliera!” - ironizzò Alaric.
Meredith rise della battuta: “Tu, piuttosto, quando ti decidi a tornare?” - gli chiese.
“Torno stasera da  Seattle e ci rivediamo domani!” - rispose Alaric.
“Domani sera c’è il ballo…” - fece Meredith.
“Allora credo proprio che sarà il caso di far prendere aria allo smoking!” - rispose lui.
“A domani, allora!” - lo salutò Meredith mandandogli un bacio con la mano.
“Io te ne mando mille, di baci!” - fece Alaric, sorridendole - “A domani e buona fortuna con la consulenza!” - aggiunse.
Meredith sorrise un’ ultima volta e interruppe il collegamento.
Parlare con Alaric le faceva sempre bene.
Lui poteva essere anche a mille miglia di distranza o in un altro continente dall’altro lato del pianeta, ma sapeva sempre trovare le parole giuste per consolarla, incoraggiarla e farle vedere le cose da una prospettiva diversa.
Era il ragazzo ideale per lei e ogni giorno ringraziava chiunque ci fosse lassù nel cielo per averglielo mandato.
Certo, era dura con tutti gli spostamenti di Alaric per via del suo lavoro, ma Meredith capiva quanto era importante e non se lo faceva pesare troppo.
Vivendo a stretto contatto con due vampiri e una strega e avendo avuto a che fare con demoni, vampiri originari e dimensioni oscure, Meredith stessa aveva sviluppato il forte desiderio di saperne di più, di studiare quel mondo oscuro che era il Mondo della Notte come faceva Alaric.
E sapeva che un giorno lo avrebbe fatto….sarebbe partita con Alaric.
Si scostò dalla scrivania facendo scivolare all’indietro le rotelle della sedia su cui era seduta e, afferrata la borsa, lasciò la sua stanza e uscì di casa, raggiungendo la sua auto parcheggiata sul vialetto.
Era primo pomeriggio e, nonostante il caldo afoso, le nuvole erano tornate a coprire il sole e, di tanto in tanto, si riusciva persino a percepire il grido lontano di un tuono.
Climaticamente parlando non era mai un bene buttare giù il morale di Damon.
Il viaggio in macchina fino al pensionato durò poco e, una volta accostato accanto al marciapiede dall’ altro lato della strada, Meredith si diresse a passo svelto verso il giardino posteriore del pensionato: sapeva che, a quell’ora, non c’era altro posto al mondo in cui avrebbe potuto trovare le due anziane donne.
E, infatti, erano lì a sorseggiare thè freddo sedute attorno ad un tavolo che, probabilmente, avevano fatto mettere lì da Stefan la sera prima.
“Oh, salve Meredith!” - la salutò la signora Flowers sorridendo.
La signora Stones si limitò a farle un cenno con la testa e ad alzare il bicchiere nella sua direzione.
“Buon pomeriggio!” - le salutò Meredith.
“Siediti pure, cara!” - la invitò la signora Stones scostandole la sedia di fianco alla sua.
“Grazie!” - rispose Meredith mettendosi seduta.
“Io sono venuta perché Elena vuole parlarmi, ma dato che sono in anticipo vorrei prima farvi qualche domanda!” - disse.
Le due donne la guardarono attentamente e sorrisero.
“Ce lo aspettavamo dopo gli eventi di ieri!” - chiarì la signora Stones - “Chiedi pure!”.
Meredith prese un bel respiro: “Ok!” - disse - “Ieri, stando qui tutti insieme, hanno praticamente litigato tutti e adesso la situazione è  peggio di prima, ma sembra che a voi stia bene così….”.
“Infatti noi siamo molto contente di come sono andate le cose!” - rispose la signora Stones.
Meredith scosse la testa: “Non capisco…” - ammise.
La signora Stones si sporse verso di lei e le mise una mano su una spalla: “Cara Meredith , è normale che tu non capisca e questo è colpa nostra perché non ti abbiamo spiegato nulla! Ma….essenzialmente, la domanda che devi porti è una sola: Perché i tuoi amici hanno discusso tra loro e se la sono presa tanto?” - le disse.
Meredith la guardò, confusa.
“Ed anche la risposta è una sola: perché ognuno di loro tiene troppo a tutti gli altri e si sono stancati di recitare i ruoli delle coppie felici che in relatà non sono!” - aggiunse la signora Flowers.
“Vedi, Meredith! Il nostro piano è sempre stato uno solo: quello che ti abbiamo raccontato dopo che ci hai sorprese a fare quell’incantesimo! Non è cambiato nulla da allora!” - disse la signora Stones - “Tu credi che quel piano sia cominciato con l’incantesimo e sia finito nel momento in cui abbiamo confessato, ma non è così…..è andato avanti!”.
“Cioè?” - chiese Meredith.
“Noi abbiamo sempre voluto una cosa, cioè far capire loro che si stavano rovinando la vita stando insieme alla persona sbagliata! Ma non potevamo semplicemente andare lì e dirglielo perché dovevano essere loro a capirlo!” - fece la signora Flowers.
“Così avete fatto l’incantesimo!” - s’intromise Meredith.
“L’incantesimo lo abbiamo usato semplicemente per farli scontrare violentemente con la verità dei loro reali sentimenti, verità che li ha lasciati spiazzati, ma che hanno negato!” - disse la signora Flowers.
“Poi è arrivata la seconda fase: noi abbiamo confessato e ribadito quella verità che si è risvegliata in loro e li ha incuriositi. Così hanno cercato di indagare i loro stessi sentimenti e, sicuramente, sono successe delle cose, cose che noi non vogliamo sapere, ma che li hanno portati a dubitare!” - aggiunse la signora Stones.
“Si, ma poi ieri…” - fece Meredith.
“Ieri era il momento della svolta, il momento in cui hanno accettato la verità con cui noi li abbiamo colpiti all’inizio!” - rispose la signora Stones.
“Ma se hanno accettato questa verità significa che Elena ha capito di amare Stefan, Stefan ha capito di amare Elena, Bonnie ha capito di amare Damon  e Damon ha capito di amare Bonnie, giusto?” - fece Meredith.
La signora Stones annuì: “Giusto!”.
“E allora perché adesso stanno tutti male? Le avete viste le facce con cui si ritrovavano ieri sera? Mi hanno fatto una tenerezza assurda….persino Damon!” - fece Meredith.
“Perché la verità fa male, Meredith!” - rispose la signora Flowers con il suo solito tono gentile e pacato.
“Questa è un’assurda frase fatta!” - disse Meredith - “Ma che ci sta a pennello…” - aggiunse - “Non c’è nulla che possiamo fare per aiutarli a capire che non c’è niente da temere e che devono avere il coraggio di dichiarare ad alta voce i loro veri sentimenti senza paura che possano far male?” - chiese.
“Beh….noi non possiamo immischiarci più di quanto abbiamo già fatto!” - fece la signora Stones.
“Ma tu adesso devi andare da Elena, giusto?” - le chiese la signora Flowers sorridendo.
Meredith annuì.
“Chissà di cosa mai vorrà parlarti così urgentemente!” - ironizzò la signora Stones scambiandosi un’occhiata complice con la signora Flowers.
“Voi volete che io li faccia ragionare tutti?” - chiese, sconcertata, Meredith.
“Non abbiamo detto questo!” - fece la signora Stones - “Ma è vero che se ci fosse qualcuno a mettere un po’ di ordine in quelle loro testoline confuse, magari tutto si risolverebbe prima!”.
“E chi potrebbe svolgere questo compito meglio della ragazza che rappresenta la voce della ragione dell’intero gruppo!?!” - aggiunse la signora Flowers.
Meredith le fissò divertita e quasi spaventata da tanta arguzia.
“Potrei farlo!” - disse -“Ma anche se ci riuscissi, credo che il massimo che potrei fare sarebbe parlare con Elena, Bonnie e Stefan! Per quanto riguarda Damon…..io e lui non siamo grandi amiconi, sapete? Mi chiama Miss Inquietudine!”.
“Tre su quattro è comunque un bel risultato!” - fece la signora Stones.
Meredith sospirò pesantemente, rubò il bicchiere di thè freddo dalle mani della signora Stones e si alzò.
“Allora…..vado!” - disse - “E mi porto pure il thè!”.

Aspettò davanti alla porta di Elena per più di dieci minuti senza muoversi prima di bussare.
Doveva ammetterlo: Meredith era leggermente in ansia.
Certo, non era la prima volta che dava consigli o che le chiedevano di dare consigli, anzi era un po’ quello il suo ruolo nel gruppo, ma adesso si sentiva agitata.
Già la situazione era grave, se poi lei si metteva magari a dire cose che non c’entravano nulla o che sortivano l’effetto sbagliato, avrebbe finito di rovinare ciò che era già abbastanza rovinato di suo.
Respirò lentamente riempiendosi i polmoni d’aria e bevve un lungo sorso di thè, poi raccolse il coraggio e diede tre colpi alla porta della stanza di Elena.
Nemmeno tre secondi dopo la porta si aprì di scatto rivelando una Elena decisamente non al meglio di se con tutti i capelli in disordine e le occhiaie che l’afferrò per il braccio e la tirò bruscamente all’interno della camera per poi chiudere a chiave la porta e lanciarla, letteralmente, su una poltrona.
Meredith era frastornata e francamente anche un po’ seccata visto che tutto il suo thè si era rovesciato sul pavimento.
“Sei in ritardo!” - fece Elena parandolesi davanti a braccia conserte e gambe divaricate.
“Mi sono fermata a prendere del thè di sotto, ma ormai….” - rispose Meredith mostrandole il bicchiere vuoto che era riuscita a salvare lanciandolo sul letto e la pozzanghera al profumo di pesca che era al centro della stanza.
Elena annuì, solenne, poi cominciò a fare avanti e indietro davanti a Meredith.
“Non vorrei disturbare la tua passeggiata...” - ironizzò Meredith - “Ma posso sapere perché sono qui?” - le chiese, cautamente.
Elena si fermò di colpo, si lasciò cadere sulla polltrona di fianco alla sua e, guardandola dritta negli occhi disse: “Ho detto a Stefan che lo amo!”.
Meredith sbarrò gli occhi: “Ah!” - fece.
“Anche lui ha detto che mi ama!” - continuò Elena.
Meredith annuì lentamente.
“Ma…..? Perché a questo punto c’è un ma, giusto?” - le chiese.
Elena annuì.
“Lui non mi crede ed io non so più che fare per fargli capire che dico sul serio!” - disse Elena - “Ho anche provato a parlarne con Bonnie, ma abbiamo finito col litigare di nuovo e neppure lei mi crede! Anzi…mi ha detto che sono un’egoista e che non faccio altro che fare il doppiogioco con Stefan e Damon!”.
“Bonnie ha detto così?” - chiese Meredith.
“Testuali parole…più o meno!” - confermò Elena - “Ma non è così, vero Meredith? Insomma….io non sono come dice lei, giusto?”.
Meredith si bloccò un attimo senza sapere cosa rispondere.
Mentirle non avrebbe portato a niente, ma se le diceva la verità finiva col ferirla.
Vendendo il suo attimo di tentennamento, Elena se ne uscì proprio con la frase di cui Meredith aveva bisogno: “Voglio la verità, Meredith!”.
Meredith si arrese.
“Ok! Senti, Elena! Io ti voglio bene, lo sai, ma…..insomma….tu non sei esattamente una santa! Ti piace stare al centro dell’attenzione e questo ti rende spesso egoista, per non parlare poi di quanto hai fatto soffrire gli altri quando dovevi prendere una decisione tra i due fratelli. Non facevi altro che dire che eri confusa e che ti ci voleva tempo senza pensare a quanto potessero soffrire le persone intorno a te!” - rispose.
Elena si lasciò andare sulla poltrona: “Insomma….è vero! Sono egoista!” - disse, sospirando.
Meredith non avrebbe voluto dirle quelle cose, ma se il suo lavoro era farla ragionare, allora doveva farlo.
Si sporse verso di lei e le mise una mano su un ginocchio per attirare la sua attenzione.
Gli occhi di Elena corsero a lei.
“Cosa posso fare per non essere più egoista? Cosa posso fare per far si che Stefan mi creda?” - le chiese quasi in una supplica.
“Ascolta! Se davvero non vuoi più essere egoista la prima cosa che devi fare è metterti nei panni di Stefan!” - le disse.
“Ma mi ci sono già messa! Lo so che l’ho fatto soffrire e che è tutta colpa mia! Credimi!” - la interruppe Elena.
“Ok! Mi sembra evidente che tu abbia capito dove hai sbagliato, ma non è vero che tu ti sei immedesimata in lui! Perché se davvero ti fossi messa nei panni di Stefan avresti capito quanto è grande la portata del dolore che gli hai inferto e non te ne staresti qui a lamentarti come una bimba di due anni perché lui non corre da te e si getta ai tuoi piedi! Anzi….è meglio che ti ci abitui al nuovo atteggiamento di Stefan, perché dopo quello che ha passato a causa tua, dubito che, se anche si rimettesse con te, tornerebbe a farti da cavalier servente come faceva prima! Ormai quello Stefan è morto e ad ucciderlo sei stata tu!” - fece Meredith, duramente.
Gli occhi di Elena si intristirono.
“Possibile che io non abbia capito proprio niente?” - le chiese.
“Tu non c’eri, Elena! Per un intero mese Stefan ha tenuto te e Damon fuori dal pensionato e fuori dalla sua vita! Non hai visto quanto ha sofferto perché, quando lui ti ha ridato il permesso di tornare qui, Bonnie aveva già operato il suo miracolo su di lui facendolo tornare alla vita! E ti assicuro che non esagero quando parlo di miracolo!” - cominciò Meredith - “Stefan era a pezzi, completamente distrutto, dilaniato a causa tua! Se ne stava sempre rinchiuso qui dentro e spesso è capitato che siamo stati noi a procurargli il sangue che il suo corpo necessitava perché altrimenti si sarebbe lasciato morire di fame! Ha continuato così per giorni fino a che una mattina Bonnie non lo ha praticamente trascinato di peso fuori in giardino, poi lo ha trascinato in strada, poi lo ha trascinato a caccia…..immaginati quella figurina piccola piccola che è Bonnie caricarsi sulle spalle quel pezzo di ragazzo che è Stefan e portarselo ovunque come se fosse uno zaino….sembra impossibile, ma lei lo ha fatto!” - continuò Meredith, sorridendo al ricordo - “E nel frattempo lo riempiva di schiaffi per farlo reagire, ma lui non dava segni di vita fino a che, un bel giorno, Bonnie stava per colpirlo per l’ennesima volta e lui si è voltato e le ha bloccato il polso….un attimo dopo erano scoppiati a ridere entrambi!” - finì di raccontare Meredith - “ Vedi, Elena….quel periodo è stato davvero brutto per Stefan e tutti noi gli siamo stati vicini condividendo con lui il suo dolore e ti giuro che era straziante vederlo ridotto in quel modo….molto più di quanto si possa immaginare! Quindi….non è neppure colpa tua se non riesci a capire quanto ha sofferto perché se non lo si è visto con i proprio occhi non lo si può capire e tu non c’eri!” - aggiunse.
“Bonnie ha davvero fatto tutto questo?” - chiese Elena in un sussurro.
Meredith annuì: “Sì! Quindi non prendertela neppure con lei se non ti crede e si schiera con Stefan! Vedi….come ti ho detto, noi tutti qui abbiamo visto il dolore di Stefan, ma Bonnie lo ha vissuto in prima persona e questo deve essere stato mille volte peggio!” - rispose - “Forse lei è l’unica che riesce a capirlo per davvero!” - aggiunse.
Elena annuì, sovrappensiero.
“Bonnie, ieri, mi ha detto anche che devo dimostrare con i fatti quello che dico…che devo troncare con Damon!” - fece Elena.
Meredith si stupì: “Perché, non lo hai ancora fatto?”.
Elena scosse la testa.
Meredith le diede un colpetto sul braccio: “E si può sapere che aspetti?” - le disse - “E’ logico che Stefan non ti creda se stanno così le cose!”.
Gli occhi di Elena si riempirono di lacrime.
Aveva un’espressione così atterrita e smarrita che le faceva tenerezza.
“Ascoltami!” - sospirò, Meredith - “Io ti credo, Elena! Ma se vuoi che anche Stefan cominci a crederti devi darti una mossa! Devi capire che ormai la fiducia che lui nutriva nei tuoi confrointi è andata a farsi benedire e le prima cosa che tu devi fare, prima di riconquistare il suo cuore, è riconquistare la sua fiducia! Ma per farlo devi porre fine alla tua relazione con Damon una volta per tutte e definitivamente, questa volta! Basta giochetti! Devi andare da Damon, dirgli che ami Stefan e solo lui, mollarlo e fargli capire per bene che tra te e lui non ci potrà mai essere nulla perché, metti caso che tu e Stefan torniate insieme…..se Damon ricomincia a comportarsi con te come faceva una volta e tu lo lasci fare come facevi una volta, Stefan non ti perdonerà mai!” - la avvertì - “Allora? Sei pronta a farlo? A dire addio a Damon?”.
Elena ci penso su per un po’, poi strinse i pugni e la guardò con determinazione.
“Si! Troncherò con Damon non appena lo vedo e poi andrò da Stefan a dirglierlo!” - disse.
“No!” - la fermò Meredith - “Non puoi pretendere che Stefan torni magicamente a confidare in te! Devi dargli tempo, tutto il tempo che vuole senza fargli pressioni!”.
Elena annuì e si corresse: “Ok! Allora mollo Damon e dò a Stefan tutto il tempo che vuole! Nel frattempo mi tengo lontana dai guai!”.
Meredith annuì sorridendo.
Ma Elena si rabbuiò di colpo: “E se Damon non ne vuole sapere? Si, insomma…se non sarà così facile troncare con lui?” - le chiese, nel panico.
Meredith sorrise, sorniona: “Non credo che opporrà tanta resistenza, sai?” - disse.
Elena la guardò, curiosa: “Sai qualcosa che io non so, Meredith?” - le chiese.
“Oh, andiamo, Elena! Nel nostro gruppo, tu sei quella bella, Bonnie è la dolce strega magicamente dotata e io sono quella intelligente! E’ mio preciso dovere sapere più cose di tutti voi messi insieme!” - scherzò Meredith strappando un sorriso ad Elena.
“Bonnie…devo chiederle scusa!” - disse.
“Beh…allora ti lascio! Si sta facendo tardi ed ho un ballo da portare in scena domani sera!” - fece Meredith alzandosi e avviandosi alla porta seguita da Elena - “A proposito…ti consiglio di procurarti una maschera se vuoi venirci anche tu…naturalmente senza Damon!”.
“Ovvio!” - sorrise Elena  - “Ma…aspetta…una maschera, hai detto?”.
“Stefan ci ha detto della tua idea e della voglia che avevi di partecipare al ballo, così io e Bonnie ci siamo date da fare e abbiamo avanzato la proposta di un ballo mascherato! E devo dire che ha riscosso grande successo!” - spiegò Meredith - “Lo vedi che ci tiene ancora a te?” - aggiunse.
Elena arrossì.
“Quindi niente cavolate Elena!” - la rimproverò Meredith - “Sta in campana, dagli tempo e….ascolta il tuo cuore!”.
“Grazie, Meredith!” - fece Elena.
Meredith le mandò un bacio e un sorriso prima di sparire oltre la porta e scendere di corsa le scale.
Mentre montava in auto, lanciò uno sguardo alla finestra della camera di Elena e sospirò sollevata: “La prima è andata!”.

Arrivò al palazzo comunale con qualche minuto d’anticipo.
Aveva avvertito Bonnie che non avrebbe potuto passarla a prendere quel giorno e, infatti, nel parcheggio notò subito la bici verde smeraldo dell’amica.
A Meredith scappò un sorriso: Bonnie doveva averla maledetta parecchio per averla costretta a farsi tutta quella strada in bici e con quel caldo!
Fece scattare l’antifurto dell’auto e si avviò verso il giardino posteriore dove fervevano i preparativi per il ballo della sera dopo quando, in lontananza, intravide la figura solitaria di Stefan che usciva dal cancello principale: doveva aver fatto compagnia a Bonnie durante il tragitto.
- Beh…già che è qui! - pensò Meredith gettandosi all’inseguimento del vampiro.
Stefan camminava lentamente così che Meredith non ci impiegò molto a raggiungerlo sulla via principale di Fell’s Church.
Sarebbe arrivata tardi all’incontro, ma aveva una missione più importante da compiere.
“Ehi, Stefan! Fermati!” - lo chiamò.
Il vampiro si bloccò all’istante e si girò verso di lei.
“Ehi, Meredith!” - disse, per poi raggiungerla -  “Tutto bene?” - le chiese.
Meredith annuì: “Si, ho soltanto corso un po’ per raggiungerti e poi fa un gran caldo che quasi non si respira!” - rispose sorridendo.
Stefan ricambiò il sorriso: “Hai corso per raggiungermi?” - le chiese curioso - “Volevi dirmi qualcosa?”.
- Ok, Meredith…buttati! - pensò la ragazza riavviandosi i capelli all’indietro.
“Si, io…ehmm…ho parlato con Elena prima e mi ha raccontato un po’ di cose..” - disse.
Stefan annuì, consapevole: “Cose su di me e su ciò che lei pensa di provare, immagino…” - disse.
“Si, mi ha detto che non le credi….” - fece Meredith.
Stefan sospirò e si passò le mani sul viso dall’espressione tormentata prima di risponderle: “Come faccio a crederle, Meredith? Non posso…semplicemente…non posso!” - disse - “Ci sono già passato e non voglio ricominciare tutto d’accapo perché se dovessi ripiombare in quello stato pietoso in cui lei mi ha ridotto….questa volta credo che neppure tutte le Bonnie del mondo riuscirebbero a rimettermi in sesto!”.
Meredith annuì, lentamente - “Ti capisco…lo so, l’ho visto con i miei occhi quello che ti ha fatto, ma…..Stefan…io mi preoccupo per te!” - disse.
Stefan si accigliò: “Ti preoccupi? Perché?” - le chiese.
Meredith si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla destra: “Ascolta….Hai mai provato a pensare come sarebbe davvero la tua vita senza Elena? L’eternità senza Elena?” - gli chiese - “Io capisco che hai paura di soffrire ancora e che non ti fidi più di lei e ti appoggio, ma pensa a te stesso….insomma….lei mi ha detto che tu le hai praticamente confessato di amarla ancora, è vero?”.
Stefan annuì, rassegnato.
“Ecco! Pensa a questo: dopo tutto quello che ti ha fatto passare tu la ami ancora. E sai perché? Perché nonstante la tua testa sia ormai passata oltre, sia mille miglia lontano da Elena, nonostante la tua razionalità le abbia detto addio……il tuo cuore non l’hai mai dimenticata e continua ad amarla!” - gli disse - “Sai, una volta Alaric mi ha raccontato una cosa su voi vampiri, mi ha detto che anche se il vostro cuore è fisicamente morto, voi paradossalmente siete le creature in grado di provare l’amore più profondo e duraturo che possa esistere….e lo provate per una sola persona ed è per sempre!” - continuò Meredith - “Certo, ha anche aggiunto che non per tutti i vampiri è così! Ci sono anche i vampiri che rifiutano totalmente l’amore e qualsiasi altro sentimento e ci sono anche quei vampiri che non credono in questa leggenda e pensano di poter amare più di una volta nella loro esistenza….ma tu non sei così! Tu sei esattamente quel tipo di vampiro che ama una sola volta e per sempre, sei quel tipo di vampiro che riconosce a prima vista la donna della sua vita e fa di tutto per starle vicino!” - finì Meredith.
“E questo che significa? Che stai cercando di dirmi?” - le chiese Stefan guardandola negli occhi.
“Significa che tu sei speciale, Stefan! Significa che hai un cuore capace di grandi cose, prima fra tutte: amare! Sei in grando di provare un amore forte e smisurato, alle volte persino esagerato….e lo provi per un’unica persona: Elena! Che tu lo voglia oppure no!” - rispose Meredith.
Stefan scosse la testa: “Non posso tornare con lei come se nulla fosse!” - disse.
“Ed io non ti sto dicendo di farlo!” - ribattè Meredith - “ Ti sto solo dicendo di tenere a mente questa cosa e di pensarci, di pensare al tuo futuro! Preferisci pensare all’eventualità di dare, un giorno, una seconda possibilità ad Elena oppure preferisci trasformarti in uno di quei vampiri che rifiutano ogni sentimento e che sono soltanto dei mostri? - gli chiese.
Stefan la guardò senza rispondere.
“Prenditi il tuo tempo! Pensaci, riflettici su…..una cosa che non ti manca è proprio il tempo!” - lo esortò Meredith  - “Pensa a quello che ti ho detto e non ti costringere ad escludere Elena dalla tua vita! Così, forse, potrai capire cosa realmente le passa per la testa! Dopotutto non hai niente da perdere, ma soltanto da guadagnarci: se decidi di darle un’altra chance allora sarai felice, se, invece, capisci che lei non è davvero cambiata…beh…almeno ti sarai tolto un dubbio e ti sarai evitato parecchie sofferenze!” - aggiunse, sorridendo.
Stefan la guardò per diversi istanti prima che un debole sorriso apparisse sulle sua labbra: “Prendere tempo……forse hai ragione!” - ammise.
Meredith gli battè due volte sulla spalla, delicatamente: “Ascolta il tuo cuore, Stefan! In certe situazioni è la cosa migliore da fare!” - gli consigliò.
Stefan annuì, sorridendo e sospirando.
“Beh…io adesso vado, sono già in ritardo!” - fece Meredith, cambiando argomento.
Stefan guardò distrattamente l’orologio che aveva al polso: “Si, sarà meglio che vai….lo dico per il tuo bene: non è una cosa consigliabile lasciare da sola Bonnie in balia della signora Hill per troppo tempo!” - disse Stefan.
“Si, si, si….hai ragione! Se non mi sbrigo finisce che la mia cara amica mi scuoia viva!” - ironizzò Meredith, indietreggiando.
Stefan le rivolse un ultimo sorriso sereno: “Ciao, Meredith!”.
Meredith alzò una mano nella sua direzione: “Ciao, Stefan!”.

Come previsto, Bonnie la aspettava a braccia conserte e con un cipiglio non proprio amichevole all’entrata della sala per il ballo.
“Scusa, scusa, scusa! Sono in ritardo…lo so…” - tentò di giustificarsi Meredith appena arrivata.
L’espressione di Bonnie si addolcì, ma solo di poco.
“Ti perdono solo in onore della nostra decennale amicizia!” - disse - “Se si fosse trattato di qualcun altro non avrei esitato a togliergli l’amicizia su Facebook! Sai quanto mi irrita stare da sola a sorbirmi le lamentele della signora Hill!”.
Meredith accennò un sorriso e le si avvicinò, mettendole una mano dietro la schiena e guidandola verso la loro postazione da decoratrici: “Lo so ed è per questo che ti chiedo perdono, ma sono stata trattenuta…” - disse.
“Ah, si? E da chi?” - chiese Bonnie.
“Da qualcun altro a cui non toglieresti mai l’amicizia su Facebook: Stefan!” - rispose Meredith.
Bonnie sbuffò: “E’ davvero stressante essere amica di voi due: non riesco mai ad arrabbiarmi come si deve!” - disse mettendo su un broncio da bambina decisamente adorabile.
Meredith sorrise e le fece l’occhiolino, ma non si era dimenticata della “missione” che le avevano affidato la signora Stones e la signora Flowers, così colse la palla al balzo per entrare nell’argomento anche con Bonnie.
“Allora mi reputo fortunata!” - buttò lì - “Elena mi ha detto che quando ti arrabbi fai paura!”.
Restò a guardare Bonnie per qualche secondo per vedere che effetto sortiva il suo commento e, infatti, la risposta non tardò ad arrivare.
“Elena ti ha detto che abbiamo litigato di nuovo, eh?” - le chiese Bonnie.
Meredith annuì.
“E ti ha detto anche il perché?” - fece Bonnie appoggiandosi al tavolo da lavoro che era stato assegnato a loro due.
“Si, mi ha detto tutto!” - disse Meredith, con un tono che faceva ben intendere che Elena le aveva raccontato proprio tutto tutto.
Bonnie annuì: “E cosa ne pensi?” - le chiese.
“Penso che Stefan abbia ragione a non fidarsi e che Elena ha sbagliato a non mollare subito Damon e ha sbagliato anche a stare troppo addosso a Stefan! Le ho detto di rimediare a tutti e due gli sbagli!” - rispose Meredith.
“Beh…mi sembra sensato!” - fece Bonnie.
Si misero entrambe a sedere e, mentre Bonnie faceva l’inventario di tutto ciò che era stato usato e di tutto ciò che era stato lasciato negli scatoloni, Meredith riprese a controllare che tutti i permessi fossero in ordine e che tutti i fornitori fossero all’opera.
Arrivata a metà del lavoro, mentre il sole cominciava a calare, Meredith disse: “E tu che mi racconti? Stai bene?”.
Bonnie le rispose senza guardarla: “Mi hai vista piangere ieri?”.
Meredith sospirò, guardò lo sguardo neutro che l’amica continuava a rivolgere alle pile di fogli davanti a se e si infuriò: “Sinceramente non capisco proprio perché diamine devi sempre farti del male, Bonnie! Comincio a temere che tu abbia seri problemi di autolesionismo emotivo!” - sbottò battendo una mano sulla scrivania.
Bonnie sbiancò e la guardò con occhi spalancati.
“Si può sapere di che cosa stai parlando?” - le chiese, come se fosse lei la matta.
Meredith le si avvicinò e abbassò il tono della voce: “Sto parlando di te, Bonnie! E sto parlando dei tuoi sentimenti e di Damon! Ecco di cosa sto parlando!” - disse.
Bonnie si ritrasse scuotendo la testa: “Non c’è nulla tra me e Damon!” - negò.
“Ok! Quindi deduco che vuoi continuare a giocare  a < Io non sono innamorata di Damon >!” - disse Meredith.
“Io non sono innamorata di Damon, Meredith! Mettitelo in testa!” - disse risoluta Bonnie.
“Senti, Bonnie! Come hai detto tu prima, in onore della nostra decennale amicizia….vedi di non raccontarmi cavolate!” - rispose altrettanto risoluta Meredith.
Restarono a fissarsi occhi negli occhi per attimi interminabili.
La prima ad abbassare lo sguardo fu Bonnie.
“Ok! Lo ammetto! Sono innamorata di Damon!” - si arrese - “E adesso? Mi spieghi cosa cambia?” - le chiese.
“Se non ti metti in gioco non cambierà mai nulla!” - rispose Meredith.
Bonnie sembrò spazientirsi e alzò gli occhi al cielo.
“Oh, andiamo, Meredith! Mettermi in gioco per cosa? Per soffrire ancora? Per continuare a vederlo sbavare dietro ad Elena per il resto dei miei giorni?” - fece Bonnie - “No, grazie, Meredith! Ci sono già passata e non mi è piaciuto per niente!”.
“Elena…certo!” - fece Meredith - “Perché era Elena quella che guardava in continuazione ieri! Ed era Elena quella per cui si è quasi fatto pestare da Stefan! Così com’ era Elena quella che lo ha reso uno straccio ieri sera quando se ne è corsa via!” - disse - “Sarò anche rimasta in disparte ieri, ma ho visto tutto! E, sinceramente, quello sguardo perso con cui l’ho visto dopo che te ne sei andata…lo ammetto….mi ha fatto quasi pena, sembrava un poveraccio!”.
“Perché mi stai dicendo tutte queste cose? Per farmi sentire in colpa?” - fece Bonnie.
“No!” - rispose Meredith scuotendo la testa e afferrandola per le spalle - “Bonnie io ti voglio bene e voglio che tu sia felice! Se non credessi che Damon prova davvero qualcosa di forte per te io non starei qui a difenderlo, ma sarei la prima a dirti di stargli alla larga anche a costo di doverti trasferire in Cina!” - aggiunse strappando un sorriso alla rossa - “Ma sono qui e ti sto dicendo di parlargli, di lasciare che si spieghi chiaramente una buona volta e di non saltare subito alle conclusioni basandoti soltanto su eventi passati!”.
“Come fai a definire evanto passato il fatto che lui adesso sta con Elena e che stravede per lei?” - fece Bonnie.
“Strevede per lei? Sul serio?” - fece ironicamente Meredith - “Bonnie, tu e Stefan sembrate una coppia di innamorati diecimila volte di più di quanto non lo sembrino Damon ed Elena! E dammi retta che io queste cose le vedo chiaramente dall’esterno! Tra quei due….non funziona! Insomma, se funzionasse Elena non si sarebbe ricreduta sulla sua scelta e..beh….deve pur essere successo qualcosa tra te e Damon per farti ripiombare in questo stato, no?” - le chiese.
Bonnie annuì: “Si, sono decisamente successe delle cose…” - confermò.
“Ecco, questo vorrà pure dire qualcosa, no?” - fece Meredith.
Bonnie annuì lentamente e sospirò: “E come faccio a sapere che per lui non è tutto un gioco?”.
Meredith scosse la testa: “Non lo so! L’unica cosa che puoi fare è…parlare con lui e scoprirlo!” - le consigliò.
“Quindi, secondo te, dovrei andare dritta da Damon a chiedergli cosa prova per me? Correndo il rischio che mi scoppi a ridere in faccia?” - fece Bonnie.
“Si, è esattamente quello che devi fare!” - rispose Meredith - “ Bonnie tu non sei una bambina indifesa e probabilmente non lo sei mai stata! Siamo stati noi gli sciocchi a considerarti tale perché tu…insomma….soltanto negli ultimi mesi hai: risollevato dal baratro un vampiro depresso con cui hai instaurato un rapporto invidiabile, portato avanti la tua vita umana, fatto enormi progressi come strega e le hai cantate per più di una volta ad Elena!” - elencò Meredith - “Penso che tu sia forte abbastanza per riuscire a reggere un confronto con Damon!” - aggiunse.
“Quindi…devo parlargli?” - fece Bonnie.
“Quindi devi parlargli!” - confermò Meredith.
Bonnie annuì e, sorridendo, abbracciò Meredith.
“Sai? Mi sono improvvisamente ricordata perché la nostra è un’amicizia decennale!” - fece Bonnie.
“Ne sono felice!” - rispose Meredith, alzandosi e facendo per andare via nell’istante in cui la signora Hill cominciò a gridare a gran voce che tutto il lavoro era stato svolto e che potevano ritornare a casa ed essere orgogliose perché il ballo della sera dopo sarebbe stato spettacolare.
“Un ultimo consiglio?” - le gridò Bonnie.
Meredith si voltò e sorrise, conoscendo già la risposta perfetta: “Quando gli parlerai e lui ti risponderà, poi dovrai essere tu a valutare se fidarti oppure no!” - disse - “Beh….ti do una dritta per capirlo rapidamente: ascolta il tuo cuore, Bonnie!”.
Bonnie sorrise e annuì: “Te lo prometto!”.

Per la maggioranza delle persone il momento più opportuno per fare jogging era all’alba, ma Meredith non era la maggioranza delle persone.
Lei adorava fare jogging al tramonto, dopo cena.
Le piaceva correre per ore con il sole che tramontava alle sue spalle e sentire i caratteristici tintennii dei bicchieri che provenivano dalle case dove le donne si davano da fare per caricare la lavastoviglie.
Era rilassante.
Ma la cosa che le piaceva più di tutte era tornare a casa dopo una bella corsa, farsi una doccia rinfrescante e buttarsi sul suo comodo lettone per una dormita lunga e rigenerante.
Quella sera, poi, si sentiva fiera di se stessa mentre le goccioline di sudore le imperlavano la fronte e la coda con cui aveva legato i capelli le dondolava sulle spalle.
Era riuscita a portare a termine la sua “missione”, aveva parlato sia con Elena che con Bonnie ed anche con Stefan.
Certo, il quadro non era al completo perché c’era anche Damon, ma…andiamo…lei che parlava con Damon di sentimenti? Era assurdo! Soprattutto perchè Damon non parlava con nessuno di ciò che provava, figurasi se ne andava a parlare a lei….Miss Inquietudine.
Ma la signora Stones le aveva detto che anche tre se quattro era un bel risultato, quindi….
Meredith svoltò lungo il viale alberato che costeggiava la casa di Bonnie e che, di solito, a quell’ora di sera era sempre deserto e aumentò l’andatura della corsa spostandosi liberamente verso il centro della strada.
Fu in quel momento che uno strano movimento sull’albero di fronte alla casa della sua migliore amica attirò la sua attenzione.
Meredith si fermò sul posto e strinse gli occhi nel tentativo di riuscire a vedere di cosa si trattava, ma non c’era più nulla che si muoveva.
Scosse la testa e pensò di essersi sbagliata, ma proprio mentre ricominciava a correre un nuovo movimento sull’albero seguito dall’apparizione di lucenti capelli neri le fece scappare un risolino.
Damon stava spiando Bonnie!
Era spassosissimo, sembrava di assistere alla scena di uno di quei fim di bassa lega in cui il quindicenne brufoloso e in preda agli ormoni si arrampica su un albero per spiare la reginetta del ballo a sua insaputa.
Meredith rise di gusto e si avvicinò.
Non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea di parlare anche con Damon, ma già che se lo trovava lì….insomma…aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno.
Lanciando un’occhiata alla casa di Bonnie per controllare che non ci fosse nessuno in vista, bussò con le nocche al tronco dell’albero e guardò in alto.
Damon si voltò di scatto con l’espressione di chi è irritato perché non voleva essere disturbato, ma appena la riconobbe sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
Meredith lo indicò e, a gesti, gli fece capire che doveva scendere, ma Damon si piazzò sul viso quel ghigno divertito che lei odiava a dismisura e scosse la testa.
Meredith annuì e non perse coraggio, piuttosto disse: “Ok! Allora sarò costretta ad andare ad informare Bonnie che c’è uno spione sull’albero che ha in giardino!” - parlò con un tono di voce naturale sapendo che Damon avrebbe potuto sentirla comunque.
E, infatti, un secondo dopo se lo ritrovò davanti.
“Cosa vuoi, Miss Inquietudine?” - le chiese Damon incrociando le braccia al petto.
Meredith sospirò e si lanciò nell’ennesimo discorso della giornata.
“Nulla! Mi piacerebbe soltanto sapere perché stai qui a spiare Bonnie quando hai Elena, la ragazza che hai sempre desiderato?!?”- fece Meredith.
“Non sono affari tuoi!” - replicò Damon.
“E invece lo sono perché Bonnie è la mia migliore amica e ha già sofferto abbastanza a causa di un bastardo cronico come te!” - disse Meredith, durantemente.
A quel punto l’attenzione di Damon fu tutta concetrata su di lei: “Siamo in vena di complimenti a quanto pare, eh?”.
Meredith fece un passo avanti e gli puntò un dito contro.
“Ascoltami bene! Non so cosa provi per Bonnie, ma spero per il tuo bene che sia qualcosa di abbastanza forte da spiegare il perché di questo tuo comportamento, Damon!” - disse - “Io voglio solo il meglio per Bonnie e, chissà per quale ragione, lei pensa che il meglio sia tu e ti ama per questo e, dopo quello che è successo ieri sta ancora peggio di prima! Quindi, dato che sono una buona amica, nonostante non ti sopporto, ho passato l’intero pomeriggio a cercare di convincerla a parlarti per decidere se questa volta può fidarsi di te!” - aggiunse.
“Quindi dovrei ringraziarti?” - fece Damon.
“Si, esatto, dovresti!” - rispose Meredith - “Perché è soltanto grazie a me se lei deciderà di darti una seconda opportunità! Ma stà attento a come te la giochi perché sarà l’ultima! Quindi, prima di parlare con Bonnie, ti consiglio di fare chiarezza su ciò che veramente vuoi!” - continuò - “Se vuoi Bonnie e ne sei innamorato, anche se < innamorato > è una parola grossa da usare con te, comunque….se ami Bonnie allora vedi di smetterla di comportarti come se fossi il personale cagnolino scodinzolante di Elena, se al contrario Bonnie è solo un gioco per te e non hai alcuna intenzione di mollare Elena…beh…allora evitala, evita Bonnie e quando vorrà parlarti tirati indietro ed esci fuori dalla sua vita! Mi hai capita?” - fece Meredith.
“Devo prenderla come una minaccia? Oppure era un amichevole consiglio?” - fece Damon guardandola negli occhi.
“Niente amichevoli consigli tra me e te, Damon!” - rispose Meredith facendo per andarsene.
Pochi passi dopo, però, si bloccò e tornò a voltarsi: “Ascolta….non prendermi in giro per quello che sto per dirti, non subito almeno, ma….oggi mi sono ritrovata a dire una frase parecchie volte e sempre in situazioni come questa quindi la dico anche a te!” - disse.
Damon la guardò assottigliando lo sguardo.
“Beh….quando parlerai con Bonnie, se..le parlerai..ascolta il tuo cuore, Damon!” - disse - “Sempre che tu ne abbia uno, ovvio!” - aggiunse.
Lanciò un ultimo sguardo al vampiro e riprese la sua corsa.
La voce divertita di Damon la raggiunse poco dopo, da lontano: “Ehi, adesso posso prenderti in giro?” - le chiese.
Meredith agitò in aria una mano, senza voltarsi, mentre in lontananza la risata di Damon si perdeva nell’aria.
Non poteva certo aspettarsi di meglio dopo avergli detto una frase del genere.

“Quindi?” - le chiese Alaric al telefono.
“Quindi ho fatto quello che mi hanno detto e ho cercato di aprire gli occhi sui loro sentimenti ad Elena, a Stefan, a Bonnie e….persino a Damon!” - rispose Meredith mentre si frizionava i capelli con l’asciugamano.
“Tu hai dato consigli sentimentali a Damon?” - fece Alaric, divertito.
“No! Io ho dato minacce sentimentali a Damon, non consigli!” - rispose Meredith.
“Ok! Quindi adesso che si fa? Si aspetta per vedere che succede?” - chiese Alaric.
“Mi sa di si! A quanto pare questa era l’ultima parte del piano strategico delle due signore, quindi adesso dobbiamo solo aspettare e vedere se ha funzionato!” - rispose Meredith.
“Io credo di si!” - fece Alaric - “La SuperConsigliera non sbaglia mai!” - scherzò.
Meredith rise e si lasciò cadere con un tonfo sordo sul materasso del suo letto.
“Allora ci vediamo domani?” - chiese.
“Puoi giurarci! Arrivati a questo punto non mi perderei quel ballo per nulla al mondo!” - rispose Alaric - "Quindi...buonanotte!!".
“Buonanotte!” - fece Meredith, chiudendo la telefonata e poggiando il cellulare sul comodino.
Si rilassò con un sorriso enorme e guardò il soffitto.
Quel giorno era stato a dir poco strano, ma….doveva ammettere che si era divertita, soprattutto quando aveva puntato il dito contro Damon!
- Però è anche vera un’altra cosa… - pensò massaggiandosi una spalla e sbadigliando -…essere saggia è proprio sfiancante! -.






NOTE:
Ciao a tutte!!!!
Stasera sono in anticipo rispetto al solito...mi sento proprio fiera di me!!!XDXDXDXDXD
E per tutti coloro che non si sono lamentati per niente per la lunghezza dello scorso capitolo, ecco un altro capitolo altrettanto lungo....
Ma è anche un capitolo decisamente particolare!!!
Lo possiamo definire...un infinito POV Meredith!!!
Insomma...a questo punto della storia mancano 2 capitoli più l'epilogo alla fine, quindi mi serviva che qualcuno desse le spinta finale ai nostri quattro protagonisti e....chi meglio della saggezza fatta persona?
Le nostre due coppie hanno praticamente passato tutta la storia a spremersi le meningi per capire cosa è meglio per loro....mi è sembrato opportuno dare loro una spinta da chi ha vissuto tutta la situazione dall'esterno!!!
A voi che ve ne pare?
Vi è piaciuta come idea?
Io, personalmente, non avevo intenzione di scrivere un capitolo così, ma poi mi è venuta questa idea improvvisa e dato che adoro Meredith....ecco qua!!!
Spero che vi sia piaciuto!!!XDXDXDXDXD
Ci "rivediamo" lunedì sul blog per lo spoiler... invece per il capitolo...
A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!!!

   
 
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