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Autore: Ginevra Cordelia    19/03/2006    2 recensioni
Credono di potermi fermare, Credono di poter fermare lui... non ci riusciranno mai, Questa volta nemmeno Silente potrà salvarli. Bellatrix Black
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri di una Mangiamorte

Introduzione



Credono di potermi fermare, Credono di poter fermare lui... non ci riusciranno mai, Questa volta nemmeno Silente potrà salvarli.

Bellatrix Black



La fine di una prigione chiamata Hogwarts

Sette lunghi anni, finiti, volati, dissolti… andati chissà dove… chiusi in un cassetto della mia memoria, che non avrei più aperto… non sarei più tornata in quei luoghi, e non avrei più, passato nottate di nascosto con mio cugino… era iniziato tutto come un gioco, un mio capriccio, una mia sorta di ribellione ad un matrimonio che non volevo, si.. una sorta di ribellione silenziosa… e poi? Beh… Poi avevo deciso di piantarla, ma era troppo tardi, ormai aveva ragione lui… allo stesso modo in cui lo avevo raggirato ammaliato e catturato mi ero imprigionata da sola nella tela del ragno, cercavo di evitarlo, ma immancabilmente poi ci ricadevo, perché.. perché lui era come me… perché con lui non dovevo fingere, perché con lui stavo bene davvero… con il mio odiato e rinnegato cugino. E Dio solo sa come stavo tra le braccia di quel fottuto bastardo la notte. I dodici rintocchi di quella mia ultima notte al castello risuonarono nel quieto silenzio che aleggiava, sull’incantato cortile… mentre le fronde degli alberi venivano scossi da un vento insolente che faceva ondeggiare l’orlo della camicia da notte di raso che indossavo. :”Riflessioni notturne?” domandò una voce alle mie spalle :”Non mi pare di aver chiesto la tua compagnia..” risposi prontamente senza nemmeno aver bisogno di voltarmi per capire chi fosse. :”E da quando devo aspettare che mi venga chiesto?” rispose mordace con un'altra domanda per poi portare le mani sui miei fianchi, posando le labbra sul mio collo, mi scostai bruscamente :”Da quando l’ho deciso io” risposi allontanando le sue mani :”E comunque sto aspettando una persona, quindi gira a largo” conclusi guardandolo negli occhi. Occhi di ghiaccio completati da una lunga chioma argentea e un sorriso sprezzante sul viso: Lucius Malfoy. :”Lucius! Eccoti qui!” esclamò mia sorella :”Già Cissy, stava giusto venendo a cercarti…” dissi senza smettere di fissarlo negli occhi con sfida. Si concesse un’impercettibile sorriso che stava ad indicare la sua ammirazione nella mia bravura nell’arte del mentire. Non risposi a quel sorriso e mi voltai di nuovo verso la finestra. Qualche minuto dopo era di nuovo tutto deserto, la sala comune immersa nell’oscurità, scarsamente illuminata solo dalla luce argentea della luna che a stento riusciva a delineare i contorni dell’arredo della sala. :”Allora per quanto devo aspettare prima che ti renda conto che sono qui?” domandò una voce beffarda alle mie spalle :”A dire la verità mi chiedevo per quanto ancora ti saresti illuso che non ti avessi visto” risposi, mentendo, non l’avevo sentito. :”Non me la dai a bere” rispose avvicinandosi e affiancandosi a me per poggiare i gomiti sulla ringhiera del balcone :”Allora come mai tanta urgenza?” domandò sempre con quel suo fare distratto, quello che tanto faceva sospirare tante ragazzine, quello che non sopportavo, quello, per l’appunto, che lui si divertiva ad usare con me. Non risposi subito… rimasi a fissare la luna che si specchiava nel lago, vanitosa, sicura e compiaciuta di essere ammirata, e di ispirare tanto scrittori e poeti o semplicemente innamorati, e insieme crudele verso quei cuori spezzati, lei lassù, lontana sublime perfetta risplende ogni notte, incurante di noi quaggiù, che alle volte soffriamo solo guardandola, pensando come sarebbe diverso guardarla accanto a lei.. o accanto a lui… Senza smettere di fissare quella sfera lucente sospirai :”Dobbiamo troncare” annunciai con voce piatta, non tradendo alcuna emozione, tranquilla e forse per questo ancor più spietata. :”Lo sai no, mi devo sposare etc etc..” continuai tirando dietro un orecchio un’ondulata ciocca di capelli che la brezza insolente si divertiva a spettinarmi. :”Ah” fu l’unica risposta che mi diede mi voltai a guardarlo mentre fissava il lago, :”Quindi ti sei divertita abbastanza, e ora vuoi cambiare giocattolo” continuò tranquillo, conferma del fatto che si era aspettato tale rivelazione. :”Pensavo fosse chiaro fin da principio, non c’è mai stato niente tra noi…” risposi spostando lo sguardo sulla foresta proibita, :”Anche io lo pensavo all’inizio, ma non sono così sicuro che tu continui a pensarlo…” disse senza scomporsi troppo voltandosi a guardarmi, mi sentivo addosso i suoi occhi… quegli occhi così simili ai miei, quei due zaffiri screziati di viola. :”Ti sbagli” risposi, cercando di non far trasparire emozioni… ma un breve tremolio nella voce mi tradì :”Vedi Bella, non sai mentirmi… di la verità.” Disse senza smettere di fissarmi :”Sirius che lo voglia o no, dobbiamo troncare… io mi devo sposare” risposi tagliando quel discorso che avevo evitato per tanto tempo e che avevo intenzione di evitare ancora :”Bella, ti è concesso scegliere e lo sai..” disse posandomi una mano su di una spalla nuda :”Sirius rimarrai per sempre un bambino!” esclamai, non riuscendo a trattenere una rabbia che dovevo sfogare, una rabbia che non era dovuta a lui… :”Bellatrix, finché continuerai ad essere una Black non sarai mai libera” concluse lasciandomi la spalla :”Ti sbagli, sono sempre stata libera, tanto è vero che ti sto lasciando, più libera di così” risposi recuperando freddezza e caparbia :”Già, più liberi del momento in cui si firma la propria condanna non lo si sarà mai vero?” domandò sarcastico forse un po’ irritato :”IO L’HO Già FIRMATA LA MIA CONDANNA!” scattai :”IL GIORNO IN CUI SONO VENUTA CON TE!” continuai voltandomi :”E’ uno degli errori più giustificabili che hai fatto quello Bella… comunque… vuoi troncare? Benissimo tronchiamo, non mi aspettavo certo un idillio amoroso eterno, non compare nei tuoi requisiti minimi un rapporto duraturo… e poi sono sempre il tuo odiato cugino.” Rispose per poi andarsene… lo osservai mentre lasciava la sala comune del serpeverde, in quell’ultima notte ad Hogwarts, e per un istante ebbi l’impulso di fermarlo… mi costrinsi a non farlo, e lo lasciai andare… libero, più di quanto io sarei mai più stata….
  
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