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Autore: Luce Lawliet    14/07/2011    16 recensioni
Il mio nome è Lyanne Stoinich e questa è la mia storia.
A sedici anni sono stata rinchiusa in un istituto, con altri pazienti, molto...speciali.
Già, perchè il Wammy's Hospital è un luogo molto particolare, decisamente non adatto a voi se non sapete sopportarne la tensione.
Il Wammy's Hospital è un Ospedale psichiatrico.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, Mello, Misa Amane, Near, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                          8.

       
                                                                                   Mi devi un favore.

 

Erano passati tre giorni e finalmente avevo potuto dire hasta luego alla stampella e alla fasciatura. Onestamente, non mi sentivo poi tanto felice, era stato un periodo movimentato. In primis, la polizia aveva voluto interrogare me e Misa, essendo state noi le uniche persone presenti sulla scena in quel momento.

Inizialmente, ero stata in procinto di rivelare agli agenti la presenza dell'uomo che avevo visto chino a terra, ma poi all'ultimo momento feci marcia indietro e confermai la versione di Misa.

<< Però il dottore ci ha detto che gli hai raccontato di aver visto un'altra persona vicina al cadavere, è vero?>>, aveva obiettato uno dei due, un ometto basso e pelato, dallo sguardo accusatore.

Me l'ero cavata, giocando con le frasi: << scherzi delle ombre>> e << panico momentaneo>>, ingarbugliando volontariamente più pensieri differenti, solo per apparire più confusa di quanto fossi in realtà.

Adesso mi trovavo in giardino, la schiena appoggiata su un tronco, e utilizzavo i miei indici come ponticelli per il passaggio di una coccinella che mi stavo divertendo a sfiancare. Infine, stufa del mio giochetto, aprì le ali e volò via.

Ripensai alla figura oscura del corridoio. Quando si era accorta nella nostra presenza, quando si era voltata di scatto, per una frazione di secondo la luce dell'ascensore aveva illuminato una parte del volto. Non capivo il motivo, ma avevo la sensazione di conoscere quei lineamenti.

Scrollai la testa, nel tentativo di allontanare quei pensieri. Se davvero il colpevole era uno dei membri dell'Ospedale, personale o pazienti che fossero, non mi sentivo poi tanto tranquilla. Sicuramente Sean aveva un sacco di nemici, ma chi sarebbe arrivato a commettere una brutalità del genere?

E poi, quel messaggio sulla parete...non significava nulla. Non aveva alcun senso e tutto l'andirivieni di poliziotti e psicologi non aveva fatto altro che agitare i pazienti, con l'ottimo risultato di far indurire gli atteggiamenti degli infermieri nei nostri confronti. I casi gravi erano stati immediatamente isolati e interrogati singolarmente.

Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni un foglietto di parole crociate che avevo strappato da un giornale all'ingresso. Lo girai e presi la penna che mi aveva dato Misa.

Era assurda l'idea che mi era balenata in testa da circa mezz'ora.

Assurda, ma non impossibile.

Io non soffrivo di problemi alla vista, ergo ero sicura di aver visto qualcuno. Il problema era che avevo anche una mezza idea di chi fosse quel qualcuno.

Capelli scuri, scompigliati...

Mi rigirai la penna tra le mani, poi tolsi il cappuccio.

...Quando si era alzato in piedi, mi ero accorta di quanto fosse alto.

Appoggiai la biro su una parte bianca del foglio e cominciai a scrivere.

Cos'ha fatto Beyond per avere la cavigliera elettronica?

Da quanto tempo lo tengono qui?

Era da un po' che non riuscivo a togliermelo dalla testa, ma quantunque avessi tentato in ogni modo di pensare a qualcos'altro, gli occhi mi riproducevano sempre la stessa immagine, il suo sorriso malvagio, i suoi occhi color rubino... passai ad un genere di quesiti ancora più seri.

Beyond è un malato terminale di mente?

Beyond è un assassino?

Rilessi quello che avevo scritto. Esistevano, almeno, i malati terminali di mente?

Esitai un momento, tenendo premuta la punta della penna sul foglio.

Beyond ha una ragazza?

Dopo essermi resa conto di cosa avevo scritto, riempii la domanda di inchiostro, in modo che diventasse illeggibile. Mi diedi dei colpetti alla fronte; che caspita stavo facendo?

Io che fantasticavo?!

Io, che non avevo mai baciato nessuno in tutti i miei timidi sedici anni di vita, che ora si prospettava come una lunga, snervante attesa della morte, considerando il luogo in cui ero imprigionata...

Piegai il foglietto e lo infilai nella tasca posteriore dei jeans, sollevandomi da terra. Ogni tanto, in quel quaderno il proprietario aveva fatto anche il nome di Beyond, ma non aveva scritto nulla di spaventoso, né di ostile su di lui, almeno, per le poche righe che c'erano.

Continuavo a trovare così strano il fatto che quel quaderno fosse stato seppellito...da chi? E perchè, poi?

Per non parlare del cadavere di Sean...oddio, ogni volta che chiudevo gli occhi me lo ritrovavo davanti, scalzo, con i piedi a un metro da terra. La notte scorsa avevo persino avuto un incubo. Mi diressi verso il giardino principale, facendomi strada tra le fronde - a mio parere il Wammy's Hospital necessitava con urgenza di un giardiniere -, quando vidi una persona seduta sul ramo di un albero.

Mi vide anche lui.

Per un attimo mi venne voglia di fermarmi, ma volevo andare da Misa; era da quasi tre giorni che evitava un sacco di gente e volevo sapere come stava, perciò continuai, fingendo di non averlo visto. Purtroppo la sua frase mi costrinse a fermarmi.

<< Non bastavano gli ultimi due incontri movimentati che abbiamo avuto questa settimana, hai deciso di concedermi un'extra?>>, sorrise. << Per caso mi stai tallonando?>>

Prima di accorgermene, mi trovai con il naso rivolto all'insù, a squadrare quel volto beffardo.

<< Guarda che quello che mi segue sei tu!>>, ribattei, cercando di non fare uscire la voce strozzata.

Beyond picchiettò il ramo robusto sul quale era seduto con il palmo della mano, dicendomi: << Vieni qui>>.

<< Dove?>>

<< Sull'albero, Cappuccetto Rosso. Sali, vieni vicino a me>>, ripetè.

<< Non ci vengo, vicino a te!>>

<< Non era una richiesta>>, specificò, abbandonando l'umorismo nella voce.

Digrignai la mascella; chi credeva di essere?

Ripresi a camminare, ignorandolo completamente.

<< Scommetto che sei al settimo cielo, adesso...>>, disse lui, voltandosi con il busto, mentre io sorpassavo il tronco. << dato che S è morto. Dì la verità, non aspettavi altro, vero?>>

Sbuffai e mi fermai nuovamente, anche se non avevo intenzione di farlo.

<< Cosa vorresti insinuare?>>

<< Sali e te lo dirò>>.

<< Non attacca, spiacente>>, ribattei, decisa a non cedere.

Beyond alzò gli occhi al cielo. << Quando una persona che odi con tutta te stessa passa all'altro mondo, non puoi fare altro che rimanere soddisfatta. Provi un forte senso di compiacimento, vero?>>

<< Punto primo: non lo odiavo. Non ci stava con la testa, ma non era mica colpa sua. Punto secondo: tu non sai un bel niente di me, quindi evita di sparare certi giudizi!>>

<< Oh, non so niente di te?>>, le foglie coprivano a tratti il suo volto, ma mi parve che stesse sghignazzando. << Da quel che ne so nemmeno tu sai niente di te>>.

<< Non sono affari tuoi>>, sbottai, sperando che la conversazione finisse lì. Mi voltai e ripresi a camminare.

<< So molte cose che ti riguardano, sai?>>, parlava ancora, ma mi ero imposta di non fermarmi più. << Non vorresti sapere cosa c'era scritto nel tuo fascicolo?>>, mi chiese, improvvisamente.

Mi fermai e feci rapidamente dietro-front, maledicendo la mia debolezza e maledicendo lui.

<< Stai mentendo!!>>, esplosi, quando mi ritrovai a fissarlo nuovamente dal basso verso l'alto. Lui mi rivolse un sorrisetto perverso.

<< Con chi credi di parlare?>>

Cercai per un secondo di chiarirmi le idee. Sentivo che, da qualche parte dentro di me, qualcosa si stava surriscaldando.

<< Tu...hai letto il mio fascicolo?>>, scandii le sillabe con la voce di un robot. Non riuscivo a crederci, era assurdo!

<< Se è per questo, ho letto il fascicolo di ogni persona che giudicavo degna di attenzione, in questo posto. Sai, mi annoio facilmente...>>, esordì B, distendendo le lunghe gambe coperte dai jeans sul ramo.

<< Che cosa c'era scritto? Dimmelo!>>, esclamai, incapace di trattenermi.

<< Certo...ma niente è gratis a questo mondo, lo sai, vero?>>

Mi bloccai. Guardai il tronco, poi guardai lui. Non mi restituiva lo sguardo, stava incidendo con un ramoscello spezzato la corteccia del tronco.

Ok, che sarà mai..., mi dissi, mentre mi aggrappavo con le mani sulle sporgenze bernoccolute del tronco.

<< Fammi spazio>>, gli dissi. Era appoggiato con la schiena sul tronco e le gambe allungate sul ramo sporgente; le ritirò, ma non si spostò.

<< Superami>>, mi provocò. Sospirai. Staccai le mani dal tronco e mi sistemai sul ramo come meglio potevo, cercando di toccarlo il meno possibile. Tuttavia, quando lo "scavalcai", non mi sfuggì l'occhiata che rivolse al mio seno, un po' più in vista del solito, a causa della maglietta scollata.

Ebbene sì, avevo seguito il consiglio di Misa, ma tutto ad un tratto mi chiesi perchè diavolo l'avessi fatto.

<< Forza, allora.>>, dissi, sedendomi finalmente e trovando l'equilibrio giusto. Lui mi guardava, senza dire nulla. << Cominciamo?>>, domandai, ironica.

<< Certo. Preferisci sopra o sotto?>>

Mi ci vollero cinque secondi per cogliere l'allusione e la mia faccia ci mise molto meno ad imporporarsi.

<< Parlo seriamente>>.

<< Anch'io>>.

Fantastico.

<< Dicevi davvero, prima, quando hai detto che hai letto il mio fascicolo?>>, chiesi, improvvisamente sospettosa.

<< Dicevo davvero>>, rispose, senza abbandonare il sorriso.

<< Bene. Parla, allora>>, lo incoraggiai, cercando di non dare a vedere quanto fossi curiosa.

<< Non mi sembra di averti detto che ti avrei spiattellato tutto. Sai, quelli sono appunti riservati...>>, sussurrò, avvicinandosi a me. << ...proprietà degli psicologi. Bisogna mantenere il segreto professionale>>.

<< Non sei uno psicologo, mi sembra che tu per primo non abbia rispettato la prassi>>, sibilai, sforzandomi di mantenere il tono gentile, ben sapendo che mi stava solo prendendo in giro.

<< Avrei dovuto diventarlo. Te l'ho già detto di aver preso una laurea in medicina. Ma mi sono dimenticato di accennarti le altre: psicologia, biologia e lettere antiche>>.

<< E allora perchè sei qui?>>, domandai. << Quanti anni hai?>>, gli chiesi subito dopo, rendendomi conto che mi aveva citato ben quattro lauree.

<< Ventitrè>>.

<< Allora sei un bugiardo. Non puoi esserti laureato in tutte queste cose in così poco tempo>>, ribattei, nascondendo il turbamento.

Lui scrollò le spalle. << A quanto pare nel mondo esistono persone più sveglie di te>>.

<< D'accordo. Me ne vado>>, sbottai, alzandomi per raggiungere il tronco. Quasi rischiai di perdere l'equilibrio, quando sentii chiaramente la sua mano darmi una pacca sui glutei.

Mi sbilanciai e mi aggrappai alla corteccia, voltandomi di scatto.

<< Ma che cazzo fai?!>>, berciai, arrabbiatissima.

Lui si raddrizzò. << Un millepiedi...pelosissimo...l'ho preso!>>, esultò, schernendomi con lo sguardo. Aprii la bocca, già pronta ad urlargli in faccia un insulto del tipo bastardo di un pervertito o roba del genere, quando lui mi sventolò davanti un foglietto. << Ti stava smangiucchiando questo>>.

Mi portai convulsamente le mani sulle tasche posteriori dei jeans, frugando all'impazzata, alla ricerca della pagina strappata che tenevo lì fino a poco fa.

Razza di..., l'aveva fatto apposta!

Tornai a fissarlo e mi accorsi che aveva aperto il foglio e stava leggendo le domande.

<< Ridammelo subito!!!>>, ringhiai, lanciandomi verso di lui.

Con i riflessi degni di un felino, scattò in piedi e fece un salto, aggrappandosi con le braccia al ramo sopra la sua testa. Lo vidi continuare a salire e fermarsi su uno dei rami più alti. Non avevo scelta. Iniziai ad arrampicarmi il più in fretta possibile. Se leggeva quello che avevo scritto era finita.

<< Ridammelo, hai sentito?>>, urlai.

<< Beyond è un malato...terminale di mente?!>>, lesse. << Beyond è un assassino?>>

L'avevo quasi raggiunto, ma lui mi afferrò la testa con una mano e mi tenne giù, impedendomi di arrivare alla sua altezza.

Dal tono di voce che usò subito dopo, capii che era riuscito a leggere anche l'altra domanda. << Beyond ha una ragazza?>>

Dio, sii misericordioso e ammazzami!, pensai rassegnata. Come diavolo aveva fatto a leggerla, dopo che ci avevo tracciato almeno quindici righe sopra?!

Improvvisamente, con uno scatto, atterrò sul mio ramo, facendolo oscillare preoccupantemente. Spaventata, mi rattrappii sul tronco.

Lui si mise davanti a me, appoggiando un braccio sulla corteccia e piegandosi verso di me. Udii uno scricchiolio, quasi impercettibile.

<< Il ramo non ci reggerà entrambi!>>, mi lasciai sfuggire, sperando che si allontanasse da me.

Lui ignorò bellamente il mio avvertimento e mi parlò con serietà. << Invece di crogiolarti con tutte queste seghe mentali, faresti prima a chiedermele in faccia, le cose, perchè se c'è una cosa che non tollero è che la gente mi parli alle spalle>>.

Mi indignai.

<< Io non parlo alle spalle di nessuno! E comunque...quelle domande le ha scritte Misa!>>, mentii spudoratamente. Purtroppo, l'espressione sul viso di Beyond non fu quella che mi aspettavo.

<< Pensi davvero di fregarmi? Misa Amane lo sa da quasi un anno che sono un assassino, che bisogno avrebbe avuto di scriverlo su un pezzo di carta?>>, disse, con un barlume di vittoria negli occhi.

<< Be', immagino che ab...che abbia...>>, la voce mi si affievolì. Riavvolsi il nastro e riascoltai ciò che aveva detto... aveva confermato?

Aveva confermato alla domanda in cui chiedevo se era un assassino?

Mi irrigidii improvvisamente.

<< Ma non sono un...com'era?>>, controllò sul foglietto. << Ah, sì...malato terminale di mente. Non che io sappia, almeno>>.

Mi scostai bruscamente da lui e iniziai a scendere dall'albero, imponendo a me stessa di non guardare giù.

Lui mi seguì, muovendosi con lentezza. << E non sono impegnato, se ti interessa>>.

Mi trovavo a poco più di tre metri da terra, quando la mia scarpa perse adesione sul tronco ricoperto di muschio e scivolai giù.

Non ebbi il tempo di gridare, che sentii B afferrarmi il polso e portarmi l'altro braccio dietro la schiena. Adesso ero inclinata all'indietro e l'unica cosa che mi impediva di cadere era lui.

<< Sei proprio un'imbranata!>>, sospirò.

Cercai di raddrizzarmi, ma lui non me lo permise.

<< Per favore...>>, iniziai a dire.

<< E se adesso ti lasciassi?>>, mi sussurrò. << Come minimo ti romperesti l'altra caviglia>>.

Non dissi nulla. Sapevo che se avesse voluto lasciarmi l'avrebbe fatto senza problemi.

Mi attirò più vicina a lui, spingendomi contro il tronco.

<< Tu non sei un caso grave, sei un caso disperato! E non voglio più che ti avvicini a me!>>, mi lasciai sfuggire, in preda al panico.

<< Che paura...>>, mormorò lui. Mi scostò con indicibile lentezza un ricciolo dal viso, sistemandomelo dietro l'orecchio. << per me, invece, è l'esatto contrario, ragazzina. Talvolta sai essere davvero interessante. Ci sono parecchie cose che vorrei chiederti...e tu? Non ti va di sapere qualcosa su di me?>>, mi provocò, quasi già sapendo che avrei ceduto.

<< Già sapere che sei un assassino è una cosa sconvolgente>>, sibilai, cercando di allontanarmi.

<< Ridillo. Sconvolgente. Quando usi quel tono i tuoi occhi diventano sconvolgenti, difficile resistere>>.

A dire il vero niente mi sconvolgeva più dei suoi occhi, ma stavolta riuscii a stare zitta.

<< Lasciami stare!>>

<< Forse hai ragione. Non ti fa bene frequentare uno come me>>.

Frequentare? Decisamente non era il verbo che avrei utilizzato io.

<< Quindi, fatti trovare stasera alle dieci davanti alla stanza numero 5 del reparto numero 1>>.

Aggrottai la fronte. << Perchè?>>

<< E' la mia stanza. Bada bene, è l'unica occasione che hai per scoprire ciò che c'era scritto in quel fascicolo.>>, rispose, lasciandomi di stucco.

Scese dagli ultimi rami e mi porse una mano per aiutarmi.

Riuscii a toccare terra senza graffiarmi troppo e soprattutto senza il suo aiuto, poi lo fronteggiai.

<< Non penserai davvero che verrò da te, stasera?>>

<< Fai come ti pare. Ma ti avverto che entrare nello studio del dottor Yagami non è per niente facile. Inoltre, per scoprire qualcosa su di te ho dovuto forzare il cassetto della sua scrivania, quindi ora avrà adottato nuove precauzioni>>.

Tu guarda che bastardo.

 

 

Tornata nella mia stanza, rimasi sorpresa nel vedere Misa stravaccata sul mio letto, intenta a leggere qualcosa. Mi avvicinai lentamente...

Oh, no. E se aveva trovato il quaderno?!

<< Lilly, meno male che sei arrivata! Mi serve aiuto>>, mi accolse, voltandosi verso di me e sventolando un giornale di enigmistica.

Trassi un respiro di sollievo. Il quaderno era ancora al sicuro, sotto il materasso.

<< Come stai?>>, le chiesi, mentre lei mi faceva spazio per farmi stendere.

<< Diciamo che ora mi sto pentendo di aver seguito il tuo consiglio. Stanno facendo gli esami del sangue a Mello e non so cosa fare. Cosa sono questi?>>, mi porse la rivista.

<< Rebus. Indovinelli a figure.>>, le spiegai, sbirciando le risposte che era riuscita a dare. << Non ne hai azzeccato uno>>.

<< Mi hai appena scoraggiata. Vabbe', lasciamo stare, neanche mi piacevano, tanto. E questi?>>

Nascosi uno sbadiglio. << Anagrammi. Devi essere in grado di creare una nuova frase, usando le lettere di quella già esistente. Una frase che abbia senso, però>>.

<< Sembra divertente. Qui dice che deve venire fuori un nome>>.

Dopo neanche dieci minuti, si arrese.

<< E' impossibile! Questa frase non ha senso!>>. Nel momento in cui lo disse, fui colta da un leggero deja vù. Smisi di giocherellare con i suoi codini biondi e sbuffai.

<< Fammi vedere>>. Presi la rivista e studiai l'anagramma. << Amarsi...>>, mormorai. << Il nome è Marisa. Sei una schiappa>>, mollai il libro sul cuscino.

<< Ehi, è vero!>>, esultò. Scrisse la risposta e passò al successivo. << Ci potevo arrivare anch'io...grazie, ti devo un favore!>>.

<< Prego...>>, dissi, un secondo prima di sentire una molla scattare nella mia testa.

Emendavi fu rovi.

[ E' impossibile! Questa frase non ha senso!]

Emendavi fu rovi.

Scritta così non voleva dire nulla...forse perchè, anche in questo caso, le parole erano mescolate.

Mi rialzai e strappai la penna di mano alla biondina. Ignorando le sue proteste, presi la rivista e ci scrissi la frase dietro, improvvisamente assalita da un dubbio atroce.

<< Che stai facendo?>>, mi chiese, curiosa.

Mi lasciai sfuggire un verso e cancellai la prima risposta.

<< Lyanne, vuoi rispondermi?>>

Non le badai e continuai.

Passò qualche minuto e Misa si spazientì. << Molla la penna! Mi stai consumando tutto l'inchiostro!>>

Rimasi a fissare incredula ciò che mi era uscito dallo scomporre le lettere e ricombinarle. Sentii il mio corpo ricoprirsi di brividi gelati.

Era un anagramma.

Ma la cosa agghiacciante era il messaggio nascosto.

Era la stessa cosa che Beyond mi aveva detto pochi giorni fa...lo stesso giorno in cui Sean era stato ucciso.

E Beyond mi aveva appena confessato di essere un killer...

La frase che mi era uscita era: mi devi un favore.

 

 

                                                                                                                   [ continua...]

 

 

Ebbene, ecco svelata la soluzione!

Bravi a tutti coloro che ci hanno provato e mi congratulo particolarmente con Rebel Girl... anzi, con la sua gemella XD che ha azzeccato la soluzione dell'enigma!

Grazie alle 19 persone che hanno inserito la fic tra le Preferite,

alle 2 che l'hanno inserita tra le Ricordate

e alle 31 che l'hanno aggiunta tra le Seguite

e grazie davvero a chi ha recensito lo scorso capitolo!! <3

Grazie anche a chi ha semplicemente letto,

A presto, Luce 

   
 
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