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Autore: 48crash    15/07/2011    6 recensioni
Angie e Andrea, vicini di casa e migliori amici da anni.
Angie che ha un sogno nel cassetto, Andrea che è innamorato di lei e ora ha paura di perderla.
Un avvicinamento e il loro definitivo addio potrebbero avvenire contemporaneamente, in un pomeriggio d'estate quando il caldo impedisce di pensare in maniera logica.
Genere: Malinconico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio d'estate - The real background.



Uno dei primi pomeriggi di giugno, quando l'estate stava sbocciando. La scuola era quasi finita e ad Angie ormai la voglia di studiare era passata. Non che ne avesse mai avuta molta.
Esami di maturità. Quelle tre parole rieccheggiavano nella sua mente da un bel po', ormai. Forse tutti quei lavaggi del cervello da parte di suo padre avevano sortito il loro effetto.
Sedeva pensierosa accanto alla finestra di camera sua con la chitarra appoggiata tra le ginocchia incrociate e il manico tra le mani, lo sguardo perso tra le nuvole. Sua madre non era a casa così lei, la ragazza solitaria, si era fatta lasciare la chitarra da Andrea prima che lui uscisse in modo da riuscire a suonare un po', gliel'avrebbe riportata al suo ritorno, prima di essere beccata da sua madre a suonare, di nuovo.

Oh Angie, oh Angie,
when will those dark clouds disappear?

Però quel pomeriggio l'ispirazione non sembrava venire, e lei si decideva a suonare un paio di accordi ogni quarto d'ora, troppo distratta per combinare qualcosa.
Ad un certo punto, sentì un rombo strascicato proveniente da sotto che le parve di riconoscere. Si affacciò alla finestra e vide quel vecchio catorcio della macchina di Andrea che parcheggiava davanti al condominio. Sorrise.

Quando Andrea salì gli ultimi gradini, sentì un paio di accordi a lui ben noti, poi sentì aumentare il ritmo e una voce che iniziava lentamente a cantare.
<<
We both lie silently still, in the dead of the night. Although we both lie close together, we feel miles apart inside... >>
Sorrise vedendo Angie seduta sul tappetino davanti alla sua porta di casa che suonava e cantava una delle sue canzoni preferite. Lei continuò a cantare, contenta di vederlo sorridere, poi si interruppe di colpo e lo guardò dritto negli occhi.
Lui amava quel suo sguardo diretto. Gli occhi grandi, neri, contornati dalle ciglia folte, nere anch'esse, l'aria decisa e forte. Lo sguardo di Angie avrebbe sostenuto quello di chiunque.
Era convinto di essersi innamorato di lei molto tempo prima, ma era molto bravo a dissimulare: lei non voleva una relazione né uomini tra i piedi che non fossero suo padre o lui stesso, ma solo come amico, e lui, conoscendola, lo sapeva perfettamente.
Angie si alzò reggendo la chitarra con una mano e spolverandosi i pantaloncini di jeans larghi e consunti con l'altra mentre lui inseriva le chiavi nella toppa e faceva scattare la serratura. Lo seguì all'interno senza una parola, non c'era bisogno di chiedere per sapere che poteva.
All'interno, si diressero entrambi verso la cucina. Andrea si mise a cercare qualcosa da bere nel frigo per sfuggire a quel caldo afoso e Angie si sedette a gambe incrociate appoggiando la chitarra al muro accanto a sé, prese una pesca dal cestino della frutta sul tavolo e la morse avidamente. Una volta trovata l'acqua e due bicchieri, Andrea appoggiò tutto sul tavolo e si mise a bere seduto di fronte a lei. La fissò a lungo mentre addentava la pesca con voracia mentre il succo le colava sulle labbra, pensò di leccarle via quel succo goccia dopo goccia più di una volta, ma non fece nulla, come ogni volta che questi pensieri lo prendevano.
<< Fa caldissimo >>si lamentò Angie facendo aderire la schiena al muro fresco.
<< Forse l'anno prossimo potremo prendere una pausa dalle nostre università e andare al mare, piuttosto che stare a marcire qui >>propose Andrea.
Per tutta risposta, lei si voltò e lo guardò dritto negli occhi. Quello sguardo diretto e crudele di chi sta per dirti la verità, senza filtri, che lui amava e odiava.
<< Io non sarò qui l'anno prossimo. Lo sai che appena posso, io e Julie prendiamo e ci trasferiamo a Milano. Potrò suonare là. Potrò cantare >>.
E lui, e tutti gli altri, potevano solo
provare a fermarla.

But Angie, Angie, ain't it good to be alive?
Angie, Angie, they can't say we never tried.

Deglutì e guardò il fondo del suo bicchiere: lo sapeva. Lo aveva sempre saputo che lei, anche se non l'aveva mai detto a nessuno se non a lui, o a Julie, voleva far musica. E l'unico modo per farlo era andarsene via da lì, dove i suoi genitori glielo potevano impedire.
<< E non farò nemmeno l'università >>affermò ancora con crudezza e semplicità.
Andrea alzò di nuovo lo sguardo su di lei. Ogni volta lo stupiva quanto somigliasse a suo fratello. E lui sapeva anche che, andando oltre a quello sguardo carico di sogni e aspettative per il futuro che aveva ereditato da Edoardo, Angie lo faceva anche per rendere omaggio a lui. Realizzare il sogno che era stato di entrambi, questo era il suo obiettivo, contro il resto del mondo.
<< Angie, ma tu... >>
...
sei sicura di quello che fai?
E come poteva dirglielo senza che lo sbranasse.
<< Sì? >>chiese lei sollevando il viso dal bicchiere dal quale stava bevendo.
<< E se...non so...non dovesse funzionare? >>sputò fuori lui, stupito da se stesso.
<< Funzionerà >. Al contrario di ciò che lui si aspettava, sorrise.Sorrise guardando altrove, la pallida eterea Angie. Continuò a guardare chissà dove, pensando a chissà cosa, mentre lui percorreva con gli occhi le linee del suo corpo sotto agli indumenti sottili. Quel corpo ormai diciottenne che era cresciuto sotto i suoi occhi senza che lui se ne rendesse conto; quel corpo che non gli apparteneva, anche se avrebbe voluto; quel corpo che, pur restando esile e conservando quell'apparenza di fragilità in contrasto con quello che Angie era realmente, stava esplodendo, crescendo, allontanandosi da lui, senza che potesse fermarlo.

Angie, Angie,
where will it lead us from here?

<< Mi mancherai, se te ne andrai davvero. Come farò l'estate prossima senza di te con questo caldo? >>
Lei sorrise senza mostrare i denti, intenerita, con quegli occhi così sinceri da spaventare.
<< Mancherai anche a me. Però, potrai sempre venire a trovarci quando vuoi, sarai il benvenuto da me e Julie. E biglietti gratis ai nostri concerti! >>
L'avrebbe abbracciata e avrebbe pianto volentieri. Sapeva che poteva farcela.

Angie, you're beautiful, but ain't it time we said goodbye?

Poi, però, l'avrebbe schiaffeggiata. Come poteva non capire (o fingere di non capire, dato il suo intuito)?
Come fai?”le avrebbe voluto urlare. “Come puoi pensare di andartene e lasciarmi indifferente dopo che viviamo come fratelli da 12 anni e che ti copro con i tuoi da 6? Non riesci a vedere che mi sono innamorato di te?”
Invece tacque. Si limitò ad osservare i capelli di lei, lunghi e neri, che le si erano appiccicati al collo, la mano sinistra stretta intorno al bicchiere poggiato sul tavolo, i denti affondati nella pesca gialla e succosa.
Alla fine, Angie interruppe tutto. Si alzò e gettò il nocciolo della pesca ormai spolpato nella spazzatura, poi si pulì le mani su un foglio di scottex e gettò anche quello.
<< Che dici? Andiamo di là prima che arrivi mia madre a farmi la predica perché suono una chitarra? >> domandò voltandosi appena per vedere la smorfia sul viso di lui.
<< Se andiamo di là, ti beccherà addirittura a suonare un'elettrica >>rispose ironico seguendola con l'acustica che c'era appoggiata al muro fino ad un momento prima in una mano.
Quando entrò nella sua stanza, Angie era già seduta sula davanzale della finestra, con la schiena appoggiata al vetro e la sua Ibanez tra le braccia, già collegata all'amplificatore. Cominciò a strimpellare l'attacco di qualcosa, mentre lui la fissava estasiato, consapevole del fatto che quella era probabilmente l'ultima estate che passavano a quel modo.
Andrea si chiuse la porta alle spalle. Angie continuò strimpellare con la sua fedele chitarra, accompagnandola con voce dolce e non troppo convinta. Andrea si sedette a guardarla sorridendo.
<< Mi sembri uno Stregatto, perché sorridi così? >>gli chiese lei ad un certo punto.
Lui la guardò di nuovo, disarmato di fronte a quello sguardo nero, liquido, quasi colato nel caldo estivo. Vide i capelli scuri che le si appiccicavano al volto e scendevano lungo la sua schiena magra. Seguì il profilo ben delineato delle sue labbra, del suo naso appuntito, della sua pelle chiara. Poi, chissà dove prese il coraggio, le si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lei, scostandole i capelli dalla fronte con il sorriso da Stregatto stampato sulle labbra. Chissà dove trovò lei l'idea, ma si sporse in avanti, oltre la chitarra che teneva in grembo il cui dorso le si conficcò sotto una costola, e appoggiò le sue labbra su quelle di lui. Non che ci avesse mai pensato, ma in quel momento semplicemente le andava di farlo.
Fu un bacio leggero, estivo, che partì in sordina, a fior di labbra, per poi crescere, e costringerli a staccarsi quando mancò loro l'aria.
<< Cazzo, Angie, perché l'hai fatto? >>
<< Perché ti avrebbe fatto impazzire >>rispose lei con quel sorriso malizioso.
Quando sorrideva a quel modo, lui non poteva fare a meno di chiedersi quanti uomini l'avessero visto quel sorriso, quanti uomini avesse conosciuto, la piccola pallida Angie.
Quando diceva frasi simili, non poteva fare a meno di pensare di baciarla, e forse di strapparle i vestiti di dosso. E stavolta lo fece davvero.
Spostò la chitarra e si rimise a baciarla con più foga, ora che sapeva che ne aveva il permesso. Ma giocare con Angie era come giocare col fuoco, un attimo prima ti amava e l'attimo dopo poteva ucciderti con uno sguardo. E lui temeva che lo fermasse.
Invece lei allungò le sue mani sulla schiena di lui e gli sfilò la maglia, e non oppose resistenza quando anche lui fece lo stesso con la sua, sapendo che era la maglietta che portava in casa e che sotto non portava altro. Le baciò il collo nudo e si accorse che era proprio come da qualche parte lui aveva sempre saputo, nessuno aveva conosciuto Angie fino a quel punto, quando vide che lei tratteneva il respiro.

Oh, Angie, don't you weep, all your kisses still taste sweet.
I hate that sadness in your eyes.

Silenzio. Caldo soffocante, eppure loro erano lì, sotto le coperte in quel pomeriggio di inizio giugno.
Angie, raggomitolata nel lenzuolo, tentava di restare divisa dal corpo di Andrea in quel letto da una piazza dandogli le spalle. Lui la guardava da dietro come se non avesse mai visto un altro essere femminile in tutta la sua vita, senza osare sfiorarla. Il momento in cui poteva era svanito nell'aria di giugno.
<< Angie, ti amo >>disse in un soffio. Sapevano entrambi che era vero.
Sapevano entrambi che lei non avrebbe risposto, perché non sapeva cosa rispondere. Anche se forse, senza saperlo, aveva provato anche lei lo stesso, almeno per quel pomeriggio.
Se quel "ti amo" sussurrato così, con leggerezza, che causava un macigno nel cuore di entrambi, l'avesse fermata, sarebbero stati felici. Ma quel pomeriggio, di cui Angie si sarebbe pentita negli anni a venire, quel "ti amo" non le impedì di andarsene via, come le nuvole che d'estate si diradano all'arrivo del sole.

All the dreams we held so close seemed to all go up in smoke
But let me whisper in your ear:
Angie, Angie, where will it lead us from here?


 

Quando uscì dalla porta di quella casa dove aveva passato l'infanzia, seppe che la sua infanzia l'aveva abbandonata quel giorno e per sempre, e che non c'era più niente della vecchia Angie che le rimanesse addosso. Era tutto lì, tra le mura di quell'appartamento, tra le mani di Andrea: solo lui avrebbe potuto ricostruirla. Ma nemmeno lui che l'amava poté farlo, poiché il tempo e il destino rovinarono di nuovo tutto.

















Lucy's Corner:
Angie è lo stesso personaggio di un mio "progetto", qualcosa che un giorno spero di pubblicare come libro vero e proprio, e questa one-shot mi è servita per "raccontarla" un po' meglio. Ci tengo infinitamente a questa mia "creatura", in tanti momenti è come se andassi avanti solo per vederla venire alla luce.
La canzone che ho citato ripetutamente è "Angie" dei Rolling Stones, dalla quale Angie ha preso il nome, mentre quella che Angie canta all'inizio è "Every Rose Has Its Thorn" dei Poison. Ringrazio inifinitamente anche questi artisti.
Ma soprattutto grazie a voi per averla letta.

  
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