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Autore: Endless_Zero    15/07/2011    1 recensioni
Una breve, brevissima storia sulla conclusione di un'amicizia.
Sulla conclusione definitiva di un'amicizia già conclusa anni prima.
Una breve storia che si pone come obiettivo lo spiegare che certi errori, certe ferite che si lasciano alle persone che ripongono in noi la loro fiducia, sono superabili solo accettandoli e accettandone le conseguenze.
Quando il senso di colpa non potrà mai essere abbastanza, e quando il dolore inflitto non è perdonabile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c'è niente che posso fare?
Mi accascio a terra, il mio corpo non sente più niente, il mio cuore è un turbinio di emozioni contrastanti.
Eppure, in quel vortice di pensieri e di sensazioni, ancora non affiora l'odio, ancora non affiora la rabbia.
Che sia perché sei tu?
Penso sia una domanda stupida, è ovvio che è per questo.
Quanto è passato da quando sono crollato? un secondo? un minuto?
Non riesco a capirlo.
Lentamente nella mia testa scorrono come in un vecchio film tutte le scene tra me e te.
Dolore.
Non fisico, ma dritto all'anima.
Mi potevo aspettare di tutto qualche anno fa, ma non che finisse così.
E nella mia testa, in questo momento di stallo in bilico tra una vita che non era vita e una morte che tarda ad arrivare, rivedo tutto.
Quando ti ho visto per la prima volta, con quel sorriso...
Quando abbiamo passato ore ed ore a parlare, a volte di tutto, a volte di niente.
Quando sei improvvisamente scomparso.
E quando oggi, sei tornato.
Provo a guardarmi in giro, a distogliere gli occhi da quel cremisi, da quel colore che non sono ancora abituato a guardare.
Vedo i tuoi piedi, di fronte a me.
Non c'è niente che posso fare?
L'odio. Non lo provo. Non riesco.
Qualsiasi cosa mi farai, qualsiasi cosa mi hai fatto.
Non ci riesco.
Che sia il mio tremendo sentirsi in colpa?
In fondo lo so che è colpa mia... Sono stato un pessimo amico, non è vero?
Non c'è niente che io possa fare?
E poi lo sento. L'odio.
Non il mio, io rimango tra i miei dubbi e il mio enorme dolore.
Il tuo.
Lo sento scorrere, non capisco come, ma lo sento.
È forse la cosa che mi fa più male.
Forse tutto l'odio che dovrei provare ora è andato a te.
Sono un pessimo amico, non è vero?
Ti ho caricato di così tanto odio...
E anche ora, non percepisco la felicità in te.
Solo odio.
Alzo lo sguardo.
Non appena provo a muovermi sento anche il dolore fisico.
Non importa. Non è niente in confronto a quello che sto provando dentro.
Non importa, non è niente in confronto a quello che stai provando tu.
Non importa, non è niente in confronto a quello a cui ti ho condannato.
Alzo lo sguardo, muovo i miei occhi, e incontro i tuoi.
Uno sguardo freddo.
Distrutto.
Un involucro senz'anima che mi guarda.
Ma la percepisco. In fondo a quello sguardo c'è ancora la vecchia luce.
Ed ecco nuove immagini che scorrono.
Tu che mi aiuti a superare i miei problemi. Sempre stato così, senza chiedere nulla in cambio.
Mi chiedo come si sia arrivati a doverla finire in questo modo.
Che cosa orribile ero diventato per allontanarti così?
Sono rimasto per mesi a pensare al motivo della tua scomparsa, e oggi, torni e mi confermi che avevo ragione.
Sei scomparso per me.
Non c'è niente che io possa fare?
Il pavimento è tutto tinto di rosso.
Sento un tremendo dolore proprio dove il proiettile ha colpito.
"Non c'è niente che io possa fare?"
Questa volta, la domanda che assilla la mia mente da sempre, è uscita attraverso la mia voce, senza che me ne accorgessi.
Qualcosa si smuove, nel tuo sguardo. Ne sono sicuro.
"No."
Mi rispondi.
È una risposta secca, ma mi basta.
Vedo un accenno di lacrima apparire sul tuo viso.
Oramai non sento più dolore fisico. E anche il dolore che la mia anima provava è diventato rassegnazione.
Sorrido, per l'ultima volta.
E per l'ultima volta, non senza tristezza, non senza gioia, non senza vita, rivedo tutte le scene che dovevo rivedere.
E infine, il buio.
  
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