Sayoko
stava distesa sul letto con le cuffie sgranate nelle orecchie e lo
sguardo fisso sull'ombra che, affianco a lei, dormiva angelicamente,
Death the Kid.
Chissà
perché proprio con lui, proprio con il suo amato doveva
esser messa in camera. Avrebbe avuto una gran voglia di svegliarlo e
confessargli quello che ormai teneva nascosto da un anno. Eppure...
Tutte le volte che ci provava finiva per parlare d'altro,
perché, come sempre, l'orgoglio che, potente scorreva nel
suo sangue, si faceva sempre avanti nei momenti meno opportuni.
Lo
fissò ancora una volta prima di girarsi per prendere il
cellulare e guardare l'ora. L'orologio segnava l'una in punto. Si
alzò e si mise a sedere mentre i capelli lunghi,
neri-grigio, brillavano come fili d'argento alla luce soave della Luna,
che penetrava nella stanza dalla finestra dietro il letto. Si tolse le
cuffiette e spense l'mp3, appoggiandolo sul suo cuscino.
S'alzò in piedi e con premura si vestì, prese il
cellulare e lo mise in tasca, poi uscì per farsi due passi.
Nel frattempo Kid, svegliato dal rumore che la porta fece chiudendosi,
s'alzo e la guardò allontanarsi dalla finestra della camera.
Il
cielo si stava oscurando e nuvole nere s'avvicinavano da ovest coprendo
la Luna.
E si
sapeva, quella, non sarebbe più stata una gita tranquilla,
non più. Anche se quel luogo così pacifico in
mezzo alle montagne lo faceva sembrare, da quel giorno, tutto
cominciò a cambiare.
Kid,
osservando le nuvole nere in avvicinamento, s'alzò di fretta
e si vestì. Uscì, seguendo la ragazza e prendendo
con se l'ombrello rosso, poggiato sull'attaccapanni all'entrata della
camera.
L'orologio
a prendolo in camera dei due ragazzi batteva l'una e un quarto.
Corse
lungo le scale dell'edificio e, una volta fuori, cercò
d'orientarsi e capire dove sarebbe potuta andare Sayoko a quell'ora
della notte. Ad un certo punto si ricordò del parco del
quale gli parlava spesso, poco lontano dall'edificio dove i due erano
stati collocati assieme ai soliti Mei e Black * Star.
Due e
dieci minuti, piccole goccie iniziarono a cadere sull'erba del parco
dove Sayoko stava. Alzò il viso al cielo cercando di
liberare la mente dai pensieri che l'assillavano, ma fu a dir poco
impossibile. La faccia di Kid, la sua voce, il suo profumo, ogni sua
piccola azione, movimento, parola. Tutto rimbombava nella mente di Say,
lasciandole, come sempre, quel grand amaro in bocca, che aveva ogni
volta che lo pensava.
Correva
a perdi fiato sul marciapiede lungo il fiume "picchierellato" dalle
piccole, fitte goccie che lentamente colavano dal cielo scuro
soprastante. Si guardava, spesso preccupato, a destra e a sinistra
cercandola con gli occhi e con la mente.
La
pioggia si fece molto fredda, e Kid, fradicio, si fermò,
poggiando il palmo delle mani sulle ginocchia, e guardando con gli
occhi la terra bagnata e le varie pozzanghere formate. Alzò
lo sguardo mentre le goccie scendevano, contemporaneamente, dai suoi
capelli neri e dal cielo, del medesimo colore.
Lei,
seduta su una panchina, fradicia quanto il ragazzo che la cercava, si
prese la faccia fra i palmi delle mani e si lasciò andare.
Iniziò così a versare lacrime amare, senza
motivo, per sfogo. Nel silenzio della notte, spezzato dalle goccie
d'acqua che cadevano, s'udivano i suoi singhiozzi che permisero a Kid,
finalmente, di trovarla.
<<
Eccola! >> Disse senza fiato il ragazzo, cercando di
correre verso di lei.
Era
lì, davanti a lei. Pensò che, sicuramente, non
s'era accorta della sua presenza. Quanto sbagliava.
Lei
lo sentiva, sentiva il suo odore, la sua presenza, e i suoi occhi
ambrati fissarla.. Lei lo sentiva. Alzò gli occhi per
accertarsi che fosse lui, e, con gli occhi affogati nelle lacrime, si
alzò e sorrise, facendo finta di nulla.
Kid
teneva quell'ombrello rosso fuoco ancora in mano, senza muoversi
più di tanto, guardando, quasi divertito, il sorrriso falso
che la ragazza gli stava rivolgendo in quel preciso istante. D'un
tratto si sentì un forte rumore. Kid fece cadere a terra
l'ombrello rosso poggiando le mani bagnate sulle spalle della ragazza e
tirandola a se, abbracciandosela e tenendola al sicuro, come se fosse
in pericolo.
La
ragazza, davanti ad un'azione così, non seppe far altro che
arrossire e lasciare le mani correre lungo i propri fianchi.
Affondò leggermente la faccia nei vestiti che, anche se
bagnati, profumavano sempre a lui.
<<
Con me tu non puoi fingere.. Non puoi farlo!>> Disse Kid
stringendola a lui.
<<
Come.. Come non posso?! >> Disse lei iniziando ad essere
sempre più rossa.
<<
Non puoi mentire alla persona che ami.. >> Rispose lui
arrossendo leggermente.
A
quella frase Sayoko si staccò da lui e, lentamente, fece due
passi indietro mentre le lacrime colavano involontarie sulle sue gote
rossiccie. Kid s'avvicinò a lei e prese il suo viso,
bagnato, fra le mani. Avvicinò il suo viso a quello della
ragazza dicendo:
<<
Pensavi che non l'avessi capito? >> Chiese lui.
<<
No, non lo pensavo. Avevo sempre cercato di nascondere quello che
provavo e che provo, perché so che sarebbe stato un grande
fiasco. >> Disse lei guardandolo negli occhi color oro.
<<
Stupida.. >> Disse lui sottovoce, avvicinando il viso
ancora di più a quello della ragazza.
<<
Lo so. >> Sorrise lei, ancora piangendo.
<<
Ti amo stupida mia, forse da sempre, forse da poco, ma non m'importa.
Ti amo. Ti amo quando sorridi, quando piangi, quando mi fissi, quando
mi sgridi. Amo quello che fai e come lo fai. Amo come sei.
>> Disse arrossendo Kid senza lasciarle risposta.
Avvicinò
sempre di più il volto a quello della ragazza e la
baciò dolcemente arossendo e facendola arrossire. La
baciò per alcuni minuti, tempo in cui la pioggia si
fermò, come se le nuvole fossero state allontanate
dall'amore dei due.
Kid
si staccò lentamente da lei, accarezzandole i capelli
bagnati.
<<
Ti amo anch'io, da molto tempo, da quella volta a scuola, dalla prim-
>> Disse lei non potendo finire.
<<
Lo so Say, lo so. >> Disse baciandola ancora.
<< Andiamo a casa. >> Disse staccandosi e
prendendola per mano.
La
tirò leggermente per mano, portandola in quella che loro due
chiamavano 'casa'.
Una
volta arrivati si spogliarono e si misero a letto. Starono abbracciati
e svegli tutta la notte, parlarono, e si confessarono tutto quello che
tenevano nascosti da tempo, da troppo tempo. Gli occhi ambrati del
ragazzo si specchiavano il quelli color smeraldo della ragazza, e si
fissarono per tutta la notte, scambiandosi dolci baci e calorose parole
dolci.