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Autore: crimsontriforce    15/07/2011    3 recensioni
Il lieto fine esiste solo nelle fiabe e nei brutti seguiti. Ma un finale giusto, quello sì, va perseguito con ogni mezzo. La scelta del sacrificio è crudele da sostenere (Tidus tacque e restò grato di quel sogno lungo un'estate).
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tidus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In onore del ribaltone dell'endgame, che ho sempre amato molto. Oh toh, qualcuno è maturato dall'inizio della sua preziosisssssima storia? Qualcuno ha ben preso esempio da chi gli sta a fianco?







Non più gli evocatori





Il suo sacrificio fu il silenzio e l'inazione. Che per Tidus significò fare e parlare di tutt'altro, perché la posa da martire compatito gli metteva tristezza e volle restare fino in fondo Tidus, star degli Zanarkand Abes: furono i giorni in cui bruciò come una cometa, in testa a ogni azione, lesto a elargire risposte gagliarde a eretici e preti. Corse a perdifiato sventolando lo stendardo della sconfitta di Sin per distanziare il ronzio che lo scoppio delle parole di Bahamut gli aveva lasciato nelle orecchie. Ci sveglieremo, il nostro sogno finirà, aveva detto la Fede, nulla più che la conferma – l'eco al contrario, un rumore distante che prende potenza – del pensiero sordo che aveva covato dall'incontro sul Gagazet, temuto e accettato poco a poco, ma 'solo la conferma' sapeva comunque fare male.

Aveva dovuto abbandonare la speranza di rovesciare anche quella situazione. Che non era da Tidus. Tidus era quello che credeva fino all'ultimo – fu quello che credette fino all'ultimo, in Yuna. Tutta la sua speranza aveva riarso per lei e quando ebbero ottenuto il loro miracolo, quando ebbero lasciato Zanarkand tutti stretti in cerchio attorno a un'evocatrice confusa e viva, in un istante si rese conto di aver tirato il fiato e di essersi detto Sì. Va bene così. Se hai fra le mani un miracolo non batti il piedino chiedendone un altro, così come quando sei sotto e prendi palla tiri in porta, senza perdere tempo a fare bel gioco.

Ciò che comprese in quei giorni e che tenne stretto al cuore furono i sorrisi di Yuna nel salutare tutte le ultime cose. Credette di capire cos'aveva provato fino a Zanarkand, andando verso il sacrificio, e con quello la sentì più vicina, almeno un pochino. Guardare la morte con gli occhi di lei gli donò una chiarezza che non avrebbe acquisito da solo (proprio non era da Tidus: di suo, mesi prima, avrebbe tirato il freno e messo il broncio). Comprese la bellezza di una fine giusta e la tacque, come Yuna aveva taciuto la sua, la fece propria e seppe infine che era più preziosa del 'bello' di un bagno di folla dopo la vittoria o di un orizzonte frastagliato dai grattacieli dipinti di luce.
Restava la semplice angoscia di non poter più stare con lei, di andare con ogni respiro a sfracellarsi verso una fine sempre più vicina, e sì era vivo, era innamorato della vita e della sua evocatrice e restare fedele alla sua scelta lo dilaniava, ma non dubitò che la sua scelta fosse giusta. Aveva tolto quel tormento da Yuna. Lo caricò sulle sue spalle e poté sopportarlo.

Camminò però a lungo per i corridoi dell'aeronave, febbrile, prigioniero dietro alle grandi vetrate, guardando le terre al di sotto gelose dei propri misteri e immaginando che fra quelli almeno uno l'avrebbe salvato. Doveva pur esistere una magia, un portento nascosto sotto mille anni di storia, ma non si permise di condurre i compagni a caccia di un'altra incognita. Sin sarebbe caduto, quello era importante. Sin cadde. Yuna sarebbe sopravvissuta, quello sì che era fondamentale. Yuna sopravvisse. Lui imparò a percorrere per inerzia il poco che mancava e fece altro e parlò d'altro, corse in battaglia, incitò i compagni, svuotato di una meta che fosse insieme a lei.

Era la sua storia e la lasciò finire.




















Eeeee niente, Tidus fa e dice e si gasa e salta in giro come un grillo (come un grullo, dice un typo, e ci sta pure quello) dopo che Bahamut li indirizza al piano per la sconfitta definitiva di Sin, ma proprio da quel momento lui sa benissimo come andrà a finire il gioco. Avrebbe potuto dire “Ragazzi fermi tutti, così non muore Yuna ma muoio io, ci diamo che so un mesetto per cercare una gabola?” ma non l'ha fatto, ha taciuto (perché sapeva che avrebbe fatto tentennare gli altri e cogliere l'attimo era essenziale) e ha affrontato il tutto a testa alta. Bravo Tidus!
Posizionamento urfido in concorso a causa dei tempi verbali, ma ancora non riesco a vederli chiaramente dopo averci lottato per tutta la stesura. Resto convinta degli incisi al presente: rappresentano le posizioni di Tidus, il punto di vista è vicino al personaggio e il mio punto di vista resta sempre interno a Spira, non è la prima volta che tento di espandere i modi di pensare dei suoi abitanti tramite incisi al presente e onestamente mi sembra che funzionino. Sull'alternanza di imperfetti (situazioni-quadro), passati remoti (azioni o situazioni specifiche) e tempi composti vari ed eventuali (...varie ed eventuali XD) invece sono confusissima. Due betate veloci (grazie kaos3003 e Skull Kid!) me ne hanno risolto uno e sistemato due frasi non chiare.
Un grosso grazie a tutte le gentilissime recensioni ricevute nel frattempo, cui conto di riuscire a rispondere settimana prossima!
   
 
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