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Autore: Black Mariah    15/07/2011    5 recensioni
-Io...noi non possiamo...- gli disse non guardandolo, cercando di aggiustarsi alla meglio il vestito.
Gerard le si avvicinò di nuovo e cercò nuovamente di baciarla, non dandole ascolto.
-No, basta...davvero...Io non voglio...- disse lei allontanando il viso dal suo per non farsi corrompere nuovamente dalle sue labbra.
-Perchè?- disse quasi arrabbiato Gerard. Che le prendeva? Non poteva darsi di nuovo a lui e poi allontanarlo quando voleva lei.
-Perchè sono fidanzata, cazzo.- rispose Annie arrabbiata con se stessa -E non ho intenzione di tradire il mio ragazzo, nè tanto meno di essere la tua amante!- continuò ad alta voce.
"SEGUITO DI LIKE A FUCKIN' ROCKSTAR" (non è necessario leggere la prima storia)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We could be perfect one last night
And die like star-crossed lovers when we fight

 

Chace le stava mordendo le labbra, e continuava a spingerla sul davanzale di marmo del bagno. Perchè si trovava ancora lì? Per quello che sapeva, le era sembrato di ritornare a casa, di essersi spogliata e di essersi messa a letto, seguita dal suo ragazzo.

I respiri di Chace, i suoi gemiti di piacere mischiati ai suoi, non facevano altro che farla contorcere sotto il corpo del ragazzo che sempre più velocemente si muoveva tra le sue gambe, che sempre più velocemente si muoveva dentro di lei. Ogni tanto incontrava quegli occhi di ghiaccio, quegli occhi che la facevano rabbrividire, e dal momento esatto in cui si era rinuchiusa in quel bagno con lui, non aveva smesso nemmeno un attimo di baciarlo, di staccarsi dalle sue labbra. Dopo che il ragazzo sembrò essere soddisfatto, con un movimento molto repentino prese Annie quasi in braccio, e scivolarono a terra, lui seduto, lei sopra di lui. Era assurdo quanto la ragazza avesse bisogno di lui in quel momento, era assurdo di come aveva bisogno del suo profumo. Stretta al suo corpo, Annie inarcava la schiena e stringeva la mano a Chace ogni qual volta che uno spasmo l'attraversava...il suo profumo era troppo buono. Mentre era intenta a muoversi e a lanciare un'occhiata a quegli occhi celesti, si accorse che il profumo era cambiato, non era più quello di Chace, e si accorse che quegli occhi non erano più di ghiaccio, ma di un verde cangiante.

Le mani di Gerard scivolarono nella sua scollatura, e benchè sapesse che quello che stava facendo fosse sbagliato, non voleva fermarlo. Non voleva fermarsi perchè era da troppo tempo che non veniva toccata da quelle mani, era da troppo tempo che non sentiva il profumo di Gerard così vicino, il suo respiro, le sue labbra. Proprio quando lui aprì la bocca per dirle qualcosa, proprio quando lei avrebbe voluto sentire la sua voce mista al culmine di piacere che stava provando in quel momento, fu riportata nel mondo reale, in cui Gerard non c'era più da parecchio tempo.

Aprì gli occhi. La luce del sole la colpì fastidiosamente in faccia. La testa le faceva quasi male e si girò lentamente a vedere se Chace fosse al suo fianco nel letto. Vuoto. Si era già alzato.

Quella sera avevano deciso di stare assieme dopo la discoteca e l'appartamento più vicino era il suo. Un po' confusa si alzò dal letto e andò a chiudere le tende, il sole le aveva decisamente causato una buona dose di scazzatura e sgattaiolò in bagno a rinfrescarsi.

Si guardò un secondo allo specchio: era un disastro e quel sogno aveva contribuito a rendere peggiore il suo risveglio. Adesso se lo sognava anche...

Ritornata nella sua camera notò che sul letto c'era qualcosa, una scatola con un bigliettino. La guardò confusa, e prima di scartare il pacco, lesse il messaggio sul foglio.

"Appena l'ho visto in vetrina ho pensato a quanto ti sarebbe stato bene. Sul tavolo c'è la colazione. Non volevo svegliarti così sono andato a lavoro. Un bacio."

Chace e i suoi regali. Chace e la sua gentilezza. Chace e il suo continuo volersi prendere cura di lei. Era adorabile e lei gli voleva un bene dell'animo, ma che faceva lei per lui? Sognare di fare sesso con un altro ecco che faceva...e si sentiva estremamente in colpa. Abbandonando il pensiero di Gerard, scartò il pacco e ci trovò dentro un vestito carinissimo. Grigio con delle rifiniture nere. Perchè doveva sempre riempirla di regali? Lei non se li meritava...

Dopo essersi data una sistemata se ne andò in cucina e sul tavolo, trovò un vassoio di cornetti, caffè-latte e altre cose.

-Quante diavolo di cose hai comprato?- disse ad alta voce.

Prese il caffè e vi affondò un pezzo di cornetto. Appena morsicò la pasta sfoglia una sorta di disgusto le partì da dentro lo stomaco. L'ennesima mattina in cui il suo stomaco sembrava essere chiuso a qualsiasi cosa che ingeriva. L'ennesima mattina in cui si era alzata nervosa perchè aveva sognato chi non doveva sognare, chi avrebbe dovuto dimenticare.

Lasciò perdere la colazione e si sfilò la maglietta di Chace, indossata appena uscita fuori dal letto. Decise di provarsi quel vestito molto casual.

Quella mattina non aveva niente da fare, anzi il lavoro sarebbe arrivato solo nel pomeriggio, pomeriggio in cui avrebbe dovuto ultimare la canzone che non era riuscita a registrare il giorno prima e in cui avrebbe dovuto rilasciare un'intervista. Perchè l'uscita di un album poteva essere così stressante? Aveva solo voglia di andare in tour e di sfogarsi, di lasciarsi alle spalle tutto quel casino che si era creata. Il Project sarebbe stata la risposta ai suoi problemi, secondo lei.

Si infilò quel vestito. Le dava un'aria da ragazza pura e spensierata, invece dentro aveva il più totale disastro, la più profonda delle angosce. Le risultava sempre difficile fingere a se stessa quando era da sola, quando Chace non era con lei.

Quel vestito la faceva sembrare una ragazzina felice e invece lei non era affatto così. Non era pura e non era perfetta. E quella mattina continuava a sentirsi uno schifo.

**

Gerard aveva passato tutta la mattinata a fare telefonate, a contattare gente, a cercare di chiamare Cole e a trovare qualcuno che gli avesse potuto dare informazioni riguardo Annie, su dove vivesse e sul suo numero di cellulare. Scioccamente non aveva pensato alla cosa più ovvia, che magari la ragazza non avesse nè cambiato numero di cellulare nè si fosse trasferita da qualche parte. In fondo era passato solo un anno e mezzo da quando anche lui andava a casa sua e in quel momento che ci pensava, non vedeva l'utilità di cambiare tutti i recapiti telefonici e gli indirizzi. Essendo uscito dall'albergo in cui alloggiava, prese un taxi e si diresse all'appartamento della ragazza, sperando con tutto se stesso che lei vivesse ancora lì, e che fosse in casa in quel momento. Se non l'avesse trovata era disposto anche ad aspettare fuori la sua porta.

Arrivò davanti al grande portone e suonò il campanello della portineria. Venne ad aprire un ragazzo che lui conosceva bene, era una sorta di custode della hall, e l'impiegato riconobbe subito Gerard. D'altronde aveva passato quasi un anno in quell'appartamento...

-Ciao Gerard!- fece il ragazzo da dietro il bancone. -E' da un po' che non ti vedo da queste parti!-

-Ciao Craig!- salutò Gerard con una strana felicità in corpo. -Ehm...sì, è un po' che non vengo a New York...Senti...sai per caso se...Annie abita ancora qui?- sputò quasi lui, imbarazzato per il fatto che se Annie fosse davvero ancora lì, Craig sarebbe stato a conoscenza della sua relazione con Chace.

-Annie Clay?- domandò il ragazzo biondino lì per lì. -Certo che abita ancora qui!-

Gerard si sentì improvvisamente più leggero. Era ancora lì, e forse era ancora in casa.

-Senti...ma per caso l'hai vista uscire?- disse lui vago, cercando di non essere troppo interessato alla risposta che Craig gli avrebbe dato.

-Mmm...- fece lui scorrendo con il dito sull'agenda i nomi di coloro che erano usciti ed entrati quella mattina -...a dire il vero lei non l'ho vista uscire. Ho visto uscire il fidanzato...ehm...Chace...- fece il portinaio guardando interdetto Gerard.

Al cantante per un attimo gelò il sangue. Chace. Sempre lui. Era normale però, insomma, loro stavano insieme e la cosa positiva era che almeno, se avesse bussato alla sua porta, non se lo sarebbe ritrovato davanti, magari mezzo nudo che aveva appena finito di fare chissà cosa con la sua ragazza. Già, la sua ragazza...Era andato a riprendersela.

-Oh...Ok, grazie- fece Gerard. -Senti io sto andando da lei, non c'è bisogno che l'avvisi, sa che dovevo venirla a trovare.- Inventò il ragazzo.

-Ok- disse Craig. -Allora buona giornata!-

-Grazie, anche a te!-

-Gerard?-

-Sì?-

-Belli, i nuovi capelli!- disse Craig sorridendo.

-Ahah, grazie Craig! Anche la tua nuova divisa è trendy!- rispose, incamminandosi verso l'ascensore.

Pigiò il numero del piano e man mano che guardava illuminarsi i vari tasti dell'ascensore, la sua ansia aumentava. Sicuramente una volta che Annie se lo sarebbe ritrovato davanti alla porta sarebbe rimasta un po' interdetta e anche contrariata, ma dopo avrebbe ceduto.

Gli si seccò quasi la gola quando arrivò di fronte la porta del suo appartamemento. Per un attimo pensò anche di ritirarsi, di ritornare a Los Angeles da Linsdey, di ritornare ad una relazione più che sicura, ma poi si immaginò Annie e il suo sorriso e iniziò a provare un'assurda leggerezza, benchè avesse le farfalle nello stomaco.

Dopo qualche minuto di sosta, spinse il dito sul tasto del campanello. Il tempo che Annie impiegò per andare ad aprire la porta, per passare dalla sua camera da letto al salone, a Gerard sembrò terribilmente lungo. Si tolse dal campo visivo dello spioncino, se Annie l'avesse intravisto, probabilmente non gli avrebbe aperto.

I battiti del suo cuore accellerarono di molto quando sentì le chiavi girare nella serratura e la porta aprirsi.

La ragazza si mostrò a lui in tutto il suo splendore, o meglio gli occhi di Gerard percepirono la ragazza come qualcosa di unico e raro.

Indossava un vestitino, molto leggero, molto semplice, che le dava un'aria da scolaretta, era struccata, con un po' di matita sbavata sotto gli occhi come le capitava spesso, e i suoi capelli corvini erano lasciati liberi e le cadevano sulle spalle, sulle clavicole e sulle braccia.

Quando Annie era andata ad aprire la porta di certo credeva che avrebbe potuto essere chiunque, tranne che Gerard. A quanto ne sapeva lei viveva a Los Angeles e non sapeva il perchè di quella visita e del suo soggiorno a New York.

Come nel suo sogno, quel sogno che l'aveva fatta agitare di molto quella mattina, era splendido, come di suo solito tra l'altro, e i suoi capelli rossi, per quanto bizzarri fossero, erano un connubio perfetto con i suoi occhi verdi e con il suo viso dolce e aggrazziato. Per un attimo le mancò il respiro e per un attimo credette di essere pazza. Non solo se lo sognava, aveva anche le allucinazioni. Fece un respiro più profondo e chiuse gli occhi. Le palpebre le coprirono le iridi per sì e no tre secondi, e quando riaprì gli occhi credeva quasi di non trovarlo più lì, di esseresi immaginata tutto, dal rumore del campanello a lui stesso.

Quando sollevò le palpebre però Gerard era ancora lì, che la fissava e che aveva assunto un'espressione strana, tra lo stupefatto, il contento e l'imbarazzato. Potevano tutte queste emozioni convivere in una sola e semplice espressione facciale? Sì. Gerard era proprio così che si sentiva: contento di rivederla, stupefatto dalla sua bellezza e imbarazzato per quella sua visita senza preavviso.

La ragazza tra l'altro non lo stava guardando molto diversamente. Era confusa, era sorpresa da quell'incontro e forse era un po' meno contenta di Gerard di rivederlo.

Il rosso cercò di rompere il ghiaccio e cercò di parlare. Con voce roca le mormorò un "ciao" e temporeggiò un attimo. Aveva quasi paura che la ragazza si mettesse ad urlargli contro.

Davanti al silenzio di Annie continuò.

-So che non te l'aspettavi...- farfugliò guardandola -ma...dovevo...vederti...- disse molto lentamente.

Annie guardò prima a terra e poi alzò il viso per incrociare il suo sguardo. Non sapeva cosa dire e aveva iniziato a respirare veloce, come se si stesse sentendo male.

-Ehm...se...se vuoi che me ne vada...basta dirmelo...- disse Gerard arrendendosi davanti allo shock della ragazza la quale indietreggiò e fece segno al ragazzo di entrare.

Gerard non se l'aspettava e vederla lì, senza parole, che gli faceva segno di entrare nel suo appartamento gli sembrò un buon segno.

-Sei venuto da Los Angeles?- chiese a fatica lei chiudendosi la porta alle spalle. Perchè l'aveva fatto entrare? Perchè non riusciva ad arrabbiarsi? E soprattutto perchè aveva impresse nella mente alcune scene oniriche del sogno fatto durante la notte?

-Sì...- rispose Gerard che rimase al centro del salone indeciso sul da farsi.

-Che...che sei venuto a fare? Perchè sei qui?- domandò lei atona e cercando di non far trapelare nessuna emozione che aveva in corpo.

-Ti dovevo parlare- disse Gerard, questa volta più sicuro di sè. Non si era fatto sei ore di aereo per nulla, non aveva abbandonato a casa una fidanzata premurosa per nulla, e soprattutto non era andato fino a New York per farsi sfanculare un'altra volta, così decise di uscire fuori la sua sicurezza e la sua forza d'animo, ma in particolare la suo voglia di ritornare a stringere Annie fra le braccia.

-Ti avevo detto che era finita- mugolò lei dirigendosi verso la cucina. Non ci credeva. Gerard era nel suo appartamento.

-Lo so ma non voglio...- iniziò Gerard.

Ad Annie venne un tuffo al cuore. Non poteva fare così...non in quel momento.

-Non si può avere tutto dalla vita- pronunciò un po' imbronciata. In quel momento gli stava dando le spalle e stava cercando tra gli scaffali una tazza. Se non altro avrebbe fatto l'educata servendogli la colazione.

-...e nemmeno tu lo vuoi...- terminò il cantante non curandosi di ciò che la ragazza aveva appena detto. -E non dirmi che non è vero perchè non ci credo.-

-Tieni- fece lei porgendogli la colazione -...sarai affamato...-

Quella situazione era alquanto assurda. Nessuno aveva ancora urlato e per di più Annie aveva anche offerto la colazione a Gerard...

Il ragazzo guardò interdetto il vassoio sul tavolo. Gli stava servendo la colazione...Per lo meno non era agguerrita come la festa a Miami...

Gerard sorseggiò il caffè e continuò a parlare. Ora si era seduto sullo sgabello dello snack bar, e fissava la ragazza, appoggiata con le braccia sul piano cottura. Perchè indossava quel vestitino già di prima mattina?

-Stai...stai bene con questo vestito...- disse a bassa voce, quasi a non voler farsi sentire da lei.

-Gerard- fece Annie guardandolo. Ogni secondo che trascorreva in quella stanza con lui era una coltellata nello stomaco...E così erano di nuovo punto e a capo, come un anno prima, con lei che cercava di dimenticarlo e con lui che non glielo permetteva, con lei che cercava di odiarlo e con lui che faceva di tutto per farsi amare, anche se le aveva dato della puttana per telefono e anche se una settimana prima l'aveva rifatto.

-Per favore...dimmi ciò che mi devi dire e...anzi, se sei venuto a dirmi di ritornare insieme, non farlo, perchè sai che la risposta sarebbe negativa.- gli disse sforzandosi di essere il più sincera possibile.

Gerard sapeva che quella era una bugia, una grossa, fottutissima bugia. Si alzò e andò verso di lei, voleva abbracciarla, voleva stringerla, voleva farle dire la verità.

Nel momento esatto in cui Annie vide Gerard alzarsi e andare verso di lei, capì che cercare di cacciarlo fuori dalla sua vita sarebbe stato molto difficile, e sicuramente sarebbe stato impossibile allontanarlo se lui le avesse ridato anche un minimo assaggio di quello che avevano. Le si posizionò davanti, prendendola per le braccia. Non l'avrebbe mai rifiutato se solo lui le avesse dato la certezza che non l'avrebbe mai fatta più soffrire in quella maniera, ma purtroppo Annie sapeva che se ciò fosse successo di nuovo, lei non si sarebbe mai più ripresa.

Il tocco di Gerard la fece rabbrividire, da quanto tempo non sentiva quelle mani lisce e delicate sfiorare il suo corpo? Accarezzarlo e toccarlo?

-Sì, sono venuto a dirti di abbandonare tutto, di lasciarci alle spalle tutto ciò che è successo in questi mesi...e di ritornare ad essere quello che eravamo. Sei l'unica che ho amato così tanto...e lo sai, e so che anche tu non amerai nessun altro come hai amato me...- La sua voce era così vicina...ad Annie sembrava quasi di toccarla, le rimbombava nell'orecchio, e lui era così vicino, era da più di un anno che non lo aveva a quella distanza. La sua voce, il suo odore, ora erano reali, non erano finzione come nel sogno, ora li percepiva davvero.

Annie chiuse gli occhi, come a non voler essere corrotta da quel viso stupendo che si ritrovava di fronte.

-Ti prego...- disse lei -Non chiedermi questo...- glielo stava supplicando, non chiedendo, gli stava supplicando di non farla soffrire di nuovo.

Gerard la guardò, così semplice, così dolce, così pura. Non stava urlando, e non l'aveva nemmeno respinto. Quella era l'Annie che lui conosceva, non quella aggressiva e acida della festa a Miami. Azzardò ad accarezzarle il viso, e nel preciso momento in cui le sfiorò la guancia, lei si sentì morire. Si avvicinò ancora di più a lei e quel profumo tanto ricercato, che non sentiva più da tanto tempo ma che non aveva mai dimenticato, gli inebriò le narici, di nuovo. E si sentì quasi completo, leggero.

-Perchè?- le chiese lui, con occhi quasi brillanti, ma allo stesso tempo scongiuranti. Le sue mani le sfiorarono la fronte e i capelli, come a voler esplorare quel viso, come a voler renderlo di nuovo familiare.

-Io non voglio soffrire di nuovo- mormorò Annie. Non riusciva a guardarlo negli occhi e tutto ciò che si limitava a fare era guardargli il collo, vedere una parvenza di barba, sentire il profumo che emanavano i suoi vestiti.

Gerard le alzò il mento, e la costrinse a guardarlo.

-Non soffrirai, te lo giuro...- le disse come se le stesse facendo una promessa.

Quelle perle verdi furono una specie di sogno, di miraggio, non erano mai stati di quel colore così luminoso i suoi occhi, e lui non era mai stato così delicato nello sfiorarla e nel parlarle. Un bacio, un solo bacio e lei sarebbe ritornata tra le sue braccia.

Con il pollice seguì il contorno delle labbra della ragazza che lo guardava supplicante, come a volergli dire di non spingersi oltre, di fermarsi, perchè se in quel momento voleva essere baciata con tutta se stessa, in seguito quello sarebbe stato lo sbaglio più grande.

Gerard sentiva i suoi respiri affannati sulla pelle, non le era mai sembrata così casta come in quel momento.

Un solo bacio e tutto sarebbe ritornato come prima.

-Gerard, no...- gli disse lei. Non poteva farle questo, di nuovo. Non poteva sopportarlo. Il ragazzo ignorò quelle due parole cariche di finzione, lui sapeva che lei lo voleva, voleva lui e voleva quel bacio, lo aspettava da troppo tempo.

Le alzò il mento e avvicinò la testa al suo viso. Le sfiorò prima il collo con la punta del naso, inspirando il profumo proveniente dai suoi capelli,e poi le diede un bacio tra l'incavo della clavicola.

Era sbagliato e Annie lo sapeva, ma non voleva nè tanto meno poteva fermarlo. Abbreviò quel calvario, accorciò i tempi. Inaspettatamente prese il viso di Gerard tra le mani e quasi famelica lo baciò. Lo baciò come la prima volta che si erano detti di amarsi, lo baciò come quella volta sulla panchina.

Il cuore di Gerard sussultò aumentando pericolosamente i battiti. Era da troppo tempo che desiderava quelle labbra morbide e carnose, era da troppo tempo che non era più soddisfatto di sognarsele solamente. Le prese il viso tra le mani e vorace si insidiò nella sua bocca, cercando di intrecciare la lingua con la sua. Stava cercando di trattenersi, di non fare nulla di affrettato o di avventato, ma a stento riuscì a controllarsi. La sollevò e la fece sedere sul piano della cucina e la strinse a sè, esplorando di nuovo quel corpo che sembrava non essersene mai andato via dalla sua vita. Le baciò il collo, la clavicola, fino a scendere all'incavo del seno. Con la mano libera le abbassò una spallina del vestito e prese a baciarla sulle braccia per poi ritornare a incontrare le sue labbra.

Respirare per Annie sembrava sempre più difficile, anzi respirare qualcos'altro che non fosse il profumo di Gerard le risultava sempre più difficile. Gli cinse i fianchi con le mani e se lo avvicinò di più, gli cinse il bacino con le gambe e si lasciò baciare da lui, si lasciò fare tutto, ma sapeva che era sbagliato, e sapeva che avrebbe dovuto fermare quelle mani, e che avrebbe dovuto staccarsi da quelle labbra, perchè prima o poi Chace sarebbe tornato e non avrebbe mai voluto farsi trovare in quelle condizioni. Non dalla persona che più l'aveva aiutata in quel periodo buio, non proprio da quella persona che aveva investito tutto se stesso in lei.

-No, Gerard, fermati...- gli disse ad un tratto, quando il ragazzo non era stato più in grado di controllare gli ormoni. Sciolse le gambe dal suo bacino e lo allontanò, scendendo dalla cucina.

Gerard la guardò interdetto, confuso. Perchè l'aveva fermato? Era una cosa che volevano entrambi.

Annie fece un respiro, e cercò di abbandonare il subbuglio di emozioni che aveva in corpo.

-Io...noi non possiamo...- gli disse non guardandolo, cercando di aggiustarsi alla meglio il vestito.

Gerard le si avvicinò di nuovo e cercò nuovamente di baciarla, non dandole ascolto.

-No, basta...davvero...Io non voglio...- disse lei allontanando il viso dal suo per non farsi corrompere nuovamente dalle sue labbra.

-Perchè?- disse quasi arrabbiato Gerard. Che le prendeva? Non poteva darsi di nuovo a lui e poi allontanarlo quando voleva lei.

-Perchè sono fidanzata, cazzo.- rispose Annie arrabbiata con se stessa -E non ho intenzione di tradire il mio ragazzo, nè tanto meno di essere la tua amante!- continuò ad alta voce.

Gerard la guardò per un secondo. Si sentiva preso in giro.

-Ah, perchè io non ho una ragazza? O sono io lo stronzo che vuole farti fare l'amante? Ti ricordo che sono venuto da Los Angeles prendendo il primo aereo per New York e lasciando Linsdey solo per te! - fece arrabbiato.

Di sicuro quello sarebbe stato l'inizio di una lunga discussione, una discussione covata per più di un anno.


ta dah! tornata beh, questo è il nuovo capitolo, un po' sentimentale si ma a me piace molto, vi assicuro che però nel prossimo i toni si alzeranno e poi ce ne saranno delle belle a partire dal project revolution in cui entrambe le band saranno in tour insieme!!
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