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Autore: _Sayco    15/07/2011    2 recensioni
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Luna/Ron
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ok, questa shot è in risposta alla sfida di SomoChu, al contest di I <3 Shipping!
la trovo veramente brutta, è una Ron/Luna dove Ron è terribilmente OOC! ç___ç 
è la prima volta che scrivo sui due e... bho, non so... se mi lasciate un commento 
dicendomi com'è mi fareste felice! <3 e mi aiutereste xD! bene leggete pure... 


SOTTO LA LUNA DI MEZZANOTTE, NEL NOSTRO VALZER. 
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Mi svegliai con un presentimento di qualcosa che non andava, e mi accorsi che era stata la mancanza del solito peso nel letto, nel posto accanto a me, ad avermi svegliato.
Sbuffai divertito: come al solito mi lasciava nel bel mezzo della notte a dormire da solo, per qualche suo divertimento notturno.
Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra.
Eccola lì: in giardino, nell’erba alta fino alle ginocchia e i fiori di mille colori del caldo agosto, che con le braccia aperte girava lentamente sotto l’argento dei raggi di luna.
Si mise le braccia attorno alle spalle e seppi che iniziò a canticchiare da sola, a bassa voce, in uno di quei suoi valzer lenti e ammalianti, che solo lei componeva dondolandosi, come era solita fare per rilassarsi. Come era solita fare ai matrimoni.
Mi avvicinai di più alla finestra: aveva la pelle così diafana e i capelli, così bianchi, sembravano fili d’argento alla luce devastante della luna, quasi come il sole di mezzogiorno, che con quel piccolo vestitino verde chiaro, che le scopriva le gambe, le spalle e le braccia, Sembrava una piccola calla, che cercava di imitare un girasole, ma prediligeva la luna.
Sorrisi a me stesso, 23 anni erano passati, e 23 anni che era rimasta uguale.
Iniziò a girare prima veloce e poi di nuovo lentamente, però ora saltellando.
Mi alzai, misi un golfino, e scesi le scale per poi uscire in giardino.
Senza farmi vedere andai sul retro della casa, raccolsi i due fiori, bianchi e pallidi, con i petali sottili, quasi trasparenti, come lei.
Uno lo misi nel taschino sul petto del pigiama, l’altro lo tenni in mano e mi avviai.
Cercai come un ragazzino di 15 anni che cercava di sorprendere la fidanzata, di non farmi sentire, e arrivato dietro di lei le misi le mani sulle spalle per fermarla, poi la piccola calla nei capelli d’argento.
Luna, che caso il nome e il suo debole, nonché la somiglianza, con quel satellite dipendente da qualcuno, ma a sé stante, in un mondo tutto suo; si girò, aprì gli occhi e mi sorrise teneramente.
Sorridendo mi inchinai porgendole la mano. Lei mi rispose divertita con un piccolo inchino piegando la gamba dietro, e posò la mano destra sulla mia, tesa verso di lei, l’altra sulla spalla.
La strinsi a me, e iniziammo a ballare il nostro valzer, quello che non cambierà nel tempo, quello di cui la musica la potremmo sempre sentire solo noi. Il valzer che ha segnato le nostre vite, dal momento prima di sconfiggere Voldemort a quello della festa della vittoria, al nostro matrimonio, e ora a segnare la nostra vecchiaia, che avanza nel tempo, scandendone i minuti a ritmo di quarti.
Perché quando entri nell’orbita di Luna, se riesci entrare nel suo mondo, ne vieni completamente catturato e trascinato, nel suo dolcissimo valzer: nella sua apparente pazzia e stranezza.
Che ti fa ridere fino alla mattina successiva, e così fino alla fine dei nostri giorni.    

 

 

   
 
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