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Autore: FairyCleo    15/07/2011    11 recensioni
"Era tutto il giorno che l' intero enturage di servitori di re Uther e figlio faceva su e giù per il castello, lustrando persino i cardini delle porte delle segrete.
Camelot doveva prepararsi al meglio per accogliere in maniera egregia un ospite molto particolare".
Dal capitolo 5:
"Veloce come non mai, con il cuore che galoppava così forte da fargli quasi male, Artù era giunto davanti la porta della fredda cella dove era stato rinchiuso Merlino.
Il poveretto giaceva a terra, svenuto, rannicchiato su di un fianco, con le braccia incrociate sul petto, nascoste in parte dalle ginocchia ossute, e il viso affondato in esse.
Nonostante avesse rivolto la schiena verso il freddo muro di pietra, non era difficile immaginare in che condizioni fosse.
Sotto di lui, una pozza di liquido denso e scuro si stava allargando a vista d' occhio.
Se non fosse intervenuto all' istante, sarebbe morto dissanguato in quel posto infernale".
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salvation


Merlin non riusciva ancora a credere che il destino potesse aver giocato loro uno scherzo simile.
Artù stava morendo.
Il principe ereditario di Camelot non avrebbe sicuramente visto una nuova alba.

La sua mente continuava a tornare sulle parole pronunciate dal drago... ' Compi il tuo destino '.
Aveva fallito.
Non era riuscito a proteggere colui che gli era stato affidato, colui che avrebbe permesso alla magia di tornare a vivere.
Aveva lasciato che accaesse l' irreparabile, e ciò era successo perché era un codardo.
Si, ecco cos' era!
Era un inutile, sciocco codardo!
A cosa gli serviva la magia se aveva così tanta paura di usarla?

Merlino si tormentava in quel modo da ore, ormai.
Continuava a girarsi sul freddo pavimento di marmo, incapace di prendere pace.
Brividi continuavano a percorrere il suo esile corpo.
Le braci che ardevano nel camino non riuscivano a scaldarlo, perché quel freddo proveniva dal suo petto.
Era il suo cuore ad essersi prima spezzato, e poi gelato.

Artù...
Tutti erano certi che Artù fosse semplicemente il nome dato al principe ereditario di Camelot.
Nessuno sapeva che, in realtà, era proprio quel titolo a semplificare le cose.
Gli altri avrebbero perso il principe, lui avrebbe perso ARTU'.
Si... Non era un principe che stava morendo: stava morendo un amico.
L' amico più prezioso che avesse mai avuto.

I suoi grandi occhi, vigili e brillanti, continuavano a fare capolino nella mente del mago.
Quante volte gli era stato intimato da sua maestà che fissarlo negli occhi era segno di irriverenza?
Ma lui non ne aveva mai tenuto conto.
Quelle iridi azzurre svelavano molto più di quanto Artù volesse far sapere di sè...
E Merlino sapeva tutto del suo amico.
Sapeva quanto soffriva per non aver mai conosciuto sua madre.
Sapeva quanto il peso dell' eredità di Camelot lo opprimesse.
Sapeva quanto avrebbe voluto essere un ragazzo come tutti gli altri.
Ma cercava di non darlo mai a vedere, mostrandosi sempre forte e valoroso.

Non avrebbe mai più potuto fissare quegli occhi leggendogli nell' anima, e non si sarebbe mai più sentito dire di non farlo.
Avrebbe davvero sopportato un simile dolore?

Nel silenzio della notte, i suoi singhiozzi mal soffocati rimbombavano come urla.

' Che cosa ne hai fatto di Merlino? '.
Gwen aveva ragione.
Da quando Miraz era entrato nelle loro vite, lui non era più stato se stesso.
Ammetteva di non essere figlio del coraggio, ma la paura ormai aveva preso posto in lui, dilagando, invadendo ogni parte più remota della sua essenza.

Lentamente, si era girato sul fianco opposto, cercando, nella penombra della stanza, di scorgere la figura stesa sul grande letto a baldacchino.
Aveva avuto quasi un sussulto nel vedere che Miraz dormiva sul fianco destro, girato proprio nella sua direzione.
Sembrava che lo osservasse persino durante il sonno.
 
"Hai rovinato tutto...".
Lo aveva appena sussurrato, soffocando l' ennesimo singhiozzo.
Con il dorso della mano, aveva asciugato le lacrime che rigavano il suo pallido volto.
I suoi occhi sembravano scintillare nella notte.
"Merlino è qui Gwen. E non andrà più via".

Il giovane mago, come smosso da una forza più grande di lui, si era sollevato in piedi, continuando a fissare il suo ' padrone ' nel buio.
Sapeva esattamente cosa fare.

Muovendosi come un felino, si era diretto verso la porta.
Lentamente, l' aveva socchiusa, cercando di non far cigolare i cardini.
Un ultimo sguardo verso il mostro che dormiva nel letto, e Merlino era scivolato nel buio, lasciandosi quella stanza alle spalle.

Non aveva potuto vedere il ghigno compiaciuto sul volto di Miraz.

                                                                                                    *

Era entrato nelle stanze di Artù senza troppi preamboli.
Doveva fare presto se non voleva che Miraz si accorgesse della sua assenza.
Nonostante tutto il dolore che gli aveva causato, non si sentiva in grado di togliere la vita ad un altro essere vivente.
Per questo, avrebbe cercato di fare più in fretta che poteva, per poter tornare al suo posto sul freddo pavimento prima che per un malaugurato motivo, Miraz si fosse destato dal suo sonno.
Prima o poi sarebbe dovuto andare via.
Ed era certo che quel momento sarebbe arrivato presto.
Merlino non poteva immaginare quanto quella sua supposizione corrispondesse alla realtà.

Nella stanza, oltre ad Artù, steso immobile nel letto che Merlino tante volte aveva rifatto, c' era solo Gaius.
Nel vederlo, il vecchio cerusico aveva quasi creduto di avere di fronte un fantasma.

"Merlino! Che cosa...".
"Scusatemi Gaius, ma non c' è il tempo! Devo fare qualcosa prima che sia troppo tardi!".
Detto ciò, il giovane mago si era inginocchiato alla destra di Artù.
Il principe era bianco come un cadavere.
Le sue labbra erano candide, gli occhi serrati, contornati da profonde occhiaie violacee.
I biondi capelli, umidi di sudore, erano appicciati in maniera scomposta sulla sua fronte.
Il petto si muoveva in maniera impercettibile sotto le candide lenzuola.
Nonostante la morte lo stesse strappando al mondo, Merlino credeva di non aver visto niente di più bello e fiero in tutta la sua vita.

"Non preoccupatevi Artù... ci sono io ora... andrà tutto bene...".
Aveva sussurrato piano all' orecchio del principe.
Così piano, che si era domandato se Artù avesse mai potuto sentirlo anche da sveglio.

Gaius lo guardava a bocca aperta, incapace di comprendere la scena che si palesava davanti ai suoi occhi.

Dolcemente, Merlino aveva sfilato le coperte dal corpo di Artù, potendo così vedere lo scempio che devastava quella assoluta perfezione.
Non era riuscito a trattenere le lacrime.
Le bende che ricoprivano la ferita grondavano sangue che, inesorabilmente, aveva macchiato le splendide lenzuola di seta.

Aveva serrato forte le palpebre, incapace di osservare ancora quell' orrore.

Istintivamente, si era chinato maggiormente su di lui, posandogli una mano tra i capelli dorati e continuando ad accarezzarli proprio come Artù aveva fatto con lui qualche tempo addietro.
I suoi occhi erano un mare di lacrime

"Merlino..." - Gaius non sapeva davvero cosa dire.
Era chiaro a tutti quanto fosse forte il legame che li univa, ma una scena del genere non poteva non stringere il cuore.
Non aveva idea di come il suo protetto fosse riuscito a sgattaiolare via dalle grinfie del mostro, ma sapeva perfettamente a quale rischio stava andando incontro.
Il suo Merlino era coraggioso: era il ragazzo più coraggioso che avesse mai conosciuto in vita sua.

"Va tutto bene Gaius" - Merlino aveva cercato di ricomporsi - "Ora... ora dovete andare a prendere quell' unguento".
Il cerusico lo guardava stranito.
"Dovete andare a prendere ' quell' unguento ' . Non è vero, Gaius?".
Improvvisamente, aveva capito quali erano le sue intenzioni.
"Promettimi che starai attento".
"Fidatevi di me".
Come avrebbe potuto non fidarsi di lui?

Sorridendo mesto, il vecchio cerusico si era diretto sulla soglia.

"Ah, Gaius?".
"Si, ragazzo?".
"E' bello rivedervi!".

Sorridendo, aveva lasciato i due giovani da soli nella stanza.

                                                                                                       *

Ora non c' era davvero più tempo da perdere.
Merlino sapeva benissimo che non avrebbe avuto un' altra occasione.
Per questo, non poteva prendersi il lusso di fallire.

Determinato più che mai, si era rimesso in piedi, osservando con decisione il principe Artù.

"Non vi lascerò morire. Fosse l' ultima cosa che faccio in vita mia".
Aveva posizionato la mano destra sulla ferita del principe, tenendola sospesa di qualche centimentro, aprendo completamente il palmo.
Sentiva la magia scorrere nel proprio corpo, rigenerandolo al suo passaggio.
La formula stava prendendo forma nella sua mente, e presto, mentre l' avrebbe pronunciata ad alta voce, i suoi occhi sarebbero diventati dorati, lasciando che la magia si sprigionasse in tutta la sua forza.

Eppure gli mancava ancora qualcosa.
Aveva preso un bel respiro, e aveva chiuso per un istante le palpebre, prima di cominciare.
La mano di Artù giaceva inerme accanto al suo stanco corpo.
Istintivamente, Merlino l' aveva afferrata nella propria, stringendola forte.
Ora, era finalmente completo.

Aveva pronuciato l' incantesimo a voce piena, lasciandolo esplodere in tutta la sua luce brillante.
I suoi occhi, come aveva previsto, era diventati d' oro, una luce fortissima lo aveva avvolto completamente e la mano da cui si sprigionava l' incantesimo bruciava.
Ma non era un bruciore doloroso: era la sensazione migliore che avesse mai provato nella sua vita.
Continuava a stringere la mano di Artù, mentre la ferita, lentamente, si stava richiudendo.

                                                                                            *

Artù vagava a lungo nel buio.
Non capiva perché si trovasse lì, e perché nessuno rispondesse alle sue richieste d' aiuto.
Non capiva perché tutti l' avessero lasciato solo.
Faceva freddo in quel luogo ostile, e la paura iniziava a farsi largo in lui.
Comiciava a credere che sarebbe rimasto lì per sempre.

D' un tratto, però, un tiepido calore aveva cominciato a riscaldare il suo petto, donandogli conforto.
Man mano, quel tepore aumentava, infondendosi in tutto il suo corpo intorpidito e stanco.
E, sempre più velocemente, il buio aveva cominciato a diradarsi, lasciando spazio ad un' abbagliante luce dorata.
Non aveva più freddo, non aveva più paura.
Qualcosa, o qualcuno, lo stava cullando dolcemente, tenendolo saldamente, proteggendolo e guidandolo.
Poi, all' improvviso, li aveva visti stagliarsi nitidi entro quella luce dorata.
Due grandi e profondi occhi blu.
Finamente, si sentiva di nuovo al sicuro.

                                                                                                 *

Artù stringeva la mano di qualcuno.
Il principe aveva avuto la forza di socchiudere appena gli occhi, e gli era parso di vedere il suo sciocco valletto irradiare una luce calda e rassicurante.
Stava certamente sognando, perché era convinto di non aver mai visto niente di più bello in vita sua.
Gli occhi di quell' essere erano dorati, e sentiva uno strano calore diffondersi nella gamba ferita, lenendo dolcemente il dolore.
Chiunque fosse quella creatura celestiale, perché certamente non poteva trattarsi di Merlino, avrebbe avuto la sua graditudine per sempre.
Poi, tutto era finito.
La luce era scomparsa, così come il calore, e lui si era sentito bene.
Si, non avrebbe potuto trovare un termine più adatto.
Lui stava bene.
Proprio per questo, si era lasciato cullare dalle braccia di Morfeo.

                                                                                                  *

Merlino respirava affannato.
Quell' incantesimo era potente, e aveva prociugato gran parte delle sue energie.
Ma aveva il cuore finalmente leggero.
C' era riuscito: aveva salvato il suo Artù da morte certa.
La ferita era stata quasi completamente cauterizzata: aveva lasciato solo un piccolo graffio in superficie leggermente sanguinante per evitare di destare sospetti.
Piangeva di gioia, incapace di trattenere le lacrime.

Per un attimo, gli era parso che Artù lo stesse guardando, ma doveva essersi certamente sbagliato.
Forse, l' emozione del momento gli aveva tirato un brutto scherzo.
Però, di una cosa era certo: aveva sentito la mano di Artù stringersi attorno alla propria.
Quello era il segno più evidente della riuscita del suo piano.

"Avete visto Artù? Ve l' aveva promesso... Starete bene di nuovo...
E quando tutto questo finirà, potrete di nuovo ordinarmi di lucidare i vostri stivali, pulire le stalle, rammendare i vostri abiti e fare tutte quelle cose noiose e faticose che vi divertono tanto".
Rideva nel pianto.
Non c' era gioia più grande di quella.

Ora, non doveva fare altro che aspettare il ritorno di Gaius, e poi sarebbe scivolato di soppiatto nelle stanze di Miraz.
Avrebbe ripreso il suo posto accanto al camino, e nessuno si sarebbe accorto di niente.
Si, tutto sarebbe andato a meraviglia.
Se solo non fosse accaduto l' imprevedibile.

Qualcuno, alle sue spalle, stava applaudendo sonoramente, emergendo dal buio, e i passi sul pavimento annunciavano il suo avvicinarsi.
Un brivido di terrore aveva attraversato la schiena del ragazzo.

"Bravo Merlino. Davvero bravo".

Non poteva essere.
Il destino non poteva avercela con lui fino a quel punto.
Quella voce baritonale ormai così familiare aveva infranto quell' attimo di felicità, riducendolo in mille piccoli pezzi.

Tremando, aveva afferrato ancora di più la mano del suo principe, trovando in essa la forza di voltarsi e guardare in viso quell' ospite indesiderato.

Due occhi neri come la notte lo fissavano, bramosi di potere.
Gli occhi di un mostro.
Questa volta, sarebbe stata davvero la fine.

Continua...

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CHIEDO PERDONO PER L' IMMENSO RITARDO!!!
Non sto facendo la pigrona, è solo che non so più come dividermi tra studio, lavori in casa, vita reale, efp ecc ecc...
Ma, anche se dopo un' eternità rispetto ai miei standard, eccomi di nuovo qui, con il capitolo 15.
Wow...
Siamo già al quindicesimo!!
Quasi non credo di aver raggiunto questo traguardo insieme a voi, recensori e lettori meravigliosi!!!
Avete tutta la mia stima e la mia gratitudine!!!

Che dire a riguardo?
Povero Merlino...
Mi sento in colpa nei suoi confronti!!=(
Maledetto mostro!!!
Prima o poi la pagherà, ve lo prometto.
Ma, per ora, posso solo dirvi che i guai devono ancora iniziare.
Per questo, spero che siate ancora con me al prossimo capitolo...

A presto!
Un bacione!
Cleo


   
 
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