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Autore: NiNieL82    20/03/2006    1 recensioni
Tra tarocchi, alberi di Natale, incomprensioni e continui scivoloni -fisici- Grace ed Elijah vivivono la loro storia, che non sarà sempre rosa e fiori.
Per tutti quelli che hanno amato Natale A New York, regalo un piccolo scherzo del destino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Boyd, Dominic Monaghan, Elijah Wood, Nuovo personaggio, Sean Astin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tarocchi, agrifogli e fondi di caffè'
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Allora

Allora, visto che nel mentre scrivo questo capitolo non ho ancora pubblicato la storia, spero che chiunque l’ha letta, non si trovi deluso.
Ringrazio chiunque mi segue. Pochi o tanti essi siano. Un bacio a tutti.
Niniel.


Ps: Non può mancare… Buona lettura.

Capitolo 3:New York New York 

Start spreadin' the news, I'm leaving today.
I want to be a part of it,
New York, New York.


Allora era quella la grande mela. Proprio come Grace se la immaginava.
Grande. E.. Mela?!
La ragazza scese dal taxi. Si era fatta lasciare davanti alla casa editrice che aveva risposto alla sua lettera a e che aveva deciso di pubblicare il suo libro.
Era davvero emozionata. Non poteva negarlo. Per anni aveva rincorso un sogno, un sogno che molti avevano ostacolato, ma nel quale lei, Hope e Adam avevano sempre creduto.
Ed ora eccola. Ad esaudire il suo sogno. A parlare con qualcuno di importante affinché quella parte di se che parlava di quella persona che non aveva potuto conoscere, ma che sentiva di amare. Si chiese se suo padre da lassù avesse fatto qualche cosa, per farla arrivare fino a lì, fino alla casa editrice Book&Book inc. che avrebbe pubblicato, in data ancora da definire, il suo manoscritto.
Entrò nella grande sala d’ingresso, che era un via vai continuo di persone, vite che lei avrebbe incrociato quelle volte o che, molto probabilmente, non avrebbe mai più incontrato. Sorridente si avvicinò ad uno degli addetti per le informazioni e sorridente chiese:
“Scusi? Sto cercando il signor O’Connor, Steve O’Connor, avrei un appuntamento con lui…”
“Lei è la signorina Thompson?” chiese con noncuranza l’addetto.
“Si” rispose prontamente Grace.
“Allora, il signor O’Connor l’attende nel suo studio. Al settimo piano…”
Grace corse verso l’ascensore. 
Il suo sogno diventava realtà.


Da un’altra parte della città.

These vagabond shoes are longing to stray
right through the very heart of it,
New York, New York.


Aveva davvero viaggiato tantissimo nella sua vita. Non poteva negarlo. Ma quel viaggio era il più importante e grande di tutti.
Elijah camminava tranquillo, fumando la sua sigaretta, pensando che la sua vita quel giorno sarebbe diventata un po’ più movimentata. 
Certo, non sarebbe stato facile fare quello che voleva fare, ovvero aprire una casa discografica che pubblicizzasse band non ancora famose. Ma ci voleva provare. Credeva nel fatto che se, si aveva un sogno, questo andasse in tutti i modi coltivato. E lui, con questo progetto voleva essere il fautore di questi sogni.
Arrivò all’albergo. Salutò un uomo nella hall, che conosceva il giovane attore per le passate visite che aveva fatto nello stesso hotel e, dopo aver sistemato tutta la parte burocratica e aver pagato un piccolo acconto, prese posto in quella che, da quel giorno, in data ancora da definire, sarebbe stata la sua nuova casa, per una data da definire, ma, sicuramente, non per sempre.
E con un sospiro, dopo essere arrivato in camera, buttò la borsa da una parte e si lanciò nel letto, chiudendo gli occhi e cominciando a dormire beato.


La mattina dopo…

I wanna wake up in a city that doesn't sleep
and find I'm king of the hill, top of the heap. 
These little town blues are melting away.
I'll make a brand new start of it in old New York.

Quel risveglio per Grace sarebbe stato lieto anche se avesse dormito sui di un letto di chiodi. 
Il giorno prima aveva incontrato il signor O’Connor, un simpatico signore sulla settantina che amava giocare a golf, tanto che, persino nel suo studio aveva un piccolo tappetino verde dove lanciava le sue palline che , normalmente non finivano mai al primo colpo nella buca poco lontano.
A dire il vero, quello, non era stato il vero e proprio colloquio. Lo stesso direttore lo aveva detto (mentre le insegnava a usare un ottimo numero nove senza tendere troppo il braccio, facendo sbagliare anche lei nel lancio della pallina), dopo essersi informato di dove avrebbe passato la notte.
Grace aveva seguito quell’uomo, matto come un cavallo che non aveva fatto altro che farla ridere, ma che, al momento di parlare del suo libro aveva sorriso e aveva detto una frase che avrebbe ricordato per tutta la vita:
“Il tuo libro trasmette qualche cosa che raramente uno scrittore riesce a trasmettere. È triste, ma al contempo allegro. Riesce ad essere serio, ma allo stesso tempo allegro. Trasmette calore. E fa capire che la persona di cui parli provi un grande amore. Tu sei legata al tuo protagonista. È cosi, Grace?”
Grace amava il suo personaggio perché lo aveva creato basandosi sull’idea che si era fatta del padre, un uomo retto e coraggioso che aveva fatto di tutto per salvare i co-protagonisti della storia.
Sorrise scostando la cascata di riccioli castani che ballavano sulla schiena, liberi da ogni nodo. E stiracchiandosi guardando fuori dalla finestra si preparò ad affrontare una nuova giornata nella città delle grandi opportunità
.

If I can make it there, I'll make it anywhere.
It's up to you, New York, New York. 
New York, New York.


Da un’altra parte, in una stanza dello stesso albergo…

I wanna wake up in a city that never sleeps
and find I'm a number one, top of the list. 
These little town blues are melting away.
I'll make a brand new start of it
in old New York.


Elijah si svegliò e si stiracchiò. 
Pensava che da quando aveva lasciato Franka, anche risvegliarsi era stato difficile. Aveva amato molto la ragazza tedesca. Aveva cercato in lei un po’ di tranquillità, ma inutilmente. Al primo ostacolo si erano lasciati. E lui era l’unico che ancora ci soffriva.
Si mise a sedere nel letto in silenzio e si stiracchiò. Doveva cominciare una nuova giornata.
A New York…
Sapeva di poter fare qualche cosa lì. Nella città dove il vecchio si mischiava al nuovo e dove lui avrebbe sfruttato parte dei soldi guadagnati.
A New York…

If I can make it there, I'll make it anywhere.
It's up to you, New York, New York.
It's up to you, New York, New York


Elijah sapeva che bastava crederci. E lo avrebbe fatto. Quella era la città giusta. Quella era New York, il massimo per tutti….

   
 
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