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Autore: NiNieL82    19/03/2006    3 recensioni
Tra tarocchi, alberi di Natale, incomprensioni e continui scivoloni -fisici- Grace ed Elijah vivivono la loro storia, che non sarà sempre rosa e fiori.
Per tutti quelli che hanno amato Natale A New York, regalo un piccolo scherzo del destino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Boyd, Dominic Monaghan, Elijah Wood, Nuovo personaggio, Sean Astin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tarocchi, agrifogli e fondi di caffè'
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Ringrazio Marochan per il suo aiuto in questo capitolo

Ringrazio Marochan per il suo aiuto in questo capitolo. Grazie davvero. 
Buona lettura. Niniel.

Capitolo 2: Elijah

Un piccolo rumore di cocci rotti arrivò dal salotto della lussuosa villa. 
Che cosa diamine poteva essere?
Sentì una voce preoccupata. Quella di Zach che nervoso diceva:
“Ma è mai possibile che devi sempre prendere le sue cose? Hannah non sei più una bambina..”
Elijah si sollevò lentamente e si affacciò dalla porta della camera gridando:
"Hannah dimmi che il rumore dei cocci che ho sentito erano quelli del vaso antico cinese della nonna"
“Il vaso antico della nonna l’ho rotto il mese scorso…” disse la ragazza guardando verso le scale da dove proveniva la voce del fratello. Elijah, chiudendo gli occhi e, portandoci una mano sopra, cercando di mantenere la calma, disse:
“Non hai toccato la foto che abbiamo fatto l’ultimo giorno di riprese in Nuova Zelanda, vero Hann?”
Zach guardò la sorella sollevando un sopraciglio come volesse dire:
“Lo hai fatto tu il danno. Io non c’entro..”
“Si” disse a mezza voce la ragazza.
In quel momento il giovane ragazzo perse la pazienza e gridò:
"Hannaaaaaaaah hai preso di nuovo quella foto!!! Ti ho detto mille volte di non toccarla, per nessun motivo al mondo…” 
Era una delle poche rare volte in cui Elijah Jordan Wood, nato ventiquattro anni prima, il 28 gennaio 1981 a Cedar Rapid, Iowa, da Debra Wood e Warren Wood, si arrabbiava sul serio. Ed era impossibile da credere. Uno calmo come lui che si arrabbiava. Da non crederci.
Ma se lo faceva un motivo c’era.
Infatti, era intento a litigare con la sua spina nel fianco preferita, sua sorella Hannah, diplomata nel combinare danni di ogni sorta, ma sorella minore di Elijah che, da quando i genitori si erano separati, non aveva fatto altro che proteggerla e coccolarla come solo un fratello maggiore sapeva fare.
Zach, il fratello maggiore di Elijah gridò:
“Monkey! Dai! Calmati…”
“Zach stanne fuori...” gridò Elijah serio.
Il fratello con fare serio ritornò in cucina e, con un piccolo gesto, poggiando la mano dietro la schiena, fece entrare anche lei, mentre Hannah cosciente di quello che aveva fatto, guardò le scale con in cima il fratello, infuriato. Dentro di se sapeva di essere in colpa ma nel suo viso c’era un espressione tipo:
“Daiii! Non te la prendere con me che vuoi che c’entri io? Sono giovane e scavezzacollo…”
Elijah, però, esasperato da quel comportamento alle volte menefreghista di sua sorella disse:
“Fammi vedere la foto Hann!”
Hannah deglutì a vuoto e disse:
“Ne sei proprio sicuro?”
Elijah strinse gli occhi e rispose, facendo una domanda a sua volta alla sorella:
“Hannah? Cos’è successo a quella cavolo di foto?” e scese veloce le scale.
Si avvicinò alla sorella ed ebbe un colpo. La bellissima cornice elfica era distrutta. La foto, per qualche strano motivo non si era rovinata, ma la cornice si era davvero distrutta.
Elijah la guardò con gli occhi di fuori e disse:
“Sai quante ne esistono di queste cornici nel mondo?”
Hannah scosse la testa in segno di diniego. Elijah la guardò e disse:
“Tante quante il numero delle persone che ci sono ritratte… Queste le hanno fatte solo per noi quelli della Weta…”
“Non l’ho fatto apposta Elwood…”
“QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON TOCCARLA?” gridò Elijah. 
Hannah lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e disse:
“Mi sento in colpa e tu? Tu che fai? Mi urli contro.. sai che ti dico? Vai a farti fottere Monkey…” e uscì di corsa dalla sala lasciando Elijah da solo.
In quel momento pensò che aveva davvero trattato male sua sorella, ma che quello era il chiaro segnale che doveva lasciare per un po’ casa sua.

Debra lo guardò con la sua sacca e disse.
“Ritorna ogni tanto a Los Angeles..”
“Certo che ritorno, mamma. Non sono uno stupido…” disse Elijah abbracciandola, fingendosi infastidito.
Zach lo abbracciò e disse:
“Attento fratellino. New York è una città difficile da vivere…”
Elijah lo guardò e disse.
“Tranquillo fratellone… So cosa fare. Vivo da solo da quando ho diciassette anni. Stare da solo ora che ne ho ventiquattro sarà una passeggiata” e gli diede due pacche sulla schiena divertito.
Poi si voltò verso Hannah e con un sorriso disse:
“Fatti abbracciare…”
La sorella strinse il fratello commossa e disse:
“Allora! Non stai partendo per colpa mia. Vero?”
Elijah scosse la testa e disse:
“Tranquilla. Non sto partendo per colpa tua..”
La sorella sorrise e prendendo qualche cosa dalla borsa la porse al giovane attore, dicendo:
“Lo so che non è come nuova, però ho cercato qualcuno bravo e l’ho fatta riparare…” e sorrise porgendo la cornice.
Elijah aveva accantonato quella discussione, poi guardò la sorella e disse:
“Grazie…”
Hannah sorrise e disse:
“E di cosa.. piuttosto.. Fratellino stati attento e tieni il tuo pisello moscio lontano dalle punkettone di New York. Alle volte hai davvero uno strano gusto per l’orrido..” e gli diede una piccola spinta sul braccio sorridendo divertita…
[I PASSEGGERI DEL VOLO A9 753 IN PARTENZA PER NEW YORK, SONO PREGATI DI RECARSI ALL’USCITA 56. RIPETO….]
Elijah guardò la madre e i fratelli e sistemando la borsa disse:
“Bene ragazzi. Io vi lascio…”
“Ciao Monkey!” dissero tutti.
“Ciao” salutò l’attore allontanandosi e movendo la mano.
“Torna per Natale!” gridò Debra.
“Mamma ci vogliono tre mesi” rispose con un sorriso il ragazzo. 
“Sempre meglio ricordarsele prima queste cose” gridò la donna.
Elijah rise e salutò.
Anche lui non sapeva che la sua vita si apprestava a ricevere qualche cosa che non poteva immaginare.
Uno strano scherzo del destino che lo avrebbe reso felice.

   
 
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