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Autore: loralichiario    16/07/2011    1 recensioni
Emma è rinchiusa in un ospedale da sei mesi ormai per un tumore che si sta espandendo per tutto il suo corpo. Un giorno nell'ospedale incontra Stefano, un bellissimo ragazzo, anche lui affetto dalla sua stessa malattia. E' amore... ma saranno in grado di superare la malattia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Bimbi fate piano, dai!- sono nella sala giochi dell’ospedale a svariarmi un po’ con i bambini. Sono in fribillazione perché arrivano i clown con la clownterapy. Come se servisse a qualcosa! Ridere fa bene, ma non fa guarire da un tumore.
-Ehi ciao…- il ragazzo dell’altro giorno sulla terrazza, si siede affianco a me.
-Ciao…- rispondo fredda, continuando a dar retta a una piccola bimba che mi dice che Babbo Natale l’anno prossimo le porterà la nuova Barbie.
-Possiamo parlare?- annuisco e ci alziamo dirigendoci verso la terrazza.
Fa un caldo assurdo e il solo batte proprio sulla terrazza, quindi ci sediamo nel lato opposto per non rimanere accecati. Lo guardo, ma lui non parla.
-Di cosa dobbiamo parlare, allora?- lo incito a parlare, - su…-
-Ho iniziato la chenio…- mi risponde freddo.
-E il tuo corpo come l’ha presa?-
-Male. Avevi ragione tu. Soprattutto pscologicamente sono a terra-
-Benvenuto nel mio mondo!-
-Sai io ora sono pieno di speranze, pieno di vita, ottimismo. Però guardando te ho paura che con il passare del tempo svaniranno…-
-Grazie,eh! Comunque dipende dal carattere. Io non sono mai stata una battagliera. Mi sono sempre abbattuta giù al primo ostacolo…-
-Forse perché non avevi nessun vero motivo che ti spingeva ad andare avanti, a superare quell’ostacolo-
-Se neanche la mia stessa vita mi spinge ad andare avanti, cosa o chi dovrebbe farlo?-
-Forse perchè nella tua vita non c’è nessuno così importante per te, per cui daresti la vita, non c’è quella persone che ti faccia pensare “se me ne vado io, lei cosa fa?”…-
-Potrebbe anche essere, ma se non l’ho incontrata fino ad adesso, quando dovrei incontrarla? Sono in un ospedale e sono circondata sempre dalle stesse persone. A meno che domani il dottore si tagli la barba e mi si presenti più sexy, non penso ci sarà mai qualcuno ormai.- sorridiamo entrambi.
-E’ la prima volta che ti vedo sorridere.- mi dice – posso sapere il tuo nome?-
-Emma piacere- gli tendo la mano.
-Piacere Stefano-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EMMA
E’ notte e non riesco a dormire, come sempre dopo tutto. Sento un fortissimo dolore alla testa e mia madre mi sta provando a farmi prendere le medicine, ma è inutile. Non le voglio prendere perché so che mi possono fare solo male. Mi fanno stare bene per ora, per qualche ora ma mi danno dei danni irreversibili. Mi indeboliscono. E poi se voglio davvero combatterla questa malattia, devo riuscirci con le mie forze, non con inutile pasticche.
-Mamma senti è inutile che ci provi. Vai a casa da papà e fatti una bella dormita. Io qui me la cavo da sola. Se ho bisogno di certo non mancano gli aiuti qui.- le do un bacio sulla fronte per salutarla e la vedo uscire dalla camera con le lacrime agli occhi. Penso sia diventata depressa e una dormita le farebbe proprio comodo. Proprio quando vedo queste cose mi verrebbe voglia di andarmene subito via, di morire. Vedo mia madre che soffre per me, vedo gli altri che soffrono per me. La causa della loro sofferenza sono solo io.
 Sono qui a far male alla gente?
Decido di farmi due passi. Prendo le stampelle che mi sorreggono e mi dirigo verso il corridoio. Più arrivo verso il fondo, più sento delle urla di dolore. Non mi vengono neanche più i brividi, ci ho fatto l’abitudine. Ora sono proprio davanti alla stanza da cui provengono le urla. Stanza 512. Penso sia quella di Stefano. Mi ricordo che era quella in fondo al corridoio. Molto probabilmente è lui, ha appena iniziato la chenio: è normale faccia così. Dopo ci si fa l’abitudine. O meglio capisci che urlare è inutile e soffri silenziosamente.
La porta si apre improvvisamente facendomi sussultare. Ne esce una signora sulla quarantina con il viso completamente bagnato di lacrime, con gli occhi completamente sbarrati. E’ così sconvolta che non fa neanche caso a me. Si allontana, molto probabilmente a cercare un medico.
Mi avvicino all’uscio della porta e lo vedo lì, sul letto a contorcersi dal dolore. Le lacrime scorrono sul suo volto. Le vene sul suo collo sembrano vogliano uscire fuori. E’ completamente rosso. Urla. Mi avvicino di più verso il suo letto. Non ero mai entrata nella sua camera. Sul suo comodino ci sono scatole di cioccolatini, caramelle, mazzi di fiori, bigliettini.
Mi vede e mi guarda storto.
-Stefano devi prendere le medicine….- gli dico, sfiorandoli una guancia.
Non ce la fa a parlare. Scuote la testa.
-Si Stefano. Ne hai bisogno… So che starai pensando che fino ad ora ti ho sempre detto che è meglio non prenderle. Però stai troppo male. Promettimi che le prenderai- quest’ultima frase la dico completamente fra i singhiozzi. Ora capisco mia madre quando mi dice di prendere le medicine. Fa male vedere una persona a cui tieni soffrire in questo modo. Lo fanno per farci stare tranquilli. Ma io tengo a Stefano? Si evidentemente si. Mi fa male vederlo così: contorcersi tra le lenzuale ad ansimare, ad urlare. Non mi era mai capitato. Ho conosciuto tante persone qui e tante altre le ho sentite soffrire qui. Ma con lui è diverso. Voglio farlo stare bene e in questo momento, l’unica cosa che posso fare è alleviarli il dolore, cosa che solo le medicine possono fare.
Scuote la testa.
-Stefano basta. Tu le prenderai. Non voglio vederti così.- Forse in questo momento sono un’egoista ma non ce la faccio a vederlo così.
-v..vabò..-  mi risponde.
Esco dalla stanza poiché ho sentito dei passi. Ma non torno nella mia stanza. Mi siedo sul divanetto proprio di fronte la stanza di Stefano e mi stendo.  Voglio rimanere qui, se soffre voglio stargli accanto.
Questo ragazzo ha un effetto strano su di me. Mi fa piacere quando siamo vicini, mi fa piacere quando mi abbraccia, quando mi ascolta. Mi fa stare bene. Mi fa sorridere. Con il suo pensiero mi addormento.
 
 
  
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