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Autore: Jill_BSAA    16/07/2011    0 recensioni
Gli occhi di Angel guardavano stancamente fuori dalla finestra della propria camera, scrutando i passanti che camminavano nella strada sottostante, persone ridotte a qualche uomo d’affari che si era dimenticato di tornare a casa dalla moglie, qualche vecchio ubriaco che cantava vecchie canzoni del proprio paese o qualcuno che aveva deciso di portare fuori il cane a notte inoltrata, niente di più che il solito panorama circondato dal più religioso silenzio proveniente dalle abitazioni. Il ragazzo aggrottò istintivamente la fronte quando il proprio sguardo, soffermatosi al centro esatto della via, notò un’ombra nera, immobile.
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna brillava opaca e giallastra, conferendo alla cittadina di Seattle, Stati Uniti, un aspetto tetro, quasi malsano.
Gli occhi di Angel guardavano stancamente fuori dalla finestra della propria camera, scrutando i passanti che camminavano nella strada sottostante, persone ridotte a qualche uomo d’affari che si era dimenticato di tornare a casa dalla moglie, qualche vecchio ubriaco che cantava vecchie canzoni del proprio paese o qualcuno che aveva deciso di portare fuori il cane a notte inoltrata,  niente di più che il solito panorama circondato dal più religioso silenzio proveniente dalle abitazioni. Il ragazzo aggrottò istintivamente la fronte quando il proprio sguardo, soffermatosi al centro esatto della via, notò un’ombra nera, immobile. Con uno sbuffo voltò le iridi all’interno della camera, non gli andava di avere a che fare con loro, non questa notte, dopotutto la stanchezza cominciava  a farsi sentire e il richiamo del letto diventa una dolce melodia simile al canto di una sirena. Per questo motivo Angel si alzò, seppure controvoglia, e andò in bagno. Lo specchio sopra al lavandino rifletteva un viso tirato, caratterizzato da due occhi di un colore molto simile al giallo, offuscati da un velo di tristezza e sofferenza, i lineamenti quasi perfetti finivano in un mento deciso, mentre la bocca carnosa aveva acquistato un colore terreo, nonostante tutto, quel viso possedeva un fascino e un carisma che difficilmente poteva essere attribuito a una figura umana, una sorta di bellezza nata dalla sofferenza. Uno sbadiglio lo costrinse ad asciugarsi la piccola lacrima accanto all’angolo interno dell’occhio e grattandosi il capo spense la luce.  Tornato nella camera fiocamente illuminata dalla luce della bajour posta sul comodino, accanto al letto a due piazze, si trascinò a fatica fino al letto buttandocisi sopra, senza nemmeno infilarsi il pigiama lasciato sulla sedia. All’istante scivolò nel sonno che tanto aveva agognato, assaporando il tepore del proprio corpo circondato dalle coperte e la sensazione di rilassamento dei muscoli e della mente.  Tuttavia qualcosa non andava bene, dei lievi sussurri, impercettibili all’orecchio di chiunque altro, si ripetevano monotoni nella mente del ragazzo che controvoglia aprì gli occhi, scoprendo di aver non solo dimenticato la luce accesa ma anche la finestra aperta. Ma c’era qualcosa altro nella stanza che turbava il ragazzo, una sagoma nera tremolava accanto alla finestra, la stessa “cosa” che aveva visto prima in strada. affermò gemendo il ragazzo costretto a dover interagire con l’ombra ma nessuna risposta arrivò, come previsto, come sempre. Con uno scatto si alzò dal letto e s’infilò velocemente i jeans e la maglietta rossa che aveva gettato a terra, senza togliere lo sguardo dalla figura, nemmeno per un secondo L’ombra tremò ancora nella debole luce e allora Angel seppe cosa fare, gli occhi si chiusero, le labbra si schiusero e si mossero veloci, mormorando parole incomprensibili, quasi a formare una litania continua. Solo dopo alcuni minuti riaprì gli occhi, la figura era scomparsa nel nulla, e aveva lasciato dietro di se solamente un lieve sentore di bruciato. Il ragazzo sospirò lasciandosi pesantemente ricadere vestito sul letto a fissare il soffitto. Come ogni volta che accadeva milioni di domande, gli affollavano la mente creandogli un’enorme emicrania. Spazientito strinse il cuscino con stizza premendo il capo su di esso, ma il dolore non cessava, solo allora aprì il cassetto del comodino estraendone una boccetta di vetro che stappò, facendo cadere sul palmo aperto della mano una pasticca bianca che ingoiò avidamente. Posata al proprio posto la boccetta si distese supino e dopo pochi minuti arrivò il sonno e l’oscurità che ingoiò il corpo e la mente del ragazzo.
  
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