Il Giorno Che Ti Ho Rincontrato
Anche quel giorno ero in treno, esattamente come la prima volta che ci siamo incontrati. E esattamente come la prima volta, fui io a fare irruzione nel tuo vagone all’improvviso. Ma questa volta era diverso.
Non c’era Harry, lui non c’è più comunque. Solo tu e io. E
il treno non era più per Hogwarts: quel treno, per noi, non c’era già più da
tempo.
Quando spalancai la porta dello scompartimento che pensavo
vuoto, non ti riconobbi subito. Eri cambiato: erano passati cinque anni
dall’ultima volta che c’eravamo visti, da ragazzo eri diventato un uomo. Tu
invece ti sei girato verso di me, e hai spalancato gli occhi, fissandomi come
folgorato. Poi, piano, mi hai detto: - Hermione... – avevi una voce sorpresa,
ma per niente incerta: eri sicuro che fossi io.
Per un attimo ti ho guardato perplessa, finchè non ho
ritrovato nei lineamenti di quello sconosciuto il ragazzo che conoscevo tanto
bene, il mio nome pronunciato dalle sue labbra, la persona da cui mi ero
allontanata, ma che non avevo mai scordato.
-
Ron! – ti ho detto, sorpresa quanto te. Ci siamo fissati
ancora per un attimo, prima che chiedessi, questa volta a voce più bassa: -
Posso sedermi qui? –
Appena pronunciate quelle parole, me ne pentii: una
richiesta così impersonale, che sottolineava, mi faceva capire e ricordare
quanto una domanda simile sarebbe stata fuori dal mondo anni prima. Io sentivo
di conoscerti, volevo conoscerti, ancora, ma effettivamente il tempo in
cui non c’eravamo visti era troppo per essere annullato di colpo.
Tu hai annuito, ancora fissandomi in maniera
imperscrutabile. Evitando il tuo sguardo, sistemai i bagagli e mi sedetti.
-
Dove scendi? – mi hai chiesto, per spezzare il silenzio
imbarazzante che era nato. – Oxford – risposi fissando fuori dal finestrino. –
Tu? –
-
Fermata prima –
Sospirai. Direzioni diverse, di nuovo. Mi chiesi se non
fosse stato un segno del destino, di nuovo allontanarci.
Come era accaduto, poi? Neanche lo ricordo bene. Fu una
cosa confusa. Tutto era finito, Harry scomparso per sempre per salvarci da
Voldemort. Noi due da soli per davvero, per la prima volta. Non c’era più lui a
tenerci legati se litigavamo e giuravamo di non volere più rivederci a vicenda.
Forse significava soltanto che non tenevamo abbastanza l’uno all’altra.
Eppure ricordavo quelle lunghe attese, aspettando che tu
ti facessi vivo. No so perchè non ti contattassi io; forse avevo paura che,
dato che non dimostravi di volermi sentire, non t’importasse niente. Temevo di
essere ferita da te.
E alla fine mi sono rassegnata, mi sono quasi abituata
alla tua mancanza, mi sono abituata a cacciare il rimorso di non averti
confidato mai i miei sentimenti, quello che provavo per te. E quello che stavo
provando anche in quel momento. Ero riuscita a relegare il più nascosto possibile il
mio amore in questi anni, ma adesso, guardandoti, rincontrandoti dopo tanto
tempo, era uscito impetuosamente allo scoperto. Sentivo il cuore battermi forte
e il suo rimbombare nelle orecchie, come se riempisse tutto il vagone, e avvertivo
un buco nello stomaco che per poco non mi impediva di respirare.
Non parlammo per tutto il tempo del viaggio, gli occhi
puntati in direzioni diverse. Poi, improvvisamente, ti sei alzato e sei venuto
da me, e appena ho alzato gli occhi su di te, impaurita quasi, ti sei chinato
su di me e mi hai baciata. E io dopo un primo momento di smarrimento mi sono
fatta trasportare da quel bacio che avevo sempre desiderato, sognato, ed era
arrivato così, improvvisamente, apparentemente senza senso. Il bacio di due
sconosciuti.
Appena ti sei staccato da me, una voce dall’altoparlante
ha annunciato la tua fermata e il treno a cominciato a rallentare.
-
E’ la mia – hai detto a bassa voce, guardando fuori dalla
finestra la banchina.
-
Sì – risposi io con voce flebile, concentrata sul tuo
viso, senza lasciarti andare.
Tu ti sei girato a fissarmi, e per un po’ ci siamo
guardati senza dire nulla. Poi, delicatamente, ti sei sciolto dal mio
abbraccio, cominciando a prendere i bagagli. Ti ho fissata come ipnotizzata.
-
Allora – mi hai detto, prima di uscire – Vado. –
Ho annuito, senza fissarti. Ti ho sentito uscire,
aprire la porta e rapidamente richiuderla, senza farla sbattere. Stavi uscendo
ancora una volta dalla mia vita, silenziosamente e velocemente.
Mi passarono davanti tutti gli attimi che avevamo vissuto, i litigi, le avventure, le gelosie, fino a questo primo bacio. E mi resi conto che non volevo perderti ancora. Non esiste il destino: ognuno ha quello che si crea, quello che si cerca.
Mi alzai e corsi fuori dal vagone, raggiunsi la
porta proprio quando si stava per chiudere e saltai giù.
-
Aspetta! – ho gridato nella tua direzione.
E in quel momento, in quel preciso istante, sono stata assalita dalla paura, paura che tu non
ti fermassi, che mi lasciassi qui da sola. Ma contemporaneamente un enorme
felicità, perchè ci stavo provando, stavo provando davvero a mettere da
parte quelle paure per mettermi in gioco. Con te.
E col cuore che batteva a mille, come al
rallentatore, ti ho visto girarti, sorridendo, e poi sei corso verso di me,
mentre il treno ci sfrecciava accanto.
FINE
Mhm, non so quanto senso abbia sta cosa
°_° ma una fic deve avere un senso? XD vabbè, a me ispirava °°
Ringrazio la Vally [Weasleygirl] che mi
ha fatto da beta! >_< E tutti
quelli che vorranno commentare .___.
Lollo