Ciao! Qui un'Aleen molto dispiaciuta per l'immane attesa. Purtroppo sto ancora cercando di stringere un'alleanza con FrntPage, cosa non facile dato che il mio pc non l'ha mai avuto, e a quanto pare neanche il centro multimediale dell'università sa cos'é. Triste verità. Cmq se vedete questo capitolo vuol dire che per ora ho vinto io. Buona lettura!
It’s Deja Vu all over again
By Nenya85
Tradotto
da Aleen (e Kim)
Beta-read
by Gekkeiju
Per
favore leggete e recensite: mi piace sapere che la mia storia
viene letta, e vorrei sentire cosa ne pensate, e dove pensate che
stia andando a parare.
NOTA
DI NENYA85 AI LETTORI ITALIANI: l’autrice ringrazia
tutti di cuore per le recensioni, ed è felice che la storia vi
piaccia. E’ molto eccitata di essere all’EFP, in
versione italiana ^^.
IMPORTANTE!
NOTE SULL’ANIME: alla fine di DOOMA, Kaiba e Yami stanno
combattendo insieme contro Dartz (il cattivo principale). Kaiba
sacrifica i suoi life points per Yami (non so come funzioni
– mi sono basata sui riassunti) e cade tra le braccia di
Yami – dato che questo è una specie di Gioco delle Ombre,
crede di rinunciare alla sua vita. Dice a Yami che è felice di
ripagare i finalmente i suoi debiti, e muore tra le sue braccia.
(forte, huh?). Comunque, questo ovviamente viene fuori più di
una volta nella storia, ma lo spiego qui.
NOTE
SUL POV: da qui in poi, la narrazione cambia, spesso nel
mezzo del capitolo, in base al POV necessario per portare avanti
la storia. Ho inserito degli spazi doppi, e ho messo in evidenza
ogni cambio di POV, perciò spero che non vi confonda.
PROMEMORIA
DEI NOMI: Seto si riferisce al Seto Kaiba di 13 anni, e Kaiba
a quello di 18 anni.
CAPITOLO 4: ATTRAVERSO LO SPECCHIO
KAIBA
POV
Avrei
dovuto saperlo che qualcosa sarebbe andato storto prima che la
giornata finisse. Gli anniversari, anche quelli segreti, sono una
rottura.
Ero
sdraiato sul pavimento con Mokuba, giocando a scacchi. Tipo come
ai vecchi tempi… molto vecchi tempi. Fin da Battle City
avevo deciso di riprendere a giocare. Non era Duel Monster, ma
non era male.
Le mosse
di Mokuba iniziavano ad essere casuali. Si stava addormentando
mentre giocava. Probabilmente avrei dovuto fermare il gioco ma,
non essendomi mai stata imposta, l’ora giusta di andare a
letto era una delle poche cose che non avevo mai capito.
Non so
perché mi degnai di rispondere alla porta. Voglio dire, ho delle
guardie del corpo per questo genere di cose, ma nessuno di
sospetto sarebbe mai riuscito ad arrivare alla porta, comunque.
Quando la aprì, sembrava che ci fosse uno sciame di Yugi-tachi
all’entrata.
Prima che
io riuscissi a chiedere cosa diavolo stavano facendo tutti qui,
il randagio irruppe: “Wow, Kaiba, sei in tuta!”
Qualcuno
si è mai chiesto perché io ignori questi idioti? Voglio dire,
era tardi; era sabato. Cosa credevano, che dormissi in un fottuto
cappotto?
Ignorai
il perdente, come facevo sempre. Mi concentrai, come facevo
sempre, su Yugi – o più specificatamente, sul suo altro se
stesso. Quindi, ce n’erano veramente due, proprio come aveva
detto l’e-mail. L’aveva mandata Yugi. Dopo tutte le
volte che l’avevo usato per fargli riferire messaggi al suo
altro se stesso, credo che avesse deciso di ricambiare il favore.
E logicamente, uno non può aspettarsi che l’ex-spirito-di-un-faraone
vecchio di 3000 anni sappia molto sui computer. Il messaggio era
stato semplice: “Volevo che lo sapessi – ognuno di noi
ha il suo proprio corpo.” La leggevo ogni giorno. Non avevo
mai risposto. Sarebbe stato ammettere che ero abbastanza
importante per loro… per lui … da valere un messaggio.
Sarebbe stato ammettere che lui era abbastanza importante per me,
da rendermi felice di ricevere la sua e-mail.
E ora
loro erano lì, sottocasa.
“Oh
grandioso” li schernii. “questo vuol dire che devo
sconfiggervi tutti e due per reclamare il titolo?”
Yami mi
rivolse quel mezzo sorriso dei suoi. Era l’unico che avesse
mai capito le mie battute dichiaratamente sprezzanti. Il
sogghigno si allungò nel familiare sorrisetto compiaciuto.
Quello che significava sempre guai.
“Tieniti
forte, Kaiba” disse “Yugi e io non siamo i soli
duplicati a Domino.”
SETO
POV
Non
potevo vederlo. La folla intralciava. La sua voce era profonda e
risonante mentre si punzecchiava con Yami. Io testai le parole
“amichevolmente rivale” sulla lingua, ma le sentivo
ancora aliene. Mentre parlava con Yami, la sua voce non era
esattamente cordiale, ma non era neanche fredda.
Finalmente
i gemelli tricolore si fecero da parte, così che potei dargli
una buona occhiata. Era alto. Cavolo, questo avrei dovuto
immaginarlo. Anche adesso, ero alto quasi quanto il nanetto al
mio fianco, solo un paio di pollici di scarto dal suo gemello
dagli occhi cremisi. Ma lui torreggiava sopra tutti loro.
All’orfanotrofio
ero sempre stato più alto degli altri ragazzi della mia età.
Era stato un vantaggio, anche se avevo imparato che cervello,
ferocia e determinazione contavano di più.
La sua
faccia era liscia e inespressiva quasi come le maschere di
porcellana che erano probabilmente ancora appese nella sala da
pranzo. I suoi occhi non si spalancarono per la sorpresa, né si
socchiusero per il sospetto. La loro durezza mi disse che il mio
peggior incubo si era avverato.
Gozaburo
era morto e lui era vivo. Questo probabilmente significava che
lui aveva vinto. Ma da dove mi trovavo io, sembrava al massimo,
una vittoria parziale. Un’occhiata fu abbastanza per dirmi
che Gozaburo aveva affondato i suoi uncini in me più
profondamente di quanto avrei mai riconosciuto o ammesso. Feci un
passo indietro.
Ora i
suoi occhi luccicavano come quelli di un predatore che ha scovato
la preda. Stese la mano - non per fermarmi, ma per assicurarsi
che ero solido. “Così, non è un ologramma” mormorò.
Si guardo intorno, e per la prima volta la sua voce rivelò un’emozione
aldilà del distaccato divertimento.
“Dov’è
Mokuba?” chiese bruscamente.
Lo fissai
negli occhi. Non dissi niente. Resistevo.
Sorrise;
il sorriso di un lupo; il sorriso di Gozaburo.
“Molto
bene. Nemmeno io mi fiderei di me stesso. Fortunatamente conosco
il modo di smuovere questa situazione. Sembra che prima di
mostrarmi il tuo Mokuba, tu voglia vedere il mio. Posso giocare
anch’io a questo gioco.
“MOKUBA,
vieni qui,” urlò.
MOKUBA
POV
Mi
svegliò il suono del mio nome. Ero caduto addormentato sopra la
scacchiera, sparpagliando i pezzi. Stavo perdendo comunque.
Sentì Nisama chiamarmi ancora. Non riuscivo a identificare l’emozione
nella sua voce – non che la sua voce fosse mai facile da
interpretare – anche per me.
C’era
nella sua voce una nota di eccitazione soppressa, quasi di
urgenza, decisi. Ma non c’era pericolo. Questo lo sapevo. Se
ci fosse stata una minaccia, non avrebbe mai chiamato il mio
nome; sarebbe morto sulla soglia prima di avvisare un potenziale
nemico della mia presenza. Questo poteva significare solamente
una cosa… Yugi e i suoi amici erano qui.
Corsi
alla porta, strofinandomi gli occhi. Ebbi appena il tempo di
ricompormi prima che un tornado dai capelli castani e gli occhi
blu mi raggiungesse, e quasi mi buttasse a terra. Tenne il mio
viso tra le sue mani e mi fissò negli occhi.
“MOKUBA!”
Era mio
fratello… ma aveva la mia età ed era grande come me. Non
sapevo cosa fosse successo, ma lui era reale, era solido, mi
stava abbracciando – con un’espressione di sollievo
negli occhi normalmente inespressivi. Non sapevo cosa diavolo
stava succedendo, così finì per dire la prima cosa che mi venne
in mente.
“Wow…
mi sa che sono più alto di te”
“No,
certo che no” replicò lui immediatamente.
Ma
Nisama, il mio Nisama, inclinò la testa, e ci osservò
attentamente. “Sì che lo è” disse con il suo tono
misurato “per circa un quarto di pollice.”
Tirai un
sospiro rassegnato alla soddisfazione che trapelava dalla sua
voce. Era così tipico di mio fratello prendere le mie difese,
anche contro se stesso.
Ma Nisama
stava parlando di nuovo.
“Bene,
adesso che hai visto che il mio Mokuba è vivo e in buona salute,
è ora di andare a prendere il tuo. Se ti serve un’altra
prova della mia buona fede – ecco qui.”
Si sfilò
il medaglione dalla testa, e lo lanciò al suo se stesso più
giovane. Stetti a osservare i due – improvvisamente
congelato, improvvisamente timoroso di sapere cosa stava per
succedere. Gli ci erano voluti più di due anni per mantenere
quella promessa. Trenta mesi da quando i medaglioni di Duel
Monster pendevano dal nostro collo, proteggendo le nostre foto.
“Non
vuoi sapere dove si trova Mokuba?” chiese la versione più
giovane.
“Lo
so già,” rispose. “Sono stato io a trovare quel centro
ricreativo – in caso avessi avuto bisogno di nascondere
Mokuba per alcune ore. Il mio asso nella manica. Non ho mai avuto
occasione di usarlo – o almeno così pensavo.”
Nisama
aveva addosso il suo cappotto e le sue scarpe, iniziava a farsi
largo tra Yugi e i suoi amici.
“Kaiba
– fermati!” lo chiamò lo Yugi con cui duellava sempre
mio fratello. Potei vedere la frustrazione crescere nei suoi
occhi cremisi quando questi lo ignorò.
Lui non
capiva. C’era un Mokuba là fuori, e nessuna versione di mio
fratello sarebbe stata completamente a posto fino a che non fosse
tornato a casa.
“Yugi.”
Dissi, facendo appello al più piccolo dei due. “Lascialo
andare a prendere Mokuba. Se il tuo aibou prova a fermarlo,
Nisama farà qualcosa di cui si pentirà in seguito.”
Gli occhi
di Yugi divennero assenti. Poi udì l’altro urlare “Stai
attento, Kaiba. Qui c’è in opera più di quando tu sappia.”
Ma mio
fratello si limitò a scoprire i denti nel suo sorrisetto. ”Sbagliato.
Io ne so molto di più di te su questa notte. Ho avuto cinque
anni per pensarci… per tentare di comprendere cosa era
andato storto .. per chiedermi come mai finimmo per ritrovarci
alla residenza senza il ricordo di essere stati catturati ... e
sembra che stia finalmente per avere delle risposte.”
Cinque
anni fa mio fratello provò a scappare. Quel tentativo fallito
iniziò un’odissea che lo lasciò come il CEO della Kaiba
Corporation 2 anni e mezzo più tardi, che lasciò il mio
patrigno morto sul marciapiede sotto le finestre della Kaiba’s
Tower. Era stato un viaggio che aveva portato mio fratello sull’orlo
dell’omicidio delle persone ora davanti a noi.. e quasi ad
uccidermi… prima della fine dell’anno successivo. Che
avrebbe portato il suo cuore ad essere frantumato dall’uomo
che adesso stava chiamando il suo nome con ansia e preoccupazione…
che avrebbe portato mio fratello ad offrire la sua stessa vita in
sacrificio mentre combatteva al fianco del suo rivale.
Cinque
anni fa mio fratello aveva iniziato un viaggio che non era mai
veramente finito, che lo aveva portato, lungo il suo percorso,
indietro alla residenza... indietro a giocare a scacchi con me
sul pavimento, mentre tentava di ricomporre insieme i pezzi della
sua vita che aveva iniziato a frantumarsi, esattamente 5 anni fa,
questo stesso giorno. Il mio sguardo passò dall’uno all’altro
dei miei fratelli maggiori, in piedi ai due lati come fermalibri…
con il Death-T, con la Battle City, con la Kaiba Corporation, con
me, con le loro promesse… che stavano tra di loro; che li
separavano.
“E
così, era stato un buon piano dopo tutto,” disse Nisama con
calma soddisfazione, le sue parole che si facevano largo tra i
miei pensieri.
C’era
una corrente sotterranea di eccitazione nella sua voce, nel
momento in cui balzò in macchina, la sua controparte più
giovane già accanto a lui. Mentre seguivo Nisama, sapevo che era
già concentrato sulle sue risposte, sul suo futuro. Mi chiesi
quale prezzo fosse preparato a pagare questa volta.
Si
volse verso il suo se stesso più giovane. “Sarai contento
di saperlo, la tua logica è stata impeccabile. Non ho mai più
visto Kaeru.”
NOTE
DELL’AUTRICE: lo so che aspettavate di vedere Kaiba e
Seto incontrarsi – e poi ho realizzato che al loro primo
incontro, l’unica cosa in comune tra i due sarebbe stata
(sorpresa): Mokuba!
NOTE
SULL’ALTEZZA: so che la tentazione è pensare a Mokuba
come ad un tappo. Ma questo perché è sempre vicino a Kaiba. Se
ci pensate, lui é cinque anni più giovane degli altri. E quelli
sono i cinque anni in cui i ragazzi crescono di più. E persino
adesso, è alto come Yugi (Okay, Yugi è un tappo!) Ma non
è comunque tanto più piccolo di Anzu o Jounouchi, considerando
la differenza d’età. Perciò penso che sia più probabile
che lui sia davvero alto per la sua età – se fosse mai
vicino a qualcuno della sua stessa età. Inoltre, proprio non ho
potuto resistere a farlo leggermente più alto di Seto.
NOTE
DELLE TRADUTTRICI: Nisama è il termine usato dall’autrice
per indicare “fratello maggiore”. In realtà, l’ortografia
corretta sarebbe Niisama o Nii-sama. Comunque, manterremo la
grafia dell’originale.
Nota delle traduttrici: anche noi aspettiamo commenti sul nostro lavoro di traduzione ^_^. Fateci sapere che ne pensate, e se avete consigli da darci. I vostri commenti verranno tradotti e spediti all’autrice ^^’’'.
Aleen (e Kim)