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Autore: nenya85    21/03/2006    6 recensioni
Un Seto tredicenne e un Mokuba di otto anni sono spediti nella Domino del presente dove incontrano, ovviamente, le loro controparti. AU. Yami x Kaiba. Tieniti forte Kaiba, Yugi non è l'unico duplicato a Domino!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Qui un'Aleen molto dispiaciuta per l'immane attesa. Purtroppo sto ancora cercando di stringere un'alleanza con FrntPage, cosa non facile dato che il mio pc non l'ha mai avuto, e a quanto pare neanche il centro multimediale dell'università sa cos'é. Triste verità. Cmq se vedete questo capitolo vuol dire che per ora ho vinto io. Buona lettura!

 


 

 

It’s Deja Vu all over again

By Nenya85

Tradotto da Aleen (e Kim)

Beta-read by Gekkeiju

 

 

Per favore leggete e recensite: mi piace sapere che la mia storia viene letta, e vorrei sentire cosa ne pensate, e dove pensate che stia andando a parare.

NOTA DI NENYA85 AI LETTORI ITALIANI: l’autrice ringrazia tutti di cuore per le recensioni, ed è felice che la storia vi piaccia. E’ molto eccitata di essere all’EFP, in versione italiana ^^.

 

IMPORTANTE! NOTE SULL’ANIME: alla fine di DOOMA, Kaiba e Yami stanno combattendo insieme contro Dartz (il cattivo principale). Kaiba sacrifica i suoi life points per Yami (non so come funzioni – mi sono basata sui riassunti) e cade tra le braccia di Yami – dato che questo è una specie di Gioco delle Ombre, crede di rinunciare alla sua vita. Dice a Yami che è felice di ripagare i finalmente i suoi debiti, e muore tra le sue braccia. (forte, huh?). Comunque, questo ovviamente viene fuori più di una volta nella storia, ma lo spiego qui.

 

NOTE SUL POV: da qui in poi, la narrazione cambia, spesso nel mezzo del capitolo, in base al POV necessario per portare avanti la storia. Ho inserito degli spazi doppi, e ho messo in evidenza ogni cambio di POV, perciò spero che non vi confonda.

 

PROMEMORIA DEI NOMI: Seto si riferisce al Seto Kaiba di 13 anni, e Kaiba a quello di 18 anni.

 

 

CAPITOLO 4: ATTRAVERSO LO SPECCHIO

KAIBA POV

Avrei dovuto saperlo che qualcosa sarebbe andato storto prima che la giornata finisse. Gli anniversari, anche quelli segreti, sono una rottura.

 

Ero sdraiato sul pavimento con Mokuba, giocando a scacchi. Tipo come ai vecchi tempi… molto vecchi tempi. Fin da Battle City avevo deciso di riprendere a giocare. Non era Duel Monster, ma non era male.

 

Le mosse di Mokuba iniziavano ad essere casuali. Si stava addormentando mentre giocava. Probabilmente avrei dovuto fermare il gioco ma, non essendomi mai stata imposta, l’ora giusta di andare a letto era una delle poche cose che non avevo mai capito.

 

Non so perché mi degnai di rispondere alla porta. Voglio dire, ho delle guardie del corpo per questo genere di cose, ma nessuno di sospetto sarebbe mai riuscito ad arrivare alla porta, comunque. Quando la aprì, sembrava che ci fosse uno sciame di Yugi-tachi all’entrata.

 

Prima che io riuscissi a chiedere cosa diavolo stavano facendo tutti qui, il randagio irruppe: “Wow, Kaiba, sei in  tuta!”

 

Qualcuno si è mai chiesto perché io ignori questi idioti? Voglio dire, era tardi; era sabato. Cosa credevano, che dormissi in un fottuto cappotto?

 

Ignorai il perdente, come facevo sempre. Mi concentrai, come facevo sempre, su Yugi – o più specificatamente, sul suo altro se stesso. Quindi, ce n’erano veramente due, proprio come aveva detto l’e-mail. L’aveva mandata Yugi. Dopo tutte le volte che l’avevo usato per fargli riferire messaggi al suo altro se stesso, credo che avesse deciso di ricambiare il favore. E logicamente, uno non può aspettarsi che l’ex-spirito-di-un-faraone vecchio di 3000 anni sappia molto sui computer. Il messaggio era stato semplice: “Volevo che lo sapessi – ognuno di noi ha il suo proprio corpo.” La leggevo ogni giorno. Non avevo mai risposto. Sarebbe stato ammettere che ero abbastanza importante per loro… per lui … da valere un messaggio. Sarebbe stato ammettere che lui era abbastanza importante per me, da rendermi felice di ricevere la sua e-mail.

 

E ora loro erano lì, sottocasa.

 

“Oh grandioso” li schernii. “questo vuol dire che devo sconfiggervi tutti e due per reclamare il titolo?”

 

Yami mi rivolse quel mezzo sorriso dei suoi. Era l’unico che avesse mai capito le mie battute dichiaratamente sprezzanti. Il sogghigno si allungò nel familiare sorrisetto compiaciuto. Quello che significava sempre guai.

 

“Tieniti forte, Kaiba” disse “Yugi e io non siamo i soli duplicati a Domino.”

 

SETO POV

Non potevo vederlo. La folla intralciava. La sua voce era profonda e risonante mentre si punzecchiava con Yami. Io testai le parole “amichevolmente rivale” sulla lingua, ma le sentivo ancora aliene. Mentre parlava con Yami, la sua voce non era esattamente cordiale, ma non era neanche fredda.

 

Finalmente i gemelli tricolore si fecero da parte, così che potei dargli una buona occhiata. Era alto. Cavolo, questo avrei dovuto immaginarlo. Anche adesso, ero alto quasi quanto il nanetto al mio fianco, solo un paio di pollici di scarto dal suo gemello dagli occhi cremisi. Ma lui torreggiava sopra tutti loro.

 

All’orfanotrofio ero sempre stato più alto degli altri ragazzi della mia età. Era stato un vantaggio, anche se avevo imparato che cervello, ferocia e determinazione contavano di più.

 

La sua faccia era liscia e inespressiva quasi come le maschere di porcellana che erano probabilmente ancora appese nella sala da pranzo. I suoi occhi non si spalancarono per la sorpresa, né si socchiusero per il sospetto. La loro durezza mi disse che il mio peggior incubo si era avverato.

 

Gozaburo era morto e lui era vivo. Questo probabilmente significava che lui aveva vinto. Ma da dove mi trovavo io, sembrava al massimo, una vittoria parziale. Un’occhiata fu abbastanza per dirmi che Gozaburo aveva affondato i suoi uncini in me più profondamente di quanto avrei mai riconosciuto o ammesso. Feci un passo indietro.

 

Ora i suoi occhi luccicavano come quelli di un predatore che ha scovato la preda. Stese la mano - non per fermarmi, ma per assicurarsi che ero solido. “Così, non è un ologramma” mormorò. Si guardo intorno, e per la prima volta la sua voce rivelò un’emozione aldilà del distaccato divertimento.

 

“Dov’è Mokuba?” chiese bruscamente.

 

Lo fissai negli occhi. Non dissi niente. Resistevo.

 

Sorrise; il sorriso di un lupo; il sorriso di Gozaburo.

 

“Molto bene. Nemmeno io mi fiderei di me stesso. Fortunatamente conosco il modo di smuovere questa situazione. Sembra che prima di mostrarmi il tuo Mokuba, tu voglia vedere il mio. Posso giocare anch’io a questo gioco.

“MOKUBA, vieni qui,” urlò.

 

MOKUBA POV

Mi svegliò il suono del mio nome. Ero caduto addormentato sopra la scacchiera, sparpagliando i pezzi. Stavo perdendo comunque. Sentì Nisama chiamarmi ancora. Non riuscivo a identificare l’emozione nella sua voce – non che la sua voce fosse mai facile da interpretare – anche per me.

 

C’era nella sua voce una nota di eccitazione soppressa, quasi di urgenza, decisi. Ma non c’era pericolo. Questo lo sapevo. Se ci fosse stata una minaccia, non avrebbe mai chiamato il mio nome; sarebbe morto sulla soglia prima di avvisare un potenziale nemico della mia presenza. Questo poteva significare solamente una cosa… Yugi e i suoi amici erano qui.

 

Corsi alla porta, strofinandomi gli occhi. Ebbi appena il tempo di ricompormi prima che un tornado dai capelli castani e gli occhi blu mi raggiungesse, e quasi mi buttasse a terra. Tenne il mio viso tra le sue mani e mi fissò negli occhi.

 

“MOKUBA!”

 

Era mio fratello… ma aveva la mia età ed era grande come me. Non sapevo cosa fosse successo, ma lui era reale, era solido, mi stava abbracciando – con un’espressione di sollievo negli occhi normalmente inespressivi. Non sapevo cosa diavolo stava succedendo, così finì per dire la prima cosa che mi venne in mente.

 

“Wow… mi sa che sono più alto di te”

 

“No, certo che no” replicò lui immediatamente.

 

Ma Nisama, il mio Nisama, inclinò la testa, e ci osservò attentamente. “Sì che lo è” disse con il suo tono misurato “per circa un quarto di pollice.”

 

Tirai un sospiro rassegnato alla soddisfazione che trapelava dalla sua voce. Era così tipico di mio fratello prendere le mie difese, anche contro se stesso.

 

Ma Nisama stava parlando di nuovo.

 

“Bene, adesso che hai visto che il mio Mokuba è vivo e in buona salute, è ora di andare a prendere il tuo. Se ti serve un’altra prova della mia buona fede – ecco qui.”

 

Si sfilò il medaglione dalla testa, e lo lanciò al suo se stesso più giovane. Stetti a osservare i due – improvvisamente congelato, improvvisamente timoroso di sapere cosa stava per succedere. Gli ci erano voluti più di due anni per mantenere quella promessa. Trenta mesi da quando i medaglioni di Duel Monster pendevano dal nostro collo, proteggendo le nostre foto.

 

“Non vuoi sapere dove si trova Mokuba?” chiese la versione più giovane.

 

“Lo so già,” rispose. “Sono stato io a trovare quel centro ricreativo – in caso avessi avuto bisogno di nascondere Mokuba per alcune ore. Il mio asso nella manica. Non ho mai avuto occasione di usarlo – o almeno così pensavo.”

 

Nisama aveva addosso il suo cappotto e le sue scarpe, iniziava a farsi largo tra Yugi e i suoi amici.

 

“Kaiba – fermati!” lo chiamò lo Yugi con cui duellava sempre mio fratello. Potei vedere la frustrazione crescere nei suoi occhi cremisi quando questi lo ignorò.

 

Lui non capiva. C’era un Mokuba là fuori, e nessuna versione di mio fratello sarebbe stata completamente a posto fino a che non fosse tornato a casa.

 

“Yugi.” Dissi, facendo appello al più piccolo dei due. “Lascialo andare a prendere Mokuba. Se il tuo aibou prova a fermarlo, Nisama farà qualcosa di cui si pentirà in seguito.”

 

Gli occhi di Yugi divennero assenti. Poi udì l’altro urlare “Stai attento, Kaiba. Qui c’è in opera più di quando tu sappia.”

 

Ma mio fratello si limitò a scoprire i denti nel suo sorrisetto. ”Sbagliato. Io ne so molto di più di te su questa notte. Ho avuto cinque anni per pensarci… per tentare di comprendere cosa era andato storto .. per chiedermi come mai finimmo per ritrovarci alla residenza senza il ricordo di essere stati catturati ... e sembra che stia finalmente per avere delle risposte.”

 

Cinque anni fa mio fratello provò a scappare. Quel tentativo fallito iniziò un’odissea che lo lasciò come il CEO della Kaiba Corporation 2 anni e mezzo più tardi, che lasciò il mio patrigno morto sul marciapiede sotto le finestre della Kaiba’s Tower. Era stato un viaggio che aveva portato mio fratello sull’orlo dell’omicidio delle persone ora davanti a noi.. e quasi ad uccidermi… prima della fine dell’anno successivo. Che avrebbe portato il suo cuore ad essere frantumato dall’uomo che adesso stava chiamando il suo nome con ansia e preoccupazione… che avrebbe portato mio fratello ad offrire la sua stessa vita in sacrificio mentre combatteva al fianco del suo rivale.

 

Cinque anni fa mio fratello aveva iniziato un viaggio che non era mai veramente finito, che lo aveva portato, lungo il suo percorso, indietro alla residenza... indietro a giocare a scacchi con me sul pavimento, mentre tentava di ricomporre insieme i pezzi della sua vita che aveva iniziato a frantumarsi, esattamente 5 anni fa, questo stesso giorno. Il mio sguardo passò dall’uno all’altro dei miei fratelli maggiori, in piedi ai due lati come fermalibri… con il Death-T, con la Battle City, con la Kaiba Corporation, con me, con le loro promesse… che stavano tra di loro; che li separavano.

 

“E così, era stato un buon piano dopo tutto,” disse Nisama con calma soddisfazione, le sue parole che si facevano largo tra i miei pensieri.

 

C’era una corrente sotterranea di eccitazione nella sua voce, nel momento in cui balzò in macchina, la sua controparte più giovane già accanto a lui. Mentre seguivo Nisama, sapevo che era già concentrato sulle sue risposte, sul suo futuro. Mi chiesi quale prezzo fosse preparato a pagare questa volta.

 

Si volse verso il suo se stesso più giovane. “Sarai contento di saperlo, la tua logica è stata impeccabile. Non ho mai più visto Kaeru.”

 


 

 

NOTE DELL’AUTRICE: lo so che aspettavate di vedere Kaiba e Seto incontrarsi – e poi ho realizzato che al loro primo incontro, l’unica cosa in comune tra i due sarebbe stata (sorpresa): Mokuba!

 

NOTE SULL’ALTEZZA: so che la tentazione è pensare a Mokuba come ad un tappo. Ma questo perché è sempre vicino a Kaiba. Se ci pensate, lui é cinque anni più giovane degli altri. E quelli sono i cinque anni in cui i ragazzi crescono di più. E persino adesso, è alto come Yugi (Okay, Yugi è un tappo!) Ma non è comunque tanto più piccolo di Anzu o Jounouchi, considerando la differenza d’età. Perciò penso che sia più probabile che lui sia davvero alto per la sua età – se fosse mai vicino a qualcuno della sua stessa età. Inoltre, proprio non ho potuto resistere a farlo leggermente più alto di Seto.

 

NOTE DELLE TRADUTTRICI: Nisama è il termine usato dall’autrice per indicare “fratello maggiore”. In realtà, l’ortografia corretta sarebbe Niisama o Nii-sama. Comunque, manterremo la grafia dell’originale.

Nota delle traduttrici: anche noi aspettiamo commenti sul nostro lavoro di traduzione ^_^. Fateci sapere che ne pensate, e se avete consigli da darci. I vostri commenti verranno tradotti e spediti all’autrice ^^’’'.

Aleen (e Kim)

  
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