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Autore: JustALittleLie    17/07/2011    11 recensioni
Li avevamo lasciati lì.
Lui era tornato a Los Angeles, lei era su un aereo per Madrid.
Lontani per sempre, divisi da un destino che li ha fatti incontrare, li ha fatti innamorare e poi, li ha separati.
E se ora il destino volesse ripagarli di tutto questo?
Ronnie verrà ricatapultata improvvisamente nella sua vecchia vita a Los Angeles, dove la aspettano le sue amiche e lui, dove potrebbe riavere la sua vita.
Ma, si sa, nella vita nulla è così semplice.
Sequel "Let me under your skin"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'There's a fine line between love and hate'
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È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno

 che attende sempre qualcun altro.

Che ci si trovi in un deserto o in una grande città.

E quando questi due esseri s'incontrano e i loro sguardi s'incrociano

 tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza.

 

Paulo Coelho.

 

 

Quella mattina Ronnie si sentiva più serena.

La chiacchierata con Lexus il giorno prima l’aveva rassicurata, dopo tutto forse c’era ancora una possibilità di recuperare la sua vecchia vita.

Con Jamie le cose ormai erano tornate praticamente come una volta, Lexus ora le parlava e rispondeva alle sue chiamate, rimaneva solo Kate.

L’ostacolo Kate che le pareva insormontabile in quel momento. Sapeva quanto quella ragazza le volesse bene, e proprio per questo sapeva anche che non le avrebbe perdonato quello che aveva fatto tanto facilmente. Ma doveva trovare un modo per riconquistare anche la sua fiducia, ed il fatto che ce l’avesse fatta in qualche modo con Lexus la faceva ben sperare.

-Ronnie- Johnny entrò nell’ufficio senza preavviso facendola sobbalzare e facendole spostare lo sguardo dal nulla più assoluto che stava fissando allo schermo del suo pc, fingendo di fare qualcosa

-buongiorno Johnny- salutò picchiettando sul mouse

Johnny entrò poggiando la giacca sul divanetto di pelle nera e fece qualche passo verso Ronnie, mettendosi proprio di fronte a lei, al di là della scrivania, con le mani poggiate sui fianchi ed un’espressione di rimprovero.

Aveva fatto qualcosa?

-sono molto deluso da te, Ronnie- disse guardandola seriamente

Ronnie alzò la testa spaventata, cosa aveva fatto? Si erano lasciati il giorno prima serenamente, lui non aveva dato alcun segno di essere arrabbiato, sembrava rilassato come sempre e, che lei ricordasse, non aveva fatto nulla di stupido tipo incendiare la fotocopiatrice o rompere un computer.

-cosa…?- chiese lei timorosa

-non mi avevi detto di avere un’amica così carina!- sbottò lui aprendosi in un sorriso

Ronnie sospirò alzando gli occhi al cielo; ora capiva perché Lexus voleva prenderlo a pugni.

Arricciò il naso pensando alla parola “carina” associata a Lexus. Non che lei non fosse carina, anzi, era bellissima, ma “carino” è una cosa che di solito di dice a qualcosa di piccolo e tenero che solo a guardarlo ti si stringe il cuore. Un gattino è carino, non un leone.

E Lexus era tutt’altro che un gattino.

-In realtà fino a ieri non sapevo nemmeno fosse mia amica- spiegò lei sorridendo

Johnny curvò la testa da un lato, confuso.

-eravamo amiche- spiegò –poi ci siamo allontanate per via del mio trasferimento a Madrid e- fece una pausa abbassando lo sguardo -non ci parlavo da tre anni-

-e qui arriva la parte dove devo farmi gli affari miei- sorrise Johnny cogliendo il disagio della ragazza

Ronnie sorrise, imbarazzata.

-comunque- riprese Johnny –è davvero carina-

-lei è bellissima- annuì Ronnie gonfiando il petto, come una madre orgogliosa della propria figlia; Johnny si limitò a ridacchiare.

-purtroppo- continuò divertita –non credo tu le abbia fatto la stessa impressione-

Johnny la fissò a lungo con espressione teatralmente sconvolta –vorresti dire che la mia singolare bellezza ed il mio indiscusso fascino, non hanno fatto colpo?-

Ronnie ridacchiò, quel tipo era davvero…singolare –non direi, anzi, mi ha detto che i tuoi modi affascinanti le fanno venir voglia di prenderti a pugni-

-aggressiva!- urlò quasi con aria sognante –questo la rende ancora più sexy-

Stavolta Ronnie non poté trattenersi dal ridere forte portandosi una mano alla bocca.

Johnny si avviò alla porta del suo ufficio con un sorrisino divertito dipinto sulle labbra e prima di aprirla si fermò un attimo con la mano ferma sulla maniglia –poi non dimenticare che la linea tra amore ed odio è sottile- aggiunse aprendo la porta

-certo, Johnny- sorrise Ronnie –certo-

Johnny entrò nell’ufficio chiudendo la porta dietro di se mentre Ronnie scuoteva la testa, divertita. Era stata davvero fortunata ad avere un capo come lui.

Stava per tornare a dedicarsi al suo lavoro quando il cellulare sulla scrivania, proprio accanto al suo braccio, prese a vibrare informandola dell’arrivo di un sms.

Lo prese veloce e lesse al volo il messaggio.

“Stasera compleanno Tyler, ti aspetto da lui”

Oh, perfetto.

Sbuffò poggiando il telefono dov’era prima e si portò il pollice alla bocca, valutando la situazione.

Da un lato voleva andare al compleanno di Tyler, sarebbe stata un’occasione d’oro per parlare con Kate. Era stufa di quella situazione, non poteva pensare che l’amica con cui aveva condiviso praticamente tutto, ora la ignorasse completamente. Doveva trovare il modo per farsi ascoltare da lei a tutti i costi, anche se fosse stata costretta ad imbavagliarla e legarla ad una sedia.

Senza contare che, per quanto Jamie l’avesse perdonata, stava ancora cercando di ottenere la sua completa fiducia, dimostrandole che d’ora in poi sarebbe stata molto più presente nelle loro vite e non presentarsi al compleanno del futuro marito, non le sembrava la mossa più azzeccata.

D’altra parte però sapeva anche che a quella festa ci sarebbe stato Nick. Nick con la sua impeccabile fidanzata. Non che la cosa la infastidisse più di tanto, ma non voleva fare la figura dell’ex sfigata che dopo quattro anni non è ancora riuscita a trovare un ragazzo perché ancora ossessionata dal ricordo di lui. Proprio no. O forse, molto più semplicemente, sapeva che se avesse visto Nick ancora, questa volta avrebbe dovuto dare un perché a quegli strani crampi che le facevano attorcigliare lo stomaco.

-Ronnie- la richiamò Johnny facendo capolino dall’ufficio –ho tanto lavoro da fare dentro e sono in ritardo- spiegò con un cenno della testa –ti dispiacerebbe andare a prendermi un caffè?- chiese gentile

-certo- rispose Ronnie meccanicamente alzandosi e dirigendosi verso la porta; pensava ancora a quel messaggio.

Aveva davvero voglia di andare a quella festa, ma sapeva che se l’avrebbe fatto si sarebbe sentita ridicola e fuori posto. Se avesse avuto la certezza che quella serata avrebbe sistemato le cose tra lei e Kate non ci avrebbe pensato due volte, ma c’era la probabilità, se non la certezza, che Kate sarebbe stata proprio una delle cose che più l’avrebbe fatta sentire fuori luogo.

Si avvicinò al piccolo tavolino rotondo piazzato in un angolo della sala, sulla cui superficie era poggiata una macchina per il caffè. Per fortuna qualcuno sembrava essere passato proprio qualche minuto prima di lei perché la caraffa era piena e il caffè era ancora bollente, quindi lei dovette limitarsi solo a prendere un bicchiere di cartone e versare il liquido dentro.

Sospirando fece dietrofront tornando verso l’ufficio, a quanto pare la cosa più giusta da fare era non andare a quella festa.

-ciao, Ronnie- una voce la fece sobbalzare talmente era sommersa nei suoi pensieri e per poco non si versò il caffè sulla camicia rossa.

Dopo aver controllato con un’occhiata veloce che non si fosse sporcata alzò lo sguardo di fronte a lei, e per poco il bicchiere non le cadde dalle mani, di nuovo.

-ciao Allie- ricambiò dubbiosa

La ragazza di fronte a lei la guardava con uno strano sorrisino piazzato sulle labbra, era proprio come la ricordava. I capelli biondi come il grano, raccolti ai lati, le labbra carnose e quegli occhi da cerbiatto capaci di incantare chiunque. E per l’ennesima volta Ronnie non potè fare a meno di pensare che quella ragazza in realtà fingesse di essere qualcuno che non era, come se sotto la maschera di fatina incantata si nascondesse ben altro.

-sono venuta per mio padre- spiegò la ragazza –tu sei ancora qui vedo-

Ronnie si accigliò all’istante, dubbiosa –ancora?- ripeté confusa

-si, beh, ho parlato con Kate in questi giorni, lei mi ha detto che non sei una persona molto…come dire…stabile- Ronnie si irrigidì all’istante senza sapere di stare inconsciamente agevolando il gioco alla bionda che, guardando il suo disagio, continuò capendo al volo quale tasto pigiare –io e Kate siamo diventate molto amiche in questi anni sai?- continuò col sorriso sulle labbra

-davvero?- rispose Ronnie tirando subito fuori le unghie –sono contenta che abbia trovato un rimpiazzo, in mia assenza-

Allie accusò il colpo in silenzio senza dare il minimo segno alla ragazza, mantenendo il suo solito sorriso rilassato.

-già, a volte i rimpiazzi risultano migliori dell’originale però sai?- si avvicinò di un passo verso la ragazza, questa volta senza l’ombra di un sorriso –questo invece me l’ha detto Nick- sussurrò minacciosa –e ti conviene di non provare nemmeno ad avvicinarti a lui-

Si allontanò di qualche centimetro e, mentre Ronnie era rimasta impalata, lei le strizzò l’occhio accompagnando il gesto con un ghigno divertito voltandosi per avviarsi verso l’uscita.

Ronnie rimase immobile, a bocca aperta, fissando la figura ancheggiante della ragazza allontanarsi ed ecco che il suo spirito da diciassettenne stava uscendo fuori.

Avrebbe tanto voluto tornare a quando non doveva pensare due volte prima di prendere a schiaffi qualcuno, quando poteva fare la prima cosa che le saltava per la testa.

E la prima cosa che le saltava per la testa in quel momento era buttare quel caffè per aria, rincorrere la bionda, e strapparle i capelli ad uno ad uno, beandosi del momento e del suono delle grida di quella specie di barbie assatanata.

Non aveva più diciassette anni però, era perseguibile dalla legge ora, doveva tenerlo bene a mente.

Per evitare che i suoi istinti prendessero il sopravvento su di lei si voltò di scatto procedendo a passo spedito verso il suo ufficio.

Che diavolo voleva quella da lei? Ovviamente, era gelosa di lei e di quello che c’era stato tra lei e Nick, l’aveva capito quando alla festa per Tyler e Jamie l’aveva letteralmente trascinato via, ed era evidente ora dove gli aveva fatto capire con chiarezza che non doveva avvicinarsi a Nick, che lui preferiva lei.

Ma d’altronde era chiaro no? Era con lei che Nick stava assieme da più di un anno, era a lei che stringeva la mano mentre passeggiavano per le vie di Los Angeles, era a lei che mandava messaggi infinitamente sdolcinati. Nick amava Allie, non lei.

Ma ormai Allie l’aveva provocata, e Ronnie era impossibile da frenare.

Allie non voleva che lei si avvicinasse a Nick? Bene, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata andare a quella festa, a tutti i costi. Di certo non poteva andarci da sola però.

Aprì la porta del suo ufficio per sorpassare la sua scrivania e arrivare poi all’ufficio di Johnny, entrando senza bussare e sbattendo poco delicatamente il caffè sulla sua scrivania.

Johnny con le gambe incrociate poggiate poco elegantemente sulla scrivania, gli occhiali da vista poggiati sul naso mentre era intento a guardare lo schermo del pc, una mano sul mouse e l’altra sulle labbra, alzò lo sguardo lentamente studiando la figura di Ronnie di fronte a lui, alquanto scocciata.

-sembra che tu abbia incontrato Satana lì fuori-

Ronnie rise nervosa passandosi una mano tra i capelli, Johnny non sapeva quanto ci era andato vicino.

-ti andrebbe di rivedere Lexus, di nuovo?- chiese sperando che la risposta fosse affermativa

Johnny tolse i piedi dalla scrivania e unì le mani, sporgendosi col busto in avanti, verso la ragazza.

-quando?-   

 

*          *      *

 

Ronnie chiuse la portiera della macchina e si sistemò nervosamente il vestito. Fece il giro della macchina stando attenta a non cadere, si chiedeva ancora perché avessero inventato le scarpe col tacco.

Alla sua sinistra Johnny le offrì il braccio e, quando lei alzò lo sguardo verso di lui infilando il suo braccio sotto quello del ragazzo, lui le sorrise.

-che c’è?- chiese nervosa spostando lo sguardo fissando la casa di fronte a loro

-nulla, sei molto carina stasera-

-grazie- borbottò lei in risposta in imbarazzo –il regalo in macchina!- urlò poi

-è qui- disse Johnny allungandole una busta

Ronnie sospirò e afferrando la busta si avvio con Johnny verso la casa di Tyler, da dove proveniva il suono di una vecchia canzone dei Rolling Stones.

-Johnny, grazie per avermi accompagnata, davvero- ripetè per l’ennesima volta Ronnie bussando al campanello

-non dirlo neanche per scherzo! E poi sono venuto per la tua amica, mica per fare un favore a te- le strizzò l’occhio spintonandola leggermente con il fianco

Qualche istante dopo Tyler con una camicia azzurra ed un jeans chiaro aprì la porta sorridendo.

-Buon Compleanno!- urlò la ragazza

-Ronnie!- salutò Tyler stringendola in un abbraccio –grazie, sono contento che tu sia venuta-

Ronnie sorrise contenta, sapeva che le parole di Tyler erano sincere.

-chi osa avvinghiarsi al mio fidanzato!- la voce scherzosa di Jamie fece sciogliere il loro abbraccio, ma Ronnie non ebbe il tempo di chiudere le braccia che Jamie ci si era tuffata dentro –sei venuta!-

-non potevo perdermi il compleanno di questo vecchiaccio- rispose sciogliendo l’abbraccio –ventisei anni, che schifo!- scherzò guardando la ragazza, da cui però non ricevette risposta.

Lo sguardo di Jamie era rivolto a qualcosa dietro di Ronnie, qualcosa che aveva catturato la sua attenzione e le aveva fatto perdere la concentrazione sull’amica.

-Beh, se aspettiamo che Ronnie ci presenta arriveremo a domattina mi sa- esordì dietro di lei Johnny e Ronnie arrossì resasi conto della figuraccia appena fatta –Johnny Radke, piacere- aggiunse

-Tyler Lewis- rispose il biondo stringendogliela con un sorriso

-lo so, Ronnie mi ha parlato tantissimo di tutti voi-

Ronnie lo guardò dubbiosa, non era affatto vero. Aveva parlato di loro cinque minuti in macchina durante il tragitto, giusto per far si che il ragazzo non arrivasse alla festa del tutto impreparato.

-oh, tanti auguri- aggiunse poi mentre Tyler lo ringraziava

-e tu devi essere Jamie- disse poi rivolgendosi alla ragazza che lo fissava tentennante

Chi era esattamente quel tizio? Lui e Ronnie si frequentavano?

Johnny allungò la mano afferrando quella di Jamie, che lo guardava confusa, e la avvicinò al viso facendole il baciamano.

Il genere di cose che Ronnie odiava e che in Lexus avrebbero ispirato istinti violenti. Ma Ronnie sapeva anche che quello era il genere di cose che mandavano Jamie in brodo di giuggiole, il che fu confermato dallo sguardo da pesce lesso della ragazza.

-la descrizione di Ronnie non ha reso giustizia alla tua bellezza- continuò mentre Ronnie alzava gli occhi al cielo

Non poteva proprio fare a meno di fare il deficente con chiunque.

-complimenti amico, hai saputo scegliere bene- aggiunse rivolgendosi a Tyler

-lo so- rispose sorridendo il ragazzo, mettendo un braccio intorno alle spalle di Jamie –entrate su, non vorremo mica stare tutta la serata qui fuori-

Johnny fece segno a Ronnie di precederlo e quando la ragazza mise piede nell’enorme salone si bloccò di scatto rimanendo interdetta.

-non doveva essere una festa tra amici stretti?- chiese fissando la folla di fronte a lei, saranno state almeno un centinaio di persone

-beh, essere il bassista di Nick Jonas fa ampliare il concetto di “amici stretti”- spiegò il ragazzo

Ronnie annuì continuando a fissare la folla. Aveva quasi dimenticato che Tyler non solo era diventato il migliore amico di Nick, ma anche il suo bassista. Non seppe spiegarsi perché, ma improvvisamente aver scelto di andare a quella festa le sembrava una cosa stupida.

-Hei Tyler Jamie, venite qui!- si sentì una voce urlare da un posto indefinito della stanza

-dobbiamo lasciarvi per un secondo- disse Jamie

–lì infondo troverete il tavolo con le bibite, servitevi pure- aggiunse Tyler

Ronnie e Johnny li ringraziarono, rimanendo poi qualche istante in un silenzio totalmente imbarazzante.

-ti va qualcosa da bere?- le chiese il ragazzo

-oh si, si grazie-

Si mischiarono alla folla facendosi spazio e con non poca fatica riuscirono ad arrivare al lungo tavolo in legno addobbato per l’occasione, con ogni genere di bevanda.

Johnny afferrò due bicchieri di birra, porgendone uno a Ronnie che lo ringrazio.

La ragazza sorseggiò dal suo bicchiere guardandosi furtivamente attorno.

Nick e Allie erano già arrivati? E Kate?

Allontanò il bicchiere sentendo l’ansia crescere dentro di se. Sperava davvero che quella sera fosse andato tutto bene.

-oh mio Dio, fa che sia un allucinazione-

Ronnie sorrise ancora prima di voltarsi, riconoscendo al volo la voce.

Lexus, con un’espressione afflitta, guardava i due ragazzi di fronte a lei. Ronnie non poteva averlo fatto davvero, non poteva averlo portato lì.

-Salve Lex- salutò Ronnie, la ragazza rispose con un grugnito davvero poco elegante

-buonasera Lexus- Johnny fece un mezzo inchino –se posso permettermi, sei splendida stasera-

Lexus, avvolta nel suo vestito scuro aderente che risaltava le sue forme, alzò gli occhi al cielo, per niente lusingata dalle sue parole.

-spero che ci sia un buon motivo per cui lui sia qui, senza quell’orribile camicia a righe quasi non l’avevo riconosciuto-

-non sei contenta che l’abbia portato?- chiese Ronnie sarcastica

-la mia espressione rispecchia il mio stato d’animo- rispose seria –a meno che tu non l’abbia portato qui per permettermi di prenderlo a pugni- continuò come se il ragazzo non stesse proprio lì, accanto a lei, con un sorrisino piazzato sul viso e una grande faccia da schiaffi.

-se vuoi, puoi darmi un pugno- sorrise Johnny gesticolando col suo bicchiere

Lexus lo squadrò dalla testa ai piedi –non tentarmi, carino-

-oh, posso tentarti in mille modi sai?- disse con voce suadente e quello che doveva essere uno sguardo ammaliatore

Lexus sfoggiò la sua migliore espressione disgustata –Cristo Santo, sembra uscito da un film di Marlon Brando-

Ronnie rise forte portandosi una mano alla bocca, ma Johnny non si arrese.

-posso essere chi vuoi tu, piccola-

-ti hanno mai dato una testata sulle gengive, Brando?-

 Ronnie avrebbe riso, probabilmente ancora più forte di prima, se non fosse stato che la sua attenzione venne catturata da una chioma rossa che si dirigeva verso la cucina.

Kate.

-scusatemi un attimo, torno subito- sussurrò distrattamente avviandosi verso la folla

-perfetto! Mi stai lasciando da sola, il balia di cascamorto John- sentì in lontananza la voce di Lexus, ma ormai era andata.

Col cuore a mille si avviò verso la cucina. Cosa le avrebbe detto ora? E se avesse fatto una delle sue scenate mettendola in imbarazzo di fronte a tutti?

Deglutì. Era un rischio che doveva correre.

Finalmente Ronnie riuscì a farsi spazio tra la folla, ma proprio quando stava per oltrepassare la soglia della cucina qualcuno, che probabilmente avrebbe odiato per sempre, le urtò violentemente il braccio facendo cadere il contenuto del bicchiere che aveva in mano sul vestito.

Dopo essere rimasta qualche secondo immobile a fissare con disappunto il vestito, alzò lo sguardo decisa a sbraitare contro chiunque si fosse ritrovata di fronte.

Decisione che cambiò non appena vide chi aveva avanti a se.

-Ronnie! Oddio scusa!-

Nick era a quella festa da più di mezz’ora ormai. La mezzora più brutta della sua vita. Allie le era stata incollata addosso tutta la serata senza dargli modo di allontanarsi per più di quattro metri.

Era chiaro che la ragazza era preoccupata per qualcosa, più precisamente per la presenza di una persona da lei poco desiderata, ma Nick non ce la faceva davvero più. Così con la scusa di andare al bagno era riuscito ad allontanarsi senza che la ragazza lo seguisse.

Non si sarebbe mai aspettato però che a causa delle sue scarse abilità motorie e la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli, fosse finito proprio addosso a lei.

Ronnie lo fissò evidentemente in imbarazzo –non importa è solo un po’ di birra- commentò sentendo ancora quel dannatissimo stomaco accartocciarsi dentro di lei.

Da quella sera a casa di Jamie i due non si erano più visti, e anche quella sera, oltre ai cinque minuti in cui lui l’aveva “confortata” dopo la discussione con Kate, non avevano avuto modo di parlare poi così tanto.

-no davvero scusami, ero distratto e tra tutta questa gente…-

-Nick non importa, sul serio-

Al sentire il suo nome uscire dalle labbra della ragazza un brivido scosse Nick, facendogli sentire uno strano peso sullo stomaco.

-b..beh, c..come stai?- balbettò Nick per poi pentirsene subito

Che domanda banale e priva di originalità. Ma proprio non poteva farci nulla, ogni volta che era vicino alla ragazza diventava un completo idiota.

-bene, grazie- Ronnie non era da meno comunque

Era a due passi da lui e sentiva l’impulso di dover toccare la sua pelle. Voleva sfiorargli la mano o accarezzargli la guancia o semplicemente passare la mano tra i suoi ricci, ora più corti.

Non era sicura del perché volesse farlo, sapeva solo che voleva.

-con le ragazze come va?-

Nick voleva sapere. Voleva sapere tutto della sua vita, sapere cosa aveva fatto in quegli anni, cosa voleva fare ora, quali erano i suoi progetti, i suoi sogni.

Voleva sapere quanto di quella Ronnie che tanto aveva amato fosse rimasto in lei.

-sto cercando di recuperare- sorrise

Quello che seguì fu un lungo silenzio. Uno di quei silenzi davvero, davvero, imbarazzanti per entrambi.

D'altronde quando si hanno troppe cose da dire alla fine non se ne dice nessuna.

Erano entrambi storditi e confusi.

Fino a qualche settimana prima Ronnie era convinta che il suo trasferimento a Madrid, seppur difficile e doloroso, le fosse almeno servito per dimenticare Nick, ed una parte di lei ne era ancora convinta. Era ancora convinta che infondo quelle strane emozioni che stava provando il quell’istante mentre guardava gli occhi nocciola del ragazzo, fossero dovute al ricordo di quello che c’era stato tra di loro.

Com’è che si diceva? Il primo amore non si scorda mai.

Se Ronnie era confusa poi, Nick era totalmente perso.

Non solo si era convinto di averla dimenticata, credeva che la questione fosse ormai morta e sepolta al punto che aveva pensato di poter ricominciare, di poter intraprendere una relazione seria con un’altra ragazza.

Si era convinto che le emozioni che aveva provato per Ronnie, il modo in cui l’aveva amata senza freni, donandole tutto, non potessero esistere più; si era convinto che lui non fosse stato mai più in grado di provare cose del genere.

Ma ora, di fronte a lei, quelle convinzioni stavano crollando.

Cosa doveva fare allora? Seguire il suo istinto e vedere dove l’avrebbe portato o cercare di stare il più lontano possibile dalla ragazza e fingere di non aver sentito nulla?

-Ronnie, che ne diresti se…- cominciò il ragazzo ma, ovviamente, con un tempismo perfetto, Allie arrivò saltellante interrompendo la loro conversazione

-Ronnie! Che bello che ci sia anche tu- urlò forte verso la ragazza, che rimase a dir poco interdetta

Era la stessa Allie che in ufficio l’aveva minacciata?

Anche Nick, che di certo non si aspettava una reazione così calorosa, rimase sbalordito.

Ronnie aprì la bocca per dire qualcosa ma Allie la interruppe, ancora.

-Nick, tuo fratello ti cercava, doveva dirti una cosa importante- disse veloce, poi si voltò verso Ronnie –non ti dispiace se te lo porto via, vero?- sorrise con l’espressione più angelica al mondo

Ronnie voleva tanto prenderla a pugni in quel momento.

-certo che no, ora che sono tornata sono sicura ci sarà molto tempo per chiacchierare- rispose prontamente Ronnie, mentre Nick spostava lo sguardo dall’una all’altra come se stesse seguendo una partita di beach volley

Allie ridacchiò e poi, sotto lo sguardo sorpreso di Nick e quello sbalordito di Ronnie, si sporse per abbracciare la ragazza.

-se ti vedo di nuovo vicino a lui- le sussurrò all’orecchio in modo che solo lei potesse sentire –ti rispedisco da dove sei venuta-

-E’ stato un piacere cara, ora dobbiamo proprio andare- squittì poi Allie allontanandosi, lasciando Ronnie con un’espressione sconvolta –goditi la festa!-

Per un attimo Nick non si mosse, neppure quando Allie lo strattonò per un braccio. Non voleva andarsene, voleva rimanere lì a parlare con lei. Ma poi si rese conto che Allie non l’avrebbe mollato, a costo di trascinarlo per tutta la sala, non l’avrebbe lasciato lì. Con un sospiro interiore si arrese.

-ci si vede in giro- sorrise alla ragazza, che aveva ancora una strana espressione sul viso

-ci si vede- sussurrò prima di abbassare lo sguardo e sorpassarlo entrando in cucina

Dire che era arrabbiata era poco.

Quella stupida bionda continuava a minacciarla, e tutto ciò che lei era stata in grado di fare era rimanere immobile con un espressione sconvolta. Aveva perso del tutto la sua dignità in quegli anni?

Fece un passo verso il balcone aperto, aveva bisogno di aria, ma improvvisamente si bloccò.

Una sagoma scura girata di spalle, poggiava i gomiti sulla grande ringhiera di legno, la testa china intenta a fissarsi le punte dei piedi e la schiena curva.

Sospirò.

Non era il momento di pensare ai mille modi in cui avrebbe potuto uccidere Allie ora.

Ora, era il momento di occuparsi di Kate.

 

 

 

*      *      *

 

Ho fame.

No, lo so, fa cagare çç scusatemi non piace nemmeno a me, ma non volevo farvi aspettare oltre çç

Sono afflitta dalla schifezza che ho scritto.

Oh, finalmente mi sono diplomata e sono libera *-*

Come sta andando la vostra estate? Partirete per qualche posto mentre io starò qui a morire di caldo e noia?

Ah, l’altra volta la cosa che volevo dirvi è che io, me medesima, ho ceduto alla tentazione di stalkeggiare Zack Merrick e mi sono registrata su twitter ùù Nel caso a qualcuna di voi interessasse il mio nick è JustALittleLie_(si, ho fantasia da vendere.)

Buona domenica a tutte e buona estate!

Vi amo <3

   
 
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