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Autore: Silvialunastorta    17/07/2011    1 recensioni
La guerra magica è finita da un po', harry e ginny sono diventati genitori e come tali devono fare i conti con il proprio passato. é la mia prima FF ed è nata quasi senza volerlo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Uscito dall'ufficio di Silente Harry si sentì subito più leggero, scaricato da quel peso che, per 7 anni, da quando aveva scoperto di essere il bambino-che-è-sopravvissuto, lo aveva schiacciato.

Hermione e Ron, lo seguivano tenendosi per mano; il rosso continuava a guardare con desiderio la bacchetta che aveva liberato il mondo una volta per tutte da Voldemort, mentre la sua ragazza accanto lo scrutava torva.

Il diciassettenne girò l'angolo di uno dei corridoi che portava nella sala grande e si trovò di fronte Ginny Weasley. Lo sguardo della ragazza non era gioioso, era sereno e forte come sempre: Harry non riuscì a sostenere la vista di quegli occhi, abbassò i due smeraldi ereditati dalla madre e le disse in un tono quasi di scuse:” devo fare ancora, un'ultima cosa”, e le mostrò il pugno contenente la bacchetta di san buco. Lei intercettò i suoi occhi; avrebbe voluto che lui l'abbracciasse, che la stringesse e la facesse sentire al sicuro; aveva ancora nella mente l'immagine del suo corpo steso a terra morto di fronte a un Voldemort trionfante; invece gli strinse la mano e lo invitò a portarla con lui, almeno per questa volta. I due arrivarono di fronte alla tomba del vecchio preside senza scambiarsi una parola, Harry spostò la pietra che teneva Silente separato dal resto del mondo ma non riuscì a sopportare la vista che gli si presentò davanti e indietreggiò. Ancora una volta fu Ginny a venirgli in aiuto: gli sfilò la bacchetta dalla mano e la posò dolcemente e con semplicità tra le braccia incrociate del vecchio professore, poi tornò dal moro. Harry le fu grato per l'ennesima volta quella sera, ma, ancora una volta, non riuscì a dirle niente e così ripreso la marcia silenziosa verso il castello. A metà strada lui si fermò, Ginny che era qualche passo dietro a lui si spaventò -”Harry! Cosa c'è?” la voce rotta da una vena di angoscia; il figlio di James e Lily Potter si girò e abbracciò la ragazza che amava e per la quale aveva avuto paura durante tutti quei mesi. Ginny si lasciò andare a quell'abbraccio alzò lo sguardo e le loro labbra erano così vicine e....

-“AAAAAhhhhh” il pianto di un bambino irruppe nella stanza facendo sobbalzare la madre intenta ad un sogno e chiaramente contrariata.

Ginny si guardò intorno intontita mettendoci un po' a realizzare di essere tornata alla realtà; stava per alzarsi e andare a calmare il piccolo quando una mano la costrinse a risdraiarsi. Il marito la sovrastava sorridendole.

-”James piange” gli disse

.”Ho notato” le rispose sempre divertito Harry “vado io non preoccuparti”.

La piccola Weasley ormai signora Potter lasciò cadere la testa rossa sul cuscino mentre l'uomo che aveva sempre amato la scavalcava per andare nella stanzetta accanto dove loro figlio James Sirius piangeva disperato. Il piccolo aveva appena un mese. Mentre ascoltava la voce del padre di suo figlio intenta in una ninna nanna a lei sconosciuta, Ginny ripensò al sogno appena interrotto...

era finito tutto da un po' di tempo oramai, non tantissimo, ma abbastanza, e lei non riusciva a smetterla di rivivere in sogno quel periodo in cui Voldemort era tornato più potente che mai. A dire la verità i sogni erano iniziati nel momento in cui era diventata madre; la storia di Harry le faceva paura e le infondeva il timore che potesse essere rivissuta dal suo piccolo James. Si scostò dai suoi assurdi pensieri con un brusco gesto della testa e si rese conto che al numero 12 di Grimmould Place era tornato a regnare il silenzio. Harry la fissava in piedi sulla porta con una strana espressione scavata in quei suoi occhi verde chiaro, e quando vide che la moglie si era accorta della sua presenza, si mosse verso il letto e senza dire una parola la strinse a se e la baciò. Ginny chiuse gli occhi e si fece scivolare addosso tutte le sue preoccupazioni e i suoi timori: il fatto stesso che lui, il bambino-che-è-sopravvissuto, il prescelto, il suo Harry, fosse li a stringerla a sé significava che era tutto finito, che Voldemort non sarebbe tornato e che avrebbero avuto una normale vita felice.

  
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