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Autore: SoulSEARCHER    17/07/2011    9 recensioni
Here we are! Raccolta di one shot, flashfic o drabble. Il rating, così come i personaggi potrebbero variare. Solo un filo rosso: Santana Lopez. Enjoy.
1. Hospital - {Pezberry}
2. Ring - {Quinntana}
3. Mess - {Santina}
4. Di uova bruciate e caffè - {Brittana}
5. Shit - {Pucktana friendship}
6. Spies - {Samtana friendship}
7. Internet Questions - {Finntana}
8. Apologies - {Kurtana Friendship}
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Santana Lopez, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Mess
Personaggi: Santana Lopez, Tina Cohen-Chang.
Genere: Generale, Commedia.
Rating: Verde.
Avvertimenti: Raccolta, Oneshot.

 

 

 

 

 

{Mess

 

 

 

 

 

 

 

“Guardiamo un film?”

“Non se ne parla, ragazza asiatica! Sono sicura che mi propineresti un altro horror.”

“Per l'ultima volta, Santana: Twilight non è un horror. E ti spiacerebbe smetterla di chiamarmi 'ragazza asiatica'? Sono la tua ragazza.”

“Sarà. Sta di fatto che in quel film i vampiri brillano. E quando mai si è sentito parlare di vampiri brillanti? Comunque.. Che ne dici di 'Mulan'? Mi ricorda te.”

“Razzista”

“Sei impazzita, per caso? Mulan era temeraria, coraggiosa ed emancipata. Per questo ti somiglia” spiegò guadagnandosi un'occhiata eloquente da Tina.

“Ok, è per via degli occhi. Ma a me Mulan piace tanto. Da piccola ero follemente innamorata di lei” si arrese poi Santana.

“Quindi se eri innamorata di lei e io e lei ci somigliamo tanto come dici.. Significa che sei innamorata di me”osservò con fare saccente l'asiatica.

“Continua a sognare” la rimbeccò Santana con aria superiore mentre infilava il film nel lettore DVD.

 

Tina si trovò a sorridere. Non sapeva quando e come era cominciata la loro storia, ma ormai erano quasi cinque anni che Santana le rendeva la vita un divertentissimo casino.

 

E così anche tu andrai alla NYU” chiese qualcuno mentre si accomodava sulla sedia di fianco alla sua, nell'aula del Glee.

Santana, una volta realizzato da dove provenisse quella voce e chi fosse la sua proprietaria, si voltò a guardarla stranita. In tre anni lei e Tina si erano parlate due o tre volte e non di certo per farsi qualche complimento.

Suppongo di sì”

Starai nel dormitorio del campus?” chiese curiosa Tina.

Suppongo di no” rispose Santana ancora scossa dalla conversazione di cui si trovava inaspettatamente partecipe.

E supponi anche che accetterai la mia proposta di andare a vivere insieme?” snocciolò Tina tentativamente.

Un sopracciglio di Santana scattò teatralmente verso l'attaccatura dei capelli.

Scusa?” chiese poi nella speranza di aver frainteso ciò che la ragazza di fronte a lei le aveva appena detto.

Senti, io non ti piaccio e tu non mi piaci, questo è appurato. Ma non ci voglio dormire nel campus. Mio cugino dice che i dormitori fanno schifo e che non sai mai quale compagno di stanza potrebbe capitarti. In più non voglio pesare troppo sulle spalle dei miei genitori, così pensavo che se avessimo diviso l'appartamento..” lasciò in sospeso Tina.

Santana parve rifletterci a fondo per poi osservare che, probabilmente, quella era la miglior soluzione. Non aveva voglia di dividere la stanza con qualche secchiona brufolosa o una bulla stile Zizes e in più Tina non le dispiaceva nemmeno tanto, ma non era necessario che lei lo sapesse.

D'accordo.”

D'accordo?” chiese incredula l'altra. Santana fece roteare gli occhi per poi ribadire che sì, sarebbe andata a vivere con lei.

 

Mentre Santana si asciugava furtivamente un paio di lacrime che erano rotolate rapide sulla sua guancia alla vista dell'intrepida Mulan abbandonata dai suoi compagni sulla montagna, Tina fece passare un braccio dietro le spalle della latina che istintivamente si accoccolò contro il corpo caldo dell'asiatica. Non riusciva a smettere di guardare l'ispanica mentre le immagini del film si riflettevano nei suoi occhi dando vita a strani giochi di luce che la ragazza trovava estremamente affascinanti. Sorrise di nuovo pensando a quanti film avevano visto insieme, piangendo come due poppanti ad ogni scena vagamente romantica o triste, quando andavano al college.

 

 

Tornando a casa da un appuntamento disastroso con uno strano ragazzo che frequentava il suo stesso corso di economia Tina trovò Santana rannicchiata sul divano mentre tentava, con ben pochi risultati, di togliersi dal viso i resti di un pianto disperato dal quale evidentemente non si era ancora ripresa. Succedeva spesso, nell'ultimo periodo e quasi sempre dopo una telefonata con Brittany. Tina si avvicinò con movimenti lenti e cadenzati al divano, fissando Santana in una tacita richiesta del permesso di sedersi lì di fianco a lei, Santana annuì. “L'hai sentita, vero?” domanda retorica. Lo sapevano entrambe. Non erano amiche, o per lo meno non ancora, ma in chissà quale modo, pur parlando pochissimo, avevano imparato a conoscersi l'un l'altra, capendosi al volo senza necessariamente dover sprecare inutili parole, percependo i rispettivi stati d'animo da uno sguardo o un gesto – o un grugnito, nel caso di Santana. Finivano sempre allo stesso modo, queste conversazioni: con Santana che diceva di stare bene e di essere solo un po' stanca, mentre spariva nel buio della sua stanza sbattendo la porta. Tina, dall'altra stanza percepiva sempre e distintamente i singhiozzi dell'ispanica. Ma quella sera non andò esattamente in quel modo. Santana appoggiò la testa sulle gambe di Tina e prese a parlare, a raccontare di Brittany, dei suoi mille appuntamenti con altrettanti ragazzi, della loro storia, del loro amore. E parlò tutta la notte mentre Tina ascoltava senza stancarsi e ogni tanto le passava una mano tra i capelli. Quando si rese conto di essersi sfogata abbastanza si alzò, posò un leggerissimo bacio sullo zigomo pronunciato dell'asiatica e andò a dormire, non prima di aver sussurrato un appena udibile “grazie” all'orecchio di quella che, da quel momento in avanti, avrebbe considerato sua amica.

 

 

“Sai, se Mulan esistesse veramente tu non avresti avuto speranze con me. Avrei sposato lei”

“Il mio cuore si è appena infranto contro la barriera della tua crudeltà. E comunque questa tua smodata passione per le asiatiche mi inquieta vagamente.”

“Jackie Chan, ti spiace? Sto cercando di vedere il film”

“Jackie Chan è un uomo, idiota”

“Tutti uguali, voialtri”

A Tina sfuggì un oltremodo infastidito “Fanculo” a denti stretti mentre Santana si voltò a guardarla con aria divertita.

“Scusami. Ti amo” disse allungando pigramente il collo per arrivare alle labbra dell'altra senza muoversi da quella che riteneva la posizione più comoda del mondo. Quando si accorse che i suoi tentativi andarono a vuoto, e Tina non le agevolava il compito voltandosi dalla parte opposta, optò per una serie di baci e delicati morsi sul braccio dell'asiatica, decisamente più alla sua portata.

Ancora un sorriso nacque sulle labbra di Tina.

 

 

Lopez andiamo a casa, hai fatto abbastanza verticali sul fusto di birra, per stasera” Tina urlò nell'orecchio di Santana nel tentativo di sovrastare la pessima musica elettronica che rimbombava nella stanza. Adorava le feste universitarie, tranne quando toccava a lei fare da guidatore. Ovvero quasi sempre.

Sono solo le nove di sera, Cohen-Chang”

No, Santana. Stai leggendo l'orologio al contrario, sono le tre di notte e io domani ho i corsi. Forza andiamo a casa”

Il tragitto verso casa fu accompagnato da uno strano silenzio che Tina trovava quasi confortevole e rilassante. Una piacevole pausa da quella musica ripetitiva e assordante che la sua coinquilina, nonché rumorosissima amica che in quel momento le stava appolipata ad un braccio, la costringeva ad ascoltare, a causa delle mille feste a cui la trascinava. Il tanto amato silenzio veniva interrotto saltuariamente dalle ebbre risate di Santana che di tanto in tanto rischiava di perdere l'equilibrio cosa che non faceva altro che incrementare le sue risa sguaiate.

Sai, Cohen-Chang, mi piacciono i tuoi occhi a nocciolina” disse Santana mortalmente seria, o per lo meno cercando di esserlo. Tina parve rifletterci a lungo, non capendo il senso di ciò che l'amica aveva appena detto. Stava per arrendersi quando si illuminò

Idiota, si dice a mandorla”

Oh. Va bè, comunque mi piacciono i tuoi occhi” l'asiatica dovette pensare che Santana era solamente una marionetta manovrata dall'alcol, ma non aveva preso in considerazione l'effettiva veridicità del detto “In vino veritas”. Infatti, prima che entrambe potessero accorgersene Santana, ubriaca, la stava baciando e Tina, che non lo era, ricambiava il bacio.

La mattina dopo si svegliarono sul divano, abbracciate e vestite come la sera precedente. Quando Santana aprì gli occhi, dopo aver superato il momentaneo shock dovuto al cerchio che le attanagliava la testa mise a fuoco l'immagine di Tina al suo fianco che la teneva stretta a sé passandole un braccio attorno alla vita. Dopo un primo istante di smarrimento sorrise e affondò la faccia nell'incavo del collo dell'altra posando un lieve bacio sulla sua pelle diafana e profumata.

 

 

 

“Che fai?” chiese Santana notando l'aria persa della propria ragazza, una volta terminato il film.

Sai, stavo pensando che non ho idea di quando e perchè ti abbia permesso di incasinarmi la vita e il cervello, però non mi dispiace averlo fatto perchè, e Dio mi perdoni per quello che sto per dire, mi sono innamorata di te e non è affatto..” si interruppe a metà discorso per poi assumere un'espressione di disappunto e continuare:

“Punto primo: per quanto possano essere piccoli i miei occhi sono qua sopra. Punto secondo: smettila di guardarmi come se fossi una bistecca”

 

“Sì, come vuoi. Posso baciarti, ora?”

 

 

Tina non sapeva quando e perchè avesse permesso a Santana di incasinarle la vita e il cervello, ma non le interessava. Per il momento.

 

 

 

 

 

Note:

 

Non fate domande, vi prego. u_ù Non ho idea di come abbia scritto questa Santina (?)

Giuro che nella mia testa era più carina. Veniam peto. ç__ç

Intanto ringrazio come sempre chi recensisce: willow11, Tem_93, Rebs20, Atelo_Phobia e La_Ari e chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Tantoammmòre per tutti.

  
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