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Autore: c_underwater    17/07/2011    3 recensioni
Allooora :D
Con questa fic partecipo al Concorso di EFP One shot dell'estate! :3
Harry è ancora piuttosto piccolo, eppure viene trattato da grande, con l'assegnamento di lavori spropositati per la sua età. Eppure è un ragazzo sveglio.
Sotto il sole, il piccolo Harry pensava.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Un'estate normale                                                                                            


Una vecchia radio gracchiava dal salotto di casa Dursley; la voce dell’apparecchio era l’unica cosa che faceva compagnia a Harry.
Era quasi ora di pranzo. Il sole picchiava, e il morale del ragazzo era ancora più basso all’aspettativa di una disgustosa zuppa di cavolo della signora della porta accanto.
Sotto il sole, il piccolo Harry pensava.
Harry Potter, ragazzino di soli dieci anni, sapeva di non essere del tutto normale.
Sapevadi essere diverso dagli altri ragazzi: non aveva i genitori, non aveva amici, e al loro posto c’era una crudele famiglia totalmente diversa da lui. Decisamente troppo normale.
Sapeva che in quel momento avrebbe dovuto essere in vacanza con la propria famiglia come tutti i normali ragazzi della sua età, magari al mare, o in montagna.
Sapevache concimare le aiuole di zia Petunia non era un suo compito.
Eppure non poteva farci niente.
Si alzò, lasciò cadere i guanti da giardinaggio sull’erba verde ben curata e si massaggiò la schiena sudata e dolorante.
Si sedette sulla panchina di ferro battuto che aveva riverniciato solo pochi giorni prima. Il caldo di agosto era davvero insopportabile. Il sole cocente batteva sulla sua chioma sparata, sulle sue spalle magre, sulla sua fronte sudata.
Mentre riprendeva fiato e osservava l’aiuola di gerbere che aveva appena curato, pensò che lui non era affatto normale.
Giusto la settimana prima zia Petunia aveva cercato di rifilargli un nuovo zainetto per la scuola. In realtà non era per niente nuovo: era appartenuto a Dudley tempi addietro, finché non si era stufato, come al solito.
Per giunta era davvero brutto. Harry era sicuro che non l’avrebbe mai indossato, ma evidentemente zia Petunia la vedeva diversamente. Aveva cercato di infilarci i nuovi libri di scuola, ma lo zaino continuava a rimpicciolirsi, tanto che il libro più grande che avrebbe potuto contenere avrebbe dovuto avere le dimensioni di un francobollo.
A Harry succedevano spesso quelle cose strane.
Eppure sembrava non poterci fare niente.
In quell’occasione era stato punito con una settimana di giardinaggio. In più, mentre lui si spaccava la schiena al sole cocente, i Dursley erano a spassarsela al mare, in Cornovaglia. Stranamente avevano deciso che Harry era ancora troppo piccolo per appiccare fuoco alla casa, quindi l’avevano lasciato in custodia alla signora Figg: i pasti e la notte li trascorreva a casa della vecchia, durante il mattino e il pomeriggio doveva andare a curare il giardino di casa Dursley.
Sapeva che se zio Vernon avesse trovato il giardino nelle stesse condizioni in cui si trovava prima che partissero sarebbero stati grossi guai per Harry, quindi il ragazzo si mise all’opera, iniziando a potare la siepe laterale. Ancora zio Vernon non aveva avuto modo di strapazzarlo per bene, e non sarebbe stato di certo lui, Harry, a darsi la zappa sui piedi, regalando allo zio un’occasione succulenta per farsi beffe del nipote.
Sotto il sole, il piccolo Harry pensava.
Confrontata alle altre, sapeva in cuor suo che quella sarebbe stata una delle estati meno infelici della sua infanzia.

 
  
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