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Autore: eloisa_    17/07/2011    1 recensioni
L'ennesima fanfic sulla coppia Lily Evans/Severus Piton. Anche a costo di scadere nel banale, una one-shot scaturita di getto, da un flusso di ispirazione momentanea, senza pretese. Enjoy. :3
Fece per abbracciare la rossa, ma non appena si accorse del gesto che stava per compiere, si bloccò a mezz’aria, limitandosi a poggiarle un braccio sulle spalle, rosso in viso. «No, Lily. Non farei del male a nessuno.»
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, II guerra magica/Libri 5-7
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Schism.


Cold silence has a tendency
to atrophy any sense of compassion
between supposed lovers.

(Schism, Tool)


Severus Piton passeggiava avanti e indietro per lo studio che un tempo era appartenuto ad Albus Silente. Il ritratto dell’ex preside era vuoto; vigeva la calma quella sera ad Hogwarts. Si sporse dalla balaustra: era una notte senza luna. Il vento freddo sferzava il viso del neo-preside; grosse gocce salate scivolarono sulle sue guance incavate, le narici del naso adunco fremettero, i capelli neri ondeggiarono furiosamente. Alzò gli occhi in direzione della volte stellata e mormorò piano il suo nome. «Lily.»
Se si concentrava poteva ricordare ogni minuzia, ogni infinitesimale particolare del suo volto: le lentiggini sul naso che si disperdevano disordinate sulle gote, gli zigomi rotondi, i suoi capelli rossi ondulati sulle punte, gli occhi verdi –oh, quegli occhi!- così sinceri, buoni e limpidi. Lily Evans non avrebbe mai fatto del male a nessuno, nemmeno se avesse voluto. Tranne a lui.
Ricordava la sua mano pallida stretta forte nella propria quando correvano per i prati, da bambini; ricordava i sorrisi timidi che lei gli rivolgeva; ricordava il tono di voce tremulo quando gli aveva chiesto, impaurita, se fosse grave esser figli di babbani; ricordava il primo giorno ad Hogwarts, il peso nello stomaco nello scoprire di essere in due casate differenti; ricordava i compiti di pozioni fatti assieme sul prato, in primavera, per non esser costretti a stare in due Sale Comuni differenti.
«Dai, Sev, dimmi cosa hai scritto nel tuo tema sul bezoar!» Insisteva lei, mettendo su quel broncio a cui lui non sapeva mai dir di no.
«Sai che se te lo dicessi significherebbe copiare.» Le spiegò paziente lui.
«Nutri scarsa fiducia in me? Sai benissimo che riuscirei a finirlo da sola!» Si difese lei, piccata.
«E allora su, appena finisci ce li scambiamo e vediamo se abbiam scritto cose simili. Contenta?»
La rossa gli sorrise e riprese a scrivere, gli occhi verdi che percorrevano attenti il foglio di pergamena.
Il professore sentì nuovamente una lacrima rigargli il volto. «Stupido sentimentale.» Si insultò lui mentalmente.
«Sev.» Lo chiamò lei quel giorno, dopo la lezione di Trasfigurazione.
«Dimmi, Lily.»
La ragazza aveva un’espressione corrucciata, il labbro le tremava impercettibilmente e gli occhi verdi sembravano spenti; erano al terzo anno.
«Stamattina ho avuto una discussione con Daphne Prewett. Continuava ad insultare voi di Serpeverde e, tra un nome e l’altro, ha tirato fuori anche il tuo, dicendo che avevi chiamato …mezzosangue Sophie Smith giusto la settimana scorsa. Io ti ho difeso, ma ho bisogno di saperlo, Sev. Tu sei una brava persona, non è vero? Non faresti mai del male a nessuno, giusto?»
Gli occhi di lei adesso erano pieni di lacrime. Severus si voltò e, non appena incrociò il suo sguardo tormentato, sentì formarsi un groppo in gola. Lui aveva davvero chiamato così Sophie, ma erano stati Avery e Malfoy ad aizzarlo…
Fece per abbracciare la rossa, ma non appena si accorse del gesto che stava per compiere, si bloccò a mezz’aria, limitandosi a poggiarle un braccio sulle spalle, rosso in viso. «No, Lily. Non farei del male a nessuno.»
Un singhiozzo sfuggì dalle labbra della Grifondoro, per poi piegarsi in un sorrisetto incerto. «Sapevo che Daphne mentiva.»
Piton serrò le palpebre, ricordando la festa di Halloween del loro quinto anno.
L’anno in cui baciò Lily Evans. L’anno in cui tutto degenerò.
I capelli rossi della ragazza erano raccolti in un elegante crocchia, un vestito verde –dello stesso colore dei suoi occhi- le cadeva dolcemente sulle forme ancora acerbe.
Ricordava perfettamente ciò che aveva pensato quel ragazzino unticcio e trasandato. Lily Evans è bella.
E forse iniziò solo allora ad amarla perdutamente, a suggellare quell’amore che sarebbe durato in eterno.
Lei gli prese la mano, tra il timido e il preoccupato. «Sev, hai uno sguardo strano. Ti senti poco bene?»
Il Serpeverde scosse la testa. «Ci stanno guardando tutti, però.»
Era vero. Inusuale che una Serpe e un Grifone fossero amici; incredibile, però, che andassero assieme ad un ballo.
Lily fece spallucce e gli strinse la mano più forte. «Ignorali, Sev. Non abbiamo bisogno del loro consenso.»
Ricordava lo sguardo denigratorio di Potter. «Mocciosus, hai drogato la Evans con un filtro d’amore per convincerla ad uscire con te?»
Piton aveva tentato di divincolarsi dalla presa della rossa per scagliargli una fattura, ma Lily fu più veloce a rispondere per le rime: «Potter, se dovessi uscire con te un solo filtro d’amore non sarebbe sufficiente a convincermi.»
L’arrogante ragazzino arrossì e Sirius Black gli diede di gomito. «Touché, caro Ramoso!»
Lily e Severus si allontanarono, riempendosi i bicchieri di succo di zucca ghiacciato.
«Come fai a convivere ogni santo giorno con quello sbruffone e la sua magica cricca?» Gemette Piton, dopo un lungo sorso.
«Sono innocui, in fondo. Una rispostina tagliente ed è fatta.» Minimizzò la rossa.
«Sai che Potter» il Serpeverde pronunciò quel nome con disprezzo «non riesce a toglierti gli occhi di dosso, vero?»
Lily sbuffò. «Oh, Sev, non fare il geloso. Potter non riesce a togliere gli occhi di dosso a nessuna ragazza della scuola che respiri. O forse no.» Aggiunse poi, come ripensandoci. «Un paio di volte gli ho sentito rivolgere apprezzamenti persino al fantasma di Corvonero.»
«Io non faccio il geloso.» Puntualizzò Severus, ignorando a pié pari l’ultima parte della conversazione. «Io sono geloso.»
Lily Evans lo fissò, apparentemente incerta tra l’arrossire furiosamente o il ridere seriamente divertita. Optò per una cauta via di mezzo. «Scherzi?»
«Mai stato così serio.» E con il viso in fiamme, il ragazzino dalla carnagione giallognola, il naso adunco ed i capelli unticci, posò timidamente le sue labbra su quelle della rossa.
Un pugno sulla colonna di pietra del balcone fece tornare al presente il neo-preside. Un dolore sordo si irradiò dalle nocche a tutto il braccio. Non tentò di massaggiarlo per alleviare il dolore. Lo distraeva da quel ricordo. Il ricordo peggiore di tutti.
«So che ormai io e te non parliamo praticamente più, ma ho iniziato ad uscire con James.»
Una Lily Evans più adulta, più donna, più risoluta stava appoggiata alla colonna della stazione di King’s Cross. Era l’ultimo giorno di scuola del loro settimo anno. Stavano tornando a casa, dopo esser saliti per l’ultima volta su quel treno così carico di ricordi.
«Potter?!» Sputò fuori un Piton pallido di stupore.
«Potter.» Confermò la rossa. «Mi è sembrato giusto dirtelo.»
Una rabbia cieca investì il Serpeverde. Diede le spalle alla ragazza per non mostrarle il suo sguardo cupo.
«Potevi risparmiartelo, Evans. Non sono affari miei sapere cosa fa una mezzosangue.» Pronunciò quell’ultima parola con disprezzo, delusione, rancore; sapeva di darle un dispiacere.
Lily Evans sussultò. «Benissimo. Allora buone vacanze e buona vita, Mocciosus. Le nostre strade si separano qua.»
Un singulto proruppe flebile dalle labbra di Piton, al ricordo di quel tono di voce glaciale. Era l’ultima volta che aveva visto Lily Evans. L’ultima volta che aveva visto la donna che amava.
Si portò una mano al cuore, come se stringendo forte il petto potesse soffocare i sentimenti che provava.
Dei colpi alla porta lo riportarono alla realtà. Si asciugò in fretta il viso, sperando che la luce soffusa potesse in qualche modo nascondere gli occhi ancora lucidi e arrossati. Fece un respiro profondo, perfettamente calato nella parte dell’insensibile, freddo professor Piton.
«Avanti.»




Rileggendo l'ultimo libro mi si è presentata davanti, con una bellezza prorompente, la coppia Lily/Severus, finora sottovalutata (sì, sono tarda, lo so). Così, ispirata, ho afferrato il piccì e scritto questa fanfic di getto.
Senza pretese, sia chiaro, se non quella di 'rendere onore' ad una coppia struggente come poche nella saga harrypotteriana.
E soprattutto perché Severus è infinitamente meglio di James Potter. Tiè. :>

eloisa.
  
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