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Autore: DadaOttantotto    18/07/2011    1 recensioni
La pesante porta di alluminio si schiude e vedi spuntare quella carogna. Cammina veloce, quasi lo rincorressero, stretto nel suo solito completo nero.
Inizi a seguirlo, silenzioso. Ti mantieni ad una decina di passi da lui, sperando che non ti veda. Ma lui non si gira, non lo fa mai. Ti avvicini maggiormente, ormai gli sei addosso. Adesso é tuo.
[Seconda classificata al contest "Cosa provi per me?", indetto da (Smoky) e giudicato da JoeyPotter]
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Losing you

Un pugno. Uno solo. O forse due. Ma potresti perdere il controllo, lo sai bene. E allora i pugni potrebbero diventare tre, quattro, cinque... sei, forse.

Tutto dipende dalla quantità di rabbia che avrai in corpo quando riuscirai a mettergli le mani addosso. Cosa che accadrà esattamente tra... lanci un'occhiata al tuo orologio. Dieci minuti e trentasei secondi. Poi sarà tuo.
E' così monotono, così scialbo, che ti meraviglia il fatto che tua moglie abbia potuto tradirti con un tipo del genere. Perché uno che esce da lavoro sempre alla stessa ora - e non sgarra di un secondo, hai controllato - non può non essere definito "monotono". Piatto. Noioso. Ripetitivo.
Sei minuti e quindici secondi.
Chissà, forse la tua gentile consorte l'ha scelto proprio perché é il tuo esatto opposto. Forse si era stufata di te, del tuo essere sempre in movimento, della tua continua voglia di viaggiare, di provare cose nuove. Forse aveva bisogno di un po' più di tranquillità. Del resto, quando l'hai sposata, sapevi che era un tipo calmo e abitudinario, in netto contrasto con il tuo carattere.
Due minuti e quarantadue secondi.
Ti guardi intorno, cercando possibili testimoni. Ma sai già che non ce ne sono. Hai seguito quell'uomo per due settimane, hai ben impresso in mente tutto il suo tragitto: raggiungerà il quarto piano dell'edificio, uscirà dalla porta di servizio che dà sullo stesso livello del posteggio e arriverà alla macchina con il suo solito passo nervoso. La parcheggia sempre nello stesso posto, isolata dalle altre. Un punto a tuo favore.
Eccolo.
La pesante porta di alluminio si schiude e vedi spuntare quella carogna. Cammina veloce, quasi lo rincorressero, stretto nel suo solito completo nero.
Inizi a seguirlo, silenzioso. Ti mantieni ad una decina di passi da lui, sperando che non ti veda. Ma lui non si gira, non lo fa mai. Ti avvicini maggiormente, ormai gli sei addosso. Adesso é tuo.
Con un piccolo balzo lo raggiungi, proprio vicino alla sua auto. La tua mano corre al suo collo, mentre lo spingi e gli fai sbattere la testa contro il cofano. Non è stato un colpo granché forte, ma il rumore sordo provocato dallo scontro tra il suo cranio e il metallo della carrozzeria ti fa sorridere. Gli occhiali che prima posavano su un naso adunco e su un paio di orecchie talmente sporgenti da farlo assomigliare terribilmente a Dumbo, ora non ci sono più, volati chissà dove nella concitazione del momento.
Lasci che si rialzi, poi lo fai voltare. Nei suoi occhi leggi un velo di timore, e questo non può farti che piacere, ma c'è dell'altro. Quel tipo non ha soltanto paura di te, é troppo calmo. Non ha nemmeno cercato di difendersi. Ed é quello che, di norma, si dovrebbe fare quando qualcuno minaccia di dartele di santa ragione.
Ti aspettava.
Ciò non significa, però, che la rabbia ti sia passata. Anzi, proprio il fatto che non reagisca ti porta ad odiarlo ancora di più. Dopo attimi spesi a sfidarvi con lo sguardo, lui ti sorride. Per tutta risposta, tu tiri indietro il braccio destro e gli sferri un pugno nello stomaco. Si piega su se stesso, crolla sulle ginocchia. Ti trattieni a stento dal tirargli un calcio nelle costole.
Non ti va bene pestare qualcuno che non reagisce. Non é quello che vuoi. Tu vuoi che si alzi, che ti renda il pugno e ti dia una ragione valida per tirargliene un altro.
Sapeva che saresti arrivato. Forse non sapeva il giorno esatto, ma sapeva che prima o poi saresti andato a cercarlo.
- Ti prego, fermati.
Quella frase é poco più di un verso strozzato, ma non proviene da lui. La persona che ha pronunciato quelle parole si trova dietro di te; onestamente non immaginavi potesse arrivare, non avevi messo in conto questa possibilità. Anche se, pensandoci bene, avresti dovuto aspettartelo. Che traditrice é una che non si incontra con il proprio amante?
Ti volti lentamente, cercando di ritardare il più possibile il momento in cui incontrerai il suo sguardo. Perché sarà allora che perderai completamente il lume della ragione. Tutto l'autocontrollo che hai andrà a farsi benedire. Non puoi vederli insieme, non ce la fai. Non reggeresti.
Poi arrivano. Azzurri come il cielo, penetranti come la lama di un coltello, gli occhi di tua moglie sono carichi di angoscia. Lei soffre? Lei prova dolore? E tu cosa dovresti dire? Tu che hai il cuore infranto, tu che sei stato tradito dalla persona che aveva giurato di amarti "finché morte non vi separi"... tu dovresti essere quello addolorato. E lo sei. Molto. Ma, soprattutto, sei arrabbiato. Furioso. La voglia di spaccare tutto aumenta ogni minuto che passa. A lei, però, non faresti mai del male; non sei il tipo che mette le mani addosso ad una donna, e anche lei lo sa bene.
Sospirando, rilassi le spalle e abbandoni le braccia lungo i fianchi.
- E' questo che vuoi, Vivien? Vuoi lui?
Tua moglie annuisce, e tu comprendi. Non c'é bisogno di parole.
E' finita. E' stata una bella avventura, ma ora è arrivato il momento di tornare a casa.
Hai perso la partita, Clive. Hai perso.
L'hai persa.

Cominciamo col dire che questa schifezzuola si è classificata
seconda al contest "Cosa provi per me?", indetto da (Smoky) e gentilmente giudicato da JoeyPotter. E che ciò è accaduto parecchio tempo fa.  Mi sono semplicemente dimenticata di postarla... che ci volete fare, la vecchiaia incalza.
Bon, ringrazio anticipatamente chiunque recensirà e/o inserirà la storia in una delle tre liste!
Un baci8!
   
 
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