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Autore: Asteria_90    21/03/2006    7 recensioni
Il sole scompare lentamente dietro gli enormi cipressi. Il cielo e le nuvole si tingono do rosso. Vedo solo rosso. Rossi sono i ciottoli del sentiero. Rosso il sangue della mia mano. Rossa la lapide dove l’ ho appoggiata. Rosso quello che mi scotta dentro. Rosso il mio cuore. Il rosso è il colore della vita e della morte. E’ tutto così diverso da quella sera, eppure così simile. Sento solo l’eco del vento nelle mie orecchie. Si confonde ai miei pensieri di cristallo… E poi è solo rosso, ovunque. Comunque.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte solo quando ti sembra di aver toccato il fondo inizi davvero a sprofondare

A volte solo quando ti sembra di aver toccato il fondo inizi davvero a sprofondare.

Avete presente quei giorni in cui tutto sembra andare storto?

Gli amici, la scuola…tutto.

Ridicolo? Può darsi. Ma per un ragazzo di diciassette anni in fondo questo può sembrare toccare il fondo.

Cosa sono queste parole? Solo una cosa: cazzate. Futili, inesistenti cazzate.

Ridicolo parlare così? Forse.

Si dice che delle cose importanti ci si renda conto solo quando queste non ci sono più.

Vero? Non lo so, forse si forse no. Per me no.

Perché sono sempre stato uno stupido, ma certe cose le avevo capite anche io. Il problema è che a volte questo non basta, anzi potrebbe essere la vera maledizione. Io l’ ho provato sulla mia pelle.

 

Voi si starete chiedendo su cosa farnetico.

Bene, io vi rispondo su tutto e su niente. E’ solo una cosa in realtà.

Il passato.

Ridicolo? Forse si ma è proprio così, su tutto e su niente.

E’ questo quello che mi tormenta e mi distrugge. Sapere che nonostante tutti gli sforzi, tutte le sofferenze, tutti i sacrifici non poteva, non può e non potrà cambiare nulla.

Niente. Non è più niente per me.

Eppure non lo si può cancellare. Immagini stampate in mente, parole marchiate a fuoco, segni indelebili…no, non è possibile annientare tutto questo.

E’ tutto rosso, ovunque.

Da qualsiasi lato guardi vedo solo il fuoco che distrugge.

I miei sogni bruciati. Il mio cuore ustionato. I miei pensieri ormai cenere. Si, proprio cenere: solo residui di un destino segnato che semplicemente continua a bruciare. Non solo me, non solo gli altri ma tutto e tutti.

Bruciava, brucia e brucerà ancora. Solo rosso.

 

Questo colore mi perseguita. Ovunque mi giri lo vedo.

Ovunque ascolti mi par di sentire l’eco di bracieri scoppiettanti, voci lontane, perse; il vuoto che risucchia tutte le mie uniche risorse vitali.

I ricordi nella mia mente.

Poi solo rosso.

 

Perché tanto accanimento? Vi chiederete…

Perché il rosso è l’essenza della gioia e del dolore, è quello che mi ha accompagnato quando per la prima volta ho sentito di esistere, è quello che mi ha fatto sentire finito.

 

Tutto si delinea perfettamente, ve l’ ho detto, non mi è possibile distruggerlo.

 

 

 

La Sala Grande era addobbata splendidamente. Al centro un abete enorme carico di ogni tipo di decorazioni. Il Natale. Il re delle feste, quella in cui tutti dovrebbero essere più buoni.

Lo ripeto. Cazzate. Futili, inesistenti cazzate.

Il bene e il male, due potenze incontenibili.

L’una la pioggia, l’altra l’oceano. Indissolubili. Non ci può essere bene senza male, male senza bene.

Qual è la più forte? Un’eterna lotta tra giganti senza né vincitori né vinti.

Ci sono solo la forza e il coraggio di uccidere.

E quelli troppo deboli per farlo. Ora ne sono certo.

Perché io ho vinto, ho sconfitto il male. Ma mi sento sconfitto.

Ho sempre saputo che ogni cosa ha un prezzo ma se è così mi sento di dire che questo è stato troppo grande.

Oserei dire enorme.

Una smisurata ingiustizia, il fatto che non sia stato io a pagarne le conseguenze ma le persone a cui tenevo di più.

E poi lei.

L’unica donna della mia vita, la sola che è riuscita a farmi sobbalzare il cuore nel petto quella sera. Quella che mi ha lasciato un vuoto incolmabile, quella che continuo a vedere nei miei pensieri di cristallo e nei miei sogni bruciati.

La vedo, la sento, la percepisco sempre… E’ il mio chiodo fisso.

 

 

Quella sera Silente aveva organizzato il classico Ballo del Ceppo, quello che mi sembrava il migliore, il più bello, il più ricco, il più divertente…

E vuoi sapere perché? Per solo un motivo. La mattina durante l’ora di Erbologia ero riuscito a compiere la missione che mi prefiggevo da mesi: ti avevo invitato al ballo e tu arrossendo leggermente mi dicesti di si.

Mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Eri perfetta. Cosa avrei dovuto chiedere di più alla vita in quel momento?

 

Indossavi un abito rosso senza maniche, ti arrivava appena sopra in ginocchio.

La scollatura non era profonda ma lasciava intravedere quel che bastava per farmi perdere la testa. Non credo di averti guardato negli occhi molte volte quella sera, solo la tua vista mi faceva arrossire spudoratamente.

L’intera Hogwast ci teneva al centro dell’attenzione, ragazzini e ragazzine di anni più piccoli non perdevano occasione per sbirciare o origliare tra un cocktail e l’altro le poche parole che ci dicevamo, ma anche i nostri amici in continuazione ci scambiavano occhiolini o sguardi eloquenti.

 

Quanto eravamo buffi! Eppure ripensandoci mi viene ancora da piangere.

Per un solo motivo in realtà: perché eravamo felici, sentivamo davvero la vita. L’imbarazzo, la vergogna, l’amicizia e l’amore erano sentimenti che mi rendevano vivo. Purtroppo l’ ho capito troppo tardi…

 

“Per favore Harry andiamo un attimo fuori, qui ci fissano tutti.” Mi dicesti.

“Già buona idea. Mi sento anche io un po’ in imbarazzo.”

 

Non so per quante volte facemmo il giro del lago senza aprire bocca ma, differentemente da quanto avrei potuto sospettare, era bello. Meravigliosamente vero. E glielo dissi.

Una delle poche volte che non denoto come miei errori. L’aver seguito il cuore.

Non so come mi sarei potuto sentire se non l’avessi fatto.

 

“Mi sento bene qui Herm.” Solo questo, non una parola di più.

“Anche io sono felice Harry.” Ricordo perfettamente quello sguardo, così diverso eppure così da Hermione.

Mi avvicinai lentamente facendole capire quello che avevo intenzione di fare e lasciandole tutto il tempo per tirasi indietro, ma lei non lo fece. Anzi mi si accostò di più e sorridendomi appena incontrò le mie labbra.

Non potrò mai dimenticarle. Lo giuro. Non ne ho mai cercate altre ma se lo avessi fatto sono certo che non le troverei.

Aprii solo un attimo gli occhi, giusto per scorgere i riflessi della luna che sul suo vestito rosso creavano effetti violacei e dorati.

Fu solo in quel momento che lo vidi.

 

Il rosso.

 

Quattro, cinque forse sei lampi rossi sfrecciare da angolazioni diverse ma tutti colpire il bersaglio. Lei.

Ancora oggi non ho mai capito se volevano ucciderla o solo schiantarla fatto sta che le fu micidiale.

Anche in quel caso no ti scomposi, vidi solo un unico rivolo di sangue sulla tempia destra. E poi nulla. Svenni e da quel momento non sentii più altro.

 

Solo rosso.

 

 

 

 

 

Ridete? Già lo farei anche io se solo avessi saputo la verità, se solo avessi almeno un terzo delle capacità che si attribuiscono al grande Harry Potter…

Se solo non fossi mai stato Harry Potter…

 

E’ stata questa la tua maledizione amore, la crudeltà del fato. Sarebbe bastato una frazione di secondo indietro o avanti nel tempo e noi non ci saremmo mai incontrati.

Molti direbbero solo una cosa: ridicolo.

Io ne posso dire solo un’altra. Cazzate. Futili, inesistenti cazzate.

E sai perché?

Perché finalmente oggi ho capito il motivo di questo destino. Tu, come me, hai solo assolto il tuo compito. Se noi non ci fossimo incontrati io non avrei mai sconfitto Voldermort, è questo il fulcro di tutto.

So già cosa direte in massa… Cosa conta una vita se il suo sacrificio può salvarne migliaia?

Probabilmente se non lo avessi vissuto in prima persona lo direi anch’io.

Probabilmente.

In realtà non lo so. Sono solo un egoista che tenta inutilmente di dare una giustificazione alla sua vita bruciata. Ma forse era semplicemente questo il mio destino. Non posso oppormi né fare altro che accettarlo.

Tutto questo fa male. E scotta, brucia dentro.

 

 

 

Il sole scompare lentamente dietro gli enormi cipressi. Il cielo e le nuvole si tingono do rosso.

Vedo solo rosso.

Rossi sono i ciottoli del sentiero.

Rosso il sangue della mia mano.

Rossa la lapide dove l’ ho appoggiata.

Rosso quello che mi scotta dentro.

Rosso il mio cuore.

Il rosso è il colore della vita e della morte.

 

E’ tutto così diverso da quella sera, eppure così simile.

Sento solo l’eco del vento nelle mie orecchie. Si confonde ai miei pensieri di cristallo…

E poi è solo rosso, ovunque.

Comunque.

 

 

 

 

 

Si, si lo so, tra poco sarà rossa la mia testa sotto i colpi dei vostri martelletti.^____^ Vi avevo promesso storie più allegre e invece… Diciamo che questa è stata scritta in un quarto d’ora d’inspirazione ed era più che altro per rifarmi viva visto che sono quasi due settimane che ho il computer fuori uso (ora sto scrivendo da un altro.) Così va meglio?

Vi ho già stressato abbastanza quindi me ne vado dicendo solo che cercherò di rimettermi al più presto a pari con le storie che non ho potuto leggere.

 

Però intanto voi fortunati che avete il computer perché non mi lasciate un commentino?  (E ti pareva!!! Nd lettori) ^____^

  
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