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Autore: Sun86    18/07/2011    9 recensioni
Akane vince una borsa di studio e si trasferisce con sua sorella Nabiki all'altro capo del Giappone per frequentare l'università.
Ranma non prenderà molto bene la cosa, tuttavia dopo le prime incomprensioni tra i due inizia un'assidua corrispondenza, che porta i due ragazzi a compiere una svolta decisiva nel loro rapporto. Ma l'ennesima intromissione di qualcuno complicherà drasticamente le cose.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dear Ranma

 
Nerima, dicembre 1998
 

Sono di nuovo sul tetto del dojo, la città è ancora ricoperta di neve e il freddo mi intorpidisce sempre le ossa, così come nelle ultime due settimane a questa parte. Lo spettacolo davanti ai miei occhi è sempre lo stesso, al massimo qualche centimetro di neve in più… eppure è tutto diverso. È la sua presenza a renderlo diverso. Si, perché a pochi metri da me, in qualche stanza di questa enorme casa c’è lei, Akane. Riesco a sentirne la risata allegra da qui, sicuramente sarà con le sorelle a spettegolare su chissà quale nuova moda della “favolosa Sapporo”. Cos’avrà di tanto favoloso poi è ancora tutto da capire.
È tornata due giorni fa senza avvertire nessuno, o meglio, senza avvertire noi uomini perché Kasumi era stata messa al corrente del loro arrivo già da un po’ ma aveva fatto finta di niente. Da quando è tornata non abbiamo avuto molte occasioni per parlare, suo padre l’ha praticamente sequestrata pretendendo che gli raccontasse ogni dettaglio della sua nuova vita da studentessa universitaria emancipata, come l’ha definita lui. Mi è parso di notare più apprensione del solito nello sguardo dei nostri padri, che vagliavano parola per parola tutto ciò che Akane diceva loro. Inutile nascondere che anch’io ero interessato ai suoi racconti, ma questo non glielo dirò nemmeno sotto tortura, non a caso non le chiedo mai niente di particolarmente personale nelle lettere che le mando. Ovviamente mi aiuta anche il fatto che sia lei a raccontarmi di sua spontanea volontà tutto ciò che le succede, le persone che incontra, i corsi che frequenta, mi parla addirittura della pioggia o del sole. In un certo senso è come se avessi vissuto quei momenti con lei, perché né descrive ogni dettaglio, ogni aspetto, ogni sensazioni in maniera così approfondita che quasi mi sembra di vederla ogni giorno uscire dal suo piccolo appartamento, con una grande borsa in spalla e aspettare l’autobus alla fermata sotto casa. Riesco a vederla seduta in aula a prendere appunti con quella sua  espressione seria che riserva solo allo studio. Riesco perfettamente ad immaginare quella Mikako di cui parla in ogni sua lettera, o il professore di chimica che l’aiuta sempre con le provette, il che mi solleva un po’… chissà quale danno sarebbe in grado di causare, non mi sorprenderebbe se facesse esplodere l’intero campus.
Quando Akane ha finito di raccontare loro tutto ciò che volevano sapere ho notato immediatamente le loro espressioni rilassarsi. Il cambiamento dei loro visi è stato tale che anche un cieco se ne sarebbe accorto, un cieco ma non Akane ovviamente. Non si può certo dire che sia una ragazza sveglia, per questo motivo non riesco ancora a capire come possa essere tanto brava negli studi da aver addirittura meritato una borsa di studio.
Chissà come sarebbero andate le cose se non fosse stata una studentessa modello, se non le avessero mai proposto di partire… se non avesse mai sentito il desiderio di farlo.
I nostri genitori ci avrebbero sicuramente organizzato un altro matrimonio lampo, ma alla fine saremmo riusciti a sposarci per davvero? Chissà… magari a quest’ora saremmo stati marito e moglie.  Io e Akane sposati…

Cerco di scorgere la luna nel cielo ma le nuvole la nascondono accuratamente, così come a me è nascosto il mio destino. Chissà cosa mi riserverà il futuro? Chissà cosa succederà quando Akane tornerà a casa definitivamente?
Il gelo pungente mi penetra nelle ossa quasi volesse forarmele, avverto qualcosa di pesante e gelido scendermi lungo la schiena trapassandomi la pelle. Un urlo mi sfugge spontaneo senza che riesca a trattenerlo e mi volto irato al massimo verso la fonte dei miei guai e dei miei dolori.
<< Ma sei completamente impazzita? Cosa diavolo ti salta in mente? È ghiacciata, stupida! >>, le urlo contro battendo ancora i denti dal freddo. Lei mi scoppia a ridere in faccia come se il mio viso fosse la cosa più divertente che avesse mai visto. La detesto quando fa così.
<<  Su, Ranma… non fare il bambino, è solo un po’ di neve >>, risponde sorridendo mentre mi si siede accanto.
<< Solo un po’ di neve dici? Bene, prendi questa allora! >>,  ne prendo una buona manciata nella mano e gliela infilo sotto il maglioncino pesante. Vedo il suo viso diventare viola all’istante e capisco di aver fatto centro. Ben ti sta!
<< Sai come si dice maschiaccio? Non fare agli altri ciò che non vorresti per te stesso… Allora? Com’è la neve? >>, le chiedo ridendo a crepapelle. La sua espressione in questo momento non ha prezzo.
<< Sei il solito stupido, pervertito! >>, blatera senza guardarmi cercando di liberarsi dalla neve.
<< E tu sei il solito maschiaccio dalla vita larga! >>, continuo a ridere. Devo ammetterlo, mi mancava dirglielo.
<< Il mio era uno scherzo innocente, non era il caso di reagire così! >>, afferma imbronciata incrociando le braccia al petto e fissandomi con sguardo truce.
<< Beh, lo era anche il mio sciocca. Chi è adesso il bambino? >>, la fisso sorridente aspettando il suo prossimo insulto. Quanto mi mancavano questi screzi! Si volta dritta davanti a se e scioglie il broncio in un espressione serena sorridendo improvvisamente. Che le prende ora?
<< Che hai? Perché sorridi all’improvviso? Certo che chi ti capisce è bravo! >>, continuo a fissarla stranito. Come mai non mi è arrivato nessun pugno in faccia?
Scuote la testa continuando a fissare un punto immaginario davanti a se, stringendosi le gambe tra le braccia.
<< E’ solo che… mi mancava litigare con te. Voglio dire… la vita a Sapporo è troppo noiosa per i miei gusti, qui mi divertivo di più >>, mi sembra di notare un leggero rossore sulle sue gote, ma potrei sbagliarmi.
<< Beh, sei stata tu a decidere di andartene non dimenticarlo, qui nessuno ti ha mandata via >>, so di averlo detto con un tono un po’ troppo acido forse, lo conferma lo sguardo mortificato che mi rivolge, ma certe affermazioni proprio non le tollero. Se è andata via è stato proprio perché aveva detto che questo poteva renderla felice, ma se non lo è che senso ha tutto questo? Che le impedisce di tornare?
<< Non fraintendere, Ranma. Io sto bene a Sapporo, ho tanti amici, gli studi procedono bene e tra poco inizierò una nuova fase di tirocinio… è solo che… nessun posto è come qui, come casa mia >>, la sua espressione è mutata ancora, ora è quasi malinconica. C’è qualcuno più volubile di Akane Tendo al mondo?
<< Beh, ora sei a casa no? Goditi le tue vacanze e dimenticati di Sapporo, degli studi e di tutto il resto. Sarà meglio per tutti >>, soprattutto per me, ma questo non lo dico. C’è qualcos’altro che mi preme sapere.
<< Fino a quando resterai piuttosto? >>, cerco di non guardarla in viso per non farle notare con quanta ansia attendo la sentenza. Perché ci mette tanto a rispondere?
<< Resterò fino al due gennaio. Avrei preferito restare qualche giorno in più visto che i corsi riprenderanno dalla seconda metà del mese, ma Nabiki dice che è meglio rientrare prima >>, Nabiki… sempre lei, nemmeno venisse pagata per crearmi problemi.
<< E’ da quando tu stai a sentire ciò che dice quella succhia soldi di tua sorella? Se vuoi restare non vedo perché tu non debba farlo visto che ne hai la possibilità… ovviamente non che questo mi cambi qualcosa, per quanto mi riguarda sei libera di partire quanto ti pare, anche in questo momento >>, credo di aver usato un tono troppo irruente all’inizio così l’unico modo a cui ho pensato per non destare sospetti è stato quello di tirarmene fuori come se a me non importasse nulla e, a giudicare dalla rabbia che le leggo negli occhi capisco che ho fatto centro ancora una volta. Ma non ho il tempo di pentirmene perché subito si alza dandomi le spalle.
<< Infatti io non faccio quello che dice Nabiki. Anche io penso che andare via prima sia la cosa migliore… in fondo non c’è nulla che mi trattenga più del dovuto qui… o sbaglio? >>, afferma gelida stringendo i pugni.
Sbagli! Io non voglio che tu vada via! Io ti voglio qui… con me… sempre. Io…io…
<< Non sbagli. Certo, hai la tua famiglia, ma in fondo due settimane da trascorrere a casa non sono mica poche. Se partire prima ti può aiutare nei tuoi studi è giusto che tu lo faccia >> , è tanto per cambiare riesco a dirle solo l’esatto opposto di quello che penso. Perché sono così dannatamente idiota, stupido, deficiente, buono a nulla…? Ha ragione Ryoga… sono un troglodita.
<< Bene, la penso così anch’io. Ora rientro, non vorrei beccarmi una polmonite, non vale la pena rovinarsi le vacanza così, no? >>, e senza lasciarmi nemmeno il tempo di rispondere scende giù dal tetto. Idiota!
 
Il sole è alto nel cielo limpido senza nuvole. La neve inizia a sciogliersi anche se il vento è ancora pungente. Oggi è il ventiquattro dicembre, questa sera al dojo festeggeremo la vigilia di natale con tutta la famiglia e domani sera avremo la solita festa di natale nella palestra Tendo, come ogni anno. Sono già tre giorni che io e Akane non ci rivolgiamo la parola, o meglio, lei fa di tutto per evitarmi ed io non riesco a trovare una scusa adatta per avvicinarla senza farle capire che questa situazione mi è insopportabile. Perché tra noi le cose devono andare sempre così? Devo riuscire a trovare un modo per restare solo con lei per almeno cinque minuti così che possa darle il mio regalo. Non voglio che riparta provando rancore verso di me. Mi serve una scusa… mi serve una scusa!
Ho passato tutta la mattinata in palestra ad allenarmi convinto che prima o poi l’avrei vista attraversare la porta per iniziare i suoi esercizi, avevo immaginato che non mi avrebbe rivolto la parola ma che in un modo o nell’altro sarei almeno riuscito a coinvolgerla in uno scontro… la pace sarebbe venuta automatica, come sempre. Ma lei non è venuta.
A pranzo quegli idioti dei nostri padri si sono esibiti nei loro soliti duetti da quattro soldi per tentare di rompere il ghiaccio… ma un iceberg sarebbe stato più facile da sciogliere. Nemmeno l’averle rubato dalle bacchette l’ultimo dorayaki ha funzionato. Si è limitata a sbuffare per poi improvvisare una conversazione senza senso con Happosai. Kami… aiutatemi a trovare una scusa, per favore! Prometto che non la farò più arrabbiare… forse è meglio dire che prometto di provare a non farla più arrabbiare. Il più delle volte fa tutto da sola.
Sono seduto a questo maledetto tavolo da più di due ore per cercare una soluzione adeguata. Dalla cucina si sente improvvisamente un urlo terrorizzato… è Kasumi. Che Akane abbia deciso di vendicarsi di me mettendosi a cucinare? Nemmeno il tempo di aprire la porta e mi accorgo che non si tratta di Akane visto che Kasumi è sola nella stanza.
<< Che succede? >>, le chiedo tra il deluso e il sollevato riflettendo su cosa sarebbe stato peggio, se la cucina di Akane o non aver trovato un motivo per rivolgerle la parola.
<< La dispensa è completamente vuota! Come farò a preparare la cena per questa sera? È la vigilia di natale! >>, si affretta a chiarire con le lacrime agli occhi quasi.
<< Scusa Kasumi, ma non avevi fatto spese proprio ieri? Come è possibile che la dispensa sia vuota? >>, chiedo scettico avvicinandomi a lei. Dalla sala arrivano altri rumori… credo di aver appena scoperto il colpevole.
<< Papà, tu non centri niente con questa storia vero? >>, quello stupido di un panda si gratta la schiena dandomi le spalle. Non era una vera domanda, ma il suo comportamento vigliacco conferma i miei sospetti.
<< Ora come faremo? >>, continua a disperarsi Kasumi.
<< Che succede qui? Kasumi perché sei così agitata? >>, chiede Akane appena scesa dal piano superiore. Forse ci siamo. I Kami devono aver ascoltato le mie preghiere.
<< La dispensa è stata appena svuotata da un certo panda ingordo di nostra conoscenza. Non ci è rimesto niente per la cena di questa sera >>, mi affretto a rispondere anticipando Kasumi di appena un millesimo di secondo.
<< Kasumi non è un problema tanto grave, basta uscire a comprare tutto di nuovo >>, risponde lei ignorandomi completamente. Devo averla fatta proprio arrabbiare di brutto questa volta.
<< Ma io non posso uscire Akane, ho ancora tante faccende da sbrigare qui in casa… ci andresti tu per favore? >>, mi sono sempre chiesto se gli occhioni dolci di Kasumi quando chiede un favore siano spontanei o fanno parte di una sua tecnica di persuasione.
<< Ma… Kasumi… ecco io… >>, inizia lei facendo vari passi indietro << … hum, d’accordo. Cosa devo comprare? >>, si arrende alla fine non riuscendo a resistere all’espressione affranta di sua sorella maggiore.
<< Oh Akane, sapevo che potevo contare su di te! Eccoti la lista! >>, afferma sorridente porgendole un lungo foglio con le cose da comprare. Ma quando lo ha preparato? Qui gatta ci cova…
<< Ma… ma Kasumi, non ce la farò mai da sola! Sicura di aver bisogno proprio di tutta questa roba? >>, lo sguardo di Akane è a dir poco terrorizzato mentre apre il foglio piegato in quattro parti e scritto su entrambi i lati.
<< Certo che ne sono sicura! Hai dimenticato che oggi è la vigilia di natale? Non possiamo mica cenare con riso in bianco e verdure in salamoia? Inoltre domani sera ci sarà la festa di natale con tutti i nostri amici e i negozi resteranno chiusi tutto il giorno, è necessario che tu compra tutto ora. Ma non c’è problema, puoi sempre chiedere a Ranma di venire con te, no? >>, il suo sorriso è a dir poco ambiguo, ma non importa… è la scusa che mi serviva.
<< Certo Kasumi, l’accompagno io non preoccuparti. Chissà che pasticci combinerebbe se andasse da sola >>, mi sa che era meglio evitare l’ultima parte della frase. Akane si sta arrabbiando di nuovo.
<< Non ho bisogno del suo aiuto! Posso benissimo cavarmela da sola… io esco, ci vediamo più tardi! >>, urla dirigendosi con passo pesante verso l’ingresso. Lo sapevo che sarebbe finita così, dannazione! Ma stavolta non mi scappi caro il mio maschiaccio.
<< Ho detto che vengo con te e lo farò! >>, le urlo dietro seguendola nel cortile.
<< Non ti voglio! >>, risponde senza degnarmi di uno sguardo. Si riferisce solo ala spesa vero?
<< Ma voglio io. Accettalo! >>, non rendermi le cose più difficili di quanto non siano già.
<< Mai! >>, c’era da aspettarselo d'altronde. Ma non mi arrendo e la seguo deciso. Non mi lascerò scappare quest’opportunità!
 
Sono almeno due ore e mezza che siamo in giro per supermercati e negozi vari. Kasumi deve aver deciso di sfamare l’intero esercito Giapponese e magari anche quello cinese e coreano. Un camion non basterebbe a trasportare tutta questa roba! È quel che è peggio e che Akane continua ad ignorarmi, come se io non ci fossi. Se non per trasportare buste ovviamente. Sento le mani bucarsi quasi. Devo dirle qualcosa… adesso.
<< Senti che ne diresti di riposarci un po’? Iniziano a farmi male le mani! >>, provo a chiederle facendo leva su un minimo di spirito compassionevole da parte sua.
<< Non ti facevo tanto delicato… su sbrighiamoci, ti riposerai quando saremo tornati a casa >>, risponde acida continuando a camminare con lo sguardo dritto davanti a se. Niente spirito compassionevole a quanto pare.
<< Solo cinque minuti, per favore!? Che ti costa in fondo? >>, devo insistere fino a che non cede.
<< Ho detto di no, è già tardi… comunque nessuno ti ha obbligato a venire, hai insistito tu per farlo quindi ora non lamentarti >>, stupido, stupido maschiaccio. Non capisci mai niente!
<< Già, chissà perché mai lo avrò fatto! Bene, visto che non hai bisogno di me allora non ti dispiace se ti lascio le buste e me ne ritorno a casa vero? Io sono stanco e mi fanno male mani e braccia, ma visto che tu non vuoi farmi riposare vorrà dire che provvederò da solo >>, mi avvicino con le buste facendo per lasciargliele. Tre… due… uno…
<< D’accordo… ma solo cinque minuti! >>, bingo! Sapevo che ci sarei riuscito, ora devo solo stare attento a non commettere altri errori.
<< Bene, sediamoci su quella panchina laggiù allora >>, a pochi passi da noi una vecchia panchina in mattoni ci attende entusiasta. Che fortuna essere passati per il parco!
Non risponde ma si dirige ancora imbronciata verso il luogo indicato. Che testarda che è?!
<< Senti Akane, visto che ci siamo… io… vorrei chiederti… beh si scusa per l’altra sera. Non pensavo davvero quello che ho detto… >>, il mio imbarazzo potrebbe essere tagliato con un coltello tanto che è tangibile.
<< Lo so… lo avevo capito subito >>, cosa? Kami, giuro che io non la capirò mai!
<< Stupida, se lo avevi capito allora perché sei tanto arrabbiata con me? Sono giorni che mi eviti e ti rifiuti di parlarmi! >>, sento la rabbia salirmi al cervello e uscire da ogni angolo della testa.
<< Proprio non lo capisci? Sono stanca Ranma! Stanca dei tuoi giochetti, stanca di dover sempre scervellarmi per capire quando sei sincero e quando invece vuoi solo mascherare ciò che provi davvero. Sono stanca di essere trattata da te come uno zerbino per proteggere il tuo orgoglio da stupido, deficiente e immaturo maschio >>, lo urla con tutto il fiato che ha in gola tentando a tutti i costi di trattenere le lacrime ed io mi sento per la prima volta in tre giorni un vero verme.
<< Mi dispiace. Hai…hai ragione tu… sono solo uno stupido >>, e lo penso davvero. Perché devo sempre finire con il mettermi in queste situazioni? Se si stancasse per davvero e decidesse di rompere definitivamente il nostro fidanzamento sarebbe solo, esclusivamente colpa mia.
<< Mi fa piacere che tu lo riconosca, ma questo non cambia le cose. Fra un ora, un  giorno o magari la prossima volta che tornerò a casa le cose torneranno ad essere quelle di sempre, e tu continuerai ad insultarmi e maltrattarmi solo per stupido orgoglio maschile. Sono quasi cinque anni che ci conosciamo Ranma, è sempre stato così e lo sarà per sempre >>, è rassegnazione quella che sento nella sua voce? Non avrà mica deciso di…
<< Perdonami ti prego! Ti prometto che cercherò, anzi ti giuro che farò l’impossibile per cambiare… per favore… credimi Akane >>, non posso perderla! Non per colpa mia… non potrei mai perdonarmelo.
<< E’ più forte di te Ranma, è qualcosa che va oltre la tua volontà. Sei fatto così non puoi cambiare te stesso >>, no… non dirlo ti prego!
<< Si che posso! Io posso fare tutto, lo hai dimenticato forse? Ci riuscirò vedrai! >>, e lo farò per davvero… abbi solo fiducia in me.
<< Il solito presuntuoso >>, è un sorriso quello? Forse… forse non è ancora tutto perduto. Tiro fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo pacchettino rosa. Sono tre giorni che lo porto con me aspettando il momento giusto per darglielo.
<< Cos’è? >>, chiede scettica fissando il pacchettino che le ho riposto fra le mani.
<< Aprilo, no? È il tuo regalo di natale >>, il suo sguardo si alterna ripetutamente tra me e il regalo nelle sue mani fino a quando non decide di scartarlo.
<< Ma questo è… >>, vedo formarsi di nuovo le lacrime nei suoi occhi mentre estrae il piccolo ciondolo dalla scatolina e capisco che ha capito.
<< Il simbolo dell’infinito. Ricordi, quel giorno che passammo chiusi in camera tua a studiare algebra? Un intera giornata senza litigare, nonostante continuassi a sbagliare tutti gli esercizi… dimenticavo sempre di scrivere quel simbolo, l’infinito, così tu me lo disegnasti sulla mano per aiutarmi a ricordarlo. Fu proprio il giorno prima  dell’arrivo di Nabiki, il giorno prima che lei ci rivelasse della tua borsa di studio. Quando l’ho visto esposto in vetrina mi sono subito ricordato di quel giorno e ho pensato che… beh, magari avrebbe fatto piacere anche a te… beh si ricordarlo, ecco >>, non sono riuscito a guardarla negli occhi neanche per un secondo, avrei finito sicuramente con il commettere qualche altra sciocchezza.
<< È bellissimo… grazie, Ranma >>, la fisso cercando di non farmi notare. Tiene il ciondolo stretto tra le mani e lo guarda con occhi estasiati… avrei dato qualunque cosa per questa reazione.
Riesco finalmente ad alzare lo sguardo verso di lei, forse non dovrei chiederglielo ma devo saperlo, non posso restare con il dubbio.
<< Mi hai… mi hai perdonato? >>, dì di si… dì di si!
Non risponde ma il sorriso che mi rivolge vale più di mille parole.
<< Non… non romperai il fidanzamento quindi? >>, se sono riuscito a scamparla anche questa volta giuro che eleverò una statua per ognuno dei Kami del creato. Non posso permetterle di stancarsi di me, non lo sopporterei. 


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N.D.A. Ciao ragazze, si lo so mi davate per dispersa ma gli impegni in questi ultimi mesi sono stati davvero troppi. Finalmente però mi sono liberata degli esami, quindi posso tornare a dedicarmi alla mia Dear Ranma. So che ho deluso molte di voi con gli ultimi capitoli di Crepuscolo, quindi cercherò di recuperare cercando di fare del mio meglio con questa. Forse questo ultimo capitolo non vi sembrerà un gran che, il fatto è che dopo moltissimo tempo che non scrivo e non leggo più nulla su Ranma è stato molto difficile tornare ad immedesimarmi nella storia, è come se si fosse spezzato il filo che ci legava, ma prometto che ricostruirò quel filo a costo di rivestirlo di piombo hihihi. Fatemi sapere che ne pensate e criticate pure tranquillamente, in fondo sono le critiche quelle che aiutano a crescere e migliorare.
Alla prossima!!!
P.S. per chi ha fecebook ed ha piacere a farlo aggiungeteci, siamo Ily E Sun writers ed abbiamo anche una pagina fan Ily94 e Sun86m fanfiction writers. Vi aspettiamo!

 

   
 
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