A scuola non
le insegnavano queste
cose, non insegnavano come ci si deve comportare in queste situazioni.
C’è una
guerra in corso, e nell’aria c’è una
paura che ti entra dentro, che ti
contamina dentro. Le mie paranoie stanno peggiorando, e sono troppo
giovane per
averne. Non posso parlarne con nessuno, solo con te; tutti hanno le
proprie,
non voglio aggiungere al loro carico il mio. Ogni tanto mi sembra di
sentire i
gas che vengono dal sottosuolo, dove stiamo seppellendo le persone
più
coraggiose del nostro tempo. Mi sembra di sentirli, le loro carni che
si sfanno
e si dissolvono e i fumi – un tempo erano capelli, erano
mani, o forse la pelle
o i denti con cui ci sorridevano – che salgono attraverso il
terreno e salgono
e salgono e poi arrivano da noi, i morti, e ci entrano nei polmoni e
nel nostro
sangue e ci fanno invecchiare prima del tempo. Ho paura di invecchiare,
non ho
mai avuto così tanta paura di invecchiare, perché
non ho mai desiderato così tanto
di poterlo fare. Datemi un modulo, datemi la garanzia che sopravvivremo
alla
guerra. Firmerò col mio sangue, farò qualsiasi
cosa.
Qualcuno mi
dia una garanzia. Il
nostro cuore è così fragile Lily, incapsulato in
queste casse toraciche di fil
di ferro; basterebbe una mano, una mano sola, e potrebbero essere
spazzate via
per sempre e saremmo proprio come quei morti che mi pare di sentire le
notti,
quando sono abbastanza depresso per tutto quello che ci sta succedendo.
Ogni
tanto mi pare che non sono altri i morti, siamo noi
quei morti, e
tendiamo una mano a noi stessi, come a dirci, “vedete,
finirete così”. Per
fortuna al risveglio il sole mi schiarisce i pensieri, e mi rendo conto
che
sono vivo, tu sei viva, vivissima, e Sirius è vivo e
l’Ordine è vivo ed è un
altro giorno per lottare e ridere e avere paura e vivere.
E allora
dentro mi sento un guerriero, e mi pare che qualunque fumo abbia
respirato
nella notte il mio sangue lo pulirà, lo scrosterà
dalle mie vene. Non sono mai
stato un tipo che si butta giù.
E neanche tu.
Ti ammiro in tanti modi. Ti ammiro come chi
ammira un quadro, assolutamente ipnotizzato dalla tua bellezza; ti
ammiro come
un selvaggio che vede per la prima volta un artefatto alieno e lo
elegge suo
dio; ti ammiro come un amico che ama tutto di te, ti ammiro come un
amante che
vuole tutto di te. Quando mi dici che mi ami il mondo fa meno paura
Lily, è
come se rinnovassimo i nostri voti nuziali. E allora guardami con quei
tuoi
occhi, pronuncia quelle parole che solo noi sappiamo. Sono il nostro
incantesimo segreto. Credo che non ci faranno mai invecchiare: tra
settant’anni, quando saremo vecchi e brutti (lo sai che lo
diventeremo, non
storcere il naso) basterà che tu ripeta queste parole e
vedrai cosa succederà.
Sotto i tuoi occhi ritornerò un ragazzo, e tu quella
cerbiatta leggiadra che
sei ora; via le rughe, via le macchie, via i chili di troppo dalla mia
e dalla
tua pancia. Abbiamo trovato la nostra macchina del tempo.
Sapevi che lo
stress passa dalla
madre al bambino? Il tuo cervello produce degli ormoni,
s’inseriscono nelle tue arterie senza chiedere il permesso,
ti riempiono le cellule, riempiono le sue. Malessere fetale, lo
chiamano – ma
cosa ne può sapere un bambino della guerra? Nella sua culla
non arrivano le
notizie. Lo invidio, invidio la sua posizione privilegiata.
E’ a pochi
centimetri dal tuo cuore. La sua unica musica è il tamburo
dei tuoi atri e dei
tuoi ventricoli, e tutti i piccoli suoni dentro di te, e il riverbero
della tua
voce nell’oscurità del tuo ventre. Ti conosce
già così intimamente, così
profondamente, che pare che un tale miracolo, una cosa così
sacra, così
incredibile, non possa essere avvenuta a noi due, che siamo dei
ragazzini.
Abbiamo diciannove anni e abbiamo paura e avremo un bambino e Lily,
credimi,
non sono mai stato così felice.
Sogno il
nostro bambino come
Cristoforo Colombo poteva sognare il Nuovo Mondo: lui è un
corpo che non è mai
esistito prima, è una terra che ho solo favoleggiato. Lo
esploro attraverso la
distesa della tua pancia senza poterlo vedere. Ogni tanto mi sembra di
toccarlo,
mi elettrizza la sensazione che ci sia dentro di te qualcosa di me ma
indipendente da noi due, un amabile alieno da noi creato, da te e me e
quello
che c’è tra di noi quando ti guardo e tu mi guardi
e i tuoi occhi si riempiono
di quella emozione che li rende dolci e vacui e dolci e vacui rende i
miei. Il
bambino è questa sensazione, ed è le mie braccia
che ti stringono e i miei
capelli che non sei mai riuscita a domare e la mia miopia e le
cicatrici che mi
sono procurato a quella partita di Quidditch e i tuoi occhi
così verdi e le tue
labbra così rosse e la tua pelle e i tuoi nei e i tuoi sogni
e il ritmo
incessante del tuo cuore.
Lo vedremo
crescere? Me l’hai
chiesto una volta, e non ho saputo rispondere. Fai sempre questo tipo
di domande
quando fingi di essere a metà tra il sonno e la veglia, ma
so che quando le fai
sei sveglissima. La tua voce assonnata non m’inganna Lily,
amore della mia
vita. Conosco i tuoi pensieri come tu conosci i miei: le nostre teste
ormai
sono una sola, e la nostra carne si è fusa nel tuo grembo.
Quando mi fai queste
domande ti rassicuro, ma la mia voce è ingannevole come la
tua quando me le
chiedi. Ma sei buona con me, hai pietà di noi, e non
insisti. Non vuoi che ci
rattristiamo, questo dovrebbe essere un momento felice. Lo sai che non
so cosa
rispondere.
E allora non
pensiamo a queste
cose. Io continuerò a circumnavigare con le mani
l’universo del nostro bambino,
e tu riderai delle mie battute stupide; per qualche ora –
fino a quando qualcuno
dell’Ordine non ci scoverà - saremo due
adolescenti innamorati e non ci sarà
una guerra. Il nostro amore sarà saldo, capace di superare
qualsiasi tempesta,
e nei nostri occhi apparirà l’immagine della
nostra vecchiaia, come un sogno
che non è ancora stato dimenticato: a Godric’s
Hollow, io e te, qualche figlio
e una manciata di nipotini, le solite banalità, quelle che
odiamo tanto perché
siamo due ragazzi brillanti moderni alla moda ecc. ecc., ma in
realtà
scherziamo quando diciamo che non vogliamo diventare due nonnetti. Tu
farai la
tua torta, quella che ti riesce così bene, i nipotini
rovineranno la copertura
di crema, e ci faremo tutti delle grandi risate quando James III o Lily
II
diranno qualcosa di divertente, come fanno i bambini, che poi non
capiscono
perché tutti ridano. Avremo una vita lunga e felice, al
diavolo il mondo, al
diavolo la guerra, al diavolo lui;
vedi Lily che coraggio mi danno i tuoi baci?