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Autore: TittaH    18/07/2011    9 recensioni
Si può amare il prossimo fino all'annullamento di se stessi? Si possono rincorrere e realizzare i propri sogni? Si può definire vita, una vita di cui si sa già l'ora della fine?
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 23 – Miracle: L’epilogo
 
 

…Se prima aveva un senso, adesso è solamente quel che ho…
 

 
“Nadine? Coraggio alzati, Nadine!”
E’ più di un quarto d’ora che la scuoto, ma non alza la testa dal cuscino e né tantomeno apre gli occhi.
Mi sporgo per darle un bacio sulla guancia, ma nulla, è sempre la solita dormigliona e da sedici anni a questa parte sono sempre io quello che deve svegliarla, sennò mi tiene il muso.
“Nadine, se non ti alzi ora mi costringerai a prenderti a secchiate d’acqua ghiacciata.”
Provo a minacciarla, ma l’unica cosa che ottengo e vedere le sue spalle, poiché si è girata dall’altro lato del letto.
Mi alzo e sbuffo, cercando di usare un tono autoritario.
“Ti avverto che l’acqua fredda il 5 di Aprile non è il massimo, cara la mia Nadine.”
5 Aprile hai detto?”
Scatta sul letto e mi guarda con i suoi occhioni imploranti.
“Scusa, non volevo… Ehm, fra quanto abbiamo il volo?”
Sapevo che si sarebbe alzata, sapendo che giorno è oggi.
Sorrido, scuotendo il capo, e l’abbraccio forte a me.
Faccio per rispondere, ma qualcuno irrompe nella stanza e semina il panico più totale.
“Nadine Miracle Milicevic! Sei ancora a letto? Fra meno di un’ora c’è il volo e non abbiamo intenzione di perderlo a causa tua. Fila a lavarti!”
Eccolo lui, Tomo, che sulla soglia dei cinquant’anni e tante sigarette a rubargli il respiro, ha ancora la forza di urlare. Rido, impercettibilmente quando vedo Nadine correre in bagno come un fulmine.
Non è mai stato un padre severo, ma sa il fatto suo e non la vizia come fa Vicki di tanto in tanto.
Sono molto legato a lei, sia perché ha il suo nome, sia perché sono uguali in tutto e per tutto; poi è la figlia del mio ex chitarrista, quindi un minimo di parentela, se non di sangue ma di cuore, c’è.
Ex chitarrista, fa strano dirlo…
Sì, abbiamo deciso di concludere la nostra carriera poco dopo la morte della mia Nadine. L’ultimo concerto è stato uno di beneficenza col cui ricavato abbiamo dato vita ad un centro ospedaliero specifico per la ricerca e cura dei tumori.
Era un suo sogno e ci è sembrato giusto avverarlo, anche se lei non c’è più.
Sono ormai sedici anni che non la sento più ridere, che non la bacio più, che non posso stringerla a me e che non salgo su un palco; ma le emozioni che mi mancano, le trovo nella figlia di Tomo che- come disse la mia rossa- è il nostro miracolo.
E’ il senso della mia vita, il senso di ogni mio gesto e di ogni mia parola; qualsiasi cosa faccio, la faccio in sua funzione.
Mi piace essere il suo punto di riferimento, essere la sua guida e mi piace il modo in cui mi rimprovera.
Le somiglia molto, caratterialmente, e mi aiuta a non soffrire troppo per la sua mancanza.
Ricordo ancora quando lei, che aveva soltanto dieci anni, mi chiese come mai ogni anno nello stesso giorno la portassimo in Italia al cimitero.
Le spiegai il motivo del suo nome, la sua importanza, le spiegai chi era Nadine, cosa aveva fatto per noi e chi era stata per noi.
Le dissi tutto in lacrime e lei, con la sua incredibile ingenuità, mi chiese scusa e mi stampò un bacino piccolo sulle labbra dicendomi Te lo manda la zia!.
La strinsi forte a me e da quel momento siamo stati ancora più legati e vuole solo me come suo buongiorno, solo me come sua buonanotte e solo me in ogni suo singolo istante.
Scendiamo le scale, io e Tomo, raggiungendo Vicki, Emma e Jared.
Mio fratello mi sorride, stringendo la mano alla sua assistente. Alla fine sono riusciti a dichiararsi, dopo tanti anni, e lui sostiene che sia stata Nadine a spronarlo.
Il mio angelo la chiama lui.
Ognuno ha preso la sua strada in questi anni, ognuno ha la sua famiglia, ma io che ormai ho cinquantasette anni non me la sento di amare un’altra donna o almeno di cercarla.
Non saprei da dove cominciare.
Ho provato a uscire con MaryAnne, l’infermiera, per qualche mese, ma lei non se la sentiva e io non ero da meno.
Dopo alcuni giorni scoprimmo che Drake era stato arrestato per furto e oltraggio a pubblico ufficiale. A nulla servirono le perizie psichiatriche che confermarono le nostre supposizioni: era diventato matto.
Aveva perso il lume della ragione, parlava da solo convinto che Nadine e sua sorella fossero ancora con lui e pagammo fior di quattrini pur di migliorare il suo stato, ma alla fine si fece i suoi anni di carcere e uscì, ammazzandosi poco dopo.
Il dolore era troppo grande per lui, mi raccontava spesso che non riusciva a vivere se il suo cuore era morto con le sole due donne della sua vita.
Sono sicuro che lei se sarebbe stata ancora con noi, non sarebbe mai stata contenta della fine di Drake.
Ci manca molto, a Jared soprattutto che in quel periodo si è avvicinato ancora di più ad Emma e si sono aperti l’uno all’altra.
Non tutti i mali vengono per nuocere, mi vien da dire, ma non ho mai dimenticato quegli istanti che mi hanno devastato e che ogni notte da sedici anni mi tormentano.






Correvo veloce, mi mancava il fiato, ma correvo sempre di più.
Dovevo raggiungerla, dovevo abbracciarla, baciarla, stringerla a me e sussurrarle che l’avrei salvata, che mi sarei sacrificato per lei.
Avrei voluto farlo, davvero…
Corsi ancora più veloce per quel corridoio e quando svoltai l’angolo chiusi i miei occhi per via dell’urlo sovrumano che udii.
Davanti la camera di Nadine una schiera di dottori, infermieri e poi lui, Drake che spazzò via ogni dubbio.
Mi feci spazio tra alcuni medici che continuavano a dirmi di non passare e arrivai davanti al suo letto.
Era lì, inerme, senza vita; gli occhi aperti e spenti, una lacrima scendeva dal destro e le bagnava l’angolo della bocca.
Sorrideva e aveva una mano sul cuore, come a volerlo far battere ancora, ma il macchinario non dava segni di vita.
I capelli rossi sparsi sul cuscino immacolato e le gote pallide e scarne.
Era lì, davanti a me ed ebbi paura per la prima volta in vita mia.
Ebbi paura di essere rimasto solo e di non poter più vivere.
Una mano si posò sulla mia spalla e ripresi a respirare pesantemente dopo aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo che mi sembrò non finire mai.
MaryAnne mi fissava, cercando di mantenere il controllo della situazione e la sua professionalità e io non seppi che fare.
Mi buttai sul letto sul quale giaceva il mio amore ormai morto e piansi tutte le lacrime che non credevo di poter versare e di poter avere.
Urlavo come un pazzo, urlavo frasi sconnesse dai singhiozzi, colpivo il materasso coi pugni e baciavo la sue labbra fredde.
Presi a pungi un muro e un dottore mi tirò fuori dalla stanza, benché io urlassi e mi dimenassi.
Mi curarono la mano, ma non sapevano che il dolore non era in quel punto, che il dolore non era curabile con un paio di fasciature e un po’ di tempo.
L’ultima cosa che vidi fu Drake che veniva portato fuori dall’ospedale.
L’ultima cosa che sentii fu l’urlo straziante di Aurora.
L’ultima cosa che provai fu un vuoto incolmabile all’altezza del petto.

 


 
Siamo in aereo, ancora una volta e non posso fare a meno di pensarla.
Stiamo andando in Italia perché dopo il funerale ho mandato la salma nel posto dove lei voleva: accanto a sua nonna.
Mi ha aiutato molto la distanza a non deprimermi, a concentrarmi su quello che restava della mia vita, a concentrarmi sugli ultimi desideri di Nadine e a concentrarmi sulla crescita della figlia di Tomo e Vicki.
Mi accorgo che stiamo per atterrare e stringo la mano della piccola Nadine che mi scruta con occhi indagatori.
“Ci sono io, Shan.” mi dice e io le bacio il palmo.
Annuisco e apprendo che dobbiamo abbandonare l’aereo.


Ci addentriamo nel cimitero e troviamo la cappella della famiglia Sweet.
Aurora e Joshua, con il loro piccolo Drake, stanno uscendo e ci lasciano il posto.
I nostri sono rapporti molto formali e distaccati, ma molto rispettosi proprio come lei voleva, quindi ci limitiamo a dei saluti e sorrisi di circostanza e poi ognuno per la propria strada.
Vedo la sua tomba e ogni volta è un colpo al cuore. Non passa, l’emozione è sempre la stessa, il vuoto non si colma ma diventa più profondo.
Poggio i fiori e lascio spazio prima agli altri, come ogni anno, per raccogliere i pensieri e prendermi più tempo.
Jared parla incredibilmente poco questa volta e mi sorprende, ma non manca mai di ringraziarla e di dirle quanto le vuole bene, nonostante tutto; la ringrazia perché l’ha aiutato con Emma, che annualmente le porta come regalo delle pinzette per capelli e dei trucchi come faceva in ospedale.
“E’ un nostro rito!” si giustificava sempre lei, sorridendo melanconica.
Tomo e Vicki ogni anno attaccano una foto della loro figlia sull’album che le hanno lasciato accanto ala tomba e scrivono qualcosa, ringraziandola per tutto.
Il croato le ripete sempre che aveva ragione, che il miracolo era successo e quindi toccava a Nadine Miracle di parlare.
I primi anni, quando non ne era capace o quando ancora non capiva, si limitava a fare domande o osservazioni sulla bella donna raffigurata in foto, ma dai dieci anni in poi le raccontava ogni cosa, quasi come fosse la sua migliore amica con la quale non doveva aver segreti.
“Ciao omonima! Sai aiuto anch’io all’ospedale ‘Miracle’ a te dedicato, anche se porta il mio nome, ma quella è un’altra storia!” si ferma per sorridere e per toccare la bara con una mano, quella che prima ho baciato.
E’ sola nella cappella, ma non sa che io sono dietro di lei e l’ascolto commuovendomi.
“Il rapporto con Shan va sempre migliorando e ora capisco perché ti sei innamorata di lui. E’ un folle, ma così dolce e protettivo. È mi sembra uno zio a volte, un fratello, un amico, ma in realtà lui è molto più di tutto questo.
So che il mio è un ‘compito’ difficile, perché io ricordo te a tutti loro, ma a lui soprattutto, e la cosa che mi dispiace di più è che magari tu possa pensare che io voglia rubarti il posto.”
La vedo asciugarsi una lacrima e tremare piano, mentre si appoggia alla bara di legno semplice- come voleva lei- e sento che è il momento di entrare, ma il suo lato forte ha la meglio sulla sensibilità.
“Non potrei mai, MAI, Nadine, capito? Anche se non ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerti, io so attraverso Shan e attraverso i miei genitori e tutti gli altri, che eri una persona generosa, semplice, genuina, spontanea e soprattutto eri una donna con la voglia di vivere. Ti ammiro, sai?! Davvero, è un sentimento che va oltre alla conoscenza, è un sentimento che non so spiegare.
Mi sento legata a te e ti voglio bene come non ho mai voluto bene a nessun altro. Ciao, Nadine.”
La bacia e si asciuga le lacrime, ma sorride e quando mi vede il sorriso si espande su tutto il viso.
“Bel discorso.” le dico, commosso.
L’accolgo tra le mie braccia e la sento sussurrare: “Andrò all’Università di Psicologia, Shan, e finirò ciò che lei ha iniziato.”
Resto sorpreso e l’abbraccio ancora più forte, bagnandole i capelli scuri con le mie calde lacrime di orgoglio.
“Avevi ragione, amore mio, lei è il nostro miracolo. E’ il mio miracolo!”
E come ogni anno il discorso che mi preparo non riesco mai a farlo a causa della commozione e delle parole di Nadine Miracle; ma so che il mio discorso lei lo sa, perché è dettato dal cuore e lei vive in esso quindi lo ha letto e sentito ogni notte in cui l’ho sognata.
Guardo la sua foto per l’ultima volta quest’anno e cerco di immaginare come sarebbe stata a cinquantuno anni, ma non posso non immaginarla bella e sorridente, con gli smeraldi negli occhi e un sorriso sulle labbra.
Mi sembra di sentire anche la sua voce, ma so che è solo suggestione.
Ci allontaniamo dal cimitero e andiamo a farci un giro nei posti che lei amava di più.




E’ sera , ormai, e guardo la luna pensando a lei, come sempre.
Non riesco più a piangere per tutte le volte che l’ho fatto in questi anni.
Ogni anno sembra essere peggiore dell’altro, ma il fatto è che senza di lei non esiste meglio o peggio, ma solo vivere e sopravvivere e io cerco di fare entrambi.
Molte volte mi sono rifugiato al molo, o in spiaggia, o nella sua stanza in cui non voleva che entrassi, solo per sentirla più vicina.
Un anno sono anche stato alle Maldive e ho preso la camera che prendemmo insieme nella nostra prima ed ultima vacanza, ma non è servito ad altro che a farmi sentire più solo.
Cerco di vivere la quotidianità come mi viene sotto agli occhi, ma alle volte è impossibile, come nel giorno del suo compleanno o nel giorno del suo anniversario.
Sono addirittura andato in chiesa, da un prete a confessarmi e a chiedergli perché e lui mi ha risposto: “Così è la vita e la morte ne è parte integrante.”
Si passa la vita ad inseguire i sogni, ad aiutare gli altri per sentirsi migliori, a voler bene agli altri pur di non odiare se stessi.
E quando poi, finalmente, si trova qualcuno da amare, che ti fa del bene e ti fa sentire migliore e che, soprattutto, realizza i tuoi sogni, succede l’inaspettato.
Così è la vita: è ingiusta!
La vita finisce, la vita muore.
E se questo è il prezzo della felicità, tanto vale essere tristi per sempre.














Ed è arrivata la fine.
Non ho mai concluso una log-fic e sono molto fiera, soprattutto perché le mie sensazioni vi sono arrivate e vi hanno emozionato, o almeno spero.
Sono le mie emozioni perché io ho vissuto una storia del genere e posso assicurarvi per certo che tutte le sensazioni e tutti i momenti che ho raccontato, io li ho vissuti e provati.
Parlarne con voi, tramite questa storia, mi è servito ad esorcizzare il dolore e i fantasmi del passato e ad aprire un capitolo della mia vita che non potrò mai chiudere.

Ora, ringrazio tre fantastiche persone che hanno sempre commentato, e sono: Giada, Giulia e Vals, senza le quali la mia storia non sarebbe mai andata avanti e non avrebbe mai preso forma.
Grazie per tutto il sostegno e per tutto l’amore. La storia è VOSTRA!

Ringrazio chi l’ha seguita:

 Atramess
 baby90
 ffdipendente
 Fra_Echelon
 Halena
 Hellyechelon
 jst_dreamer
Katniss95
 lolamars89
 Maraya_Echelon
 pirilla88
 ProudToBeAnECHELON
 Xia1101
 ZiaVick
 _Patty_
 _Sheisse_  
_Tombreath


Chi l’ha ricordata:

 FloEchelon
 LilaOnMars
 Maraya_Echelon



E chi l’ha preferita:

90fede
caroline forbes
Fra_Echelon
india echelon ronchi
Lisa_Rioter
Maraya_Echelon
MargheEchelon
Martyechelon
MonyMOFO
shannonanimalleto
 __Zuzu



Grazie ancora,
Bacioni,
TittaH.

  
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