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Autore: xlondoneye    18/07/2011    1 recensioni
Era davanti a un enorme specchio e nonostante fosse inverno e facessero massimo quindici gradi si era tolto il maglione e la sua fronte era umida di sudore. Mi guardò riflessa nello specchio e sbarrò gli occhi. Stava piangendo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Quando sentì suonare la campanella e vidi tutti alzarsi, trassi un sospiro di sollievo.
Ero stata in ansia per tutta l’ora di Storia della Magia; continuavo ad agitarmi sulla sedia e a voltarmi ogni due secondi per guardare la porta.
Per fortuna nessuno se n’era accorto.
Le lezioni del professor Rüf erano decisamente le più noiose in assoluto. Tutti erano soliti appisolarsi durante la sua ora e io generalmente  ero tra i primi, ma quella mattina l’assenza di Draco mi aveva messa talmente in ansia da non lasciarmi tranquilla neanche un secondo.
Era la terza, o forse la quarta, lezione che saltava nell’arco di pochi giorni, non che saltare le lezioni di Rüf fosse così insolito.
Il prof faceva raramente l’appello e ancora più raramente ricordava i nomi dei suoi studenti. Era facile convincerlo di essere stati in classe mentre invece si girava a zonzo per i corridoi o ci si riposava sotto un albero nei giardini. Rüf non amava le discussioni e accettava di buon grado i suoi “errori”. Saresti potuto risultare presente a tutte le lezioni senza mai averlo visto una sola volta l’aula, senza alcun tipo di problema.
L’assenza di Draco sarebbe risultata normale alla maggior parte degli studenti del sesto anno di Serpeverde, se non proprio a tutti. Ma non a me.
Non che avessi paura per la sua incolumità o robe simili. Sapevo perfettamente dov’era e cosa stava facendo, ed era questo a preoccuparmi.
Draco passava ogni secondo del suo tempo libero nella Stanza delle Necessità a cercare di riparare un vecchio Armadio Svanitore, uno di quelli che andavano di moda tanti anni prima quando Colui-che-non-dev’essere-nominato racimolava seguaci.
L’avevo scoperto un pomeriggio, seguendolo. Quando gli chiesi spiegazioni non volle rispondermi. “Fidati, è per la tua sicurezza” mi disse.
Gli credetti e non feci altre domande.
Draco non era solito mentire. Non a me comunque. Lo conoscevo troppo bene e l’avrei sgamato subito, lui lo sapeva.
Tra noi c’era più di una semplice relazione tra ragazzi, conoscevo lui meglio di quanto non conoscessi me stessa e per lui era la stessa cosa. Il nostro era più che amore. Avrei dato la vita per lui.
Mi ero resa subito conto che qualcosa non andava, non appena l’avevo scorciato tra la folla di gente racimolata sul binario 9 e tre quarti in partenza per Hogwarts, il primo di settembre. Era strano, era agitato e sua madre più di lui.
Anche quella volta gli chiesi spiegazioni e anche quella volta non mi rispose. “Ti metterei in pericolo” fu la sua unica risposta.
Gli credetti anche quella volta.
Mi alzai con più lentezza di quanto facessi di solito. Era ora di pranzo e pensai che probabilmente Draco avrebbe continuato con l’Armadio senza voler scender giù a mangiare. Pensai di portargli qualcosa.
Mi unì ai rumorosi ragazzi che si dirigevano nella Sala Grande e mi sedetti al tavolo di Serpeverde non appena  trovai un posto libero. Feci un paio di sandwich con l’arrosto che era servito sul tavolo e uscì dalla Sala.
Risalii la grossa scalinata per dirigermi verso il settimo piano ma mi bloccai non appena fui arrivata al secondo.
L’intero piano era deserto e forse fu proprio questo silenzio a permettermi di sentire dei singhiozzi provenire dal bagno delle ragazze. Sapevo che quello al secondo piano era il bagno di Mirtilla Malcontenta: l’orrendo fantasma di una ragazza, della quale si diceva che un tempo avesse frequentato Hogwarts, con gli occhiali e due antiquate trecce che era solita piangere e disperarsi di continuo, quindi non mi incuriosii più di tanto.
“Sarà Mirtilla che piange, come al solito” mi dissi quando d’improvviso sentì una voce urlare chiaramente “perché a me? Perché non a qualcun altro? E’ sicuro del mio fallimento. Vuole uccidermi!”.
Rabbrividii.
Non per quello che la voce aveva appena detto, ma perché era sicurissima a chi appartenesse.
Era la voce di Draco.
Lasciai cadere i panini e mi lanciai di corsa verso il bagno spalancando con un pugno la porta, quando lo vidi.
Era davanti a un enorme specchio e nonostante fosse inverno e facessero massimo quindici gradi si era tolto il maglione e la sua fronte era umida di sudore. Mi guardò riflessa nello specchio e sbarrò gli occhi.
Stava piangendo.
Mi lanciai su di lui e lo strinsi forte.
Restammo così per alcuni minuti, continuai a stringerlo senza mollare la presa e lui continuò a piangere sulla mia spalla. Dopo un po’, lui si staccò e si asciugò le lacrime con la manica della camicia.
“Draco” sussurai.
“Non dire niente” rispose con la voce roca e gli occhi ancora umidi e rossi.
Dovetti fare uno sforzo enorme per ubbidire. Avevo tantissime domande che mi frullavano in testa. Volevo sapere cosa fosse successo, perché si trovasse nel bagno delle ragazze, perché stesse piangendo.
Rimase lì, davanti allo specchio, con le mani poggiate sul lavandino.
Combattei contro l’impulso di abbracciarlo di nuovo e mi sedetti per terra, accanto a lui, abbracciandomi le ginocchia.
Alcuni secondi dopo si sedette anche lui. Fu Draco a mettere un braccio sulle mie spalle e a tirarmi affinchè poggiassi la testa sul suo petto. Avevo così tante domande che la testa iniziava a farmi male.
“Mi dispiace che tu mi abbia visto in queste condizioni” mormorò a un certo punto.
“Cosa? Dio no, sta tranquillo” risposi alzando la testa per guardarlo negli occhi.
“Cos’è successo Draco, perché stavi piangendo?” aggiunsi visto che continuava a tacere e guardare fisso davanti a sé.
“Ti amo e odio doverti nascondere le cose, lo sai.” Rispose.
“C’entra con l’Armadio che stai riparando nella Stanza delle Cose Nascoste su al settimo piano?” insistetti.
“Si” ammise.
“Quindi è argomento tabù..” farfugliai più a me stessa che a lui
“Non è che non voglio dirtelo..è solo che è meglio così. La mia mente non è al sicuro, io non sono al sicuro. Sto solo cercando di proteggerti, cerca di capirlo”
“Allora non chiederò altro”
Ancora non so cosa fu a impedirmi di fargli tutte le domande che mi ronzavano in testa.
Forse il vederlo così come non l’avevo mai visto, come forse nessuno l’aveva mai visto, mi aveva fatto capire che c’era qualcosa di più. Qualcosa più grande di me, di lui, di noi.
Draco non era uno che si sottometteva a nessuno, ma se si era ridotto così significava solo una cosa: in ballo c’era qualcosa di grosso, di davvero grosso.
Probabilmente fu il vederlo a pezzi, il vederlo fragile, il vederlo fuori da quella corazza con la quale andava in giro, che mi fece stare zitta.
Mi resi conto che in quel momento era la cosa migliore da fare.
Restammo in quella posizione per parecchio tempo, nonostante a me iniziasse a far male la schiena.
Mirtilla non ci intralciò neanche per un secondo, nonostante ero certa che fosse in uno dei cubicoli dei gabinetti.
Mi arrabbiai con lei solo quando uscì attraversando una porta e nel vederci mormorò qualcosa che somigliò vagamente a un “siete davvero patetici” prima di gettarsi nel tubo del primo lavandino vicino alla porta.
“La tua è solo gelosia” riuscì a gridarle prima che scomparisse.
“Lasciala stare” mormorò Draco chinandosi per darmi un bacio.
Sarebbe potuta scoppiare una guerra, un incendio, ci sarebbe potuto essere un terremoto che non mi sarei accorta di niente.
Quando le mie labbra erano a contatto con le sue, ogni problema sembrava svanire..e in secondo mi dimenticai dell’ansia durante le lezione, delle sue lacrime, di Mirtilla e anche dei panini rimasti in mezzo al corridoio del secondo piano. Quando ero con Draco, riuscivo davvero a dimenticare qualsiasi a cosa.
Eravamo solo lui ed io. E nessuno poteva rovinare uno di quei momenti. Neanche l’Oscuro Signore.



Nota dell'autore:
Non so davvero cosa aggiungere su questa OS. Mi è venuto in mente che forse la volta in un Harry trova Draco piangere in un bagno, non è la prima volta nella quale la serpe da libero sfogo alle sue emozioni così ci ho girato intorno una storia.
Spero davvero che vi piaccia e vi prego di recensire, ogni vostra recensione mi aiuta a crescere (:
Grazie per aver letto il mio lavoro e buona serta a tutti.
  
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