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Autore: shadowsdimples_    19/07/2011    3 recensioni
Hilary, normalissima ventottenne con origini italiane, si ritrova catapultata nel mondo dello star system. Ma non sarà questo a cambiarle la vita, ma bensì un incontro. Un incontro a dir poco meraviglioso... P.S.:E' la mia prima FF, siate clementi!! T.T
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Allora, eccoci qua, l'epilogo: voglio ricordarvi che l'ultima parolina scritta in fondo non è definitiva, perchè, almeno vi tolgo un po' di suspance, ci sarà un seguito. E non avete idea di che seguito. Beh, i ringraziamenti alla fine, ecco il capitolo, buona lettura e recensite in tanti eh! 

Ila.

30 Seconds To Mars - Closer To The Edge (Perdonate se l'ho rimessa, ma è importante per questo capitolo ;D)


Los Angeles, 9.09 AM
Hilary*



Uscii di casa alle nove, con l’iPad 2 che usavo per lavorare sotto braccio, tappa da Starbucks per prendere un frappuccino a me, un caffè a Jem, un latte caldo e un muffin a quella pre-vacca di Ash. La giornata non era delle migliori, forse avrebbe piovuto, ma fino a metà mattinata, cielo nuvoloso che faceva una cappa infernale, piena di umidità. In ospedale, Ashley era molto più bella di ieri: il suo viso era più acceso, come lo sguardo, le labbra erano tornate rosee e i capelli erano sistemati in una coda di cavallo. Sorrisi e le sventolai davanti il sacchetto col muffin ai mirtilli.
“Oooh, che dolce hai pensato anche a me!”
“Ti vizierò tantissimo in gravidanza: ti farò sfondare di crostate alla ricotta e cioccolata” Mi venne fame al solo pensiero.
“Avrò le voglie: mi asseconderai.”
“Certo che se in pieni inverno te n’esci con: voglio il cocomero, penso che non posso andare ai Caraibi a prendere un cocomero solo per te.” Porsi il caffè a Jem che mi ringraziò sorridente e aggiornai le e-mail con l’iPad.
“Ci mettiamo all’opera?”, chiese Ash sbocconcellando come un topino il suo muffin. Annuii mentre scorrevo le mail. Ne trovai una di William.
“Oh, William mi ha mandato una mail”, la aprii e lessi ad alta voce.
Buongiorno Hilary, volevo aggiornarla sulle vendite dell’album prodotto dal suo gruppo: siamo arrivati a oltre 600.000 copie vendute e mi stavo domandando se non fosse il momento di organizzare un tour promozionale. Ah, un’altra cosa: per la storia della segretaria e/o manager, come si è organizzata? A presto, Will.”
“Beh, non possiamo promuovere il CD senza Ambra.”
“No, infatti gli dico che inizieremo il tour quando sarà tornata Ambra”
“Già… Aspetta!” La guardai interrogativa. “Dove vado io se sto così?”, chiese indicando la sua pancia.
“Mmmh… Dobbiamo dirglielo…”
“Ok.”
“Gli rispondo.” Girai l’iPad e iniziai a scrivere la risposta.
Salve William, sono felicissima che l’album stia vendendo bene, ma per quanto riguarda il tour ci sarebbe un problemino, anzi, due: Ashley è incinta, e non può esibirsi, e Ambra sta seguendo il tour dei Mars. Magari potremmo fare un’esibizione qui a LA, però niente tour, almeno finchè Ash non lascerà il piccolo a casa. Però volevo dirle l’idea che abbiamo avuto: mentre Ambra è ancora in tour, che finirà a novembre, e Ash è incinta, potremmo iniziare a pensare ad un nuovo album. Aspetto una sua risposta per questo nostro progetto. Per quanto riguarda la segretaria, ho valutato le sue proposte e ho scelto Mariah Parker, ex segretaria di Shakira. Mi faccia avere un colloquio il prima possibile con lei e le farò sapere. A presto, Hilary”, inviai e mi sedetti vicino ad Ash, mentre Jeremy si alzava.
“Io scappo. Ci vediamo dopo. Mi raccomando.” Le baciò la fronte, mi spettinò ed uscì. Ci mettemmo subito all’opera: prima di tutto, bisognava scegliere un sound per l’album. Partimmo con almeno dieci tracce, un live, una cover e tre acustiche. Il resto, sound normale. Ash chiese di poter scrivere una canzone: gliela concessi. Verso l’ora di pranzo, io avevo tirato fuori una sorta di canzone decente e Ash era a buon punto con la sua. Decise di suonarla da sola, con l’acustica e accompagnata dai tamburi. Un po’ come Alibi, per farvi capire. A mezzogiorno e un quarto, il cellulare vibrò.
Incoming call: William Emi.
“Pronto?”
“Hilary?”
“Salve William.”
“Salve. Come sta?”
“Tutto bene, lei?” Sebbene lavorassimo insieme, era bello mantenere un rapporto formale senza darsi del tu.
“Bene. Ashley?”
“Sta qui, sta bene anche lei.”
“Le faccia le mie congratulazioni. Volevo dirle che le ho fissato un appuntamento con la signorina Parker alle quindici allo Starbucks di Beverly Dr. Per quanto riguarda l’album, avete deciso?”
“Sisi, siamo già all’opera, abbiamo deciso il sound, che poi visioneremo insieme ad Ambra e credo di aver tirato fuori una canzone decente.”
“Bene, mi fa piacere. Allora mi faccia sapere come va l’incontro con la Parker e… Beh, ancora congratulazioni ad Ashley, diavolo.” Risi.
“Va bene, glielo dirò. Arrivederci.”
“A presto.” Attaccai e ritornai dentro. Ash stava sgranocchiando un cioccolatino rubato dalla mia borsa afflosciata sul tavolo.
“Fai pure.”, dissi con tono acido ma scherzoso.
“Grazie”, disse sorridente. All’una tornò Jeremy per darmi il cambio.
“Bene, io vado. Devo assolutamente farmi una doccia perché sto sudando e alle tre mi incontrerò con la possibile segretaria-manager. Tanto so che sei in buone mani”, dissi sorridendo a Jeremy.
“Fai poco la smorfiosa, posso rivoltar miti contro.”
“Fottiti.”
“Già fatto.” La guardai scioccata: di solito quei commenti li faceva Ambra.
“Va beh. La doccia mi reclama: vado.”
“Attenta, di fuori non si respira.”, mi avvertì Jeremy.
“Perfetto, e la mia macchina è sotto il sole.”, sbuffai. Salutai i due ed uscii. Aveva ragione Jeremy: di fuori mancava l’aria. Mi calcai sugli occhi gli occhiali da sole ed aprii la macchina. Sembrava una fornace. Spalancai i vetri e guidai con l’aria condizionata al massimo. Tornata a casa, si stava meglio: la mattina avevo lasciato i condizionatori accesi e l’aria adesso era fresca. Buttai la borsa sul divano e andai dritta al bagno. Sotto il collo, all’inizio dello sterno, si era formata la pozzetta. Una doccia ghiacciata e poi mi vestii: maglietta blu scura larga con scritto “Wow!” in dorato, shorts e stivaletti col tacco quadrato altissimo. Ma sì, dai, suicidiamoci. Presi la borsa e uscii. Mi trovai davanti a Starbucks e mi resi conto che non sapevo minimamente come riconoscerla sta Mariah. Mi guardai intorno. Una ragazza rossa si avvicinò sorridente.
“Salve, sono Mariah Parker. Lei è Hilary McQueen, vero?” Sorrisi: eccola qua.
“Si, sono io. Piacere.”
“Piacere mio. Accomodiamoci.”
“Certo.” Mi sedetti ed ordinai un frappè ai mirtilli. “Parlami un po’ di te. Oh, ti sto dando del tu, spero non ti dispiaccia.”
“No, si figuri.”
“Puoi benissimo darmi del tu, non mi crei nessun problema, anzi, mi fai sentire più giovane” Rise, visibilmente imbarazzata. Bevvi un sorso di frullato senza smettere di fissarla da dietro le lenti. Sentii svariati scatti di macchine fotografiche dietro di me, ma non me ne curai.
“Ok. Allora, come hai potuto leggere, ho lavorato già per altre star, penso di saper gestire bene casini molto grandi, dato che con Britney era così, con l’annullamento di svariati concerti, esibizioni in programmi ed interviste. Penso anche che tu, Ambra ed Ashley non siate così eccentriche.”
“No, tranquilla, annulliamo un’esibizione solo in casi estremi.”
“Bene, e… Beh, penso di avere le capacità per lavorare come tua segretaria e manager.”
“Beh, questo dipende da te. Vediamo, questa settimana ti metterò alla prova: dobbiamo organizzare un’esibizione prima di sparire dalle scene per un po’.” Mariah tirò fuori blocco e penna e scrisse veloce quello che le dissi.
“La location vorrei che fosse lo Staples Centre. Una data del mese di luglio. Voglio una cosa in grande, con cento pass limitati per il backstage e after concert. Tutto deve essere organizzato alla perfezione, dalla prima all’ultima cosa. Vorrei che i vestiti per l’esibizione e per l’after concert vengano organizzati da Rachel Zoe, mia grande amica, poi ti darò il numero per contattarla. Deve essere chiaro che questa sarà la prima ed ultima esibizione che faremo prima della pausa. Per l’after concert ti lascio carta bianca, ho solo una condizione, però: niente giornalisti, paparazzi o stampa. Voglio una piccola riunione con i nostri fans. Gli ultimi dieci pass verranno estratti a sorte. Tutto chiaro?” Bevvi un sorso di frullato.
“Si, però ho due domande…”, disse esitante giocherellando con il tappo della penna.
“Spara.”
“La prima è: ho solo una settimana?”, chiese visibilmente terrorizzata. Scoppiai a ridere: era ridicolo! Come potevi organizzare una cosa così grossa in una settimana?! È da pazzi!
Però Jared lo farebbe fare ad Emma… borbottò la vocina nella mia testa. Mi mandai a quel paese da sola e risposi calma.
“Certo che no. In questa settimana voglio vedere che cosa riuscirai a fare. L’altra domanda?”
“Oh, si. Perché vi fermerete?” Sospirai e sorrisi.
“Pensiamo all’esibizione. Poi te lo dirò.” Lei annuì e controllò il blocco. Mi vibrò il cellulare e lessi il messaggio.
Tra un’ora dimettono Ashley. La porto a casa mia o mi raggiungi e la porti a casa tua? Jeremy.
Cavolo, me n’ero dimenticata che quel giorno Ash sarebbe stata dimessa.
No, arrivo subito. Hil.
Mi alzai. Mariah scattò in piedi, provocandomi una risatina. Pensava che la mangiassi?
“Bene Mariah, allora ci sentiamo. Questo è il mio numero.” Le lasciai il biglietto con il mio numero. “Per qualsiasi cosa, chiamami. Ci vediamo domani mattina alle nove qui.” Mariah sorrise radiosa.
“Certo! Grazie mille”, mi strinse la mano energicamente ed uscii, seguita da lei. Tornai all’ospedale che Ash stava firmando i moduli per la dimissione. Avevo insistito per non farle mettere i tacchi, usava come scusa che Jeremy era alto il doppio di lei, così optò per una tuta grigia, canotta viola della Everlast e scarpe da ginnastica. Jeremy prese la borsa e mi aiutò a far alzare Ash.
“Aaah, che bello, il mio culo respira di nuovo.” Risate e poi via. Fuori dall’ospedale c’erano, come mi aspettavo, una marea di paparazzi. Beh, ultimamente non ho avuto tempo di controllare se la notizia che Ash era in ospedale fosse stata spiattellata sui giornali di gossip. Jeremy strinse Ash e me e ci portò velocemente all’auto. Guidò Jeremy fino a casa nostra. Insistette per aiutarmi con Ash, ma fu inutile cercare di fargli cambiare idea. Rimase con noi fino a sera tardi, poi se ne andò anche lui.

Il giorno dopo, portai Ashley con me per farle conoscere Mariah. In macchina, mi tartassò di domande.
“Ma com’è?”
“E’… simpatica. Si, credo che sia anche una brava segretaria, ma bisogna vedere.” Faceva più caldo del solito, per essere le nove del mattino. Parcheggiai dietro a Starbucks e mi diressi con Ash accanto davanti ai tavoli esterni. Riconobbi la fratta rossa raccolta in una treccia di Mariah spiccare tra le altre, lei che era tutta concentrata sul suo BB. Sorrisi e mi avvicinai.
“Siamo mattiniere, eh?”, feci scherzando. Lei alzò il viso e tirò su i suoi occhiali neri, rivelando i suoi occhioni verde smeraldo. Scattò in piedi.
“Oh, buongiorno Hilary!”
“Stai tranquilla, puoi rimanere seduta. Ash, lei è Mariah, Mariah, lei è Ashley”, si strinsero la mano e si sorrisero. Parlammo per tutta la mattina dell’esibizione, concordando gli ultimi dettagli, poi, per il caldo, sbroccai letteralmente.
“Sentite, io mi sto squagliando come una candela. Andiamo a casa?” Mariah era leggermente interdetta.
“Casa vostra?”, chiese scettica. Mi guardai con Ash: era così strano? Lì c’era papà climatizzatore.
“Si. Li accendiamo il condizionatore e stiamo fresche. No?” Mariah annuì frenetica e si alzò.
“Si, si…”
A casa si stava decisamente meglio.
“Ash! Togliti da davanti al condizionatore che ti viene un accidenti, non sei una bambina!” Lei sbuffò e si sedette sul divano, bevendo il tè alla pesca ghiacciato. Io accesi una sigaretta, allontanandomi da Ashley. Mariah non sembrava a proprio agio.
“Mariah? Che c’è, non sei nella casa di Bin Laden…?” Rise.
“No è che… Prima vengo scelta per essere una quasi segretaria del mio gruppo preferito, poi mi ritrovo a casa loro… Insomma, sono un po’ scioccata!” Risi.
“Tranquilla, se farai un bel lavoro ci prenderai quasi la residenza qui dentro” Per il resto del pomeriggio parlammo dell’esibizione, poi iniziammo a conoscerci con Mariah. Per farla sentire più a suo agio, la invitammo a cena. Alle otto tornò Jeremy.
“Piccola?”
“Amore!”, urlò Ash fiondandosi in braccio a Jem. Mariah si alzò, sfregandosi istintivamente le mani sui pantaloni. Jeremy guardò prima Mariah e poi me.
“Oh, Jeremy, lei è Mariah, la nostra quasi segretaria, Mariah, lui è Jeremy, bodyguard e fidanzato di quella sciroccata di Ashley.” Lei mi fece una linguaccia, mentre i due si stringevano la mano.
Mariah andò via alle nove spaccate, lasciandoci da soli. Quella notte rimase anche Jem e, per evitare incidenti o origliate involontarie, i cari tappi per le orecchie mi fecero compagnia.

Per tutta la settimana, ogni giorno, ricevetti notizie positive da Mariah, che frequentava assiduamente la nostra casa, portandoci gentilmente, ogni mattina, il caffè. Al quinto giorno di prova, non potei non fermarla prima di andarsene e dirle.
“Mariah? Stai facendo un ottimo lavoro” Arrossì.
“G-grazie…”
“Ho deciso: ti assumo. Sei una ragazza sveglia, se succede qualche casino lo risolvi subito, efficiente, discreta… perfetta, in altre parole. Qui, domani mattina, alle nove. Non mancare eh?” Si stava trattenendo, lo vedevo. Poi, totalmente a sorpresa, mi saltò addosso abbracciandomi.
“Oddio grazie! Grazie, grazie, grazie mille!” Uscì da casa felicissima e saltellante sui tacchi. Scossi la testa: che matta…
Mi sdraiai sul divano, sfinita. Tra l’album, le canzoni, Ash e l’esibizione mi stavo consumando. Mi sentivo… felice. Si, felice perché finalmente potevo rendermi utile e fare quello che amo fare di più: scrivere e lavorare. Non ero più al limite, in un angolo a piangermi addosso per tutti i miei errori, adesso mi sentivo meglio. Il lavoro mi distraeva da qualsiasi altro avvenimento, escluso Ash, ovviamente.
Oh, avanti… Chi vuoi prendere in giro?! Tu. Non. Stai. Bene.
Rieccola… La vocina bastarda che deve rovinare la mia apparente felicità. Sospirai.
Avanti, su, ammettilo! Stai male!
Mi massaggiai le tempie e sbarrai gli occhi.
Certo, chi voglio prendere in giro? Me stessa? Niente da fare, ero troppo furba.
Stavo male, certo. Stavo male per Jared, che non vedevo da quasi due mesi; stavo male perché non parlavo con i miei da quasi nove mesi, stavo male. E tanto.
Mi sentivo vuota. Un corpo riempito di una felicità finta come il mondo in cui vivevo. La domanda che mi riecheggiava in testa era una sola.
È meglio vivere in un’illusione, dove tutto è perfetto, o in una realtà, vera, cruda e dolorosa?
La risposta la conoscevo.


Qualche giorno dopo, Mariah ricevette una telefonata insolita.
“Buongiorno, parlo con la signorina Parker, segretaria della signorina McQueen?” Stavo per mettermi a ridere: sembrava che la ragazza che parlava avesse ingoiato un pupazzetto per cani con dentro il fischietto.
“Si. Dica pure.”
“Bene, volevo comunicarle che le signorine McQueen, Miller e Night sono state nominate agli MTV Music Award per il miglior singolo, Adrenaline, e per il miglior video, Best day of my life. Dovranno presentarsi alla premiazione il giorno otto luglio alle ore sedici.” Sgranai gli occhi, mentre Ash saltava come una molla per casa senza emettere un suono. Io caddi sul divano.
“Benissimo. Grazie per la telefonata, riferirò. Arrivederci.” Mariah attaccò tutta tranquilla, poi iniziò ad urlare insieme ad Ash e ad abbracciarsi.
“Ommioddio, Hilary, ci credi?!”, mi urlò Ashley nelle orecchie. Presi il cellulare sorridendo e chiamai Ambra per informarla. Inutile dirvi che mi ha quasi trapanato un orecchio. Telefonai a Rachel e la informai della decisione che lei ci avrebbe vestite per l’evento. Fu entusiasta, dato che mi adorava.

Un paio di giorni dopo andai a trovare Rachel. Rachel Zoe è la migliore stylist su questa terra. Cura lo stile di ogni star per ogni tipo di premiazione: Grammy, Oscar, Golden Globes… Tutte le premiazioni erano le sue, così decisi di rivolgermi a lei per i look della serata. Appena mi vide, Brad, l’assistente gay di Rachel che adoravo alla follia, mi corse incontro. Lo abbracciai: in fondo, era tantissimo che non ci vedevamo. Lo studio di Rachel mandava Ash su di giri: centinaia di scarpe poggiate meticolosamente per terra in ordine di marca, stand pieni di vestiti di altissima moda e una cucina. Rachel spuntò fuori da dietro a un separé con in mano dei vestiti.
“Hilary! Ciaooo!”, mi abbracciò. Rachel era alta quasi quanto me, forse un po’ più bassa, capelli biondi lunghi fino a dietro le spalle, occhioni che trasmettevano energia e qualche piccolissima ruga ultra nascosta dal fondotinta.
“Cara, non hai idea di quanto sia emozionata di poterti vestire. Ciao Ashley!” Salutò anche Ashley e le telecamere uscirono fuori. Rachel aveva un programma, The Rachel Zoe Project, su E! e io avevo accettato di poter apparire nelle inquadrature. Iniziammo a provare vestiti su vestiti. Tra seta, tacchi vertiginosi, caffè e risate, trovammo degli abiti perfetti: per Ambra c’era un vestito dorato aderente a metà coscia pieno di paillettes senza spalline, per me uno corto viola con decollétées rosse di Loubi e Ash optò per un vestito stile impero lungo, bianco, con uno spacco che arrivava fino all’anca; per i gioielli, ci avrebbe pensato Rachel il giorno della premiazione. Tornammo a casa che Ash si era addormentata in macchina. La presi e la aiutai a camminare, si accasciò sul letto, le tolsi le scarpe ed uscii. Dopo una breve doccia mi rilassai anche io.

Il giorno dopo, diluviava, ed era venerdì sette luglio. E Ashley era nel panico più totale. Ovviamente. Mentre facevo un po’ di yoga sotto la veranda, il campanello suonò. Mi alzai scocciata, borbottando. Non amavo che la mia seduta giornaliera di yoga venisse interrotta. Aprii e chi mi trovai davanti?
“Ciao brutta bacucca che non sei altro. Dov’è la mamma?”, chiese Ambra entrando e trascinandosi dietro tre valigie e la sua borsa da Mary Poppins.
“Ehm… Ambra?”, feci. Cioè, non salutava me?
“Che c’è tesoro?”
“E a me non mi saluti?” Lei scosse la testa furiosa e mi stritolò.
“Scusa mamy, sono eccitata all’idea di poter vedere Ash!” Mi staccai e la accompagnai in camera di Ashley, dove stava amabilmente lavorando col pc.
“Ciao mami!” Ash alzò gli occhi dal pc e squadrò Ambra. Si alzò e le saltò in braccio come un folletto impazzito.
“Ambraaaaaaaaaaa!”, urlò trapanandoci le orecchie. Dopo abbracci, gridolini e lacrime di gioia, dovute all’eccessiva emotività di Ashley, Ambra contemplò le ecografie. Era pietrificata, seduta sul bordo del letto, con la foto in mano.
“È… è… è bellissimo…” Le stava venendo da piangere, gli occhi erano lucidissimi. Ash sorrise.
“Voglio che lo vizi. Che gli compri i vestitini da Barney’s e che sia il più figo, o la più figa di tutta la scuola.”
“Ma devi anche chiedermelo?! Io andrò sottocredito in banca solo per comprare i vestiti alla principessa o al principe!”, urlò abbracciando Ashley e soffocandola nel piumone. Alzai gli occhi al cielo e lasciai le amanti da sole, abbandonandole per una seduta in piscina. Dopo una bell’oretta di sguazzamento sotto la pioggia, uscii e mi asciugai. Dopo un’altra mezz’ora, qualcuno suonò alla porta. Andai ad aprire in costume.
“Ciao micia!”
“Shannon! Come stai?”
“Bene, anche tu vedo”, disse squadrandomi. Gli diedi una spinta affettuosa e chiamai Ambra.
“Ambraaaaaaa!! C’è Shannon!” Qualche tonfo, un casino per le scale e apparve Ambra, che si fiondò su Shanimal. Sorrisi e mi vestii col kaftano nero che amavo. Il resto della giornata passò tranquillamente, ma fu il giorno successivo a mandarmi nel panico più totale. Il quasi alluvione del giorno prima aveva rinfrescato l’aria, e si stava da dio. Rachel arrivò per prepararci. Come gioielli io non avevo tanto: un bracciale largo di oro giallo, orecchini e un anello da cocktail, come lo chiamava Rachel, con una composizione di topazi tagliati a pera sopra. Ash, avendo il vestito bianco, oro bianco e brillanti. Era stupenda, anche se il vestito in stile impero le metteva la pancia inesistente in evidenza. Unico difetto di quel tipo di vestito. Come scarpe, aveva un sandalo gioiello argentato stupendo tacco 14 con plateau. Ambra aveva il sandalo gioiello dorato, molto simile ad Ashley; per lei pochi gioielli, o sarebbe sembrata un enorme diamante. Ashley era sicuramente la più bella tra le tre: era semplice, di classe, il viso radioso e un sorriso ultra contagioso. Jeremy, che doveva portarci fino al red carpet, era vestito tutto elegante, con tanto di auricolare dietro l’orecchio. Quando Ashley uscì per prima, reggendosi lo strascico del vestito per non farlo sporcare, Jeremy rimase tipo paralizzato, non so se avete presente, tipo quando state a casa da soli e sentite rumori immaginari e rimanete immobili per controllare la situazione da lontano. Entrammo nella Cayenne di Ash e ci dirigemmo a Hollywood, dove c’erano gli MMA. Già da dentro la macchina coi finestrini oscurati ci stavano assalendo telecamere e flash, e a me l’ansia mi stava stritolando dalla punta dei capelli alle dita dei piedi. Jem venne ad aprire la porta della Cayenne e uscii per prima, seguita da Ambra e Ash. I flash e le urla aumentarono quando neanche avevo messo piede per terra. La Cayenne sparì da dietro a noi in un attimo. L’ansia mi stava stringendo la gola fino a soffocarmi. Se non mi calmavo rischiavo un attacco di panico in piena regola davanti a tutti. Eravamo tutte e tre abbracciate rivolte verso il lato destro delle transenne, così potei girarmi e sussurrare all’orecchio di Ambra senza problemi.
“Mi sta venendo un attacco di panico” Mi rigirai e con la coda dell’occhio vidi il sorriso sparire dalla bocca di Ambra e il suo sguardo preoccupato su di me. Avanzammo lentamente fino ad arrivare davanti al tabellone con gli sponsor. Io al centro, Ambra alla mia destra e Ash alla mia sinistra, ci stavamo facendo accecare dai flash. Dopo una manciata di minuti, lasciammo il posto a Miley Cyrus, che sfilava da sola e sorridente. Al lato, prima del backstage, c’era una telecamera e un conduttore dall’aria simpatica. Ci fermammo per quattro chiacchiere.
“Ciao ragazze! Come state?”
Risposta generale. “Bene, bene, tu?”
“Bene, grazie! Mi presento, prima di fare un figurone, mi chiamo Liam, e vorrei farvi qualche domanda tipo: siete emozionate?” Mentre Ambra ed Ash se la ridevano e io cercavo di fare la sana di mente della situazione, risposi sorridente.
“Ovvio, non credo che capiti a tutti di venire chiamati da MTV e sentirsi dire “Ehi, devi presentarti agli MMA perché sei stata nominata!” Cavolo, sono così eccitata! Voi ragazze?”, mi girai ed ammonii Ambra ed Ash con lo sguardo. Subito si riscossero e, ancora sorridenti, risposero.
“Beh, Hilary ha già detto tutto, credo che dire che sono super eccitata ed emozionata sia ripetitivo.”
“Già, Hilary! Rovini sempre tutto, sei sempre al centro della scena!” Ambra mi diede uno schiaffo sul braccio talmente forte che si sentì lo schiocco. Mi girai e la volevo mutilare, aprire in due come una rivista li, sul momento.
“Ambra, se non la smetti ti affogo nell’aranciata”, replicai calma. Dopo un altro paio di domande, quella che mi lasciò spiazzata più di tutte.
“Sapete che anche i 30 Seconds to Mars sono stati nominati?” Sbarrai gli occhi: cazzo, non lo sapevo. E a quanto pare neanche Ambra e Ash.
“No! Sarà bellissimo rincontrare i ragazzi! Vero Hilary?” Quando faceva così la volevo uccidere. Mi voltai ancora scioccata.
“Si, sarà bello… è un sacco che non vedo Tomo”, dissi sorridendo furbescamente. Si aspettavano che dicessi che volevo vedere Jared? Manco se mi pagavano.
“Beh, perché, io non ti manco?”
La voce, la sua voce, mi arrivava inesorabilmente da dietro. Mi voltai scioccata.
“Oh, ciao Jared!”, cercai di dare un tono più vivace alla mia voce, ma i neuroni avevano smesso di funzionare. Le sinapsi non trasmettevano più nessun impulso quando, involontariamente e dopo accurati tentativi per evitarlo, i miei occhi finirono nei suoi, grigi ed algidi.
“Ciao Hilary, come te la passi?”, si chinò a baciarmi le guancie. La sua mano, prontamente, era già piazzata sulla mia vita. Il suo profumo mi entrò nelle narici e andai letteralmente fuori di testa: brividi, tremori e quant’altro si erano aggiunti alla pila di squilibri fisici che mi causava quel fottuto uomo. Concentrai il mio sguardo sui suoi capelli, rosa come me li ricordavo. Pardon, pomegranate! So quanto lui ci tenga a questa cavolo di precisazione.
“Per cosa siete stati nominati?”, chiese Ambra attaccata al braccio di Shannon.
“Miglior video rock per ‘Kings and Queens’. Voi?”
“Miglior singolo per ‘Adrenaline’ e miglior video per ‘Best day of my life’”, dissi soddisfatta.
1-0, stronzo!
“Bene, mi fa piacere! Ci vediamo in platea, noi vi stiamo accanto” E detto questo, sparirono, dirigendosi in platea. Merda.
73649246509463056-1 per Leto. Cazzo., pensai.
“A dopo!”, salutò Ambra.
“Bene, vi lascio andare che dovete prendere posto in platea. A dopo ragazze!” Ambra ed Ash mi trascinarono via.
“Hil? Hil, rispondi?” Ambra mi scosse.
“Non è possibile, quello stronzo…”, sibilai. Un bodyguard ci spinse tutti nella platea. Riconobbi volti conosciutissimi: Rihanna, Demi Lovato, Lady Gaga, Kesha e molti altri. In prima fila c’erano pure i Green Day. Lessi il nome scritto sul foglio poggiato sulla sedia accanto alla mia.

Jared Leto, 30 Seconds To Mars.
Controllai che Jared non stesse arrivando e scambiai il foglio di Tomo col suo. Tomo era vicino alla scalinata così ci sarebbe finito Jared. I Mars vennero a sedersi.
“Hey Hilary! Stiamo vicini!”, esclamò Tomo. Sorrisi: decisamente meglio. Dopo una ventina minuti di chiacchierate, di flirt tra Ambra e Shannon che erano separati da me e Tomo, la premiazione iniziò. Sul palco apparve Katy Perry, in un vestito viola paillettato e i capelli, non suoi, in una coda lunghissima. Dopo un accurato discorso, iniziarono le premiazioni. Dopo svariate categorie, country, r&b, bla bla bla, arrivò il nostro turno.
“E il vincitore per miglior singolo rock è…”, annunciò Katy aprendo la busta. “Adrenaline!” Ashley e Ambra, che mi avevano fatto perdere la sensibilità nelle mani, me le lasciarono e iniziarono a ridere come matte. Ci abbracciammo e poi scendemmo per ritirare il premio, la statuetta con l’astronauta sopra. Katy si congratulò e ci consegnò i premi. Mi avvicinai al microfono: non avevo minimamente idea di quello che potessi dire.
“Ehm… Sarò breve, anche perché non mi sono preparata uno straccio di discorso, quindi non so che cavolo possa dire se non un grande ‘grazie a tutti’. Grazie per averci fatto vincere questo premio, per noi significa moltissimo, non pensavamo assolutamente di raggiungere questi livelli. Un particolare grazie ai 30 Seconds To Mars, che ci hanno aiutate con questo album. Grazie, grazie di cuore.” Dietro di me, Ambra ed Ash applaudirono, seguiti da tutta la platea. Anche lui stava applaudendo, da li sopra, sorrideva anche. Tornammo a posto e seguimmo il resto della premiazione.
“E il vincitore per il miglior video rock è…”, Katy aprì la busta. “‘Kings And Queens’ dei 30 Seconds To Mars!” I ragazzi si abbracciarono e scesero a ritirare il premio. Jared non staccava gli occhi dal punto in cui mi trovavo io mentre parlava. Tornarono a posto e, alla fine della premiazione, era ovvio che i vincitori del premio dovessero posare con il premio. Ci posizionammo davanti al tabellone e mostrammo il premio. Misi i piedi uno davanti all’altro per bilanciarmi, altrimenti sarei caduta di culo. Sai che bella figura. Uno della security ci fece cenno di scendere e ci spostammo dietro al cartellone. Era il turno dei Mars e Jared, con molta nonchalance, lanciò il suo BB a uno della security, per posare almeno con il premio. Avrei scommesso tutto che i suoi occhi blu stavano bruciando gli obiettivi e voi non avete idea di quanto avrei dato per essere dietro a quell’obiettivo. La Cayenne con Jeremy dentro era appena arrivata, dovevamo andare via. Mentre salivo in macchina mi sentii chiamare.
“Hilary!” Mi voltai. Jared mi stava guardando. Gli ormoni mi giravano a tremila. Amavo il modo in cui diceva il mio nome. Sorrisi senza limitazioni e mimai con le labbra.
“One day, maybe we’ll meet again.” Sorrisi ancora di più alla vista del suo sorriso. Entrai in macchina, sicura della mia stessa affermazione.

One day, maybe we’ll meet again…
 
FINE.

Beeeeeene, eccoci qua. Ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa storia, messa tra le ricordate o tra le seguite, insomma, chiunque l'abbia letta e recensita! Un grazie particolare a Fragolita e a Viyanga, che mi hanno aiutata e costretta sotto minaccia a scrivere i capitoli xD
Mi scuso per eventuali incongruenze, quali date, acconciature (Dato che Jared ai MMA aveva i capelli a porcospino xD) e quant'altro.

Provehito in Altum, Echelon!

Ila.










   
 
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