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Autore: Portos    19/07/2011    1 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: It’s Hard Life con la vendetta dei bigodini…e qualcos’altro di diabolico…i ragni...

 

“Maledizione non abbiamo beccato nemmeno una sterlina”

Roger lanciò un sospiro seccato.

“Per forza! Chi l’avrebbe mai detto, che quello ci avesse scoperto?” replicò Brian, altrettanto seccato.

“Ah, scusami se eravamo dietro alle sue spalle, posso capire Deaks, ma Freddie…”

“Quando ci si mette, ci si mette, Rog” sentenziò Brian con non-chalance.

“Su questo non hai affatto torto, ha dei comportamenti che non riesco proprio a capire alle volte…tipo abbracciare John, in quel modo”

“Scusa, ma secondo te, noi quattro siamo normali?” domandò Brian, alzando un sopracciglio.

“No”

“Comunque sia, non devono sapere che noi abbiamo fatto delle scommesse su di loro”

“Oh, stanne certo, tanto non abbiamo preso un soldo”

Roger fece una risata amara.

“Non disperare, ce ne saranno altre di occasioni, ci organizzeremo meglio…e intanto acqua in bocca con Freddie, quel rompiscatole si vendicherebbe”

“E Deaks?”

“Non lo so e nemmeno oso, immaginarlo…” rispose Roger, agitando le mani, un vago senso di inquietudine cominciò a premergli addosso.

Brian soffocò un brivido.

Che l’insospettabile Deaky, così timido e tranquillo, nascondesse una personalità latente omicida?

(Non erano mica quelli di X-files!)

“Sa’ andiamo a renderci ridicoli”

“A volte ci riusciamo davvero bene”

I due uscirono dal camerino, ridacchiando.

 

Freddie abbandonò la schiena, contro il muro.

Era stupefatto e allo stesso tempo furibondo, dopo aver ascoltato l’intera conversazione tra

tra quei due.

Non si aspettava una colpo così basso, a dirla tutta.

Ma sentiteli, maledette carogne! Prima di tutto perché hanno scommesso su di me e John?

Secondo cosa gliene frega, dei miei comportamenti? Terzo si tratta di girare solo un video (il suo), non che dovessero fare chissà cosa! Questa me la pagherete cara, anzi carissima!

Freddie giurò la sua atroce vendetta, contro il becchino e il giullare.

 

Il gruppo girò la prima scena, durante le 11 mattino, in modo apparentemente tranquillo.

(“Maledizione! Mi hanno dato pure una testa di unicorno di cartapesta, quando devo essere umiliato da una scala da 1 a 10? Non ne posso più...” si lamentò John in tono sconsolato).

Freddie invece era incazzato come una biscia.

Quasi gli tremavano le mani, dalla voglia di prendere quei due e suonargliele come campane.

Ben presto, un'idea gli si formò nella mente con tanto di ghigno malvagio.

 

Brian stiracchiò i muscoli delle braccia e sbadigliò, ci sarebbero volute alcune ore, prima di poter girare un'altra scena.

Quindi si era messo comodo su un divano ad aspettare.

Complice la noia e un delizioso torpore, lo fecero scivolare rapidamente nelle braccia di Morfeo:

in meno di cinque minuti dormiva profondamente.

 

Armato di un qualcosa di alquanto temibile, Freddie si sfregò le mani.

“Dolcezza non dovevi mettermi contro di me” sussurrò il cantante, osservando Brian ronfare come un angioletto.

Con gesti lenti e misurati, cominciò ad avvolgere meticolosamente intorno i ricci,

i terribili bigodini, fermandoli con uno spuntone (serve non sbaglio a fermare i bigodini) uno ad uno.

Freddie non riusciva a trattenersi dal ridere, mentre completava la sua opera di vendetta: ora i capelli del chitarrista somigliavano ad un'orrenda messa in piega, senza contare di quanto risultasse ridicolo, un vero becchino con i bigodini.

Il cantante sgattaiolò via, sghignazzando sottovoce.

 

“Che palle” sospirò Roger, inalando una boccata di fumo. Aspettare sempre aspettare.

“Hai ragione che palle” concordò una voce alle sue spalle.

Il batterista si voltò.

“Ciao John”

“Ciao” rispose il bassista con una faccia da funerale, con tanto quella stupida testa di unicorno sottobraccio.

“Oggi è la giornata del cretino a cavallo, accidenti a quel disgraziato di Fred” annunciò John in tono sempre più lugubre.

Roger alzò gli occhi al cielo: bello trascorrere il proprio tempo con un depresso, ti porta molta allegria...

“Lui e il suo stupido tema a festa, ma perché non la pianta lì?”

Roger alzò gli occhi al cielo una seconda volta e John sembrava sull'orlo di una crisi isterica.

“Su, con il coraggio Deaks...si tratta solo di un video” cercò di consolarlo Roger, battendogli una mano sulla spalla.

“Ciao ragazzi belli, che combinate?” venne incontro il chitarrista, riposato e con tanti bigodini in testa.

“Niente” rispose il batterista, alzando gli occhi sulla chioma di Brian.

John alzò un sopracciglio e fissò i bigodini, tipico di Freddie, pensò.

Brian fissò i due con aria interrogativa.

“Ho qualcosa di spiaccicato in faccia?”

“No, guardati allo specchio...i capelli...” balbettò Roger, subito dopo si stava sbellicando dalle risate.

Brian seccato si portò una mano nei ricci.

Emise un verso strozzato, quando sfiorò con le dita un bigodino.

“Chi diavolo me li ha messi?” strillò Brian.

 

Brian era un'imprecazione continua.

Si sfilò uno ad uno i bigodini dai capelli, con l'aiuto di una truccatrice.

Tanto sapeva di chi fosse la colpa...Freddie.

 

Brian fece ritorno un quarto d'ora dopo.

La chioma somigliava ad un nido di corvi o se volete aver un peggior paragone, sembrava aver ricevuto una potente scarica elettrica.

Roger non appena rivide il collega, non pote fare a meno di mettersi a ridere seguito a ruota da John.

Il chitarrista incrociò le braccia al petto, fulminando i due colleghi con lo sguardo.

Con un sorriso serafico, fece la sua comparsa anche il cantante godendosi la disperazione di Brian.

“Salve bellezze, come state?”

“Io e te dobbiamo fare due conti” sibilò Brian puntandogli un dito contro.

“Io?” fece Freddie, in tono da persona innocente.

“Razza di...! Mi ha messo i bigodini in testa, ma che ti è saltato in mente?”

“Nulla, tesoro caro...proprio niente”

“Ah, sì?”

“Magari sei tu che te li sei infilati nel sonno”

“Non sono mica un sonnambulo!”

Freddie si strinse nelle spalle.

“Guarda, che era solo una cavolata la nostra”

“Mmm...scommettere su di me e John?”

John spalancò gli occhi stupito.

“Che? Avete scommesso su di noi?” sussurrò il poveretto completamente spiazzato.

“Oh eddai era solo una scommessa...piccola, piccola” si giustificò Roger con non chalance.

“Non basta che mi tocchi pure girare questo stupido coso, anche questo? Io vi faccio secchi tutti e due”

Qualcosa di oscuro brillò negli occhi del bassista.

Roger fece un passo indietro, cominciando a sudare freddo.

“Non ti offendere Deaks”

Il batterista indietreggiò ancora.

Quasi andò a sbattere contro Freddie, che gli fece un salutino, con un ghigno.

Roger si diede alla fuga.

“Non ti preoccupare, anche lui avrà quel che si merita” profetizzò il cantante, rivolto a Deaks.

“Certo che tu non riesci a far meno, eh?”

 

Per ora gli era sfuggito, Roger lanciò un sospiro di sollievo.

Sentì qualcosa solleticargli la faccia e lui con un gesto della mano se lo scostò.

“Eh?”

Si ritrovò a fissare il peggior incubo della storia: una gigantesca tarantola ad otto zampe, ricoperte di pelo viola lo fissava con due occhietti maligni.

Roger sgranò gli occhi, poi divenne bianco come uno straccio lavato.

E cacciò un urlo pari a quello di un protagonista di un film dell'orrore, quando si ritrova faccia a faccia con un serial killer armato di accetta.

Il poveretto non perse altro, tempo che corse a nascondersi nello sgabuzzino delle scope.

 

“Avete sentito?”

“Chi stava urlando?”

“Non lo so andiamo a controllare, l'urlo proveniva dai camerini” disse Brian.

“Sembrava essere, Rog”

“Certo che era lui” rispose Freddie, in tono mefistofelico.

 

Brian fu il primo ad aprire la porta.

Quasi gli venne un colpo anche lui, a ritrovarsi faccia a faccia con il peluche a forma di tarantola.

“Chi se la fa aspetti” recitò Freddie serafico.

“Roger? Dove sei finito?” chiamò Brian, ignorando la battuta di Freddie.

“Sono qui...sono qui...quello schifo c'è ancora?”

John sfilò il ragno dal lampadario.

Brian aprì delicatamente la porta e un povero Roger spaventato saltò fuori e andò a nascondersi dietro alla schiena del chitarrista.

“Roger!”

“Ma dai hai paura di un ragnetto?”

“E allora? Che ti frega?” esclamò Roger sulla difensiva. Tremava come una foglia dalla testa ai piedi.

“Freddie come facevi sapere la paura di Rog per i ragni?”

“Dolcezza è un segreto” rispose il cantante, ammiccando.

Brian e John si lanciarono un'occhiata perplessa.

“Ma cosa cavolo andate a pensare?” sbuffò Roger, da dietro la schiena di Brian.

“Non si è mai chiari certe volte” profetizzò Brian.

John si spiaccicò una mano sulla faccia, Freddie divenne sempre più rosso e Roger scosse la testa.

“Embe?”

“Sei incomparabile certe volte”

“Perché?”

“Dici delle cose che non stanno, né in cielo né in terra Brian” replicò il cantante, alquanto

infastidito.

“Guardati tu che ne combini di tutti i colori…col povero John per esempio” lo rimbeccò Brian, con una certa soddisfazione.

“E allora?” replicò Freddie, diventando di tutti i colori, Brian sapeva essere davvero tagliente quando voleva. Accidenti che linguaccia lunga…

John sbuffò.

Prima di tutto, cominciava ad averne abbastanza, di tutti quelle stupide prese in giro, vendette improbabili e battibecchi continui e poi essere continuamente tirato in ballo, tra quei due.

Così, pensò bene di andarsi a prendere un caffè, lasciando quel fifone di Roger ancora nascosto dietro la schiena del chitarrista.

Brian e Freddie a discutere, come al solito.

 

Nota au pazz:

Sembra che Roger abbia paura dei ragni

Rebecca la ballerina è Kurt Raab, un amico di Freddie 

  
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