Luna camminava per la Sala Grande, ormai trasformata in una specie di enorme infermeria. Vedeva i corpi dei suoi compagni stesi al suolo, privi di vita. Il volto era sporco, insanguinato; Luna non riusciva a credere a quello che stava vedendo. Per una volta, in tutta la sua vita, non riusciva a trovare delle parole da dire. 

Si sedette accanto a Neville, che prima che il tutto avesse inizio si era dichiarato, nella speranza poi di morire. 

Sulla guancia di Luna scese una lacrima, una sola. Aveva la bacchetta ancora stretta nella mano destra, per paura che improvvisamente potesse ricominciare tutto. Si asciugò velocemente il bagnato dal volto, evitando di far vedere quel che stava succedendo a Neville. Dopo le parole che lui le aveva detto, Luna aveva passato tutta la battaglia a pensarci su; non riusciva a capire se i sentimenti che provava verso il ragazzo, erano amore, o felicità. Luna non era mai stata troppo capace di innamorarsi, anche perché non le importava. 

"Sai. Sei stato proprio bravo con Nagini" disse cercando di bloccare quel silenzio imbarazzante che si era formato fra i due. Neville diventò paonazzo. Come avrebbe affrontato i giorni seguenti? Dopo essersi dichiarato alla sua amata?

Non riuscì ad emettere alcun suono; la sua bocca si spalancò, come per voler dire qualcosa, ma niente, assolutamente niente ne uscì fuori. Luna gli si avvicinò, non voleva rovinare la loro amicizia non parlando più con lui. Poggiò la sua testa sulla sua spalla, ed un espressione cupa apparì sul suo volto, alla vista di quei corpi. I suoi occhi pieni di vita, sembravano essersi spenti improvvisamente. La ragazza più stramba della scuola, sembrava voler rimanere in silenzio, e veder scendere lacrime dai suoi occhi. Neville si sentiva a disagio, cosa poteva fare? La sua cara Luna era sulla sua spalla, e piangeva silenziosamente.

Il ragazzo le sollevò la testa, e le asciugò le lacrime, sorridendo "Perché piangi? E' normale che qualcuno sia morto, sapevamo, che qualcuno andava incontro a quel destino" Gli occhi del ragazzo divennero lucidi, non poteva immaginare una vita senza Fred, o Lupin, e tutti gli altri. Trattenne le lacrime, e la voglia di sfogarsi, solo per ascoltare Luna, che però, non voleva parlare "Sai, sei ancora più bella quando piangi…" Luna diventò paonazza, e guardò il ragazzo innamorato che le si trovava di fronte. Il suo sguardo riprese vita, e lentamente, le loro teste si avvicinarono, sempre i più. Che doveva fare. Neville era in preda all'emozione; la sua mano sinistra era fra i lunghi, morbidi e biondi capelli della ragazza, quando le labbra si toccarono. Le persone che si trovavano nella Sala Grande, non si accorsero di nulla. Alcuni piangevano, altri venivano curati, e altri cercavano corpi fra le macerie della battaglia.