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Autore: kymyit    19/07/2011    3 recensioni
Grandi cose stanno per accadere alla WW Academy. La sorella del terribile Ivan Braginski, Natalia torna dai suoi fratelli... dall'oltre tomba! Chi l'ha uccisa? Riuscirà il russo a salvare la vita della sorella maggiore e a proteggere il suo "schiavetto" Toris? Ludwing riuscirà a vincere le elezioni e diventare il rappresentante degli studenti o Alfred e gli Alleati la spunteranno? Fine? Macché! Un altro fantasma torna a tormentare due ex studenti e il loro rapporto incrinato. Questo ed altro ancora in quest'assurda fan fiction!!
Genere: Drammatico, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Ossessione.

Erano passate diverse ore da quello spiacevole incidente.
Ivan e Toris erano rimasti soli, finalmente.
Dopo che il lituano fu tratto in salvo, Alfred era rimasto per diverso tempo per assicurarsi che stesse bene. Ivan non lo vedeva di buon occhio, ma d’altro canto a Toris faceva piacere e dopo quello che aveva passato per colpa sua, non se la sentiva di negargli le chiacchiere con l’americano. Il lato positivo della faccenda fu che quello squinternato era riuscito a strappare un sorriso al ragazzo, in un certo senso ciò rassicurò il russo, che ebbe un motivo in più per non sbatterlo fuori dalla stanza come invece aveva fatto altre volte. A parte ciò, ci si misero altri due ospiti inattesi ad animare la serata più del dovuto.
Lukas Bondevik e Mathias Køhler erano entrati nella camera senza chiedere il permesso.
Il danese affermò di aver udito il frastuono e di volersi assicurare che tutto andasse bene, il norvegese si limitò a guardarsi intorno, per poi esordire con una frase che lasciò di stucco tutti i presenti.
-La sua rabbia degenererà.-
Ovviamente né Alfred né Mathias compresero, ma a Toris e Ivan venne la pelle d’oca.
Il russo lanciò un’occhiata al norvegese inarcando il sopraciglio e quello rispose calmo –Sento la sua presenza. E la sua voce…- si guardò intorno, nervoso –E’ qui in questo momento, anche se non capisco dove.-
Alfred prese a tremare come una foglia.
-Smettila!- esclamò –E’ spaventoso! Terribile! Finiscila!-
-Deve aver subito un grosso affronto in vita, o non proverebbe tanto rancore.-
-Insomma bastaaaa!- continuava tremando l’americano, mentre Mathias se ne stava coi gomiti poggiati sul tavolo a bearsi della vista del compagno in “veste d’esorcista”.
-Fai quasi paura, lo sai?- gli disse strizzando gli occhi e aprendo le labbra in un sorriso dolce che Lukas non vide. Perché era di spalle intento a fissare intensamente e con gli occhi quasi vitrei il coltello a serramanico sul comodino. Ignorò Mathias e fece per prendere l’oggetto fra le mani, ma la voce gelida di Ivan lo paralizzò.
 –Non toccarlo!-


*


-Ivan?- Toris versò del caffè nelle tazze.
Per inciso, il russo aveva “preso in prestito” dalla mensa della scuola una macchinetta per il caffè.
Il liquido nero scorse davanti ai suoi occhi spenti e lui non pareva avere la minima intenzione di berlo. Si limitava a fissare il riflesso del soffitto in esso, senza reagire. Toris dovette richiamare la sua attenzione due volte prima che lui si degnasse di guardarlo in faccia.
-Come mai non volevi toccasse quel coltello?- chiese.
-Non è importante.- rispose e distolse lo sguardo.
-E’ importante. Era suo?- domandò ancora, con un tono più autoritario che gli elargì un bel mal di stomaco di rimorso. Lui che alzava la voce con Ivan Braginski?! Era di sicuro in atto l’Armageddon.
Ma Ivan si limitò a mostrargli l’oggetto, senza tuttavia consegnarglielo. Era rosso, con la lama a scatto. E sull’elsa vi era inscritto in un motivo floreale il nome “Natalia”.
-Era un regalo di nostro padre.- disse rimettendolo in tasca.
Toris gli mise una zolletta di zucchero nel caffè e lo fissò dritto in volto.
-Vuoi raccontarmelo?-
Ivan allora si mise lentamente a sedere composto e si sporse verso di lui, mettendogli le mani sulle spalle.
-Ma come fai?- gli chiese con il viso distorto in una smorfia impressionata di sorpresa –Sei quasi morto…-
-Cerco solo di capire, senza pensare a prima…-
Il volto di Ivan si fece se possibile ancora più pallido di quando aveva visto Toris nella vasca.
-A me puoi dire tutto, lo sai…- continuò il lituano.
Ivan strinse la presa delle dita tozze sulle spalle ossute dell’altro fino a fargli male e con disperazione posò il capo sul suo petto, piangendo calde lacrime.
-Lei ti ucciderà.-



-Ludwig, perché siamo qui?- domandò Feliciano tremando di freddo e paura. Ludwig trafficava con le sue chiavi e con la serratura da diversi minuti ormai. Finalmente questa scattò e la porta si aprì cigolando.
Ludwig accese la luce ed entrò seguito a rotta di collo dall’italiano.
-Brrrrrrr…- continuava a lamentarsi quello attaccato a lui e il tedesco non poteva dargli torto. Quell’appartamento sembrava un campo di battaglia. E Gilbert era disordinato, ma la cosa assurda era che dopo la sua morte lui aveva riordinato con la pazienza di un monaco certosino. I vicini raccontavano di strani rumori, in particolare in certe notti, e nessuno si azzardava ad entrare fra quelle mura. Ludwig rimise al loro posto gli oggetti di suo fratello diverse volte dopo allora. Nessuno scassinava la serratura e l’unico che poteva entrarvi era Roderich, il suo ragazzo, il quale aveva abbandonato la casa appena dopo la morte di Gilbert, restituendogli le chiavi. Inoltre il suo modo di essere gli impediva una vendetta simile ai danni di un defunto.
No, non era Roderich a rivoltare ogni cosa, ma allora chi?
-KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!- l’urlo di Feliciano e il suo conseguente aggrapparsi come un ossesso su per i suoi vestiti gli fece rizzare i peli su tutto il corpo e il suo sangue mutò in gelo istantaneamente.
-Il-il-il-col-colt-coltello!- balbettò freneticamente il ragazzetto indicando altrettanto convulsamente il set di coltelli da cucina sul lavello –C’e-c’e… c’era qualcosa che si muoveva nel coltello!-


-Che stai dicendo, Ivan?-
Toris fece quella domanda ben conscio della risposta, ma doveva strappare la verità dalle labbra di Ivan al più presto o il suo mal di stomaco sarebbe degenerato in un’ulcera devastante.
Lo scosse per le spalle.
-Ivan, voglio sapere perché lei vuole uccidermi!- lo scosse ancora –Non ti riconosco più, dannazione!-
Ivan allora lo fece sedere sulle sue gambe e lo abbracciò. Raccontò il fatto senza guardarlo negli occhi, era più semplice.
-Io e le mie sorelle siamo rimasti orfani troppo presto…- esordì –Prima di trasferirci in questa città vivevamo a Mosca. Natalia adorava nostro padre. Il coltello a serramanico glielo regalò lui prima di uscire con nostra madre per andare ad una cena di beneficenza…- inspirò –Una delle catene delle ruote si ruppe e la loro macchina sbandò. Morirono sul colpo andando a sbattere contro un’altra auto… qualcosa in Natalia si è spento da allora. Io ho cercato di starle vicino e così anche Kat’ja, però…- scosse la testa –Lei mi disse che avrebbe voluto sposarmi un giorno. Era una bambina, non le ho dato peso, ma più cresceva più quell’idea si radicava in lei.-
Toris deglutì.
-Era ossessionata da me al punto di fare del male a chiunque mi si avvicinasse troppo.-


-Non dire fesserie, sarà il nostro riflesso!- sbottò il tedesco trascinando l’altro nella stanza da letto di Gilbert. Feliciano rimase aggrappato a lui per tutto il tragitto.
-Lud, il tuo riflesso non ha un fiocco in testa.-
-Finiscila… che disastro.- commentò poi.
La camera da letto sembrava esser stata appena visitata da Jack lo squartatore.
La cosa inquietante era che c’era ancora qualche piuma che volteggiava qua e là al di sopra del materasso squarciato. Come se fosse stato fatto di fresco. Ludwig percorse la stanza col cuore in gola, alla ricerca di un qualcosa che sapeva fosse lì.
-Cosa stiamo cercando?- chiese Feliciano, tentando di concentrarsi anche lui su qualcos’altro.
Ludwig rovesciò il cassetto della scrivania del fratello.
-Il suo diario.- disse.
-Il diario?- ribatté meravigliato l’italiano.
-Si. A Gilbert piaceva scrivere un sacco di cavolate nel suo blog, ma prima di fare quello ne scriveva altrettante nel suo diario… in realtà è un mucchio di fogli imbrattato di cretinaggini, ma meglio di nulla.-
-Oggi ho visto un tale calvo.- disse Feliciano pochi minuti dopo.
-E allora?- ribatté Ludwig continuando a sfogliare quaderni, libri, rovesciare cassetti e persino il materasso.
-Spero di non diventarlo anch’io.- disse ancora l’italiano, al ché il tedesco si voltò incarognito verso di lui –Se hai tempo per dire fesserie, aiutami a cercare il dia…- S’interruppe perché quello che Feliciano aveva fra le mani era un ammasso informe di fogli rilegati alla meno peggio.
-Dove l’hai trovato?- lo indicò.
–Dentro lì.- disse indicando una scatola in latta con sopra una pin-up degli anni sessanta in una posa alquanto indecente per l’epoca.
Ludwig prese il diario dalle mani del ragazzo e prese a leggere –23 settembre, la nonna ha fatto indigestione di prugne”?! “Per strada ho visto un cane col golfino di Spiderman”?!-
-Tuo fratello scriveva un sacco di cose interessanti!- affermò ridendo Feliciano.
Ludwig pensò che solo lui poteva pensare che quell’ammasso di sotto-petegolezzi fosse interessante.
Sfogliò le pagine disastrate per diversi secondi, finché, verso la fine, non lesse finalmente qualcosa d’interessante.
-13 Gennaio. Quel Braginski!! Come ha osato?! Ok, ok, caro diario del bellissimo me, non capisci un accidenti di quello che dico vero? Beh, per farla breve quel russo obeso mi ha messo all’angolo! Dannazione… capisco che io possa essergli piaciuto, perché, modestamente, sono un bel pezzo di figliolo, ma non è modo di abbordare la gente! … un attimo… lanciano di nuovo sassi contro la finestra.”- Ludwig prese fiato, poi proseguì la lettura. Il tutto risaliva a pochi mesi dalla morte di Gilbert –18 gennaio. Ok, lo ammetto. Bragiski non è poi così male una volta messe in chiaro le cose. Non mi ossessiona più e ci si può anche parlare senza rischiare l’espianto delle corde vocali… Solo che ogni volta che lo incontro me ne succedono di tutti i colori… e sembrerò paranoico, ma c’è sempre una ragazzetta con un fiocco in testa nei paraggi. Bah… sarà una coincidenza, questa città non è poi così grande alla fine. Appena mi diplomerò tornerò a Berlino, infatti.”-


-Prima di stare con te- continuò Ivan –stavo con Gilbert Beilschmidt.-
A Toris quasi si fermò il cuore e le sue braccia, per un impulso involontario, perdettero il calore e s’irrigidirono sulle spalle di Ivan. Lui proseguì –Abbiamo fatto sesso, una volta…- il suo pianto si fece più sconsolato.
-E lei l’ha ucciso.-
Ne era convinto, non aveva bisogno di ulteriori prove.
-Ha ucciso Gilbert perché l’ho preferito a lei. Ti ha ferito perché ancora una volta le ho preferito qualcun altro… ha provato ad uccidermi e se sono vivo, è solo grazie a Kat’ja che l’ha fermata.-
-Kat’ja ha ucciso Natalia?-
-Ma è stato un incidente!- Ivan si mosse talmente veloce che Toris rischiò di cadere a terra –Lei voleva disarmarla, soltanto quello, ma Natalia…- il russo prese a camminare come un ossesso per la stanza –Natalia si è agitata, hanno lottato per diversi minuti e poi…- si morse le labbra –Ho sentito il rumore della lama che penetrava nella carne di Natalia. Mi ha guardato come se non capisse perché stava morendo… perché l’avessi rifiutata…- si buttò a sedere sul letto –Se avessi accettato di fare l’amore con lei almeno una volta… forse… forse non sarebbe finita così.-
Toris rimase in silenzio e in piedi davanti a lui.
Non era più quel Braginski e non era più lui ad aver bisogno di protezione.
Che Natalia avesse cercato di ucciderlo o meno, chi soffriva di più era Ivan, che non poteva amare per il terrore gli venisse portato via tutto.
-Ci sono qui io con te…- disse sottovoce.


Fine Capitolo 7




Sempre in ritardo come al solito.
Povero Gilbo, sempre cattivella con lui, però spero che il capitolo vi sia piaciuto ^_____________^
Yandereness: come vedi, altro GerIta, ancora Danimarca pucciolo e altra scena dolce fra Ivan e Toris... più o meno... Spero che ti sia piaciuto il capitolo ^^
ChibiItaliaSweet: Grazie, sono contenta che ti sia piaciuta **
Ivan_Kirkland: Ci mancava solo il cavallo bianco in effetti XD Thank you!
miristar: Grazie mille, contentissima che hai deciso di leggerla ^_^ Io non so come sia The Grundge perché gli horror li evito come la peste. Un po' mi sono ispirata a Ghost Wishperer e un po' a Supernatural. Danimarca vuole Norvegia e viceversa (anche se fatica mooolto ad ammetterlo, ma molto molto) solo che dato che Lukas pensa che Mathias non lo prenda sul serio per via del fatto che vede gli spiriti, prende le distanze, tu come la intendevi? ^^

Ad ogni modo, grazie a chi ha messo questa fan fic fra preferiti, seguite, storie da ricordare, tutti voi che recensite e tutti voi che arrivate a fine pagina senza chiudere e fuggire a gambe levate ^_^

Kiss!
   
 
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