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Autore: Maddy Pattz    19/07/2011    5 recensioni
Ho pensato di approfondire il momento in cui Edward racconta a Bella la sua storia e i sentimenti che nutre verso la sua famiglia umana! è la mia prima ff sono ben accetti i commenti di tutti i tipi!! Buona lettura...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Io ed Edward eravamo seduti sul letto a baldacchino che aveva fatto sistemare nella sua camera per me, o meglio, lui era seduto sul letto con le gambe semidistese ed io ero allungata tra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto. Stavamo ascoltando un pezzo di jazz in silenzio acarezzandoci, senza proferire parola. Amavamo passare del tempo in silenzio rimanendo semplicemente abbracciati. Improvvisamente sentii Edward sospirare leggero sui mie capelli. Mi chiesi il motivo di questo suo gesto, stavo per voltarmi e domandargliene il motivo quando mi fece voltare ed accucciare contro il suo petto stringendomi forte tra le sue braccia. Gli accarezzai il petto stupita dal suo gesto repentino e mi strinsi dolcemente a lui sfregando il viso sulla stoffa del suo maglione leggero.
<<Posso farti vedere una cosa?>> domandò incerto con un sospiro.
<<Ma certo amore>> risposi dolcemente alzando lo sguardo sul suo viso timoroso. Alzò un angolo della bocca in una tenue imitazione del suo sorriso sghembo. Il sorriso sghembo era la sua tipica reazione a  quando lo chiamavo “amore”, ma in quello che mi aveva regalato poco prima era privo della tenerezza e dell’euforia che lo accendeva sempre. Era un sorriso incerto, triste. “Perché sei triste amore? Cosa ti turba?”,  pensai preoccupata dalla sua espressione. Era raro vederlo così in difficoltà e così vulnerabile, fui sommersa da un’intensa e struggente tenerezza, quando lessi nei suoi occhi dello smarrimento. Mi misi in piedi sulle ginocchia e lo abbracciai forte facendogli nascondere il viso nell’incavo del mio collo, mentre con dolcezza gli accarezzavo la chioma bronzea.
<<Puoi farmi vedere tutto quello che vuoi>> dissi dolcemente mentre mi stringeva forte.
<<Aspetta un attimo torno subito>> disse scostandosi da me e mi parve di cogliere un’espressione sofferente sul suo viso prima che schizzasse a velocità supersonica verso la libreria. Mezzo secondo dopo era nuovamente al mio fianco tra le mani un libro dalla copertina di un elegante rosso sangue. Aveva l’aria antica. Prima che potesse aprirlo o fare qualsiasi altra cosa guidai nuovamente il suo viso sul mio petto e ripresi ad accarezzargli i capelli. Non sapevo perché lo facevo, ma era turbato e volevo provare a tranquillizzarlo in qualche modo.  
<<Che cos’è?>> domandai prima di lasciargli un bacio sulla fronte.
<<L’album dove sono racchiusi  i miei ricordi umani>> rispose dopo un respiro profondo alzando i suoi occhi dorati e profondi sui miei,li vidi pieni di una sconfinata sofferenza, che stava tentando con tutte le sue forze di controllare e nascondere al mio sguardo indagatore. Gli posai nuovamente le labbra sulla fronte e lo guardai con amore riprendendo ad accarezzargli i capelli. Ero sorpresa. Mi aveva raccontato la storia della sua famiglia umana, ma molto brevemente e non l’aveva mai approfondita. Non gli avevo mai fatto pressioni, sapevo che quando sarebbe stato pronto e avesse voluto, mi avrebbe raccontato le cose più approfonditamente.     
<<Questa è mia madre>> disse aprendo l’album ed indicandomi la foto di una donna. Fissai affascinata la figura  di Elizabeth Masen, la madre di Edward. Nella foto era molto giovane. Un viso pallido, in cui erano incastonati due grandi occhi, che sapevo essere verdi grazie a quel poco che Edward mi aveva raccontato, ombreggiati da folte ciglia scure, un tenero e raffinato naso alla francese e labbra carnose. I tratti del suo viso erano incredibilmente affascinanti. Qualcosa nel suo sguardo mi ricordava in maniera incredibile quello di Edward quando guardava me. Era pieno di amore, di adorazione, di tenerezza.
<<Quanto è bella>> sussurrai affascinata.
<<Questo è mio padre>> sussurrò indicandomi la foto di un uomo poco più sotto di quella di sua madre. Edward Masen era molto simile al figlio, alto ed affascinante, ma con uno sguardo differente. 
<< Mio padre era un ricco e famoso avvocato, il suo lavoro permetteva a me e a mia madre di vivere senza alcuna rinuncia, ma non era mai a casa e il tempo che dedicava a mia madre era veramente poco. Lei ne soffriva molto, avrebbe preferito vivere senza tante cose pur di avere mio padre vicino. Lui l’amava molto, ma non era in grado di dirglielo. Io crebbi frequentando le migliori scuole e seguendo duri allenamenti per prepararmi ad entrare nell’esercito. Era il sogno di mio padre vedermi arruolato nell’esercito, eternamente al servizio della mia patria. Mia madre la pensava diversamente. L’idea che entrassi nell’esercito la angustiava, avrebbe preferito che facessi altro della mia vita, mi diceva sempre che avevo troppo possibilità per andare a farmi ammazzare in guerra. Non la ascoltai, assecondare mio padre e renderlo orgoglioso di me in quel momento della mia vita era fondamentale. Ero sciocco, ma ero solo un ragazzino che, per quanto amasse sua madre, voleva inseguire quelli che credeva essere i propri sogni. Non erano i miei sogni, erano quelli di mio padre, ma all’epoca pur di guadagnarmi l’amore di mio padre, sempre assente, ero disposto a tutto, anche a ferire mia madre>> raccontò perso nei ricordi, lo sguardo lontano a visualizzare immagini che mai avevano sfiorato ma mia mente. Nella sua voce bassa coglievo un impercettibile dolore,  che se non l’avessi conosciuto perfettamente, mi sarebbe sfuggito.
<<Sia io che mio padre abbiamo sempre ferito la persona che più amavamo al mondo. Mi odio ogni giorno per quello che ho inflitto a mia madre. Non le ho mai detto grazie, non le ho mai detto quanto le volessi bene, non le ho mai potuto chiedere perdono per ciò che le ho fatto, è morta prima. Se solo avessi una possibilità … se solo potessi tornare indietro … la abbraccerei e le chiederei perdono. Non posso. Sono un mostro. Lo ero da umano e lo sono ancor di più da vampiro. Non faccio altro che commettere errori, non faccio altro che ferire coloro che amo di più>> continuò la voce poco più di un sussurro, carica di un dolore profondo, lacerante, straziante. Gli occhi mi si riempirono di lacrime, non potevo vederlo soffrire in quel modo, se lui soffriva di riflesso stavo male anch’io. I suoi occhi che per tutto il tempo erano stati fissi nei miei distolsero lo sguardo quando videro le mie lacrime. Abbassò la testa sconfitto. Non lo avevo mai visto così vulnerabile, così preda delle sue paure e delle ombre del suo passato, ma provai anche del sollievo, perché mi stava parlando di ciò che aveva dentro, invece di incatenare tutto dentro di sé.
<<Edward>> lo chiamai dolcemente. Lui non alzò il viso continuando a tenerlo rivolto verso il basso.
 <<Edward guardami>> gli dissi dolce, ma determinata accarezzandogli una guancia. Con cautela alzò il viso verso di me. I suoi occhi erano pieni di vergogna e rimorso per se stesso.
<<Non azzardarti mai più a dire o pensare di essere un mostro. Chiaro cocciuto che non sei altro?>> sibilai infuriata sul suo viso, che cinsi con le mani. <<Non sei un mostro e non lo sei mai stato, né da umano, né da vampiro. Hai fatto i tuoi errori, come tutti. Ma chi non li fai amore mio? Hai amato tua madre come poche persone sarebbero state in grado di fare e pur amandola hai commesso i tuoi errori, ma non pensare mai, neanche per un istante, che lei non sapesse quanto tu l’amassi. Lei lo sapeva amore e lo sa. Sai benissimo che non credo nel paradiso, ma tua madre è sempre con te. Qui dentro>>  mormorai sincera con decisione poggiando la mano nel punto in cui si trovava il suo cuore muto.
<<Non batte>> soffiò sulle mie labbra.
<<Perché è unico. Non sei sbagliato amore, sei speciale>> gli dissi con un sorriso dolce.
<<Come puoi ritenermi speciale? Sono un abomino>> disse piano, esausto.
<<Non è vero. È solo una tua ostinazione crederti un mostro. I mostri non amano Edward, tu invece conosci l’amore. Ami i tuoi genitori quelli naturali e quelli adottivi, ami i tuoi fratelli, ami le tue sorelle, ami me. Se fossi un mostro non saresti in grado di amare. Chiunque può scegliere chi essere, anche un vampiro. Tu hai scelto di essere il vampiro vegetariano di cui mi sono innamorata. Non importa se in futuro vacillerai o sbaglierai nel rispettare questa tua decisione, ti amerò comunque. Sarai sempre il mio Edward>> ribattei, mentre l’ amore per lui mi sommergeva dominandomi. Non staccai  gli occhi dai suoi e piano piano vidi qualcosa cambiare nelle sue iridi dorate, il dolore divenne un piccolo ed insignificante puntino nel fondo delle sue pupille, mentre il resto venne invaso da un incondizionato amore. Era tutto per me. Vedere quello sguardo nei suoi occhi mi fece commuovere.
<<Ti amo. Dio solo sa quanto ti amo>> sussurrò appoggiando la fronte sulla mia.
 <<Ti amo anch’io>> risposi prima di appoggiare le labbra sulle sue in un tenero e febbrile bacio. Non importava cosa sarebbe successo, niente ci avrebbe mai potuto dividere, perché il nostro amore era più forte di tutto. Nessuno dei due prima di incontrare l’altro credeva di poter essere felice, ma le cose erano cambiate quando avevamo capito di essere due metà della stessa mela. Insieme eravamo completi, insieme stavamo bene. 
  
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