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Autore: Gufo_Tave    19/07/2011    1 recensioni
Una storia celata dietro una maschera… che si riveli più di quel che sembri?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio, Virgo Shaka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: E la maschera proietta la sua storia…

Capitolo 5: E la maschera proietta la sua storia…

 

Dietro suggerimento della proiezione, i due cavalieri si accomodarono, mentre questa esordì:

 

-Il mio nome è Aleola, e sto per traghettarvi in una storia che si perde molto, molto lontano, in un tempo in cui il mito faceva ancora parte del quotidiano.

A quel tempo Atena, vincitrice della prima guerra sacra contro Poseidone, rimase sconvolta dal sacrificio dei suoi cavalieri, armati soltanto del loro coraggio.

Per questo motivo, ella volle donare loro delle protezioni: unendo l’oro, il sangue, umano e divino, sacrificato sul campo di battaglia, fece forgiare dagli alchimisti dell’isola di Mu delle corazze, vere e proprie vestigia di quell’epoca-

 

-Insomma, stai parlando delle nostre armature- Chiese Death Mask, con un lieve fare annoiato.

Aleola era visibilmente scocciata, ma riprese:

 

-Ebbene sì, sto parlando proprio di quelle antiche, misteriose blinde. Ma torniamo alla storia, prima che il granchietto si annoi- fece, ironizzando sull’atteggiamento del cavaliere del Cancro:

 

- Erano ormai passate sei generazioni da quella prima vittoria, e a quell’epoca i cavalieri non si occupavano di difendere un luogo sacro, come fate voi oggi; allora, semplicemente, il Santuario non esisteva.

I pochi saint allora esistenti, vivevano in un villaggio poco distante da Atene, addestrandosi l’un l’altro e iniziando a tramandarsi le primitive tecniche di combattimento, proprie delle loro costellazioni.-

 

Il fantasma s’interruppe, notando l’espressione meravigliata ed incredula del cavaliere del Cancro. Un’impressione confermata dal custode della sesta:

-Immagino che a quell’epoca la situazione fosse molto meno cristallizzata dell’attuale-

Aleola sorrise al biondo guerriero:

 

-Immagini bene, all’epoca non c’erano tutte quelle regole che vi portate appresso, e che mi stai involontariamente mostrando nei tuoi ricordi-

 

La frase del fantasma infastidì leggermente Virgo, che venne tranquillizzato da Death Mask:

-Non farci troppo caso, da questa distanza non è così strano che un fantasma riesca a captare dei pensieri, specie se li esprimi troppo apertamente-

Aleola guardò divertita il cavaliere della sesta:

 

-Non fraintendere, simulacro di Astrea. Le tue difese psichiche sono eccezionali, ma a breve distanza qualcosa lasciano trapelare, se il tuo interlocutore è uno spirito-

 

Dopo qualche istante, la ragazza riprese il racconto:

 

-Credo che a questo punto abbiate intuito quale fosse la situazione: al tempo, Atena non aveva un esercito permanente, e la maggior parte dei suoi guerrieri viveva in mezzo alla gente comune.

Nel frattempo, gli alchimisti dell’isola di Mu lavoravano alacremente per completare le armature mancanti, compresa quella di Libra, l’ultima delle armature d’oro ad essere stata forgiata.

A quel tempo non esistevano grosse differenze di classe tra i guerrieri sacri, e non sembrò strano quando il cavaliere della Lince s’innamorò di una sacerdotessa di casta superiore-

 

Death Mask alzò la mano per interrompere, alla stregua di uno scolaretto:

-Sacerdotessa, hai detto? È vero che spesso chiamiamo così i cavalieri con la maschera, ma formalmente l’unico sacerdote che conosco è il gran capo della baracca-

Aleola annuì, severa, mentre Shaka chiarì il dubbio:

-Un tempo tutti i cavalieri erano considerati veri e propri officianti della dea; se ci fai caso, le nostre armature sono sempre state definite vesti sacerdotali-

Stringendosi il mento con le dita, l’italiano sembrò d’accordo:

-Quello che dici avrebbe senso… in fin dei conti il nostro capo è tuttora chiamato Gran Sacerdote… anche se da quello che ci ha detto Aleola, forse all’epoca non esisteva-

Il fantasma riprese la narrazione, annuendo:

 

-è così, infatti. Mancando alcuna gerarchia, non esisteva nessun capo, al di fuori della Dea in persona. All’epoca, ogni guerriero aveva la stessa importanza, poco importava se di bronzo, d’argento o d’oro. E la mancanza di un comandante, di un “Gran Sacerdote”- disse, sospirando: -Forse contribuì alla tragedia che si stava sviluppando nella comunità dei saint di Atena, una delle prime e più devastanti della storia del corpo-

 

Dopo qualche attimo di silenzio, necessario a recuperare i ricordi di quei giorni infausti, Aleola riprese:

 

-Allora i saint si governavano in regime democratico. Ovviamente, in quella primitiva comunità di guerrieri, non mancavano certo gli screzi: tipico era quello dovuto alla disparità di trattamento dei due custodi della terza casa.

Due cavalieri, una sola armatura.

Ciò portò nel tempo a numerosi scontri, ma nulla che non potesse essere mediato senza spargimento di sangue.

Tuttavia, l’attenzione rivolta verso i Gemelli lasciò inosservato l’operato di un altro uomo… le cui azioni s’intersecarono con le vite della Lince e della sua amante.

Ma andiamo con ordine: come dissi, i due cavalieri si amarono, ed essendo in tempo di pace, il loro amore diede i suoi frutti, con la nascita di un maschietto.

Ciò che passò inosservato… fu che a qualcuno quel rapporto non piaceva.

Un essere diabolico nutriva sentimenti impuri verso l’amante della Lince.

Sentimenti che ella non ricambiata, donando la sua anima a Linx.

Impossibilitato a nuocere direttamente alla donna, in quanto suo parigrado, rapì padre e figlio, e li portò su un monte poco distante da Rodorio.

Ironicamente… proprio lo stesso monte su cui ci troviamo ora.

Lince fu ritrovato in mille pezzi. Solo i resti bronzei della sua armatura permisero all’amata di riconoscerlo.

 

-Insomma, invece di puntare su un bersaglio difficile, ha fatto fuori quello più facile- commentò Death Mask: -Ma il marmocchio che fine ha fatto? Morì anche lui?-

 

-No, Cancer. Il figlio di quella coppia venne nascosto dall’assassino di Lince. Egli aveva architettato un piano infame, costringendo la donna a usare la propria veste per proteggere il figlio.

In entrambi i casi avrebbe raggiunto il suo scopo: se fosse morto il bimbo, il cavaliere sarebbe stato disonorato, mentre se avesse ceduto al ricatto, sarebbe stata uccisa.

Nonostante ciò, ella decise di combattere, sia pur priva della sacra blinda. Nonostante tutto, cercò di tenergli testa. Tuttavia, col passare del tempo, la stanchezza e le ferite la costrinsero a cedere, di fronte ad un avversario che la odiava a tal punto, da macchiarsi di atti infami, pur di trarre soddisfazione-

 

Aleola, piuttosto sofferente, prese una pausa, notando lo sguardo perplesso del cavaliere della quarta:

 

-Sembri deluso, Cancer, la storia non è forse di tuo gradimento?-

 

Note:

Finalmente inizia il cuore del racconto. Come avete notato, Uscher non si propone come una tipica fic, piena zeppa di combattimenti, ma è il racconto di una parte della storia dei cavalieri, precedente alla fondazione del Santuario. Chiaramente ho preso spunto dall’Hypermith, ma ammetto anche di essermi preso alcune licenze, come sul numero di armature allora esistenti. Il motivo sta nel fatto che all’epoca, non esistevano tutte le costellazioni attuali: basti pensare che le stelle che oggi formano la costellazione della Bilancia, un tempo erano le “chele”di quella dello Scorpione (benché in altre culture esistesse già la costellazione di Libra)

Anche la situazione sociale in cui vivevano i cavalieri dell’epoca è completamente inventata, Perché mi serviva un modello di società “prototipale”, in cui non ci fossero le regole attuali. Tra l’altro, ho voluto giocare un po’ con la versione italiana dell’anime, in cui i cavalieri Marin e Shaina sono chiamate, impropriamente, sacerdotesse. Anche l’uso del termine “vestigia” è stato fatto per sottolineare l’errore insito nel doppiaggio italiano.

Prima che me lo chiediate… l’uso del corsivo per le battute di Aleola è voluto, al fine di evidenziare quello che è il cuore del capitolo.
  
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