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Autore: Yellow Daffodil    19/07/2011    11 recensioni
Storia partecipante al contest "One-Shot per l'estate"
 
 "...sì, perché in occasione degli appena superati esami di maturità i miei amici e io abbiamo deciso di fare armi e bagagli e passare un mese a Solferina, località marittima in mezzo al nulla. Nessuno sa dell'esistenza di Solferina, eccetto le poche anime che l'hanno conquistata nell'Ottocento e che hanno tramandato la conoscenza delle sue coordinate ai loro posteri, con il seguente risultato: una cittadina immersa nella pineta nella quale tutte le agenzie di viaggio sbolognano flotte di turisti tedeschi."
 
L'amore può colpirti alle spalle, imprevisto e abbagliante come un raggio di sole. Ma se l'apparenza inganna, è possibile che Gioia possa essersi sbagliata su Pietro? Insomma, lui sembra davvero perfetto. Oltre a essere indiscutibilmente sexy. Un uomo sexy con la vita alta e i pantaloni lunghi.
Mmm...
 
Se il tuo migliore amico ti suggerisse di lasciar perdere il doriforo vivente che hai incontrato sulla battigia, tu gli daresti ascolto?
Perché, sai, potrebbe avere ragione...
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Contest o  Santi  Pietro  e  Paolo  o

La maggior parte delle storie inizia con una sveglia che suona/genitore che sbraita al fine di far aprire gli occhi al protagonista.
Considerato che il mio genitore è in crociera assieme all'altro, nel limpido "mar delle belle donne more", Grecia, e la mia sveglia è stata desonorizzata con una montagna di coperte a prova di Rehinold Messner, non c'è pericolo che io mi svegli prima del dovuto.
Sono le 6.13 e io sono sveglia.
Strana la vita a volte, eh? Strano come il tuo subconscio ti prenda per il culo facendoti credere che siano ormai le dieci di mattina. Perché ci sono volte, più uniche che rare, in cui effettivamente ti svegli prima.
Ora, stare davanti allo specchio a fissare la deforme ameba giallo-cadavere che mi ritrovo come faccia dopo una nottata di sbronze non mi sembra proprio il caso. Tanto meno rimanere in ascolto dei miei accademici ragionamenti sull'essere o non essere tipici delle fase "chi sono io?" del dopo sveglia. Ragion per cui ambulo verso la cucina e mi faccio tre tazzine di caffè (le tazzine della nostra dispensa fanno parte della collezione di porcellane in miniatura di Barbie Collezionista). Mentre faccio scorrere un po' di caffeina assieme ai miei globuli rossi, mi affaccio alla finestra (ricordo che sono ancora in vestaglia e non mi sono struccata prima di andare a letto) e ammiro in totale placidità la pineta baciata dai primi timidi raggi di sole.
Sì, perché in occasione degli appena superati esami di maturità i miei amici ed io abbiamo deciso di fare armi e bagagli e passare un mese a Solferina, località marittima in mezzo al nulla. Nessuno sa dell'esistenza di Solferina, eccetto le poche anime che l'hanno conquistata nell'Ottocento e che hanno tramandato la conoscenza delle sue coordinate ai loro posteri, con il seguente risultato: una cittadina immersa nella pineta nella quale tutte le agenzie di viaggio sbolognano flotte di turisti tedeschi. Non male, direte, se uno cerca la tranquillità, ma per i festaioli come Paolo, il mio migliore amico, questo posto è una tortura.
Forse è per questo motivo che ieri notte, preso dalla sbronza, ha dato fuoco a un ramo di pino e ha incominciato a correre intorno alla piazzetta come un posseduto nel bel mezzo di un rituale satanico.
Personalmente adoro questo posticino, ci passo settimane da quando sono nata e quando i miei hanno comprato un piccolo appartamento, ho deciso che ci avrei passato tutte le estati della mia vita, in attesa del principe azzurro che venisse a prelevarmi dall'appartamento su un candido destriero, eccetera eccetera...
Ora, a diciotto anni compiuti, mi rendo conto dell'idiozia infantile e rimango a osservare il vicino mattiniero che in bermuda e infradito si invia di gran carriera per fare del sano jogging.
Anna, Luca e Paolo stanno ancora beatamente dormendo (russano come mietitrebbie sulla ghiaia) e così decido di farmi beneficamente infuenzare dal vicino. Mi introduco come un membro in borghese della CIA nella mini-camera da letto (naturalmente i maschi hanno prenotato la matrimoniale due mesi prima che partissimo, così io e Anna ci siamo dovute beccare il bunker con il letto a castello) e prendo alla cieca dei vestiti, mi abbiglio in fretta e parto alla volta della corsetta tonica.

Qualche metro dopo sono distrutta. Arranco come una balena spiaggiata, ho la milza che sembra una lama conficcata nel fianco e sono così sudata che se strizzassi la mia maglietta, darei da bere al Terzo Mondo. Ok, forse esagero un po' gli eventi, ma il mio fisico assolutamente non tonico non è abituato a slanci d'atletismo e quindi non posso fare a meno di sembrare un palloncino sgonfio che scorrazza per Solferina con un paio di shorts verde pisello, una canotta arancio deciso e il marsupio lilla. Prendere i vestiti alla cieca non è il miglior modo per lanciare nuove mode.
Mi fermo sulla prima panchina che trovo, cioè quella della chiesetta accanto al "Bagno Culinudi" (non ridete, è il cognome del proprietario) e mi stravacco davanti alla visione del crocifisso.
-Signore, aiutami Tu...- mormoro tenendomi la milza.
Quale spirito malvagio vuole che la mia mattinata passi in dolore e sofferenza? Forse il ramoscello bruciato di ieri sera...forse dovrei convertirmi all'animismo e chiedere perdono alla Natura per l'atto oltraggioso del mio amico Paolo.
Dato che sono qui, faccio il segno della croce, come facevo tutte le estati quando venivo con mia nonna e mi concedo cinque minuti di pausa-preghiera.
-Altissimo...-
-Purissimo e Levissimo.- ridacchia una vocina che mi fa saltare sulla panchina per lo spavento.
Un bambinetto di all'incirca una decina d'anni è comparso accanto a me. Puff! Dal nulla.
-Che vuoi, nano? Lasciami pregare in pace!-
-Mi sono perso...-
-Che peccato.- lo ignoro e continuo il mio sacro colloquio.
-Altissimo...mandami un segno, qualcosa,...fammi conoscere il mio principe azzurro...- è una preghiera molto occasionale, sapete.
-Magari anche Cenerentola.- si intromette ancora lo scarafaggio con sembianze puerili.
-Senti, piccolo, vai ad importunare quella vecchietta che ammira l'alba, su!-
-Ma mi sono perso! E la mia nonna è sparita!-
-Sai, non è italiano corretto accostare un articolo detreminativo e un aggettivo possessivo.-
-Eh?-
-Ok, cerchiamo questa nonna!- mi rassegno e prendendolo per mano, lo accompagno fino all'entrata del Bagno Culinudi.
-Non c'è? Bene, torno a pregare.- faccio, seccata.
-Eccola!- il ditino scatta verso una figura tra gli ombrelloni ancora chiusi, che si muove disorientata alla ricerca di qualcuno.
-Giosuè! Giosuè!- chiama.
-Oh, è così che ti chiami...- mi rivolgo al nanerottolo mentre lo accompagno verso la nonna.
-No, Giosuè è il nome del nostro gabbiano domestico.- mi sfotte il malvagio e corre via urlando un "Nonnaaaaaaaaaaaaa!" udibile a distanza di kilometri.
Rimango sola a pochi passi dal bagnasciuga nella mia mise da pugno nell'occhio e spunto mentalmente il giorno di oggi nel calendario delle buone azioni.
-Scusa?- una mano caldissima si appoggia sulla mia spalla e io mi giro per vedere a chi appertenga.
Che mi venisse un colpo! Davanti ai miei occhi, anche se in controluce, mi si apre una visione celestiale, con tanto di coro dell'"Hallelujah" di sottofondo.
Un ragazzo (un bel pezzo d'uomo, diciamocelo pure) mi guarda dall'alto della sua statura, con grandi occhi celesti e una cascata di riccioli biondi. Cose da riviste di moda maschile, nulla di equiparabile alla realtà, perché costui è l'incarnzazione della bellezza. Se fossi uomo, diventerei gay all'istante.
-Ao...- la mia mente abbagliata cripta male un "ciao" alla mia bocca. Ora sì che sembro ritardata.
-Ehm...sorry, sprechen Sie Deutsch?-
-Eh??-
-What language do you speak?-
Cos'è, Google Traduttore in persona?
-Italian...cioè, italiano.- è la mia cretina risposta.
Il tizio ride in un modo letteralmente sconvolgente, mostrando il suo perfetto arco dentale. Oltre alla risata sexy, ha anche un cervello multi-language...deve avere dei poteri paranormali.
-Ah, ok...- ridacchia:-Ti hanno rubato il marsupio.-
E me lo dici così su due piedi? Cioè, fisico da urlo, fa lo sborone in tedesco, ma tatto zero! Ci sono notizie che vanno date con certo savoir faire (non è l'unico a destreggiarsi in altre lingue), in modo che il ricevente possa assimilarle al meglio, che i loro effetti non si ripercuotano nella sua vita futura.
Un attimo...che cosa ha detto???
-Eh?- ormai mi rivolgo a lui come un cavernicolo.
Il bello indica Giosuè e la nonnina già lontani lungo la battigia:-Il piccolo ti ha sfilato il marsupio prima di scappare. Mi spiace non essere riuscito a fermarlo, ma vedrai che un giorno ti restituirà ciò che è tuo.-
Lo guardo per un istante con un sopracciglio alzato, prima di esplodere di rabbia:-Merdaccia! Quel nano impersonificava satana, lo sapevo! Lo sapevo, mannaggia! Che gli potesse piovere un'incudine in testa!-
-Ehi, non te la prendere così...-
-Muoriiiiiiiiiiiiiiii!!!!- gli urlo dietro, ignorando completamente il bello.
-Ti prego, non perdere la calma.-
-Bambino pezzente! Tu e quella vecchiaccia befana babbiosa!-
-Gioia, basta!-
Mi immobilizzo all'istante, fissando quel tizio direttamente nelle pozze azzurrine con la bocca aperta.
-Come...fai...a...?- la prima pseudo-frase civile rivolta a un pseudo-indovino.
Lui indica col mento il mio collo:-La collana, è scritto lì.-
Che idiota. E' quasi un anno che porto il mio nome al collo e mi domando come faccia la gente a imbroccarci sempre.
-Già...sei un buon osservatore.- me ne esco, godendomi la personale figura di merda.
Lui invece sembra divertito e sempre sorridendo mi accenna al bar della spiaggia:-Ti va di fare colazione, Gioia?-
Lo seguo senza la minima traccia di titubanza e mi godo lo spettacolo del suo didietro che si muove sul sottofondo delle onde, ben coperto da un paio di pantaloni lunghi. Ora che lo osservo, noto anche che porta una maglia a maniche corte; piuttosto inusuale da queste parti, no? Forse è un tipo freddoloso...
Ordiniamo (mangerei anche un bue obeso in questo momento) e ci accomodiamo a un tavolino illuminato dal sole.
-Allora, Gioia...che c'era di così importante in quel marsupio?- Mister Mozzafiato adora rigirare il coltello nella piaga.
-Dieci euro, un pacchetto di Daygum senza zucchero, occhiali da sole comprati da un marocchino l'anno scorso e cibo per la sopravvivenza alla corsetta mattutina.- spiattello così tutta la mia proprietà privata.
-Interessante.- sorride, mentre sorseggia del tè non zuccherato.
-E...con chi ho il piacere di conversare questa mattina?- domando dopo aver verificato l'esistenza di collane rivelatrici.
-Pietro.- mi porge la mano cordialmente.
-Gioia.- ripeto stringendola e riconfermando il fatto che sia piacevolmente calda.
-E' veramente un nome bellissimo il tuo.- dice, sorridente (ed ecco che la temperatura aumenta di botto con conseguente surriscaldamento personale ed evaporazione della parte intelligente di me).
-Davvero?- ecco, appunto.
-Davvero. Avere il nome di un sentimento è un dono importante.-
Adoro le sue argomentazioni!
Il suo cellulare squilla e lo ammiro svolgere l'azione quotidiana di rispondere e rimirare l'orologio, scusandosi con il mittente della chiamata per il ritardo.
-Oh, è già ora che vada.- mi informa, dispiaciuto:-E' stato un piacere conoscerti, Gioia, spero che avremo un'occasione per incontrarci ancora.-
-Ordo.- è il mio "d'accordo", mentre Pietro mi bacia entrambe le guance come fanno i francesi ogni volta che si incontrano.

-Andiamo, Gioia, che cosa ti prende?- domanda Anna spiando all'interno del suo bikini nella speranza di trovare segni d'abbronzatura:-E' tutta la mattina che fai l'autistica.-
-Anna, per piacere, non offendere gli autistici.- ribatte Paolo ritornando grondante dall'acqua.
E' vero, da quando sono tornata dalla mia "corsetta tonica" mi sono accollata al branco di amici senza far notare la mia presenza. Strascicavo i piedi sbavando davanti all'ologramma di Pietro creato dal mio cervello e ora continuo la mia attività sorseggiando una granita alla menta, spalmata sul lettino. Credo anche di avere lo sguardo sognante e le palpebre a mezza via.
-Gioia, fa in tempo a crescere una pianta di menta in quel bicchiere, se continui a bere così appassionatamente.- mi fa notare Luca, mentre mi sfila dalla bocca la cannuccia penzolante.
-Ehi, stavo bevendo!- mi lamento.
-E' dissetante l'aria?- mi prende in giro Paolo, scrollandosi di dosso l'acqua come i cani.
-Parla quello che si asciuga come un epilettico.- mi dà man forte Anna, optando per la rimozione delle spalline dal reggiseno.
-Anna, per piacere, non offendere gli epilettici.- ribatto.
Paolo ruzzola sulla sabbia per fare il deficiente, mentre Anna e Luca si nascondono dietro il parasole del lettino sostenendo di non conoscerlo.
-Ok, amici, voglio essere sincera con voi.- sospiro mettendomi a gambe incrociate davanti a loro:-Ho conosciuto un ragazzo.-
Anna afferra immediatamente e prende a saltellare e battere le mani, eccitata. Le soap opera che si spara dalle due di pomeriggio l'hanno danneggiata psicologicamente.
Luca mi chiede quale sia il suo nome, probabilmente lo conosce. Ha la mania del "ah sì, ne ho sentito parlare".
Paolo invece mi ignora continuando a ruzzolare.
-Si chiama Pietro ed è il figlio di Venere, è davvero...-
-Figo?- propone Anna con le mani giunte sotto il mento.
-Ma...Venere, la sorella del propietario del Bagno Conchiglia?- s'informa Luca, interessato.
-No, idiota, Venere la dea della bellezza.- rispondo, rassegnata.
-Ah, la conosco?-
-Mio Dio...-
-Dai dai, descrivilo!- mi incita Anna pronta all'identikit. Mi domando come abbia fatto ad accettare di passare un mese assieme a persone del genere.
-Un classico fisico da bagnino, biondo, occhi azzurri...-
-Cicciobello Bua con qualche anno in più, insomma.- commenta srafottente Paolo, mentre si degna di sedersi accanto a noi, pieno di sabbia come un maiale con il fango.
-Ah, ho capito! Pietro il bagnino del Bagno Riviera!- esclama Luca.
-Piantala Lù! E' un tizio mai visto a Solferina...di sicuro me ne sarei accorta anni fa!-
-Uuuh, un super modello che si degna di questo cesso di villaggio sull'acqua.- Paolo questa mattina è davvero irritante.
-E' un ragazzo molto alla mano e mi ha chiesto di rivederci.- lo difendo.
-Oh mio Dio, Gioia! Hai fatto colpo!- nemmeno mia madre usa più quest'espressione, ma Anna è davvero euforica.
-Boom! Colpito e affondato.- scherza Paolo.
-Senti, Mister Scetticismo, puoi chiudere quella bocca e accettare il fatto che una specie di dio mi abbia rivolto la parola?- lo zittisco, fiera.
-Orgoglio femminile in azione.- ribatte, alzandosi:-Me ne vado, non è argomento di mia competenza. E...per quanto riguarda il dio, portagli i miei ossequi quando vi "rivedrete".-
-Fottiti.-

Non passa ora che io abbia bisogno di "sgranchirmi le gambe" lungo la riva, scortata da una pimpante Anna che sembra fatta di qualcosa di davvero potente. Per tutta la giornata non ha fatto altro che immaginare un prossimo futuro di lei che fa da testimone al mio matrimonio prima e da babysitter ai miei figli perfetti dopo.
-Avrai una bambina con gli occhi azzurri e i capelli scuri e un bambino con gli occhi scuri e i capelli biondi.-
-Sai anche come si chiamerà il mio cane?-
-Magari Orlando Bloom, sarebbe così figo chiamare un cagnetto così!-
Del misterioso Pietro neanche l'ombra, non potrei essere più disperata. Mentre ritorno silenziosamente a casa, trainando il borsone pieno di asciugamani bagnati, ripenso alla sua risata sexy e a quelle labbra sempre più baciabili. Chiedergli di scambiarsi il numero di telefono sarebbe stata una mossa troppo intelligente da parte mia.

E così il mattino seguente alle 6.10 ho già gli occhi sbarrati.
L'Himalaya sopra la sveglia è stato rimosso (spiacente per Reinhold Messner, che era quasi arrivato alla cima) e io sono scattante come se avessi dormito tutta la notte, cosa che non è successa a causa dei miei turbati pensieri, dei lancinanti lamenti di Anna per le spalle abrustolite e delle prediche di Paolo e Luca a causa del vicino mattiniero un po' alticcio che andava cantando a squarciagola brani di decenni fa.
Questa volta non uscirò di casa vestita come un incrocio tra un arancio e un pisello, infatti ho accuratamente scelto una canotta a righe bianche e blu, una candida gonnellina dai bordi in pizzo e una borsetta con allarme anti-scippo. Ok, quello è ancora da ultimare, però ho lo spray al peperoncino a portata di mano. E non mi interessa se dovrò uccidere bambini.
Determinata, raggiungo (camminando) la spettacolare entrata del Bagno Culinudi (ci sono un paio di brasiliane in cartone ad accogliere i bagnanti) inondata di una pallida luce e lo vedo da lontano. Cioè, lui c'è. Capite? Pietro c'è! Pietro c'èèèè!
Sta seduto sul bagnasciuga con le ginocchia rannicchiate al petto e i piedi solleticati dalle onde e io potrei fare un colpo apoplettico solo per il fatto che stia respirando a pochi metri da me. Non mi sono mai innamorata di un ragazzo solo per il fatto che fosse bello.
Ok, grande cazzata.
-Ciao!- lo saluto sedendomi accanto a lui e piombandogli addosso di soppiatto come un maniaco inseguitore farebbe con la sua vittima.
Sembra sorpreso nel vedermi, ma il suo viso si apre in un sorriso cordiale:-Buongiorno, Gioia.-
Ora che il suo sorriso mi illumina è giorno.
-Il tuo posticino preferito, eh?- gli chiedo godendomi il profilo geometrico del suo naso.
-Mi piace...è un buon punto in cui riflettere solo con il rumore delle onde.- che poeta.
-Non volevo disturbare.- come no!
-Figurati, anzi sei vuoi potremmo...- sì???
-...riflettere insieme.-
Eccitante.
In un religioso silenzio stiamo a contemplare il sole nascente, l'uno accanto all'altra mentre il mio corpo si avvicina (inspiegabilmente) sempre di più al suo. Non che sia un passatempo disprezzabile, però sapete com'è...avrebbe molto più senso, se magari interagissimo.
-Di', ehm...Pietro, ti va di fare un bagno?-
-Cosa?-
-Sai, per...purificare il pensiero.- dato che lui è così profondo, cerco di esserlo anch'io. Anche se sembro solo una pervertita che importuna la gente colta.
Difatti mi scruta con un sorrisetto carico di presa per il culo:-Certo, se ti fa sentire meglio...-
Deve sicuramente pensare che io abbia vissuto un trauma infantile.
Pur di nascondere la mia faccia imbarazzata, corro in acqua, bagnandomi i piedi e sentendo subito il beneficio del fresco:-Coraggio, vieni!-
Lui mi guarda ancora un po' dubbioso, poi si alza e si unisce a me.
-Che fai, entri vestito?- è bardato come un esquimese e non si preoccupa di togliersi nemmeno la maglia. Poi dicono che le donne siano incomprensibili.
-Meglio così.- sorride schizzandomi.
-Ehi, non vale!- in un film hollywoodiano sarebbe una specie di dichiarazione d'amore, ma non la interpreterò così, solo perché sono una ragazza con i piedi per terra. Ok, attualmente sono in acqua, ma per la maggior parte delle occasioni sono molto ragionevole.
...perché suona come un'altra stronzata?
Nemmeno due minuti e siamo già entrambi inzuppati fino alla testa; i suoi ricci definiti (neanche Yuko Yamashita riuscirebbe a stirarli) cadono gocciolanti sulla sua ampia fronte e il suo sorriso cerchiato da piccole gocce è ancora più sexy. Se non fosse perché lo conosco da appena due giorni, lo assalirei soffocandolo di baci. E probabilmente dovrebbero staccarmi a forza.
-Hai freddo?- mi chiede molto premurosamente, circondando le mie spalle con un braccio. 
Ci sono ventisei gradi all'ombra e mi chiede se ho freddo. E' messo bene anche lui, allora.
-...o...- perché divento analfabeta quando Egli mi parla a distanza ravvicinata?
-Facciamoci una passeggiata.- propone.
Senza smuovere il suo arto dalle mie spalle, ci incamminiamo verso la diga, sgambettando felicemente nell'acqua, come farebbe Heidi per i pascoli. Mi sento così su di giri!
-Allora, Gioia...che cosa studi?- mi chiede Pietro.
-Mi sono appena dimplomata allo scientifico e ora vorrei iniziare medicina all'università.-
-Wow!- non so se sia vero entusiasmo o se mi stia assecondando perché ormai ha capito che sono una pazza sregolata e nessun sano di mente verrebe a curarsi da me.
-E tu?- cerco di cambiare soggetto, sentendomi tremendamente sfigata.
-Beh, all'inizio avevo scelto di specializzarmi in lingue europee, ma poi come avrai intuito ho dovuto cambiare strada.-
-Sì, l'avevo intuito.-
 Intuito cosa?
-Sai, sono stato costretto a studiare teologia, ma alla fine ho saputo apprezzare anche quella.- non ho la minima idea di cosa stia dicendo, forse mi sono persa qualcosa per strada...
-Comunque,- dice sorridendo:-Sono molto orgoglioso di essere venuto qui, quest'estate. Se sai un po' di tedesco, incontri gente davvero positiva.-
-Puoi dirlo forte!- anche perché non ho mai parlato a un tedesco in tutta la mia vita! -E...cosa sai di tedesco?-
-Beh, ad esempio...Möge der Herr
sei mit euch. E' una frase che dico spesso.-
-Che vuol dire?-
-Vuol dire...ah!- Pietro si afferra il piede stringendo i denti per il dolore:-Cavoli!- io avrei già sparato in aria una marea di "cazzo".
-Che succede?- mi preoccupo.
-Qualcosa mi ha punto! Una medusa, presumo.- dice sedendosi sulla sabbia e massaggiandosi.
-Fa vedere.- controllo la pianta del suo piede, striata di rosso.
-Merdaccia!- ecco, come si suol dire...la classe non è acqua:-Ti accompagno all'...no, qui non c'è un ospedale.-
-Tranquilla, mi fido della tua esperienza medica.- sorride nascondendo il fastidio della puntura.
-Beh...- io sarei la prima a non fidarmi di me stessa:-Credo basti un po' di antiustione e una benda. Se vuoi, posso portarti al mio appartamento, lì c'è tutto.-
-Oh no, grazie mille, è già tardissimo per me e non voglio disturbarti. Mi farò venire a prendere all'entrata di questo bagno.- com'è carino!
Lo aiuto a raggiungere il punto fuori dalla spiaggia (il fatto di sostenere il suo doriforico corpo mi crea un certo scompiglio ormonale che non si addice affatto a una ragazza controllata e coscienziosa) e gli lascio il mio numero con la scusa del piede. Falsa e approfittatrice, come non volermi bene?!
-Davvero gentile, Gioia, grazie infinite.-
-E' un piacere.- rispondo:-Quando possiamo vederci ancora?-
Lui si guarda intorno un po' spaesato:-Ehm...stasera alle sei, credo...chiesetta del Bagno Culinudi? Come sempre?-
-Come sempre!- gli faccio l'occhiolino. A dire il vero non l'ho capita molto nemmeno io, però l'importante è che ora ho un appuntamento ufficiale con Mister Meraviglia. Evivva le alzatacce!

-Sei pazza.- è il miserabile responso di Paolo, dopo aver spalancato la porta del bagno mentre mi stavo truccando a regola d'arte per la serata.
-Siamo in due.- ribatto allungando le labbra luccicose di gloss di fronte allo specchio.
-Esci con il dio solo perché è un bello e dannato che conosci da quanto? Ventiquattr'ore?-
-Trentasei.-
Sbuffa sonoramente mentre mi squadra ancora sull'uscio:-Attenta alle zanzare, potrebbero cadere nel burrone che hai come scollatura.-
-Attento all'umorismo, potresti uccidere.-
Anna e Luca mi scortano fino alla porta riempiendomi di suggerimenti completamente inutili.
-Ricordati di stare alla sua destra, così vedrà il tuo profilo sinistro, che è trecento volte meglio dell'altro.- mi redarguisce Anna sistemandomi un ciuffo della frangia.
-Se usa i preservativi blu, è chiaro che sei solo una notte, se invece sono trasparenti, ti vuole per sempre.- mi informa Luca, pratico del mestiere.
-Sì, certo...se avrò dubbi, vi farò un colpo di telefono.- li liquido andandomene il più veloce possibile.

Pietro è in ritardo. Clamoroso ritardo di ben 45 minuti.
Voglio dire...il galateo impone solo 15 minuti d'attesa e io sono qui davanti alla chiesa a fare la bella statuina da ben 45 minuti. Quando avremo una vita coniugale gliela farò pagare.
La folla di gente in bermuda esce in questo momento dalla messa per tornare all'alloggio e preparare la cena. Praticamente c'è un 89% di nonnette allergiche al sole e abbonate alla celebrazione eucaristica quotidiana, un 10% di bambini costretti dalle rispettive nonnette a partecipare per reggere loro la borsetta durante la Comunione e il restante 1% di gente apparentemente normale.
Sì, perché tra gli ultra-ottantenni che fanno comunella commentando il salmo di oggi scorgo la figura di una bellissima ragazza dai tratti siberiani che ascolta passivamente. Al suo posto sarei ancora sotto al sole a cercare di rendere la mia pelle meno lattea.
Ad un tratto i suoi occhi di ghiaccio si staccano dalla combriccola e si posano su un punto alle mie spalle, da cui proviene nientepopodimenoché...
-Pietro!- esclama con il suo accento spigoloso, correndo verso di lui.
-Dana!- s'illumina lui, avvolgendola in un abbraccio molto, fin troppo direi, significativo.
Mi metto a braccia incrociate osservando scetticamente l'obbrobrioso siparietto.
-Da quanto tempo!-
-Credevo non vedere te per tre mesi!-
-Frequenti anche tu questa località?-
-No, faccio badante a signora!-
-Come va a casa?-
-Ehm...scusate?- mi intrometto spudoratamente, rivolgendomi a Stanislava, qui:-Sono contenta che vi siate ritrovati, ma festeggerete più tardi, ok?-
-E tu.- ora guardo colui che mi ha ignorata per tutto questo tempo:-Ti posso parlare o devo aspettare altri tre quarti d'ora?-
-Ciao Gioia!- mi sorride come se niente fosse:-Non mi ero accorto che ci fossi.-
Ma va?
Un occhio di falco, proprio...
Lo afferro per il braccio e lo traino fino al retro della chiesa, ignorando il fatto che sia vestito come un damerino, neanche fosse un appuntamento galante.
-Chi è quella?- ringhio in direzione della siberiana.
-Oh, si chiama Dana e viene da San Pietroburgo, è davvero una cara ragazza, piena di forza di volontà e pregi.-
E io chi sono? 'Sto cazzo?
-Davvero un tesoro.- commento sarcastica:-Certo, presentarsi in ritardo e poi correre da un'altra è il miglior modo per dare inizio alla serata!-
Mi guarda storto con quelle pozzanghere colpite dai riflessi dello stanco sole e mi fa sentire una specie di sputa-cazzate. Il suo sguardo intenso ha il potere di incantare con l'innocenza che cela, ma se questo è uno di quei tipi stronzi, non mi farò abbindolare!
-Io non sono in ritardo...mi aspettavo di vederti dentro.- accenna alla chiesa con fare innocente e confuso.
-E invece hai trovato Svetlana senza rispondere a nemmeno uno dei miei cinque messaggi! Ma guarda che fortuna!-
-Non si chiama Svetlana, ma Dana. E comunque non posso usare il cellulare, mi sembra più che logico.-
Oh mio Dio, questa è la scusa più patetica che abbia mai sentito:-Te l'hanno sequestrato? Hai speso tutti i soldi per messaggiare segretamente con Svetoslava?-
-Dana.-
-Non me ne frega una cippa di come si chiami la tua fidanzata russa, Pietro!-
I suoi zaffiri si sgranano in un'espressione sconvolta:-Che cosa? Fidanzata??-
Amante, morosa, prostituta, chiamala come ti pare!
-Io non posso essere fidanzato, Gioia...sono sposato!-
-Ma allora sei proprio un porco!- senza alcun controllo, gli mollo una sberla in faccia. Una sonora, meritata sberla di fronte a tutti. Non ci posso credere, Mister Ti-hanno-rubato-il-marsupio è uno schifosissimo infedele! Illude due ragazze e poi se ne esce con il matrimonio!
La combriccola di arzilli bagnanti ci guarda con occhi "modalità spettatore di telenovelas" e le dentiere a rischio caduta per lo stupore.
Il volto di Pietro si dipinge di un bordeaux-vergogna che in questo momento non ha prezzo. Ben gli sta, meschino marito traditore, illusore da quattro soldi, palestrato non più in commercio che cerca di svendersi alle donne con adorabili sguardi languidi e pensieri filosofici. Ha!
-Gioia...- lo spudorato è passato addirittura al contatto fisico, prendendomi le spalle e guardandomi dritto negli occhi, costernato e frustrato:-Io sono sposato con Dio! Per tutti i santi del Paradiso, sono un prete!-
Gelo.
Morsa di panico e immediata consapevolezza di una enorme, colossale figura di merda.
Io, qui fisicamente presente Gioa, mi sono innamorata di un prete. Ho detto "merdaccia" in presenza di un prete, ho augurato la morte di un bambino davanti a un prete, ho pensato che le labbra bagnate di un prete fossero sexy, ho schiaffeggiato un prete, ho fatto l'occhiolino a un prete e quel che è peggio è che ho appena scoperto che fosse un prete.
Era troppo bello per essere vero; io, sfigata in un posto ancora più sfigato, a vivere una storia d'amore con il più meravigliosamente dolce e bel ragazzo di tutti i tempi.
I vecchi e Vladislava cominciano a ridacchiare verso di me, strafottenti alla massima potenza con una povera illusa del genere, mentre Pietro -ah, mi correggo: don Pietro- mi guarda dalla sua altezza con la pietà negli occhi e un abbozzo di sorriso sdrammatizzatore sulle sue labbra sexy.
-Credevo lo sapessi, Gioia, sono il nuovo parroco di questa chiesetta durante l'estate, non pensavo ti fossi...ehm...-
-Non dirlo.- lo fermo trattenendomi dallo scoppiare in una crisi isterica davanti alla casa del Signore.
-D'accordo, mi dispiace, se posso fare qualcosa, io...-
-Niente, lascia...- mando giù il nodo di mortificazione che mi impedisce di parlare:-Lascia stare.- e corro via, più lontano possibile dal nuovo spezzacuori santificato di Solferina.

Ormai sono un mare di lacrime.
Più guardo il mare, più piango, proprio come davanti a Titanic. Più guardo Di Caprio, più piango.
Ci sono solo io, seduta sulla riva del Bagno Culinudi (che nome di merda), dove qualche ora fa ero seduta assieme a Pietro...don Pietro.
Che situazione del cavolo, solo una come me poteva infischiarcisi. Come ho potuto non interpretare i suoi strani comportamenti? La riflessione all'alba, la messa delle 8 che lo costringeva ad andarsene in fretta e furia, i vestiti lunghi per il pudore, lo studio della teologia, la messa dalle 18 alle 18.45, spiegazione del "ritardo" e quella cosa in tedesco...sicuramente aveva un significato sacro. Che razza di deficiente. Sicuramente dovrò confessarmi fino al giorno della mia morte dopo aver combinato tutto questo casino.
Che poi alla fine è stata tutta colpa di Giosuè.
-Grazie Dio!- urlo rivolgendo le mie lacrime al Cielo:-Era il marmocchio il segno che mi avrebbe portato dal principe azzurro? Eh?? Bel principe, ottima scelta, davvero! Tu sì che hai un vero senso dell'humor!-
Affondo la testa tra le mie braccia, arrabbiata con me stessa e con Dio, per avermi giocato quest'orribile scherzo. E piango ancora.
Anna sarà delusa di non poter fare da madrina ai figli che aveva predetto per il mio futuro, Luca si ricorderà per sempre di Pietro come del "prete di cui ti sei innamorata nel 2011? Ahah, come non conoscerlo!" e Paolo mi dirà un secco e orgoglioso "te l'avevo detto".
-Te l'avevo detto.- il sopracitato dà voce ai miei pensieri comparendo accanto a me.
-Vattene via, non ho bisogno di un coltello che si rigiri dentro la ferita.- una regina del melodramma non sarebbe sembrata più offesa.
Non dice nulla, ma si siede di lato a me a contemplare in silenzio i riflessi arancio sulle increspature del mare. Questa visione mi ricorda ancora di più quella di questa mattina e ricomincio a singhiozzare senza ritegno, anche se sono davanti a un ragazzo. Nell'arco di tempo che va dall'alba al tramonto mi sono completamente rovinata un'estate.
-Il livello del mare si sta alzando. Farai venire l'alta marea.- commenta poi Paolo, strafottente fino all'osso.
-Avevo chiesto che te ne andassi. Perché non lo fai?-
-Perché se annegassi nelle lacrime, sarei qui per salvarti.-
Roteo gli occhi per il suo scadente umorismo:-Credo che il peso della tua stronzaggine trascinerebbe entrambi sul fondo.-
Sorride come un bimbo che si diverte a torturare il suo animaletto:-Dimentichi l'enorme bolla d'aria al posto del tuo cervello, sicuramente ci porterebbe a galla.-
-Ma fottiti!-
Un emerito idiota, non c'è che dire.
-Perlomeno non hai pensato a padre Pietro per qualche secondo, no?- mi fa notare Paolo disegnando sulla sabbia una P e una G, contornate di cuoricini.
-Sei davvero meschino, però hai ragione.- mi arrendo osservando quelle iniziali con rimpianto:-Come hai fatto a sapere di lui e beh...quella storia?-
-Erano tre ore che stavi fuori e non avevi ancora aggiornato Anna, mentre di solito non passa nemmeno un'ora per la telecronaca.- spiega come farebbe la Fletcher per smascherare un omicida:-Così ci siamo preoccupati e siamo usciti a cercarti. Gli altri sono andati verso il centro, mentre io mi sono portato alla chiesetta. Lì ho trovato un subbuglio incredibile, credo ci fosse persino qualche inviato del Gazzettino e...non ci ho messo molto a capire cosa fosse successo. Alla fine non era propriamente un Dio...in un certo senso, era Dio.-
Bene, ora la mia cazzata sarà motivo di pubblica derisione, magari tra qualche mese uscirà un romanzo e tempo un anno e sarò al cinema in 3D.
-Come sapevi che ero qui?- gli chiedo, mentre mi immagino intrepretata da una sensuale Angelina Jolie oppure una dinamica Julia Roberts.
-Ti conosco. Essendo masochista, avresti potuto essere solamente nel posto in cui vi siete conosciuti.-
Mi scappa un gemito di disperazione e nostalgia:-Sono un'esimia cretina, Paolo, come ho fatto a innamorarmi di un prete senza capire che lo fosse?-
-Mmm...- si gira verso di me e mi guarda per la prima volta con un'espressione seria:-Innamorarsi non è un reato, Gioia. Solo che a volte ti capita con le persone più imprevedibili della Terra e...sai, non puoi farci niente perché quando ti senti bene con loro, non ti fai tutti questi problemi, non ti interessa scovare i loro segreti...ti basta starci accanto e vederli sorridere.-
Anch'io per la prima volta sorrido, sollevata dalle sue parole:-Beh, beccare un parroco è davvero da idioti.-
-Anche gli idioti si innamorano.- ribatte stringendosi nelle spalle e sorridendo.
-E quindi tu di chi sei innamorato?-
-Di un'idiota.-
-Tipo?-
-Non lo so...tipo te.-
-Mi stai dando dell'idiota?!?-
-No, ti sto dicendo che ti amo, idiota.-
Ci guardiamo negli occhi entrambi un po' sorpresi, il mare che ci fa da sfondo e un sorriso davvero ebete che spunta sulle nostre facce.
-Hai finito di fare l'idrante?- sussurra Paolo, asciugando le lacrime sul mio viso con un dito:-Perché non mi voglio bagnare quando ti bacerò.-
-E chi ti dice che io mi farò baciare?-
-Me lo sento, sai...don Pietro è il segno che Dio ci vuole insieme e niente è meglio di un bacio da un figo come me dopo essere stata scaricata. So che lo vuoi.-
-Scusa, che hai detto del segno di Dio?-
-Cazzata momentanea. Che importa adesso?- mi prende il viso tra le mani e togliendomi letteralmente il fiato, mi bacia.
Ok, ho cambiato idea. Dall'alba al tramonto la mia estate si è trasformata nella più romantica che potessi sperare.
Non c'è prete che cambierei con Paolo, il mio stronzissimo migliore amico, che non sa una parola di tedesco, è un pessimo filosofo e pensa che la teologia sia una posa del kamasutra.
Le sue labbra sulle mie sono un'esplosione da tachicardia, con tanto di cappello, ed è da lui che Dio mi voleva portare, non attraverso Giosuè, ma servendosi del suo inviato speciale, Pietro.
Non importa la mia colossale figura di merda e quello che ho passato per capire chi amassi veramente; il giorno più bello della mia vita è oggi, 29 giugno 2011.
Santi Pietro e Paolo.


Ed eccomi di nuovo! Chi non muore si rivede, eh? XD
Questa scellerata idea mi è balenata alla mente giusto qualche giorno fa, mentre mi ponevo l'amletica questione:"Ma se una ragazza s'innamorasse di un prete...?".
E fu così che la sottoscritta scrisse il papiro qui sopra.
Inizialmente pensavo di non pubblicarlo nell'eventualità che il mio parroco avesse finalmente una prova concreta per darmi dell'eretica, ma poi ho trovato quest'allettante proposta del concorso (tra l'altro è il primo a cui prenderei parte...e se il buongiorno si vede dal mattino...) e non ho potuto resitere.
Eccoci qua, pubblicato.
Ora, se mi faceste il grande piacere di dirmi qualcosa o semplicemente pregare per me, ne sarei davvero grata.
No, a parte gli scherzi, vorrei davvero avere un'opinione sull'operato che, anche se non sembra, ho scritto con tanto amore e particolare attenzione.
Pensate sia abbastanza originale? Vi sono piaciuti i personaggi? Vi siete mai innamorati di un parroco?
Questo ed altro su "Rubrica Amore Santo"...scherzo.
Spero di riuscire a combinare qualcosa in questo concorso! Per ora aspetto e naturalmente...prego!
Buona estate a tutti!

Daffy

P.S.: Un grazie specialissimo a
 PiccoloKoala per la sua fantastica immagine e per quelle fornite per Io e te è grammaticalmente scorretto






   
 
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