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Autore: Tabita    23/03/2006    14 recensioni
Ronald Weasley amava due cose nella vita. Una era il gelato variegato fragola-limone. L'altra Hermione Granger. Non potendo avere la seconda aveva dovuto ripiegare sul gelato. ********Immaginate due persone che si amano, ma continuano a litigare. Immaginate chili di gelato mangiati per trovare conforto. E immaginate che alla fine il gelato dia un aiutino al destino... Commmentate e siate sinceri!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ronald Weasley adorava due cose nella vita

Dopotutto è solo gelato

 

1

 

 

Ronald Weasley amava due cose nella vita. Una era il gelato variegato fragola-limone. L’altra Hermione Granger. Non potendo avere la seconda, aveva dovuto ripiegare sul gelato.

 

“Che poi si assomigliano” pensò il ragazzo mentre raschiava accuratamente il lato destro del barattolo: anche Hermione, come la fragola, sa essere dolce, ma ecco che entra in scena il limone con la sua asprezza, che ti fa strizzare gli occhi, ma che rende tutto più stuzzicante e infinitamente più difficile.

 

In effetti questo si potrebbe definire un gelato-Hermione.

 

Ron sorrise fugacemente al pensiero della faccia scandalizzata della ragazza se fosse venuta a sapere di essere stata paragonata ad un gelato. Ma era inutile pensarci, perché lei non gli avrebbe mai più parlato…

 

Meglio dedicarsi al gelato. Ne assaporò una cucchiaiata: esiste qualcosa di più celestiale su tutta la terra?

 

Aveva sempre adorato l’abbinamento fragola-limone, fin da quando era bambino. Era capace di sbafarsene quantità industriali, specialmente quando era giù. Ma lui adesso non era giù, proprio per niente. Che cosa gli importava di… di… oh, della cazzata più enorme che aveva fatto in vita sua? Nulla. Perché, alla fine, si può vivere anche senza Hermione, no?

 

Forse avrebbe dovuto ritirare il gelato: quando la mamma lo avrebbe scoperto (perché lo avrebbe scoperto senz’altro), sarebbero stati guai. In teoria a Ron era stato vietato di mangiare gelato fragola-limone dall’età di 9 anni, quando aveva fatto indigestione.

 

Ma quella era un’altra storia.

 

Era cresciuto da allora. Sapeva benissimo controllarsi.

 

Ma era così buono! Dopotutto è solo gelato… E poi ad Hogwarts non lo servivano mai… senza contare che se lo meritava. Un’altra cucchiaiata non lo avrebbe sicuramente ucciso…

 

-Ron!!! Ancora???-

Come una furia sua sorella Ginny entrò in cucina. Preso alla sprovvista, il ragazzo ingurgitò immediatamente l’enorme cucchiaiata, cercando allo stesso tempo di nascondere il barattolo.

 

Anhosa, hofa?- Il dolce gli aveva completamente congelato non solo la lingua, ma anche labbra, denti, palato e esofago.

 

-È inutile che fai il finto tonto, tanto ho visto il barattolo!-

 

-Che c’è di male nel mangiare un po’ di gelato?- la lingua dopotutto non sembrava aver riportato danni irreparabili.

 

-Quello, Ron, non è “un po’ di gelato”: sei a casa da quattro giorni e hai già divorato tre barattoli!!-

 

-Tre no di sicuro! Al massimo uno e mezzo!-

 

-No, sono tre: li ho contati. Anzi, con quello fanno tre e mezzo-

 

-Da quando ti frega quanto gelato mangio??- gridò Ron, che, quando sapeva di avere torto, diventava aggressivo, cioè praticamente ogni volta che parlava con Hermione

 

Ginny ignorò completamente l’ultima domanda, si sedette di fronte al fratello rivolgendogli un’occhiata talmente penetrante da ricordare la signora Weasley: -Ron, che c’è che non va?-

 

-Niente, sto benissimo- farfugliò il ragazzo mentre sentiva le orecchie infiammarsi

 

-No che non stai bene. L’ultima volta che eri conciato così avevi 9 anni e i gemelli ti avevano reso lo zimbello di tutta la scuola. La mamma ti ha trovato verde come l’erba dopo ore in soffitta attorniato da barattoli di gelato. Hai passato il resto della giornata vomitando…-

 

-Non è andata proprio così…- mugugnò Ron, pensando che in realtà era andata proprio così, ma non aveva voglia di ammetterlo davanti alla sorella.

 

-Lo sai che mangiare una tonnellata di fragola-limone non risolverà i tuoi problemi, vero?- domandò pazientemente la sorella, mentre il ragazzo fissava sconsolato le volute rosa e bianche del gelato come se ci si volesse affogare dentro.

Odiava Ginny quando faceva così. La odiava perché capiva esattamente quello che gli passava per la testa. E soprattutto perché aveva ragione.

 

-Che ne dici di andare a stare per un po’ da Fred e George a Londra? Li puoi aiutare a mettere a posto il negozio di scherzi e magari ti tiri un po’ su!-

 

-Mmmpf- La depressione gli concesse di articolare solo questo. Però era un’idea… Forse gli avrebbe fatto bene cambiare ambiente…

 

-Su, adesso lo mettiamo via, eh?- propose la ragazza come se stesse parlando ad un bambino di tre anni e proprio come un bimbo, Ron fece sì con la testa, tenendo gli occhi bassi.

 

Fantastico… ora non solo si sentiva uno schifo, ma non aveva neanche più il gelato per consolarsi. I suoi pensieri ritornarono invariabilmente a Hermione, a come avrebbe potuto evitare tutto questo se solo avesse riflettuto un attimo, se solo non fosse stato un idiota…

 

 

********************

 

 

Hermione Granger stava fissando intensamente la sua coppa di variegato all’amarena nella cucina tirata a lucido della sua casa babbana.

 

Era buffo: le bacche rosso scuro erano posizionate in modo da sembrare due occhi e un naso e strisce di sciroppo formavano la bocca e le orecchie di un’ipotetica faccina sulla superficie bianca del gelato al fiordilatte. Se n’era accorta solo adesso.

 

Con quelle orecchie rosa acceso, poi, somigliava un po’ a Ron… Mescolo vigorosamente il gelato in modo che il fiordilatte assumesse una colorazione uniforme rosa carico: “e così è Ron imbarazzato!” pensò la ragazza ridacchiando, ma ad un tratto strinse i denti e il sorriso le scivolò via dal viso: aveva ricordato… ricordato che mai, mai nella vita avrebbe più rivolto la parola a Ronald Weasley.

 

Non dopo quello.

 

Tornò a cercare conforto nel gelato.

Molti non apprezzavano il variegato all’amarena, ma per lei era insostituibile. Forse poteva sembrare un gelato ordinario, senza niente di speciale, poco più del gusto panna. Ma non era così.

 

La sensazione che Hermione amava di più era trovarsi improvvisamente in bocca un’amarena: un’esplosione imprevista di sapore allo stesso tempo asprigno e dolce. Un gelato con delle qualità nascoste, che solo quelli che si degnavano di assaggiarlo scoprivano.

 

“Un po’ come Ron: è un gelato-Ron” non potè far a meno di pensare. Scacciò subito questa idea dalla mente come se fosse una mosca fastidiosa: non voleva abbinare il suo gelato preferito a… a quel… non sapeva neanche come definirlo!

 

E improvvisamente il ricordo del loro ultimo incontro, che aveva tanto cercato di dimenticare, le si presentò vivido e chiaro alla mente.

 

L’ultimo giorno di scuola… Hermione era felice, insolitamente felice per quel periodo, e non sapeva neanche il perché, o meglio, non lo voleva ammettere con se stessa. Aveva deciso di non mettersi la divisa quel giorno, tanto poi l’avrebbe dovuta cambiare sull’espresso di Hogwarts.

 

Era l’occasione perfetta per indossare il primo maglione che fosse riuscita finalmente a sferruzzare. Era bello, o più precisamente a lei piaceva: rosso cupo, un po’ scollato (decisamente più scollato del modello che aveva trovato sul Settimanale della Strega e di qualsiasi cosa avesse mai messo in vita sua… Non era stato progettato per essere così aperto, ma era venuto in quel modo e lei non aveva intenzione di seppellire la sua ultima fatica in un cassetto solo per quello), con un nastro sotto al seno per metterlo in risalto e ampio e comodo nella parte bassa, un po’ troppo a dire il vero:  le si erano allentati alcuni punti.

 

Scese quasi saltellando nella sala comune, dove incontrò Ron, che alla sua vista assunse un’espressione corrucciata: -Che cos’è quella roba?-

 

Hermione ci mise qualche secondo per capire che il ragazzo stava alludendo al suo golf.  -Un maglione. L’ho fatto io- rispose, cercando di reprimere la stizza.

 

-A me sembra più un sacco con un’enorme buco in mezzo-

 

La collera che la ragazza aveva provato a nascondere esplose, ormai come ogni volta in cui parlava con Ron -Mi spieghi qual è il tuo problema?? Non sono fatti tuoi come mi vesto!!-

 

- SCUSAMI SE MI PREOCCUPO SE OGNI SINGOLO RAGAZZO TI GUARDERA’ GIU’ PER LA SCOLLATURA!!-

 

-SEI TROPPO EGOCENTRICO PER PREOCCUPARTI PER QUALCUNO!!E POI ANCHE SE GIRASSI SOLO IN REGGISENO SAREBBERO SOLO FATTI MIEI!!-

 

-FAI PURE! TANTO DI RAGAZZI COME “VICKY” PRONTI AD APPROFITTARE DELL’OCCASIONE  NE E’ PIENO IL MONDO!!!!-

 

-VICTOR E’ IL RAGAZZO PIU’ CARINO CHE IO ABBIA MAI INCONTRATO!!!!! SEI UN IPOCRITA!!!!!!!!!- gridò Hermione, tremando di rabbia. Era stufa marcia di quella situazione, di lui, di tutto.

 

-IO SARO’ UN IPOCRITA, MA TU VAI IN GIRO CONCIATA COME UNA P…- Anche Ron, di solito incapace di controllarsi, sembrò realizzare di aver esagerato

 

Hermione rimase senza parole e senza fiato. Non poteva crederci: era arrivato a questo.  Gli occhi le si riempirono di lacrime di rabbia, ma non voleva mostragli che ci soffriva: si voltò e iniziò a correre.

 

Una voce implorante le giunse da dietro: -Hermione ti prego fermati… Lasciami spiegare!-. Ma non c’era niente da spiegare. Era la fine. Se pensava che lo avrebbe mai perdonato si sbagliava di grosso.

 

La ragazza sospirò e tornò a cercare consolazione nel gelato. Quello che riteneva il suo migliore amico (e forse anche qualcosa di più…) le aveva dato della prostituta. Chiuse gli occhi tentando di calmare la rabbia che le montava dentro. Nessuno, nessuno poteva permettersi, neppure lui.

 

Era ancora assorta in vari progetti di vendetta quando suo padre entrò in cucina: - Ciao Stella. Ma… stai ancora mangiando quel gelato?- domandò titubante: la figlia non era mai stata il tipo di ragazza che si affogava nei dolci. E poi lo zucchero fa male ai denti.

 

Già si prefigurava rabbrividendo le orrende carie che avrebbero rovinato per sempre il sorriso del suo tesoro, quando la ragazza,quasi gli avesse letto nel pensiero, rispose: -Ma no, papà, l’ho comprato ad Hogsmeade: è completamente senza zucchero!-

 

-L’ultima volta che l’ho assaggiato non sembrava…-

 

-Questo perché è magico.- Hermione assunse un tono paziente - Sai, ho letto in “Streghe e cucina” che i maghi hanno inventato il primo gelato senza zucchero già nel…-

 

-Sono sicuro che è interessante, Stella, ma ora devo proprio andare!- la interruppe il padre, stampandole un bacio sulla fronte.

 

Per fortuna aveva funzionato! Ogni volta che nominava un libro il padre scopriva di avere un impegno urgente… Un po’ lo capiva: certe volte si rendeva conto di essere stressante. In realtà aveva comprato il gelato al negozio dietro l’angolo e di sicuro conteneva tutti gli zuccheri possibili. Ma ne aveva bisogno. Doveva tirarsi su.

 

E poi non era il caso di farne una tragedia: dopotutto era solo gelato.

 

Non le piaceva mentire, ma non aveva voglia di discutere con il padre del pericolo che correva lo smalto, peraltro bianchissimo, dei suoi denti. In effetti non aveva voglia di parlare e basta…

 

Suo padre trafelato in cucina: -Stella, quasi mi scordavo! Gli zii ci hanno invitato a Londra nei prossimi giorni. Potremmo stare lì per un po’, ti va?-

 

Hermione ci pensò su: l’istinto di compiangersi per tutte le vacanze estive, divorando chili di gelato, era forte, ma alla fine accettò. Forse un cambiamento di panorama le avrebbe giovato

 

 

 

 

 

 

 

Ciaoo! Spero che questo primo capitolo sia stato di vostro gradimento!!! Mi scuso in anticipo con tutti coloro che stanno aspettando il terzo capitolo di Saggezza Felina, ma mi si è presentata quest’ideuzza alla mente e non ho potuto trattenermi! Mi auguro di aver descritto bene i gusti di gelato e di averli abbinati giustamente ai personaggi… ditemi che ne pensate!

Vedete quella scritta laggiù in fondo? Lasciate un commentino, please!

Bacissimi, Tabita

 

 

 

  
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