Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: _eco    20/07/2011    3 recensioni
001. Count the stars:
Personaggi:baby!Elena/baby!Caroline/baby!Bonnie
"Si è svegliata!", sussurrò Elena, avvicinandosi al finestrino per vedere meglio.
Con le nocche bussò sul vetro.
"Sta bene, signora?", squittì entusiasta.
Isobel scrutò con attenzione quella figurina minuta.Era Elena. L’avrebbe riconosciuta fra mille – grazie alle foto che John le mandava periodicamente."
002. Everywhere:
Personaggi: baby!Elena/Isobel/Elena Gilbert
"Tanti auguri a te", cantò Isobel, poggiando un leggero bacio sulla guancia destra della bambina.
Poi si ritrasse. Elena si era accorta di qualcosa: si stava sfiorando incuriosita la guancia umidiccia. Poi, canti, sorrisi, regali, auguri inghiottirono le sue curiosità e il sorriso spensierato ritornò a far capolino sul viso.
003. Who cried?
Personaggi: Elena/Isobel
"Queste", mormorò Isobel, chinando il capo verso la lapide, sfiorando col naso la superficie ghiacciata,"ve le manda una bambina, pardon, una donna, - si corresse sorridendo - che non ha la mamma. Anzi, ne ha due. Ma nessuna di loro è vicina a lei, per prendersene cura, coccolarla, consigliarla. Che vigliacche queste madri, non è così?", chiese la donna, in un tono più che altro affermativo.
Incrociò le gambe sul terreno, tralasciando il fatto che i jeans le si impregnarono di terriccio infangato.

Buona lettura e...recensite in molti! =)
_Lullaby_
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elena Gilbert, Isobel Flemming
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

003. Who cried?





 

Quel giorno, grossi nuvoloni grigi si erano dipinti nel cielo, nascondendo tutto quel poco azzurro che c’era. Pensandoci bene, Isobel, si rese conto che avrebbe potuto camminare senza la sua catenina, se solo avesse voluto.
Chiunque avrebbe detto che fosse una brutta giornata, di quelle che ti mettono di malumore sin dalla mattina, quando apri gli occhi. Ma per Isobel, che del Sole aveva fatto il suo nemico, quella era una delle poche mattinate dove poteva sentirsi libera di non indossare il diamante che ne intrappolava la luce per proteggerla.
Strinse ancora più forte gli steli delle poche rose che aveva acquistato dal fioraio nei paraggi.
<< Sicura di non volere che le incarti? Sono piene di spine >>, aveva chiesto l’uomo mezzo stempiato che vendeva i fiori dall’altro lato della strada.
Isobel aveva scosso debolmente la testa, mandando un sorriso timido all’uomo, che si strinse nelle spalle e rivolse al cielo un’espressione rassegnata, come a constatare che “di gente strana se ne trova al mondo”.
<< Buona giornata, signora >>, l’aveva salutata, porgendole il mazzetto di rose, legate fra loro con un filo di ferro.
<< Signorina >>, lo corresse Isobel, inarcando un sopracciglio e prendendo le rose.
Non le acquistava in quel posto da molto tempo – forse l’ultima volta aveva poco più di diciassette anni. Era una ragazzina col viso da bambina, gli occhi da cerbiatto e il sorriso timido. Nemmeno se quell’uomo ci avesse messo tutto l’impegno possibile, avrebbe riconosciuto quella ragazzina, nella donna stramba e gelida che gli si era presentata quel giorno.
La donna si addentrò con cautela all’interno del cimitero semideserto, reso ancora più grigio e triste dal colore omogeneo delle lapidi rovinate dal tempo. Si avvicinò ad una pietra grigio perla, sulla quale erano stati incollati i nomi di due persone, un uomo e una donna, una mamma e un papà. Le lettere erano di un oro sporco non troppo pregiato, che anni prima i pochi parenti rimasti avevano scelto per il loro prezzo abbordabile.
Tanto erano morti, e il fatto che i loro nomi fossero stati scritti con oro o con plastica non cambiava la realtà. Isobel si chinò sulle ginocchia e cominciò ad accarezzare con la punta delle dita, la liscia lapide grigia. Percorse i contorni delle lettere sghembe – perché sì, erano anche state incollate storte – e un lieve sorriso le morì sulle labbra, prima ancora di nascere del tutto.
Aprì la mano, osservando i graffi che le spine avevano tracciato lungo il palmo, e che lentamente si rimarginavano. Il rosso dei petali era incredibilmente simile a quello vivo del sangue, soffocato dalla pelle nuova.
Fece stendere la prima rosa sulla lapide, osservando come i petali si spiegavano liberi lungo la superficie. Quel rosso, leggermente più scuro in alcuni angoli nascosti, ricordava molto il colore dei capelli di Rose Flemming – la signorina Michigan, prima di sposarsi.
Un’altra rosa si intrecciò a quella già distesa sul marmo. Era per papà, questa volta.
Arthur Flemming sarebbe sicuramente stato entusiasta al pensiero che la sua unica figlia, la sua piccola lucciola – come la chiamava sempre – aveva pensato a lui, stringendo e adagiando quella rosa.
<< Queste >>, mormorò Isobel, chinando il capo verso la lapide, sfiorando col naso la superficie ghiacciata, << ve le manda una bambina, pardon, una donna, - si corresse sorridendo - che non ha la mamma. Anzi, ne ha due. Ma nessuna di loro è vicina a lei, per prendersene cura, coccolarla, consigliarla. Che vigliacche queste madri, non è così? >>, chiese la donna, in un tono più che altro affermativo.
Incrociò le gambe sul terreno, tralasciando il fatto che i jeans le si impregnarono di terriccio infangato.
Fissò lo sguardo al cielo – perché sì, le anime dei morti non si nascondono sotto un cumulo di terra bagnata, ma sorridono dall’alto, anche se il cielo è pieno di nuvole.
<< E pensate un po’ >>, riprese, << una di queste vigliacche, è vostra figlia. Ed è la più vigliacca delle due. Miranda non ha certo scelto di andar via e lasciarla sola. Isobel invece ha fatto questa scelta senza pensarci troppo. Ma poi se n’è pentita, tantissimo. Il tempo, però, non ha pietà. Voi lo sapete bene, mi pare >>, lanciò un sorriso all’immenso cielo che la sovrastava.
Ritornò con lo sguardo fisso a terra, e si accorse che una, due, tre gocce caddero lungo la lapide. Si toccò il viso, come per assicurarsi che non fossero lacrime, quelle. Non riuscì a capirlo, perché viso, corpo, mani e capelli erano totalmente impregnati da gocce di pioggia.
Chi piangeva?, si chiese Isobel.
Io o il cielo?,si domandò.
Non seppe rispondersi, e la domanda finì con non importarle più. Se piangeva anche il cielo con lei, cosa c’era di male ad accompagnarlo?
Il suo destino era segnato. Aveva fatto un accordo. Lei per la vita di sua figlia, e Isobel non poteva non accettare. Avrebbe consegnato Katherine al posto di Elena. Questo sarebbe servito a regalarle qualche giorno di vita in più. Era solo una ragazzina e sicuramente, quei giorni, servivano più a lei che a chiunque altro.
Si voltò, osservando una lapide poco distante. Anch’essa era di un grigio perla, sicuramente meno consumata della prima. Non vi erano lettere, ma delle squallide incisioni che recitavano: Isobel Flemming, il suo nome.
Quella tomba era rimasta vuota per sin troppo tempo, ed era arrivato il momento di colmarla. Il dolore dei pochi familiari che avevano pianto la sua morte era provocato dal nulla più assoluto. Dall’aria rinchiusa tra le quattro mura legnose di una bara.
Desiderava ardentemente che la sua piccola Elena poggiasse una rosa anche su quella lapide, in ricordo di quella madre vigliacca che l’aveva abbandonata così prematuramente.
Isobel era un’umana. Era una ragazza. Una madre. Una vampira, successivamente.
E ora? Ora è una madre che ha deluso sua figlia, e continua a farlo.
Isobel si aggrappa a questo piccolo quadernetto dalla copertina di cuoio, che ha nascosto accanto al diario di una ragazza, proprio dietro la sirena di porcellana, quella orribile, che Elena detesta sin da quando l’ha ricevuta.
 Isobel spera ardentemente che il giorno in cui Elena scoprirà il quadernetto nascosto nella libreria, comincerà a leggerlo, sorridendo magari. Isobel sogna ad occhi aperti una figlia che ingoia anche l’ultima amara delusione che le ha inferto. Perché Isobel sa che non avrà il tempo e la possibilità – forse nemmeno il coraggio – di dire tutte queste cose a sua figlia. Le morirà di davanti, sciogliendo la sua catenina che la protegge dal Sole.
Isobel ha bisogno di essere capita e perdonata dalla sua bambina.
Lei sa che puoi farlo, Elena.
 

 

La mamma

 

Elena è rimasta basita leggendo quelle parole scritte con calligrafia elegante e curata sui fogli ingialliti del quadernetto di cuoio.
Si è precipitata da quel fioraio proprio al margine della strada di fronte al cimitero. Anche lei ha chiesto un bel mazzo di rose variopinte.
<< Sicura? >>, chiede l’uomo che indossa una maglietta giallo sole, che stenta a coprire l’abbondante pancia.
Elena annuisce distratta, afferrando il mazzetto di fiori, e lasciando che le poche spine le graffino le dita.
Non le importa.
Si avvia nel sentiero tracciato dalla moltitudine di lapidi grigiastre. Il Sole batte forte, illuminandole, e filtrando attraverso le folte fronde degli alberi.
Elena la trova subito. Non serve cercare molto. In quel luogo è morta sua madre, proprio davanti a lei, divorata dalle fiamme incandescenti del Sole.
E’ una lapide sobria, con delle lettere sghembe incise sulla pietra, quasi invisibili se non ci presti molta attenzione.
Apre la mano e lascia scivolare il mazzetto di rose sulla pietra. Sorride, beffandosi di sé stessa per aver osato troppo: le sue ferite richiederanno del tempo per rimarginarsi.
<< Queste >>, dice, << te le manda una figlia, che ha imparato a perdonare sua madre >>.


 



 

_Lullaby_'s space: Ehilà! Ma da quanto non l'aggiornavo questa qua? Troppo tempo, e siccome il seguito è pronto da un bel po', ho deciso di chiuderla oggi. Eh già, anche questa minuscola raccolta è finita. Spero che l'idea del vecchio diario di Isobel sia abbastanza originale e non troppo scontata. E che dire? In questi tre capitoli mi sono dilettata nelle frasi finali d'effetto ahah :)
Spero che anche questa vi sia piaciuta.
Ringrazio coloro che mi hanno seguita sin dal primo capitolo: Saruxxa, TheGentle95,TheJust.
Coloro che hanno recensito soltanto il primo capitolo: Joy, Giraffetta e DamonElenaVampire.
Inoltre, un caloroso ringraziamento anche a LikeOMG, che ha commentato il secondo capitolo.
Un abbraccio a tutti gli altri 190 lettori silenziosi.
Grazie di cuore.
Alla prossima,
_Lullaby_

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: _eco