I love… rock ‘n’ roll.
Secondo capitolo. Spero vivamente che vi
piaccia. Giù vi aspettano un po’ di note! ;) Non l’ho fatto apposta, è colpa
delle mani: hanno vita propria. :/
Ps. Recensite? Mi fareste un immenso
favore, davvero. Mi piacerebbe sapere se, secondo voi, sarebbe meglio che mi dessi
all’ippica. :)
Mary.
“Ehi”
più bacio uguale svenimento assicurato.
Così il giovedì, si
era ritrovata in Via Cavour con i suoi amici. Divertendosi -certo- ma l’unica sua vera voglia era vedere Greg.
Al suo arrivo, insieme a due suoi amici: che cosa ci facessero insieme
a lui non ci è dato saperlo, si guardarono, si sorrisero, si abbracciarono e a
lei salì il cuore in gola. Oh, quanto è
bello! Il commento di Celeste.
E, come i migliori sconosciuti, non si parlarono,
si ridivisero le comitive. Camminavano insieme, gomito a gomito, ma ognuno per
le sue.
Ad un certo punto
però la considerò. Nel suo modo così genuino
e stupendo –a detta della ragazza-,
la considerò. E lei si sentì così felice, emozionata e importante,
che quasi gli svenne ai piedi, per un semplice “Ehi.”
Parlarono fitto fitto, sempre più vicini, sempre
più complici e, nel frattempo, arrivarono ai Lungarni. E lì, lui la fermò.
Lei sapeva che era il momento. Quello che aveva aspettato per dieci mesi.
Lui voleva che fosse il momento. Se la ragazza, se Celeste, avesse potuto leggere i suoi
pensieri non penso l’avrebbe baciato.
A lei –ovvio- batteva
il cuore.
A lui –spero-
pesava il cuore.
Lui le si
avvicinò, le sorrise e le sistemò una ciocca che volava grazie alla brezza fluviale dell’Arno.
Lei, durante
questi sette secondi e mezzo, si imbambolò. Gli sorrideva ebete e felice.
Lui si avvicinava
sempre di più e lei… si ricordò le parole dell’amica, sempre la stessa frase in
quei dieci mesi d’amore non corrisposto:
“Ce’ mi dispiace, ma ci sei andata senza nessuna certezza; fossi stata al posto
tuo, non l’avrei fatto!”. L’amica non era cattiva, era realista. Non le era piaciuto vedere la ragazza spezzata da un cotta estiva, non le era piaciuto per
nulla. Le sue frasi, che potrebbero sembrare stronze, superficiali e pissere,
erano dettate semplicemente dalla rabbia, dall’amarezza, dalla tristezza per la
sua amica.
Lei avrebbe voluto
fermarsi, ma lui non si fermava, la sua bellezza incise sulla sua forza
d’animo; ma di più lo fecero le altre parole
dell’amica: “Ce’, carpe diem. Sempre
e comunque.”
E così si buttò, metaforicamente, ovvio.
Incollò le labbra
a quelle del ragazzo, che, stupito, rispose prontamente. La strinse a sé fino a
sentire il prosperoso seno della
ragazza attaccato al suo petto.
Lei era mossa
dall’amore.
Lui non si sa da che cosa.
Ma si baciavano,
senza pensare a nessuno, senza pensare al futuro: solo con il “noi” in mente.
Be’ almeno la ragazza.
Era un bacio casto –all’incirca- , finché il ragazzo
non le toccò il labbro inferiore con la lingua. A quel punto, alla ragazza,
venne spontaneo aprire la bocca, per dare
avvio alle danze.
Erano sul Ponte alla Carraia, fra gli alberelli
che il Sindaco –o chi per lui- aveva
fatto mettere per la Notte Bianca. Con
il profumo dell’Arno nelle narici –molto poco romantico-, che però non sentivano,
assuefatti dal loro, di profumo.
Be’ almeno la ragazza.
Continuarono a
baciarsi, facendo sospirare molte ragazzine passanti di lì –ed anche me, il narratore-, finché qualcuno non li fece ritornare alla
realtà.
Be’ almeno la ragazza.
“Ehehm…” si fece
sentire un’amica della ragazza.
Loro –finalmente, forse- si separarono.
Lui le sistemò la
solita ciocca svolazzante, le sorrise
e le si allontanò; la prese per mano.
Lei sorrise, innamorata, e si lasciò trascinare verso
il Duomo, direzione McDonald’s, sicura che da sola si sarebbe persa certamente.
****
Note:
- non so se
l’avete capito o meno, la storia è ambientata a Firenze… “che è la mi città..”
[Le porti un bacione a Firenze], conoscete?
- questo è l’Arno, i ponti che si vedono sono:
Ponte
alla Carraia (quello della storia) e Ponte
vecchio.
- L’Arno di
notte credo sia una delle cose più belle e a cui sono più affezionata di tutte.
- La foto del
Ponte alla Carraia è stata fatta durante l’esposizione, durata tutto Maggio,
per la Notte Bianca. Se vi state chiedendo se ci ho partecipato –anche se non
penso proprio, lasciatemi sproloquiare
:D- : sì, c’ero anch’io: fino alle 10 e mezzo, con i miei genitori. Credo di
essermi rotta le palle in una maniera indescrivibile. Io dico: ma se si chiama
Notte Bianca, un motivo c’è no?! Rimaniamo più fuori quando andiamo semplicemente a mangiare. Io boh. I miei
sono strani! -.-
-L’altra foto,
quella del Ponte Vecchio, è stata fatta il 17 marzo. Per i 150° hanno fatto
delle installazioni luminescenti (?) da tutte le parti;ce ne era una anche
a Palazzo
Vecchio.
Ma non era
questo quello che mi interessava. Volevo farvi notare lo sprazzo di verde prato
–perché E’ un prato! ;D- nell’angolino destro. Quello è il prato dei Canottieri
Firenze. Qui si vede meglio.
Bene. Credo di aver finito le note! :)
Mary.