Here Comes the sun – The Beatles

Era l’estate del duemila undici, e la radio trasmetteva “Here Comes the Sun”.
L’estate peggiore che ognuno possa immaginare, è quella afosa, calda e priva di inventiva. Soprattutto, priva di qualsiasi voglia mezzo per rinfrescarsi. Quella era più o meno l’estate nel Nevada.
Death City – il grande forno americano – era una di quelle cittadine sperdute nel deserto più grande degli states. Posto centrare, niente mare, niente piscina.
Insomma, l’inferno.
Le strade erano contaminate dall’afa. Se aguzzavi lo sguardo, al di là del ridente sole accecante – perché lui si divertiva – solevi scorgere come un’aria umida e pesante, visibile, ma, soprattutto, soffocante.
E non c’era luogo, in tutta la nazione, in cui non fosse così.
Per questo Maka odiava l’estate.
Odiava il suo caldo insopportabile, il condizionatore rotto e la totale mancanza di energie. Odiava il non dover studiare, la chiusura della Shibusen, gli inviti del padre per il mare.
Ah, mare. Era così tentata di accettare.
Così tanto.
California, belle spiagge, acqua fresca.
Insomma, il paradiso.
Maka sospirò, sdraiata nel pavimento di casa Death.
La villa degli Shinigami era l’unico luogo quantomeno fresco in tutta la città. Anzi, si ricordò di specificare, la cantina di lord Shinigami.

Here comes the sun,
Here comes the sun,
And I say "It's all right" 

Così eccola lì, con Liz e Patty, a racimolare dell’ombra, come i gatti.
Senza Kid, perché luglio era il settimo mese dell’anno e lui lo dedicava al raccoglimento spirituale – leggi: stare seduti a dondolarsi per ottantotto minuti al giorno.
Fu in quel momento, mentre la giovane Shokunin meditava su come uccidere i Beatles – o quel che ne rimaneva – che Liz Thompson, da dietro le pagine del suo numero di “Cosmopolitan” prese parola.
E no, questa volta non per suggerirle l’acquisto di qualche Bikini che, sicuramente, avrebbe pianto una volta indossato da lei. E si sarebbe anche beccato gli insulti di Soul, tra l’altro.
Meglio risparmiare i soldi ed evitare al costume a due pezzi di entrare in depressione.
<< Senti qua >> disse la bionda, girandole la rivista di moda. Maka abbassò gli occhi sulle pagine colorate, estive e disgustosamente patinate. Odiava quel genere di cose.
Lesse quel che l’amica le stava indicando “Amore o Amicizia?”.
Aggrottò le sopracciglia << Uno stupido test >>
<< Beh, è stupido >> concesse Liz, alzando le spalle << Però è anche terribilmente divertente >>

Little darling, it's been a long, cold lonely winter.
Little darling, it feels like years since it's been here.

Maka la vide sogghignare e puntarle uno sguardo per niente piacevole addosso. Rabbrividì e, per un momento, temette l’impeto dell’amica.
<< Prima domanda >>
Fece una smorfia << Ti prego, Liz, no >>
<< Quando siete da soli, lui… >> iniziò, leggendo a voce alta da quelle pagine rosa e gialle. Bleah. << a) ti ricopre d’attenzioni; b) si comporta naturalmente; c) cerca di rendere il vostro tempo insieme speciale >>
<< Liz, davvero >> Maka si rotolò sull’altro lato del pavimento, alla ricerca di qualcosa di più fresco << Ti credevo più intelligente di così >>
<< Andiamo! >> tamburellò le dita sulla rivista << È tanto per passare il tempo >>.
La Shokunin borbottò qualcosa << Va bene >> disse << d) Viviamo assieme e il problema non si pone >>
Elizabeth la guardò con sospetto << La d non era contemplata >>
<< Ma le altre non sono vere! >>
L’arma alzò le spalle e, senza dire una parola, segnò la b. Inutile cercare di far ragionare la giovane artigiana.
<< Quando uscite insieme lui… >>
<< Non usciamo insieme! >> ribatté. Liz sorrise, vedendo le guance dell’amica imporporarsi. Non c’era di certo bisogno di un test così idiota per capire come stavano le cose ma, sconfitta dalla noia, aveva deciso di proporglielo. Maka irritata e imbarazzata era uno spasso.
<< a) Si presenta puntuale con dei fiori in mano >>
<< Soul? Mai! >> sbottò ancora una volta la voce della biondina.
Liz sogghignò << E chi sta parlando di Soul? >>.
Colpita e affondata. Il volto di Maka diventò color peperone e iniziò a blaterare qualcosa che, alle orecchie della giovane, parve solo come una scusante assai piatta. Senz’offesa per l’amica, s’intende.
<< b) Ti porta in un ristorante di lusso >>
<< Che opzione è, scusa? >>
<< c) Si comporta in modo protettivo >>
Momento di silenzio. Patty, affianco a loro, continuava a disegnare Giraffe. Aveva smesso di capire troppo tempo fa di cosa stessero parlando sua sorella e Maka, e, in fondo, non le importava più di tanto.
Prese il giallo ocra e riempì gli spazzi. Giraffe!
<< Le missioni valgono come uscita? >>
Liz trattenne una risata e segnò la C. Perché Soul le pareva uno protettivo, in fondo, anche se non lo dava a vedere.
<< Ce ne sono ancora molte? >>

Here comes the sun,
Here comes the sun,
And I say "It's all right"

<< Solo alter due. È un mini test >>
<< Voglio picchiare chi l’ha ideato >>
L’amica ignorò gli istinti omicidi dell’artigiana. Agitò una mano in aria, come a dire “Sì, sì, certo” e proseguì.
<< Quando lo vedi con un’altra, tu… >>
Maka alzò gli occhi al cielo. Cosa le importava se Soul aveva una ragazza? Diamine, non era affar suo.
<< a) Cerchi di scoprire chi sia >>
<< Sarebbe Stalking >>
<< b) Lo metti in guardia dalle difficoltà di una relazione >>
<< Beh, anche. L’amore è una trappola >>
<< c) Fai di tutto per fargli cambiare idea >>
La ragazza ci pensò un po’ su. Soul, con una donna. La poveretta sarebbe scappata dopo due giorni. Nessuno poteva sopportare la sua Buki. Beh, nessuno tranne lei, forse, che ne conosceva anche i lati peggiori.
<< d) Non. Me. Ne. Importa. Niente. >> sibilò infine.
Liz, in ogni caso, segnò la b e la c. Sì, entrambe. Perché Maka, nel mettere in guardia la sua arma da una possibile apocalittica relazione, sarebbe stata sicuramente molto persuasiva.
<< Quando lui è in difficoltà, tu… >>
In quel momento, tra i Beatles e la domanda, si frappose il suono di un telefono.
“I’m Falling Down in to my shadow” Maka scosse la testa e, pigramente, estrasse l’apparecchio dagli shorts.
<< Hey >> mugugnò. Rimase immobile, poi sobbalzò e, infine, strepitò  << Come sarebbe a dire disastro, Soul?! >> si alzò in piedi di scatto << No, non vengo a tirarti fuori dai guai >>
Elizabeth Thompson sorrise soddisfatta.
<< Oh, cavolo! Cos’è che hai fatto? >> pestò il piede << Va bene. Sto arrivando. >>

Little darling, the smile returning to their faces.
Little darling, it seems like years since it's been here.

Maka salutò velocemente e uscì con passo spedito. Sembrava arrabbiata, e la maggiore delle sorelle Thompson provò pietà per il ragazzo che, presto, si sarebbe beccato un Maka-chop in testa, qualsiasi cosa avesse fatto. Guardò la rivista e segnò “a) Corri subito in suo soccorso”.
Affinità perfetta.

Here comes the sun,
Here

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Note: Non c'è un vero "perchè" a questa fanfiction. Il fatto che sia parecchio... ehm... random, credo che si sia capito. Insomma, una scemenza scritta per ridere, sotto gli effetti dei Beatles e del caldo. Ho deciso di pubblicarla, alla fine, e di farla partecipare al concorso [one-shot dell'estate]. Senza pretese, per divertimento =)
E ora alzi la mano chi non ha mai fatto uno di questi test palesemente Idioti, tanto per ridere, su Glamur/Cosmopolitan o qualche altro giornale xD 
So che come "stile" di scrittura è parecchio più schematico rispetto a tutto il resto che ho scritto. L'ho scelto apposta, per richiamare un po' di più il manga; e sì, anche perchè puntavo a qualcosa di comico e non introspettivo xD
Bene, ora vado ^^ Buon caldo e buon proseguimento di serata!