Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Franky93    20/07/2011    1 recensioni
Alex è un semplice ragazzo di 15 anni, con la passione per i Pokémon fin da quando era piccolo. Un bel giorno, riceve dal Professor Elm il compito di completare il Pokédex e, insieme al suo Starter, partirà per Johto non solo con lo scopo di aiutare il Prof., ma anche per poter diventare uno dei migliori Allenatori della Regione. Riuscirà questo giovane a perseguire il suo obiettivo fino alla fine? [Basata sulla trama di Heart Gold e Soul Silver; Personaggi originali]
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap.13:
La prima sconfitta


Dopo essersi lasciati alle spalle Fiordoropoli e tutti i suoi sfarzi, Alex e il suo gruppetto ricominciarono così il loro viaggio, questa volta diretti verso Amarantopoli, dove probabilmente avrebbero incontrato Amy ancora una volta, dato che quando si era congedata dai quattro aveva detto che doveva svolgere una certa commissione proprio lì.

-Secondo voi come sarà la prossima città?- domandò Alex.

-Non lo so…- rispose Dylan –Ma sicuramente sarà una città affascinante e di buon gusto.-

-Concordo, perché da quello che so, ad Amarantopoli c’è anche un teatro dove si esibiscono bellissime ragazze.- aggiunse Matt, mentre arrossiva in volto e un filo di bava gli usciva dalla bocca.

-Guarda che Dylan ha detto “buon gusto”, non “perversione”- lo riprese Fran, tirandogli un orecchio per farlo tornare alla realtà.

-Però in città c’è molto di meglio che un semplice teatro.- irruppe una voce sconosciuta –Per esempio, le leggende che si narrano a proposito dei Pokémon Leggendari che un tempo erano vissuti lì.-

Dopo che la voce smise di parlare, i ragazzi si guardarono intorno, ma non videro nessuno che potesse essere il proprietario di quella misteriosa quanto suadente voce, almeno fino a quando una ragazza non uscì da dietro un albero e si fece vedere. Era una ragazza su i 18 anni, alta, magra e dal particolare vestiario consistente in una giacca di pelle nera, jeans un po’ sdruciti e una maglietta rossa con un cuore circondato dalle fiamme stampato sopra. Il viso di tale ragazza era carino, e incorniciato da un caschetto di capelli rossi, dalle sfumature magenta, lunghi fino alle spalle, mentre gli occhi erano color nocciola.

-Lieta di conoscervi, viandanti.- disse –Mi chiamo Sonia, e vengo da una terra lontana chiamata Kanto.-

-Molto piacere, io sono Alex.- rispose il moro –Loro invece sono i miei amici Matt, Fran, Dylan e il piccolo Riolu.- aggiunse, indicando col pollice i suoi compagni di viaggio –Solo una domanda: cosa intendevi con “Leggende” e “Pokémon Leggendari”, o meglio, che c’entra la città di Amarantopoli con tutto ciò?-

-Semplice.- rispose la rossa –C’entra perché si narra che un tempo, mi pare 400 anni fa circa, sulle cime delle due Torri più importanti della città vivessero due Pokémon Leggendari, dei quali uno si dice fosse conosciuto come “Il Guardiano dei Cieli”, capace di far risplendere l’arcobaleno ovunque volasse, mentre l’altro come “Il Guardiano dei Mari”, perché si dice provenisse dalle profondità marine-

-Wooow… e poi che è successo?-

-Una disgrazia prese di mira la dimora del Guardiano dei Mari, che non potendo fare nulla, volò via verso il mare, mentre il Guardiano dei Cieli fece in modo potesse tornare la quiete dopo la tempesta, per voi volare via verso chissà quale meta.-

Dopo aver sentito tale spiegazione, i quattro rimasero sorpresi al sapere che esistevano, o potevano ancora esistere, Pokémon capaci di compiere simili miracoli, e soprattutto Alex sembrò nutrire interesse per ciò, visto che incontrarli di persona sarebbe stata un’esperienza unica nel suo genere, forse indimenticabile.

-E sai se per caso esistono ancora Pokémon simili?- chiese Alex.

-Beh, a dire il vero non si sa se siano realmente esistiti, anche se alcune persone dicono di averli visti con i loro occhi.- rispose Sonia.

-Un vero mistero, allora…- proferì Dylan.

-Ma potrebbe anche essere solo una leggenda vecchia di anni, alla fin fine.- aggiunse Matt, poco convinto.

-Naah, leggenda o no, è comunque una storia interessante, e penso che fatti come quelli abbiano un certo fascino.- disse invece Fran.

-Tu invece che ne pensi, Alex?- domandò poi la rossa.

-Uhm… credo che ci penserò un po’ su riguardo cosa è vero o no, e poi visto che siamo diretti ad Amarantopoli, credo che chiedere qualche informazione agli abitanti del luogo non farà male, senza scordare che forse lì mi aspetta un’altra lotta in Palestra.-

-Ah, quindi deduco che vuoi partecipare alla Lega Pokèmon, non è così? Beh, in effetti è una buona cosa, ma…- ad un tratto lo sguardo della ragazza cominciò ad incupirsi –Sappi che dopo Amarantopoli ti aspetteranno altre 4 Palestre molto più forti… sicuro di essere pronto a correre quel rischio, anche a costo di venire sconfitto?-

-La sconfitta non mi spaventa, perché sono sicuro che qualsiasi sfida mi si presenterà, l’affronterò e la vincerò!- e in tutta risposta, il ragazzo moro prese mano alle Ball e fece uscire fuori la sua squadra attuale, la quale apparve di ottimo umore –E grazie al loro aiuto e alla mia abilità, non avrò nulla da temere.-

-Però, sei bravo a parlare… ma con i fatti sarai bravo lo stesso?-

-Sento odore di sfida o sbaglio?-

-Non sbagli affatto, piccoletto, dato che la qui presente Sonia della regione di Kanto ti sfida ad una lotta Pokémon.-

-In tal caso, accetto volentieri la tua sfida.-

E tempo più tardi, i due sfidanti si ritrovarono in un largo spiazzo di terra battuta, abbastanza grande per fare da campo di battaglia. Per l’occasione, Matt ricopriva il ruolo dell’arbitro, indossando cosi una T-shirt bianconera e portando due differenti bandierine su ciascuna mano, ovvero una rossa per Alex e una verde per Sonia. Intanto, Fran e Dylan sedevano su una panchina, pronti ad assistere allo scontro, mentre Riolu saltellava eccitato dalla contentezza.

-Allora, sfidanti, ascoltatemi bene.- esordì il chitarrista –Per questa sfida si potrà usare solo un Pokémon ciascuno, e come da regolamento lo scontro finirà se il vostro Pokémon è esausto.-

-Un solo Pokémon? Ma come, ne hai solo uno con te?- domandò Alex.

-No, tranquillo, li ho tutti e sei.- rispose la rossa –È solo che non voglio che tu e i tuoi Pokémon vi facciate troppo male. Sai, con i novellini come te è meglio andarci piano.- aggiunse, canzonando leggermente Alex.

-Ti informo che questo “novellino” ha vinto ben 3 Medaglie, quindi è meglio se non mi sottovaluti troppo.-

-Lo stesso vale per te, mio caro.-

E senza dire più nulla, Alex prese la Poké Ball e la lanciò, mandando in campo Quilava, mentre in tutta risposta Sonia mandò in campo un Pokémon fisicamente molto più alto del Pokèmon Vulcano, e il cui aspetto era quello di un drago bipede di colore arancione, dagli occhi blu e dotato di corna, ali e una lunga coda sulla cui punta era accesa una fiamma giallorossa. Vedendo un simile colosso dal basso verso l’alto, Quilava pareva determinato ad affrontarlo, ma interiormente si sentiva come intimorito da quella presenza.

-Uh? E quello che Pokémon è? Non l’ho mai visto prima d’ora.-

-Sorpreso, vero, Alex? Ti presento la punta di diamante della mia squadra, nonché mio starter… direttamente da Kanto… Charizard!-

-Chaaaaar!- ruggì il drago, facendo uscire del fumo dal naso.

-Battere quel Pokémon non sarà una passeggiata, me lo sento…-

-E allora? Potresti sempre dichiarare forfait.-

-Non ci penso neanche! Quilava, Attacco Rapido!-

-Charizard, evitalo e poi replica con Lacerazione!-

E senza farselo dire due volte, il drago evitò con una disinvoltura disarmante l’Attacco Rapido, per poi intercettare Quilava e colpirlo in pieno con gli suoi artigli e lanciarlo via, con il semplice risultato di lasciargli una triplice cicatrice sul petto. Il Pokémon Vulcabo però si rialzò subito, stringendo i denti e tenendosi pronto per un altro tentativo.

-Vai, usa Lanciafiamme!- disse Alex, mentre il suo starter emetteva dalla bocca il suo potente soffio di cuoco, travolgendo cosi il nemico, che però non sembrò subire alcun danno grave.

-E quello sarebbe il tuo colpo migliore?- lo canzonò la rossa, mentre il drago sembrava pronto a ribattere –Charizard, fa vedere a quel piccoletto come si esegue un vero Lanciafiamme!- aggiunse, mentre il suo Pokémon procedeva a rilasciare la mossa, lanciando dal muso un soffio di fuoco molto più potente di quello di Quilava, travolgendo senza alcuna pietà il suo avversario, che oltre alle bruciature sul corpo, si ritrovo anche in stato di Scottatura, dato che se provava a muoversi, le bruciature gli facevano male.

-Oh, no, Quilava!-

-Visto? Questo era un vero attacco, a differenza di quello squallore di poco fa. Fossi in te accetterei la sconfitta.-

-Falla finita! Io non mi arrendo cosi facilmente. Quilava, è ora di passare alla nostra tattica preferita. Usa Muro di Fumo!-
-Charizard, bloccalo usando Attacco D’Ala!-

E per la seconda volta, l’iniziativa fu a favore di Charizard che, spiegando le ali, cominciò a volare rasoterra, per poi colpire rapido il muso del povero Quilava, impedendogli di usare la mossa che gli era stata utile in parecchi incontri e atterrandolo senza pietà. E come se non bastasse, la Scottatura si fece sentire ancora, indebolendolo sempre di più.

-Cavoli, Alex se la sta vedendo davvero brutta.- disse Fran preoccupata per la sorte di Quilava –Sonia non gli sta dando tregua per neanche un secondo, ed è come se l'esito di questo scontro fosse già deciso.-

-Rio…- disse tristemente Riolu, preoccupato anche lui per Quilava.

-So che forse dovrei contraddirti e dire che andrà tutto bene, ma temo che peggiorerei solo le cose…- proferì Dylan.

-Ma perché dici questo? Eppure ci deve essere un modo per ribaltare la situazione e mettere Charizard in ginocchio.-

-Perché Charizard è un Pokémon che proviene da un’altra regione, e partendo dal presupposto che lui e Sonia hanno probabilmente molta più esperienza di Alex e Quilava, è abbastanza chiaro che…-

-Cosa? Che cosa è abbastanza chiaro?-

-Che Alex ha già perso questo scontro in partenza…-

-Non arrenderti, Quilava!- urlò Alex, cominciando a sudare freddo -Anche se hai poche energie, attiva la tua abilità Aiutofuoco e usa le ultime forze che ti sono rimaste per colpire Charizard con Ruotafuoco!-

E dando fondo alle ultime energie, il Pokémon Vulcano attivò la sua abilità, illuminandosi di un leggero bagliore rosso vivo, per poi partire alla carica del suo avversario, ricoprendosi del manto di fiamme tipico della mossa Ruotafuoco e colpendolo in piena pancia, facendolo indietreggiare di un paio di metri. Ma quello che in un primo momento si dipinse sul volto di Alex come un sorriso di vittoria si tramutò poi in una mascella aperta per la sorpresa, quando l’Allenatore vide Charizard, ancora in piedi nonostante l’attacco subìto, ma con un lieve danno alla pancia, e Quilava, con il petto graffiato, una botta sul muso, ricoperto di ustioni e in stato di Scottatura, reggersi a malapena sulle zampe, ormai stanco e privo di energie.

-Quilava…- il tono di Alex pareva sconvolto –Non puoi arrenderti proprio ora… cerca di reagire…-

-Ormai è inutile che provi a supportarlo… ammetto che l’hai addestrato bene, ma dovrai fare ancora un bel po’ di strada prima di raggiungere il mio livello.- ribatté Sonia –Ancora un solo attacco e colerai a picco… Charizard, Movimento Sismico!-

Mostrando uno sguardo soddisfatto alla sua Allenatrice, il drago di fuoco eseguì l’ordine, caricando con sé Quilava e librandosi in alto nel cielo, eseguendo prima ben tre evoluzioni circolari e poi buttandosi giù in picchiata verso il terreno di lotta, sollevando un gran polverone, che una volta diradatosi mostrò l’imponente figura di Charizard, che ruggiva trionfante, mentre in un grosso solco vicino a lui giaceva Quilava, inerme e ormai esausto.

-Q-Quilava…- dopo tale spettacolo, Matt non riusciva a parlare, ma dato che era lui l’arbitro dello scontro, dovette farsi coraggio, a malincuore -Quilava non può più combattere… la vittoria va a Charizard e a Sonia!- disse, alzando la bandierina verde.

-No… non è possibile…- esclamò Alex, sconvolto –Non può essere successo davvero… io… ho perso…- aggiunse, inginocchiandosi per terra e abbassando il capo –Ho perso… è successo davvero… Eppure ero sicuro che...-

-Complimenti, Charizard, sei stato grande come sempre.- disse invece Sonia, per poi avvicinarsi ad Alex e porgergli la mano in segno di rispetto –E complimenti anche a te, novellino. Non sei niente male, anche se penso che col tempo potrsti migliorare ancora di più-

-Ah, ti ringrazio....- replicò il moro, evitando però la stretta di mano e rimettendosi in piedi, per poi richiamare Quilava –Davvero una bella lotta… per te…- aggiunse, abbassando lo sguardo.

-Ehi, non te la sarai mica presa? Andiamo, era solo una lotta amichevole, mica l’incontro del secolo.-

-Dal tuo punto di vista no, ma dal mio sì… Cavoli, e io che speravo di poter battere un Pokémon come quello... Sono stato un idiota...-

E senza dire altro, il ragazzo moro voltò le spalle alla rossa, per poi fare un cenno agli amici di rimettersi in cammino, allontanandosi e lasciando Sonia e Charizard da soli in quel campo di battaglia. Sentendosi in colpa per ciò che era successo, la ragazza salì sulla schiena del drago, che si alzò in volo e cominciò a mettersi sulle tracce dei quattro. Intanto, il gruppetto degli interessati aveva raggiunto Amarantopoli, “La Città Storica”, e per il momento decisero di sostare al Centro Pokémon per riposare un po’.

-Cavoli, ancora non riesco a credere che Alex sia stato battuto in quel modo… non riesco davvero a crederci.- disse Matt.

-E' già tanto se dopo quell’attacco Charizard non si sia messo ad infierire, anche se dubito che un Pokémon come quello possa abbassarsi a fare una cosa simile…- aggiunse Dylan.

-Però non penso che questa sconfitta abbatterà il nostro amico, dico bene, Alex?- intervenne Fran, per poi voltarsi verso Alex.

-Eh? Oh, si, certo, Fran…- rispose con tono piatto l’interessato, mangiando un po’ con tristezza la sua porzione di carne, segno che la malinconia post-sconfitta non gli era ancora passata.

-E dimmi, ti senti pronto per un altro incontro in Palestra?-

-Ecco… non lo so, Dylan… forse…-

-Vuoi che ti suoni qualcosa?-

-No, no... ma grazie comunque del pensiero, Matt…-

“È ufficiale, quella sconfitta lo ha segnato” pensarono quasi all’unisono i tre compagni di viaggio, vedendo Alex in quello stato.

Fine Cap.13
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Franky93