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Autore: Victoria McKagan    21/07/2011    8 recensioni
Lì c'era qualcosa che gli puzzava.
No, stavolta non c'entravano i piedi di Slash.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto ciò non ha un senso.



Non c'è miglior descrizione del titolo. Per prima cosa, premetto che questa ammucchiata di parole idiote è la prima cosa che scrivo sui Guns (figuriamoci come sarà la seconda...). In secondis, non l'ho scritta nel pieno delle mie facoltà mentali (proprio perché non ho facoltà mentali... ma questo è un altro discorso, e non ho intenzione di parlarvi del mio cervello nella descrizione di questa storia)... e si vede. Detto questo, non vi dirò "abbiate pietà", vi dirò solo "lasciate una recensioncinainaina, con scritte anche le peggio cose, ma lasciatela. Anche solo con l'intento di farmi sentire una merdaccia. Grazie." Buona lettura a tutti, e attenzione a non uscirne cerebrolesi da tanta stupidità.
Con tanto amore, Vicky.




-

Lì c'era qualcosa che gli puzzava.

No, stavolta non c'entravano i piedi di Slash.

Le birre continuavano a scomparire e riapparire vuote.
Il povero allampanato e sconquassato bassista era in possesso di un cervello troppo imbevuto d'alcool e nutella per poter pensare che forse erano gli amici che le bevevano e poi le rimettevano lì, per far credere al Duffone di averle bevute lui, incosciente, nel bel mezzo di una sbornia. Ma Duff si conosceva bene, e sapeva che era sua abitudine, una volta finito di bere una bottiglia di birra, rimpiattarsela gelosamente nella scarpiera, dove si trovava un ammasso il cui numero di bottiglie quasi raggiungeva il numero dei peli di Steven. Quella sua raccolta apparentemente insensata, celava in realtà uno scopo ben preciso: una volta al mese, prendeva le bottiglie accumulate e le buttava in un grosso sacchetto di tela marrone... avete presente quello della buon vecchia Befana? Ecco, come quello. Poi si imbacuccava tutto per non essere notato dai suoi amati bandmates e si dirigeva a passi felpati dal vetraio. Per farsene di cosa? Le faceva fondere e ci faceva fare dei delfini di vetro marrone. I delfini di vetro erano la sua passione. Ormai la sua collezione ammontava ad un migliaio di esemplari sparpagliati qua e là in casa, ma sempre ben nascosti.
La cosa che preoccupava maggiormente Axl, Slash, Izzy e Steven (perché LORO SAPEVANO, essendo sì rincoglioniti da droghe, alcool e zucchero filato del lunapark, ma non al punto da non notare Duff che fuggiva dall'unica porta di casa come un prigioniero scappa da Alcatraz), era che il bassista era fermamente convinto che la gente potesse non accorgersi di un gambillone di due metri vestito da barbone-ninja con in groppa il sacco della Befana in pieno centro, che zampetta maldestramente dietro a cespugli, vasi, lampioni, posaceneri e nani minatori trovati per la via col chiaro intento di nascondersi in qualche modo.

Ma bando alle ciance, lui doveva scovare il colpevole! Maledicendosi per non tenere in casa una gigantesca lente di ingrandimento, che gli avrebbe conferito un'aria professionale da Sherlock Holmes e lo avrebbe indubbiamente aiutato nelle ricerche, buttò giù una lista dei possibili colpevoli.
Dietro allo scontrino del sexyshop, scrisse:
Slasher
Axl (o Axel, o Alex, o come si scrive, ancora non sono arrivato a capirlo)
Izzy
Popcorn


Saltellando si diresse verso il divano dove Slash era collassato, con un braccio sul viso, la bocca aperta dalla quale fuoriusciva copiosamente la bava, e una gamba caduta di sotto, sul pavimento.
Con la punta dello stivale, il biondissimo altissimo purissimo e levissimo bassista gli assestò un calcio nel polpaccio, al che la povera bestia che giaceva inerme sul divano sobbalzò, al che, dopo aver visto l'attentatore, esclamò:

-LI MORTACCIACCI TUA!!!!!!

-Non essere scurrile, Slash!

-Cosa cazzo c'è?!? Ero nel mezzo ad una partita di strip-poker con Homer Simpson, e adesso che mi hai svegliato sicuramente starà vincendo lui!

-Ne sono molto addolorato, ma ho da risolvere una questione della massima importanza...

-Che??

-...E tu sei uno degli indagati.

-Cosa diavol... IO???

-Sì, anche tu! Senti, sai che non sospetterei mai di te, mio migliore amico...

-Ma che dolce che sei, man, grazie! - gli occhi di Slash luccicavano commossi.

-...sì ma fammi finire!! Sai che non dubiterei mai di te, ma siccome le birre che compro le metto in frigo e il giorno dopo le ritrovo vuote, e so per certo di non essere io che le bevo, un colpevole ci deve essere per forza, e deve abitare in questa casa!

-Oh, man, capisco... è una situazione spiacevole... ma ti assicuro che io non c'entro nulla, eh! Io sono fedele al vecchio zio Jack, lo sai!

-E allora chi può essere costui, l'infame che si beve le mie birre? - chiese un Duff più agguerrito che mai.

-Mah, non lo so davvero... Io escluderei Steven dalle ricerche, è sempre troppo fatto per riuscire ad aprire il frigo senza un supporto psicofisico.

Duffone cancellò dallo scontrino i nomi "Slasher" e "Popcorn".
Affiancato dal fidato amico riccioluto, riprese le indagini, e si fiondò in camera di Axl.
I due, pur avendolo trovato in piacevole compagnia di due graziose signorine, non se ne curarono affato, anzi, le salutarono garbatamente, e iniziarono a tempestare di domande il povero Axl proprio mentre faceva zumzum. Il rosso, vedendo che i due non desistevano ed essendo giunto al massimo punto della sua sopportazione, esplose:

-USCITE DI QUI FOTTUTI... aaah, baby... FOTTUTISSIMI CANI LEBBROSI, O GIURO CHE QUANDO FINISCO VI FICCO L'ASTA DEL MICROFONO SU PER IL CULO A TURNO A TUTT'E DUE, QUANT'E' VERO CHE MI CHIAMO AXL ROSE!!!!!!!!!!!

I due Bbbest, non pensando al fatto che il cantante realmente non si chiamasse Axl Rose e quindi avrebbero potuto evitare il linciaggio, fecero dietro front di corsa, quasi salendosi addosso l'uno sull'altro, e si richiusero in fretta e furia la porta alle spalle.

Cancellarono dalla lista approssimata anche Axl (più per paura di ripetergli l'ennesima volta la domanda che per la sicurezza che lui non c'entrasse nulla con la tragica scomparsa della birra). L'ultimo nome rimasto doveva sicuramente essere quello del colpevole.

Izzy.

Allora era lui! Duff non ci poteva credere... tutto buono, zitto zitto, e poi gli fotteva tutta la birra. Ma questa volta non l'avrebbe passata liscia! Chi si sredeva di essere quello smilzo per fottere la birra a lui, il grande Dio della Birra McKagan?!? Bazzecole, soltanto bazzecole! Adesso sarebbe entrato in camera sua assieme al fido Slashone, e non gli interessava se era con una, con uno, con una cernia o con chi cazzo gli pareva, fatto stava che gliel'avrebbe fatta pagare, quant'era vero che si chiamava Duff!

Era troppo concentrato a darsi un tono mentale minaccioso e bramoso di vendetta per ricordarsi che il nome che gli avevano dato sua madre e suo padre quando era venuto al mondo era Michael, quindi sorvolò, e con la stessa carica di due gendarmi, il bassista e il chitarrista inforcarono incazzati (Slash, a pensarci bene, non aveva nessun motivo per essere incazzato con nessuno, ma oramai si era lasciato prendere dalla carica della situazione fino a sentirsi parte integrante della storia)... dicevamo, inforcarono incazzati e risoluti la porta sgangherata della camera di Izzy... per poi immobilizzarsi in silenzio una volta aperto l'uscio.

Izzy se ne stava placidamente seduto a gambe incrociate su un tappeto a motivi indiani di dubbio gusto, a petto (oddio, petto... diciamo che "costolato" sarebbe più adatto) nudo, coi suoi pantaloni gialli probabilmente rubati da un cassonetto della Caritas, con gli occhi chiusi, le braccia alzate e le mani, al pari della testa, coi pollici congiunti con gli indici a formare due cerchi. Emetteva anche uno strano rumore, che doveva essere un "Oooohmmmmmmm", ma che alle orecchie rimbombate dei due intrusi si identificava nel suono che faceva il microonde quando qualcosa ci cuoceva dentro.

Ad un certo punto, il miracolo accadde. Improvvisamente, un'aura dorata comparve tutt'intorno al chitarrista meditabondo, e i suoi capelli neri e unti, per la prima volta nella storia, diedero segno vita, alzandosi e svolazzando sulla testa di Stradlin.
A Slash scappò qualche lacrimuccia, essendosi convinto che l'amico si stesse finalmente trasformando in Supersayan, dando in qualche modo un senso alla sua ombrosa, misteriosa, silenziosa e un sacco di altri "osa" vita.

Quando poi il fondoschiena ossuto dell'amico si staccò da terra, iniziando a levitare in aria, sempre più in alto, sempre più in alto, sempre più in alto, Culo e Camicia rimasero così scioccati e sconvolti che decisero che un momento del genere doveva per forza essere immortalato. Magari Izzy non si sarebbe mai più ritrasformato in un Supersayan levitante, pensò Slash.

-Man, la Polaroid! Dove cazzo è la tua fottuta Polaroid?!?

-Boh, non lo so! Forza, fai poche domande e aiutami a cercarla!

Mentre Duff spostava oggetti e apriva cassetti delicatamente, il permanentato arruffava ogni ben di Dio, afferrava qualsiasi cosa, la guardava da sotto al cespuglio che si portava sulla testa con aria confusa, e quando si rendeva conto che il malcapitato ninnolo di turno non era una Polaroid, se lo lanciava noncurantemente alle spalle, tornando ad occuparsi del prossimo oggetto.

Intanto, nel mezzo del salotto che ormai di salotto non aveva più nulla ma che poteva benissimo esser chiamato discarica abusiva al coperto, si era creata una sorta di montagna informe costituita dai più vari oggetti che lo Slasher aveva scaraventato via. Fra di essi si riuscivano a distinguere:

  •  Un frullatore color verde pisello.
  •  Un fossile di cheeseburger.
  •  Una quarantina di delfini di vetro marrone.
  •  La dentiera della trisnonna di Duff (che il suddetto biondo custodiva gelosamente).
  •  Un banjo/chitarra/nonsisà con due corde di plastica, composto da uno stecco e un guscio di tartaruga.
  •  Un perizoma zebrato da uomo (Slash non si era voluto nemmeno porre la domanda di perché e percome una cosa del genere si trovasse in casa dell'amico).
  •  Calzini di ogni tipo e colore.
  •  Il cadavere del pappagallo della prozia Betzy ammuffito.
E molto altro ancora.

Slash avrebbe continuato a lanciar via roba in eterno se a Duff non fosse arrivata l'illuminazione.

-Slash!!!

-Spara man.

-Io non ho una Polaroid!!!

-...Ah. Ok.

E belli tranzolli se ne tornarono a vedere lo stato di Izzy che, salendo sempre più in alto, sempre più in alto, sempre più in alto, si era ritrovato con la testa dentro al paralume della lampada a soffitto.

-Corri Duff, tiralo giù che questo ci si fulmina!!!

Uno si aggrappò ad un piede e uno si aggrappò ad un altro, iniziando a tirare Izzy verso il basso, il quale, essendo stata bruscamente interrotta la sua meditazione, fece un ribaltone colossale a terra, rompendosi entrambe le caviglie.

-CRETINI DEFICENTI!!! Ma che cazzo stavate cercando di fare, eh?!?

-Ti stavamo salvando la vita!- Rispose con naturalezza un innocente Slash.

-Izzy, so che sei tu. Non cercare di giustificarti. Ciò che hai fatto e stai ancora facendo è qualcosa di ingiustificabile!!! E PER QUESTO DOVRAI PAGAREEE!!!- Esordì Duff, che non ce la faceva più ad aspettare altro tempo per concludere il mistero della birra, lanciandosi dritto al collo del povero e già malandato Izzy che, da seduto sul letto, si ritrovò di nuovo per terra, sovrastato dal peso del gigantesco amico biondo che cercava di tirargli il collo come a una gallina.

Anche Axl, incuriosito da quel trambusto, dopo aver finito la chupa dance, si era addentrato in camera dell'amico e, alla vista di un Izzy agonizzante che Duff stava cercando di soffocare, non ci vide più.

-LASCIA STARE IL MIO IZZYNO, BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!!!- e si scagliò sul bassista, cercando in qualche modo di fargli male.

-NOOO, IL MIO BBBEST NON SI TOCCA!!!- fu il turno di Slash, che si avventò su Axl tirandolo per i capelli.

Inutile dire che scoppiò una violenta rissa, talmente cruenta da superare in sanguinosità quelle dei Teletubbies, conclusa dopo qualcosa tipo mezz'ora, grazie a Izzy che aveva raccolto tutte le sue forze per dire:

-If of i efo feffn fffifffa ia!!!

-Come dici?- chiese sereno Duff, mentre teneva una mano al collo del chitarrista e una sulla sua bocca per impedirgli la respirazione.

-Magari se togli quelle cazzo di manacce capisci qualcosa!- lo rimbecco scazzato Axl.

-Oh... Ok.

-IO NON TI HO BEVUTO NESSUNA FOTTUTISSIMA BIRRA!!! Compri una marca da pochi spicci che è talmente schifosa che irrita il mio stomachino sensibile, come potrei svuotarti tutte le bottiglie?!? Fossi matto!!!

-E allora chi cazzo è che mi frega la birra???- si lagnò un povero Duffone senza più nulla in cui sperare. Si alzarono faticosamente da terra, Izzy (per via delle caviglie rotte) si era fatto portare in braccio da un ben disposto Axl, suscitando l'ilarità del bassista e del chitarrista riccio che facevano il verso ad Axl con vocette femminili:

-Uuuh, lascia stare il mio Izzyno!!!

-Togligli le manacce di dosso!!!

-La minaccia di prima è ancora valida.

I due si ammutolirono.

-A proposito...- chiese Duff -...dov'è Steven?

Intanto, uno Steven privo di sensi giaceva tramortito in salotto. Infatti il batterista, rientrando in casa proprio nel bel mezzo del lancio di oggetti di Slash, era stato colpito in testa a sorpresa da un grosso vaso egiziano contenente crema per le rughe, ed era svenuto per il colpo, crollando rovinosamente sul pavimento. Nessuno ovviamente si era accorto di nulla.

-Sempre fuori in giro, quello scansafatiche, mai una volta che stesse in casa a dare una mano! - disse Slash.



Intanto, fuori dalla porta di casa, sullo zerbino, a pancia all'aria se ne stava il gattone bianco a macchie grige di Duff, con un paio di bottiglie di birra sotto braccio, che si ubriacava tranquillamente pensando: "Sarà il caso che 'ste bottiglie le metta direttamente nella scarpiera."


The End!



Mi rendo perfettamente conto di quanto tutto ciò sia infinitamente ridicolo, ma c'est la vie, nei momenti di folleggiamento non riesco a scrivere di meglio.
Bye! ^^

  
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